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Autore: Atlas1697    29/05/2015    0 recensioni
Galahad è un giovane ragazzo che andrà precocemente verso il suo inesorabile destino
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La strada per tornare a casa fu più tortuosa del previsto e finii per perdermi. Mentre stavo vagando senza una meta precisa nella foresta sentii come il suono di un grosso motore provenire dal limpido cielo azzuro. Alzai lo sguardo e vidi una sorta di navicella, doveva fungere da aereo. Con una luce molto intensa puntava vari punti della foresta e ipotizzai che dietro a tutti questo ci fosse Albert, lo spietato dottore che mi stava usando come cavia per non so quale medicinale. Quel bagliore era accecante e finì per colpirmi. All'improvviso scesero con delle corde delle persone che mi catturarono e mi portarono sulla navicella. Lì trovai ad aspettarmi Albert. - 47 ci vediamo ancora una volta - disse con tono maligno. Non risposi. - Legatelo - ordino agli uomini. - Fate si che non chiuda gli occhi - continuò Albert. Mi mise davanti ad uno schermo e mi fece vedere un video dove la mia famiglia veniva trucidata, come nel mio sogno. In quel momento l'odio che provai fu indescrivibile. Ci mettemmo tutto il giorno a tornare in quella struttura simile ad un ospedale. La luna stava sorgendo e sentii nuovamente quella forza crescere dentro me. L'odio che stavo provando in qualche modo mi tenne lucido e capii di che mi stavo trasformando in un mostro, in un lupo mannaro. Perchè mi stanno facendo questo? Pensai fra me e me. La trasformazione era molto dolorosa. Conclusa mi trovai a guardarmi ad uno specchio. Il muso era allungato e con all'estremità della bocca due canini sporgenti. Gli occhi erano rossi, ignettati di sangue. Il pelo era di un marrone cioccolato, molto scuro. La vista scorse fino a quegli enormi artigli che mi ritrovai al posto delle unghie. Erano lunghi e affilati come lame di rasoi. Con quella forza immensa mi liberai facilmente e uscii alla ricerca di Albert. Lo trovai in una stanza, mi stava aspettando. - 47 sei lucido? - mi chiese il dottore. - Per tua sfortuna si - dissi nel tono più umano possibile, ma emisi un ringhio. Lui non ebbe il tempo di girarsi verso di me che io gli saltai addosso, gli lacerai il petto con gli atrigli e gli strappai il cuore. Poi tentau nuovamente la fuga. Le guardie erano pronte, anche loro mi stavano aspettando. Impugnavano delle armi diverse da quelle dell'ultima volta. Non mi sentivo completamente "superiore" a loro. Corsi il più velocemente possibile verso il cancello. Le guardie cominciarono a spararmi nuovamente ma i proiettili non mi sembravano normali, sembravano d'argento. Mi ferirono nuovamente al petto e il mio sangue misto a quello del dottore trasformò il mio pelo in una tela variopinta di colori rossi. Fuggii il più lontano possibili ma la ferita non si rimarginava. Arrivato il mattino mi ritrivai in un campo con lo stesso odore di fiori di lavanda. Mi accasciai al suolo dal dolore mentre mi stavo ritrasformando in umano. Il mio petto era tutto sporco di rosso e la ferita continuava a sanguinare. Mi lascai abbandonare al dolore e chiusi gli occhi, sta volta per sempre. Mi risvegliai a casa mia, con l'odore di fiori di lavanda e di brioches appena sfornate. Andai in cucina e vidi la mia famiglia al completo. Era stato tutto un sogno, era stato tutto un terribile incubo.
   
 
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