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Autore: Writer_son of Hades    29/05/2015    1 recensioni
Anni dopo la guerra contro Gea, un’improbabile semidea arriva al Campo Mezzosangue.
Il suo vero compito però, è sconosciuto ai semidei, che dovranno affrontare un’impresa nel luogo dove la realtà non è mai quello che sembra. O, molto più semplicemente, dove non esiste una realtà.
In particolare, Nico dovrà affrontare una delle sue più grandi paure: l’amore. Si sorprenderà di come l’odio si possa tramutare in passione.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Morfeo, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Here I am, this is me









La ragazza aprì gli occhi e ci mise un po’ per mettere a fuoco dove si trovasse.
Le pareti bianche di una piccola stanza la circondavano. Delle lenzuola fresche le premevano contro il busto completamente fasciato. Un ago era infilato nel braccio sinistro.
Cercò di mettersi seduta per poter guardare meglio intorno, ma sussultò sentendo una fitta alle costole.
                << Ti conviene stare ferma. >> disse una voce maschile proveniente da un angolo della stanza.
May si bloccò, credendo di essere sola e fissò la figura appoggiata al muro. Contrastava su tutto quel bianco immacolato. Era completamente vestito di nero e i capelli scuri andavano un po’ dove volevano. Gli occhi neri, come due pozze di un abisso interminabile, la fissavano. Era ancorata al letto e non riusciva a muoversi sotto il suo sguardo.
                << Chi sei? >> chiese duramente. Poi cercò di controllarsi, ricordando la missione.
                << Credevo che potessi dirmelo tu, visto che ripetevi il mio nome di continuo. >> rispose con voce piatta il ragazzo.
                << Io cosa? >> borbottò.
                << Davvero non sai chi sono? >> le domandò più convinto.
May scosse la testa e per un attimo si perse a fissarlo. Gli occhi erano così profondi che avrebbe potuto affogarci dentro e quelle labbra… erano perfette.
                << Il mio nome è Nico Di Angelo. >> si presentò infine il ragazzo.
May trattenne un ringhio di rabbia. Quel ragazzo era la sua missione, la sua preda. Smise di fissarlo con desiderio e cominciò a volerlo in modo molto diverso. Voleva vederlo morto.
Deglutì mandando giù il groppo che le si era formato in gola.
                << Non ti conosco. >> disse con la voce tremante di rabbia, che sembrò più paura agli occhi del ragazzo.
Nico annuì fra sé e sé.
                << E sai per caso chi sei tu? >> domandò.
                << Mi chiamo May e sono f- >> trattenne il resto della frase. Controllati May! Si disse arrabbiata. Stava perdendo il controllo. << ….fastidiosamente dolorante. >> grande bella fantasia…
Nico sembrò trattenere una risata.
Si avvicinò al suo letto e May ebbe paura che volesse attaccarla, ma quando le accostò un cucchiaio di ambrosia, lo prese subito e lo mandò giù velocemente.
Il ragazzo la fissò, stupito della sua reazione. May decise di cambiare argomento.
                << Allora… dove sono? Cosa mi è successo? >> chiese cercando di fare la voce più innocente possibile.
                << Questo è il Campo Mezzosangue e se sei qui è perché sei figlia di un dio greco. >> cominciò Nico con voce stanca, si vedeva che non era il solito a fare le presentazioni.
Continuò col spiegare tutta la storia dei semidei che, ovviamente, May conosceva già, per cui si limitò ad annuire e a fare delle facce stupite di tanto in tanto.
                << Se ho capito bene… >> cominciò facendo finta di cercare di capire tutta la faccenda. << un dio o una dea è il mio genitore divino? >>
Nico annuì stancamente. Odiò il suo atteggiamento.
                << E tu sai chi potrebbe essere? >> chiese in tono forse troppo acido.
Il ragazzo la guardò di traverso, cercando di interpretare quella domanda. Poi alzò le spalle e disse semplicemente: << Data la tua età, dovresti essere riconosciuta a breve. >>
                << Bene. >> sbuffò sistemandosi sul letto. La ferità le faceva ancora tanto male. Aveva ordinato a Katastrofi di attaccarla non appena il satiro avrebbe tentato di portarla al Campo, per poi entrare in coma e contattare suo padre. Ma quella ferita faceva davvero un male cane. Doveva stare attenta a non muoversi troppo, sennò avrebbe potuto vomitare.
                << Bé, ti saluto. >> le disse uscendo dalla stanza.
                << Bell’accoglienza. >> mormorò sbuffando.
                << Come, prego? >> chiese stizzito il ragazzo.
May si levò per guardarlo negli occhi: << Dico solo che non mi sembri proprio così…allegro… >> disse in tono accusatorio. << Di chi sei figlio? >>
                << Ade. >> rispose secco il ragazzo.
                << Tipico! Chi non è meno vivo del figlio del Re dei Morti? >> lo provocò a denti stretti.
La fissò con gli occhi ridotti a due fessure. << Ma chi ti credi di essere? >>
“Quella che ti ucciderà ben presto” pensò May.
                << Tu chi ti credi di essere?! Ti comporti come se sapessi tutto e potessi controllare il mondo. Quando sei solo il figlio di un dio dimenticato! >> gridò portandosi una mano al fianco per il dolore.
Il ragazzo fece un mezzo sorriso e le si avvicinò pericolosamente.
                << Io so tutto e posso controllare il mondo, dato che controllo la morte e di conseguenza il suo ciclo vitale. >> sibilò arrabbiato. << E se sono il figlio di un dio dimenticato, non mi importa. Mio padre non è nulla per me e io non sono nulla per lui. >>
Quest’ultima frase la spiazzò parecchio. Come non è nulla per lui? Doveva esserlo. Sennò la sua missione non aveva alcun senso.
Nico la stava ancora fissando. << Ora che ci penso, potresti essere figlia di Afrodite. Sei una vera lingua lunga. >>
May fece una smorfia di sfida e lo guardò male. Il ragazzo non ci fece nemmeno caso e voltandosi finalmente uscì dalla stanza, lasciandola sola.
La rabbia svanì improvvisamente. Fu strano, davvero strano. Tutto il peso dell’odio l’abbandonò lasciandola quasi….vuota. Cercò di non farci caso e si risistemò nel letto, attendendo che qualcuno la venisse a prendere.
 



                << Buonasera semidei. >> esordì  Chirone avvicinandosi al centro del padiglione mentre teneva una mano sulla spalla di May.
I tavoli con i ragazzi si quietarono per ascoltare l’annuncio del centauro.
May stava meglio, ma era un po’ faticoso reggersi in piedi dopo la giornata passata. Annabeth Chase, una semidea figlia di Atena, le aveva mostrato l’intero Campo Mezzosangue. Era bello certo, ma May preferiva il silenzio della notte eterna nel Regno dei Sogni. Cercò di fingersi interessata alle cose più banali e accennò qualche risata per sdrammatizzare.
                << Tu sei amica di Nico, per caso?>> aveva chiesto alla ragazza.
Annabeth aveva fatto una strana smorfia. << Diciamo che siamo conoscenti. >>  le spiegò. << Con Nico è difficile creare un rapporto di vera e propria amicizia. Perché me lo hai chiesto? >>
                << È venuto da me questa mattina e non mi sembrava tanto contento di stare con me. E mi è dispiaciuto. >> aveva il tono di voce più falso che avesse mai fatto.
                << Nico è molto scontroso, ma se riesci a diventargli simpatica, cosa più o meno impossibile, ti parlerà senza avere un tono assassino. >> scherzò. << Ma è un bravo ragazzo. È leale e coraggioso. >>
                << E non parla molto con il padre? >> chiese.
Annabeth la fissò, studiandola e May ebbe paura di aver esagerato con le domande.
                << No, in effetti si odiano. >> rispose continuando a fissarla.
                << Oh, okay. >> aveva detto semplicemente. Non avevano più parlato di Nico.
E ora era davanti a tutti i semidei e Chirone, il centauro, avrebbe dovuto presentarla.
                << Questa ragazza è arrivata da poco. Il suo nome è May. >> annunciò con la voce potente. May accennò ad un veloce gesto con la mano per salutare tutta la folla.
                << Determinata o indeterminata? >> urlò una voce.
                << Indeterminata. >> disse lentamente Chirone.
Un mormorio generale si levò dai vari tavoli.
Ma si smorzò immediatamente quando una strana luce blu la illuminò completamente. Chirone si allontanò da May e i visi dei ragazzi erano fermi ad aspettare non sapeva bene cosa.
Alzò la testa e vide un papavero circondato da un potente alone blu notte. Sorrise. Quello era un segno di suo padre.
Guardò gli latri semidei che erano rimasti a fissarla, ovviamente non riconoscendo il simbolo del dio dei sogni. Solo un’ombra, seduta ad un tavolo di ossidiana nero, le puntò gli occhi pieni di odio addosso.
Nico conosceva quel simbolo.
                << Che significa Chirone?! >> gridò un ragazzo dalle prime file.
                << È un papavero. >> lo precedette Nico con voce potente mentre si faceva spazio fra la folla. Tutti si spostarono per farlo passare. << Simbolo di Morfeo, il dio dei sogni. >> continuò avvicinandosi a May con lo sguardo assassino. Quando arrivò a un metro da lei si fermò e sibilò: << Forse è per questo che non mi andavi per niente a genio. >>
                << Il sentimento è reciproco. >> gli rispose May fra i denti.
                << Morfeo ha dei figli? >> chiese un ragazzo dai capelli neri e gli occhi verde mare.
                << Sì, Jackson. >> gli rispose Nico rimanendo a fissare May. << Lei è l’unica però. >>
May aveva una voglia matta di saltargli al collo. Per strozzarlo.
                << Perché? >>
                << Morfeo, come Ade, non è un dio che si fa vedere molto in giro. >> si intromise Chirone. << Infatti non credevo avesse figli. >>
                << E perché Nico ha uno sguardo assassino? Lo ha anche di solito, ma in questo istante più del normale. >> chiese un altro ragazzo con ricci sbarazzini e il naso appuntito.
                << Perché Ade e Morfeo hanno i Regni confinanti. >> spiegò Nico voltandosi finalmente dall’altra parte. << E c’è sempre stata molta rivalità fra i due. >>
                << Aggiungerò il suo nome alla lista interminabile di persone che Nico Di Angelo odia con tutto il cuore. >> disse Leo prendendo carta e penna dalla cintura per gli attrezzi.
                << In ogni caso starai bene con noi al Campo. >> la rincuorò Chirone facendo segno a Nico di allontanarsi. Il ragazzo sbuffò e con passo pesante si fece spazio fra i presenti per poi scomparire in una nube nera.
Ed eccola di nuovo. Quella sensazione di vuoto. Tutta l’adrenalina della rabbia aveva lasciato May senza forze.
                << Per ora puoi riposare in infermeria, così Will potrà verificare se stai migliorando. >> continuò Chirone. << Domani cominceremo i lavori per la capanna di Morfeo.>>
May ringraziò e si incamminò verso la sua stanza mentre tutti gli altri ragazzi andavano al falò.
Prima di entrare però, si guardò intorno per accertarsi di essere sola. Dopodiché si tolse la maglietta del Campo che le aveva dato Annabeth e, rimanendo in reggiseno e con la fasciatura, liberò le ali.
Respirò a pieni polmoni mentre se le sgranchiva sbattendole lentamente. Era una bella sensazione poter finalmente farle respirare.
Qualcosa poi la bloccò contro il muro dell’edificio. Due mani forti le bloccavano le braccia e le ali erano schiacciate in una brutta posizione. Le facevano male.
                << Chi sei? >> sbuffò.
                << Sapevo che mentivi. Tu conosci questo posto. Ti ha mandata Morfeo vero? >> un ringhio severo uscì dalla bocca di Nico.
                << Che cosa stai dicendo? >> chiese innocentemente. << Spostati che mi fai male. >> cercò invano di levare il ragazzo di torno, ma era forte, davvero forte.
                << Sei qui per uccidermi? Cosa vuoi da me? >> sbottò ancora con la voce carica di rabbia.
                << Ma di cosa stai parlando? Io non so niente. >> May cercò di simulare un pianto.
                << Da dove vengono queste ali? >> le chiese arrabbiato. Era a pochi centimetri dal suo viso e il respiro caldo del ragazzo le faceva perdere la concentrazione.
                << Le ho appena scoperte. >> mentì trattenendo un lamento. << Ora togliti, così ti spiego. >>
                << No, tu menti! >> gridò.
                << Ora basta! >> urlò lei di rimando riuscendo a liberarsi. Nico indietreggiò di qualche metro fissandola.
                << Non so da dove vangano! Me le sono appena ritrovate addosso okay? >> gli disse urlando. << Cerca di calmarti! >>
                << Come è possibile? Ti sono appena cresciute le ali? >> il tono ora era calmo e le mani erano sui fianchi. May si stupì di quanto fosse capace di cambiare umore in due secondi.
                << Sì. Non lo so. Insomma sono appena arrivata in questo mondo, cerca di capirmi. >> cercò di implorarlo, non facendo caso al disgusto che provava.
Lui la fissò, studiandola. Rilassò le braccia lungo i fianchi e chinò la testa. Poi le prese la maglietta che era a terra e gliela porse.
                << Mettila addosso. Non vorrai che qualcuno ti veda così. >>
May richiuse le ali e se la infilò.
Nico la stava ancora fissando.
                << Cosa vuoi? >>
                << Niente. >> brontolò. << È solo che assomigli molto ad una persona. >>
                << Chi? >>
Gli occhi di Nico si velarono di uno strato di dolore.
                << Nessuno… >> la voce era rotta dal pianto quando scomparve nel buio.






Nota dell'autrice: Siamo a venerdì e domani ho l'ultima verifica e l'ultima interrogazione: OH MIEI DEI GRAZIEEEEEEEE!!!! Sto morendo di sonno e devo iniziare a studiare storia, per cui vi saluto. 
Giuro che appena riesco aggiorno ''La Figlia della Terra''.
La canzone è di Spirit (uno dei miei cartoni preferiti *-*)

 
   
 
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