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Autore: _Fedra_    29/05/2015    8 recensioni
Giurereste mai che le ragazze che abitano al piano di sopra siano in realtà due spietate cacciatrici di demoni?
Con l'arrivo di Claire e Teresa in uno squallido appartamento alla periferia di Roma, la Città Eterna si trasforma in un teatro gotico in cui nulla è più come sembra e anche il più candido angelo di pietra può trasformarsi in un mostro assetato di sangue.
Riuscirà il giovane Raki a sopravvivere in questa nuova realtà?
DAL CAPITOLO 1:
Un'ombra scura si allungò sulle gradinate della Facoltà di Lettere e Filosofia, salendo lentamente le scale che conducevano all'ingresso.
Claire osservò compiaciuta gli sguardi dei presenti che si spostavano per lasciarla passare.
Sui loro volti poteva leggere le espressioni più diverse: stupore, curiosità, invidia, timore.
Le sembrava di poter fiutare la paura nascosta dietro quelle maschere malcelate, come se in fondo il loro istinto animale gli stesse suggerendo che ciò che temevano di più al mondo si trovava proprio davanti ai loro occhi.
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Claire, Priscilla, Raki, Teresa
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Occhi d'argento'
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Venti.
Rimedi con il Sorriso
 
 
*

 

 

 

 

Teresa guidava speditamente per le strade ormai deserte del centro con tutta l’aria di chi non vede l’ora di rientrare in casa dopo un’estenuante giornata di lavoro.
Nell’abitacolo regnava il silenzio più totale, rotto solo dal rumore sommesso dell’autoradio, simile a un rombo cupo proveniente dalle casse.
Nessuna delle due aveva molta voglia di parlare, in particolar modo Claire, distesa sul sedile anteriore con la testa appoggiata allo schienale e gli occhi chiusi, ma Teresa sapeva benissimo che non stava affatto dormendo.
L’amica faceva sempre così, quando voleva essere semplicemente lasciata in pace.
Cosa che non sarebbe durata a lungo, questo lo sapevano entrambe.
 
La serata ai Parioli si era conclusa nel modo più surreale possibile.
Teresa ci aveva messo un quarto d’ora buono per far rinvenire quel cuor di leone di Zaki, il quale, una volta ripresa conoscenza, aveva vuotato colazione, pranzo e cena dentro il lavandino del bagno.
Inutile dire che la Claymore aveva impegnato tutte le sue forze rimaste per fargli recuperare almeno un po’ di colore, premurandosi di precisare che non le doveva assolutamente nulla in termini pecuniari per avergli salvato la vita da un mostro assassino.
A quello ci avrebbe pensato il Comune di Roma, che aveva convocato l’Organizzazione, anche se, con i tempi che correvano, la guerriera cominciava a temere che sarebbero trascorsi mesi prima di ricevere perlomeno una tuta di ricambio, per non parlare di una sistemazione decente.
Dal momento che la cosa non sembrava affatto calmare il ragazzo, Teresa lo aveva trascinato al bar a bere qualcosa di forte, per poi portarlo all’esterno del locale a fargli respirare un po’ d’aria fresca.
Aveva impiegato un bel po’ a cancellargli l’orrendo colorito verdognolo che gli era comparso sul volto, ma perlomeno il maggiore dei fratelli Yagi sembrava digerire certe cose molto più in fretta rispetto a quel crostaceo di Raki.
 
Come a evocarlo, quest’ultimo era apparso pochi istanti dopo in compagnia di Claire, entrambi con l’aria più sbattuta di questo mondo.
Non appena aveva notato la tuta strappata in più punti e percepito lo yoki alterato dell’amica, Teresa aveva storto immediatamente il naso.
“Che cosa è successo?”, aveva domandato allarmata.
“Ne parliamo più tardi, okay?”, aveva tagliato corto Claire.
Aveva un colorito decisamente più pallido del solito e sembrava terribilmente debole, al punto che questa volta era Raki a doverla sorreggere, nonostante egli stesso si sentisse la schiena a pezzi.
Mi ci mancava il quadretto in stile Villa Arzilla, aveva commentato Teresa tra sé e sé.
 
In fondo, non aveva tutti i torti.
Tra Claire, Raki e Zaki non sapeva chi fosse ridotto peggio.
Dal momento che non sembravano esserci altri yoma da affettare nelle immediate vicinanze, la cosa si era risolta nel suo classico stile: in meno di dieci minuti, la Claymore li aveva caricati tutti a forza a bordo della sua Mini Cooper e li aveva trascinati in pieno centro, scaricandoli di fronte a un’enorme pizza Margherita trasbordante di mozzarella fusa.
Alla vista del cibo, Raki vi si era fiondato sopra come se non mangiasse da mesi, mentre Claire e Zaki si erano limitati a fissare il piatto con un’espressione a metà strada tra il perso e il nauseato.
“Forza, dovete pur mangiare qualcosa. Siete a dir poco sfiniti!”, li aveva esortati Teresa, che per l’occasione aveva ordinato per sé una spettacolare insalata (ovviamente scondita per non assumere troppe calorie tutte insieme).
“Non ho fame, grazie”, aveva risposto Claire con la testa tra i gomiti.
“Coraggio, tu sì che te lo puoi permettere, con quel bel vitino da vespa che ti ritrovi!”, Teresa aveva strizzato sfacciatamente un occhio a Raki, facendogli andare la Coca-Cola su per il naso. “Dai, non trovi invitante questo bel profumino?”, aveva aggiunto, passandole ripetutamente un triangolino di pizza davanti alle sue labbra sigillate.
L’altra le aveva rivolto un ringhio tutt’altro che da Galateo, a cui l’amica aveva reagito con un’aria falsamente intimorita.
 
“Certo che siete proprio una bella coppia, voi due”, aveva commentato Zaki, che nel mentre stava riprendendo lentamente colore.
“Che vorresti dire, tu?”, aveva esclamato Teresa in tono divertito.
“Siete per caso sorelle?”, aveva ripreso l’altro.
“In molti ne sono convinti, ma in realtà veniamo da due parti del mondo molto diverse”.
“Davvero? In effetti, noto che il tuo accento non è proprio italiano”.
Ya, infatti provengo direttamente dalla Germania. Claire, invece, è mezza francese”.
L’altra aveva incassato la testa nelle spalle, fingendo di controllarsi i pollici.
“E dai, di’ qualcosa anche tu!”, l’aveva stuzzicata Teresa, allungandole un pizzicotto sul fianco.
“Claire mi ha salvato la vita”, aveva spiegato Raki subito dopo, rivolgendosi al fratello.
“Cosa?”, Zaki si era fatto improvvisamente più attento. “E quando? Non mi avevi detto niente, fratello”.
Teresa aveva sospirato con aria rassegnata.
“Credo che a questo punto le spiegazioni siano d’obbligo”, aveva commentato.
 
E così, Claire e Teresa avevano raccontato loro tutto, i numerosi e fortuiti salvataggi di Raki compresi.
Per poco Zaki non era svenuto di nuovo, nel rendersi conto in che razza di mondo viveva.
“E i miei simili si lamentano tanto della crisi”, aveva commentato alla fine del racconto.
“Non credere che a noi guerriere vada meglio”, lo aveva freddato subito Teresa.
“Quindi voi due siete al servizio di un’Organizzazione che combatte i demoni?”.
“Esattamente. E, a quanto pare, qui a Roma ci sarà un po’ di lavoro da svolgere”.
A quelle parole, Zaki era visibilmente impallidito.
“Cosa? Vuol dire che ce ne sono altri?”, aveva esclamato.
“Oh, sì. Sono dovunque, per la precisione. Per fortuna, pare che stiano arrivando dei rinforzi per riuscire a sistemarli tutti. Non dovete preoccuparvi, ormai la situazione è sotto controllo”.
Il ragazzo si era passato una mano tra i corti capelli arruffati.
“Dai, non fare quella faccia!”, lo aveva rassicurato Teresa. “In fondo, credo che abbiate battuto ogni record, in quanto aggressioni. Sono certa che anche lo yoma più affamato abbia capito che non solo siete duri a morire, ma anche ben protetti”.
“Già, se lo dite voi…”.
 
Per fortuna, da brava figlia di un avvocato, Teresa sapeva destreggiarsi molto bene nella conversazione.
In breve, l’umore a tavola era decisamente migliorato e, alla fine della serata, i quattro si erano separati quasi con dispiacere.
La Claymore si era offerta di riaccompagnare i fratelli Yagi fin davanti casa, scaricandoli poi sul marciapiede illuminato dalle pallide luci dei lampioni.
“Sai, alla fine quei due non sono poi così male”, aveva commentato mentre li osservava salutare dallo specchietto retrovisore.
“Sarà, tanto non li rivedremo più”, aveva commentato Claire funerea.
“Be’, potremmo sempre andarli a trovare, finché siamo a Roma”.
“A che pro, se prima o poi ce ne andremo per sempre da questo posto?”.
“E dai, almeno come amici! In fondo, io e te non abbiamo molti contatti con il mondo esterno”.
“Non credo sia una buona idea, sorella. Noi siamo mezzi demoni, loro solo degli esseri umani”.
“Anche noi eravamo esseri umani. Anzi, lo siamo ancora per metà”.
“È il restante cinquanta per cento a preoccuparmi”.
 
Teresa aveva lanciato una rapida occhiata a Claire.
“Hai perso il controllo del tuo yoki, vero?”, aveva chiesto dopo qualche istante di silenzio.
“Sì e no”, aveva mugugnato l’altra.
“Guarda che a me non la fai”.
In tutta risposta, Claire le aveva rivolto uno sbuffo spazientito.
Sempre così testarda, la piccoletta, aveva pensato Teresa scuotendo il capo.
“È stato Raki a riportarmi indietro”, aveva aggiunto l’altra pochi minuti dopo.
Per poco Teresa non aveva sfondato l’auto davanti, inchiodando nel bel mezzo di una rotatoria.
“MALEDETTO FIGLIO DI PUTTANA, MA NON CE L’HAI UNA CASA?”, aveva ruggito, attaccandosi al clacson. “Scusa un attimo, sorella,”, aveva aggiunto subito dopo, cercando di far sembrare la sua voce calma “come sarebbe a dire riportata indietro? Non ti sarai per caso Risvegliata, vero?”.
Claire non aveva risposto, continuando a guardare fuori dal finestrino.
“C’ero quasi”, aveva detto pochi istanti dopo.
Nonostante stesse sfrecciando sul filo dei cento chilometri orari, Teresa si era improvvisamente voltata a guardarla in faccia con tutta l’aria di chi si era appena trovato di fronte a un alieno.
“In effetti, il tuo odore è diverso dal solito, anche se il tuo aspetto è quello di sempre”, aveva commentato incredula. “È incredibile! Credo che tu sia la prima della nostra specie a Risvegliarsi e poi tornare indietro. Come ti senti adesso?”.
Claire aveva sbuffato.
“Normale”, era stata la risposta laconica. “Solo molto stanca. E, se la cosa ti può far stare tranquilla, non ho per niente fame”.
“Temo che nemmeno da Risvegliata riuscirei a farti apprezzare la buona tavola…MA VI VOLETE TOGLIERE DAI COGLIONI UNA VOLTA PER TUTTE? Possibile che in questa città non si possa superare i cinquanta chilometri orari senza investire qualcuno? Ma andate a morire a casa vostra, piuttosto che sotto le mie ruote!”.
 
Claire aveva aspettato con pazienza che Teresa finisse l’ennesimo sfogo, poi soggiunse a voce più bassa del normale:
“Mi sarei sicuramente uccisa, se non fosse intervenuto Raki”.
“Fammi capire bene, quell’umano privo di spina dorsale è riuscito ad affrontarti con lo yoki oltre l’ottanta per cento senza finire sbranato?”, Teresa era decisamente esterrefatta da quella rivelazione.
“Non mi ha affrontata. Più che altro, mi ha rassicurata”.
“In che senso?”.
Claire aveva sospirato.
“Sono cose personali”, aveva risposto seccamente.
 
“Aaaaaah”, Teresa le aveva rivolto un’occhiata complice. “Sembra tanto stupido, ma secondo me il ragazzo ci sa fare”.
“Non so che cosa ti stia passando per il cervello, ma la mia risposta è no”.
“Ma dai, sorellina. Secondo me, quel Raki non è poi così male. Anzi, credo che frequentarlo un po’ sia un toccasana per la tua salute”.
“Non farti strane idee, sorella. Sai che odio queste cose. E poi, non mi va di prenderlo in giro”.
“Certo, certo. Ma almeno un caffè con lui me lo prenderei. Tanto per toglierti lo sfizio”.
In tutta risposta, Claire non le aveva rivolto la parola per tutto il tragitto.
 
A differenza di lei, Teresa rientrava tra quelle Claymore che non erano mai riuscite a rinunciare del tutto al loro lato umano.
In tutti quegli anni insieme, l’amica aveva avuto più di una storia con degli esseri umani, tutte finite nell’arco di breve tempo, l’ultima delle quali con un affascinante bassista lungocrinito (che, a detta di Teresa, era anche il meno figo del suo repertorio) che abitava nei pressi di Innsbruck e suonava in un noto gruppo Metal locale.
Claire non era tipo da fare quel genere di cose.
Innanzitutto, per lei gli esseri umani erano qualcosa di disgustoso a prescindere.
Se poi pensava a un possibile lato fisico con uno di loro, specie dopo quello che aveva subìto, il disgusto si trasformava direttamente in orrore.
Certo, non poteva negare che Raki le aveva fatto un certo effetto.
Aveva qualcosa che l’aveva colpita sin dal primo momento.
Forse perché anche lui, ignaro di tutto, era stato preso di mira da uno yoma deciso a divertirsi un po’ prima di divorarlo.
Forse perché lei, al pari di Teresa, era accorsa prontamente in suo aiuto, nonostante la cosa non rientrasse precisamente nel programma della serata.
Certo, ora che le loro strade si erano divise, un po’ le dispiaceva perderlo.
Ma, in fondo, fino a quel momento quel ragazzo si era rivelato più uno stress che altro.
Sicuramente avrebbe lavorato meglio, ora che non avrebbe dovuto più salvargli la vita di continuo.
Il che era un bel sollievo.
 
“Io comunque aspetterei a cantar vittoria”, commentò Teresa improvvisamente, come a leggerle nel pensiero. “Conoscendo quel tipo, sicuramente finirai per salvargli la vita almeno un’altra volta”.
“Io non ne sarei così sicura”, le rispose Claire, soffocando improvvisamente una sgradevole sensazione di panico.
“Tu dici, eh? Facciamo una scommessa”.
“Mmm, sentiamo”.
“Se non si fa vivo entro domani, prometto che mi mangio una pizza Quattro Stagioni davanti a te. Per intero”.
“E se invece dovessi perdere?”.
Teresa le rivolse il sorriso più angelico e micidiale del suo repertorio.
“In quel caso, credo che un caffè di ringraziamento sarebbe d’obbligo, non credi?”.




Buonasera, belve! :)
Finalmente riesco ad aggiornare a un orario umano, nonostante sia letteralmente sepolta da una montagna di libri!
Spero solo che non abbiate trovato questo capitolo eccessivamente demenziale, ma sappiate che per la maggior parte delle frecciatine tra Claire e Teresa ho avuto un'ispirazione molto concreta... * ehm...ciao Angie! <3 *


Prima che scagliate su di me la vostra ira funesta, passo subito ai ringraziamenti.
Per le recensite mille grazie a mio marito Xephil (se vedemo a Roma! <3), la mia sorellona Angelika_Morgenstern, le fantastiche joy, SognatriceAocchiAperti e bienchen e i mitici KING KURAMA e AlanKall.
Un grazie infinite anche a tutti i miei lettori silenziosi, pregando che non saltino fuori in momenti imbarazzanti (tipo una cena in famiglia o una sede d'esame!)....dai, che scherzo! ;) Un abbraccio a tutti voi :)

Sperando che dopo questo capitolo non abbiate lanciato il computer fuori dalla finestra * perdonatemi, ma durante la sessione d'esame tendo a diventare un po' musona, chi mi conosce lo sa bene! *, per il prossimo capitolo ho in mente una piccola sorpresa: invece di venerdì, l'aggiornamento cadrà di giovedì.
Che ne pensate?

Per qualsiasi comunicazione, vi consiglio comunque di tenere d'occhio la mia pagina Facebook, anche perché potrebbero arrivare delle piacevoli novità entro i prossimi mesi ;) * ma aspetto ancora a parlare, visto che sono progetti letterari appena avviati *
In ogni caso, ecco il link: https://www.facebook.com/LeStorieDiFedra/timeline

Un abbraccio a tutti voi e buon fine settimana :)

Vostra,
Fedra
 
 
 
 
 
   
 
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