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Autore: SheilaUnison    30/05/2015    3 recensioni
"La purezza non vince sempre". Inizia il sesto anno ad Hogwarts e tutti fremono all'idea...o quasi. Draco Malfoy, dopo esser salito sul treno, si ritroverà intrappolato in un vortice di sorprese ed imprevisti, di nome Hermione Granger. Cosa succederà?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Dopo la cena da Lumacorno, Hermione andò in dormitorio per prepararsi al ballo di Halloween.

Harry aveva detto che sarebbero stati in gruppo, poiché non era necessario stare in coppia per ballare.

Aveva anche proposto a lei e a Ginny di andare insieme a lui e a Ron.

Si erano messi d’accordo, ma purtroppo all’ultimo Lavanda Brown si era, in sostanza, autoinvitata, insieme alla sua amica Calì Patil.

Harry era stato fin troppo cavaliere e non aveva osato dire di no. Invece a Ron la cosa non sembrava dispiacere più di tanto.

Dunque Hermione, nel prepararsi per l’evento, era rimasta un po’ infastidita dalla notizia, ma cercava di non farci caso.

Cominciò a cercare nel suo baule il vestito del Ballo del Ceppo, che aveva sempre dietro in caso di necessità. E quella era una necessità: avrebbe riutilizzato il vestito per Halloween.

«Alt! – disse una voce femminile alle sue spalle. Si voltò di scatto. Davanti a lei Ginny stava scuotendo la testa. – Non si possono riutilizzare vecchi abiti, amica mia! Mia mamma ti ha spedito qualcosa…»

L’amica le fece segno di seguirla.

Le mostrò, quindi, un pacco sul suo letto.

Hermione, sorridente, lo aprì con le dita un po’ tremanti.

Dentro c’era un tubino blu con dei ricami floreali cuciti sopra e delle ali finte poste nella schiena.

La Prefetta rimase qualche secondo interdetta.

«E’ un costume da fata. Ti piace?»

«Grazie! È bellissimo! Vado a mandare subito una lettera a tua mamma per ringraziarla!»

Ginny sorrise mentre l’amica sfrecciava via verso la Guferia.

Lei, intanto, indossò l’abito da Banshee che Molly Weasley aveva scelto per lei.

Sì rimirò allo specchio, ma, ad un tratto, mentre si stava sistemando i capelli, udì delle forti grida provenire dalla stanza adiacente.

Si precipitò a controllare, agitata.

Katie Bell era sospesa a mezz'aria nella sala comune, con la bocca del tutto aperta, in un muto grido.

Per terra c'era una collana avvolta in un panno bianco.

La rossa si avvicinò all'oggetto per studiarlo meglio.

«Non toccarlo. È maledetto.»

Era la voce di Hermione. Era arrivata di corsa, tutta trafelata.

«Ok. Chiamiamo la McGranitt.»

Hermione annuì e corse alla ricerca dell'insegnante.

Arrivarono poco dopo, affannate.

La professoressa gettò un'occhiata alla situazione.

Avvolse nel panno la collana, facendo attenzione a non toccarla con le mani, poi disse:

«La signorina è stata fortunata. Ha rischiato di morire, ma fortunatamente i guanti che aveva indossato insieme al suo vestito da festa l'hanno salvata. La porterò subito a medicare. Riferirò poi al Preside l'accaduto, ma sono sicura che la festa continuerà. Ne avete bisogno.»

Le due amiche ringraziarono la professoressa e guardarono la loro compagna essere portata via.

Udirono poi una voce chiamarla dalla sala comune. Era Harry. Pareva molto preoccupato.

«Cosa è successo?»

«Katie Bell ha toccato una collana maledetta. Non ne sappiamo di più.» rispose prontamente Hermione, prima che Ginny avesse anche solo il tempo di aprir bocca.

«Qui c'è sotto qualcosa. Perché lei aveva un oggetto maledetto? Sono certo che Malfoy è coinvolto in questa faccenda.» commentò Harry, convinto.

«Oh, Harry, è ridicolo. Sono sicura che si sta preparando per il ballo, proprio come noi! Non farebbe male ad una mosca.»

«Come fai a dirlo?» sbottò Harry, scocciato.

“Perché lo conosco.” avrebbe voluto rispondere Hermione. Ma lo conosceva davvero?

«Perché sarà antipatico quanto vuoi, ma non ha il coraggio di uccidere nessuno.»

«Però tu lo hai visto quella volta...aveva il Marchio Nero.»

«Harry, per la milionesima volta ti ripeto che non so cosa ho visto...e poi perché Tu-Sai-Chi sarebbe interessato ad un semplice studente di Hogwarts quando ha dalla sua Mangiamorte infinitamente più potenti?»

Harry tacque, scosse la testa e se ne tornò nel dormitorio a vestirsi per il ballo.

Hermione e Ginny lo aspettarono e si unirono a lui e a Ron per andare alla festa.

La Sala Grande era stata addobbata apposta per l'evento: zucche volanti si stagliavano sul soffitto tempestoso; le tavole erano state portate via, tutte tranne una, su cui era disposto un ricco buffet. Il resto si era trasformato in una sala da ballo.

Al fondo c'era un palco su cui stava una band che si stava preparando ad esibirsi. Erano tutti vestiti con abiti sgualciti, strappati, molto scuri e pieni di borchie. Tutti portavano una maschera a forma di pipistrello, tranne il cantante, a cui non serviva una maschera per risultare inquietante: era pallido, il volto rugoso e scavato, la testa rasata, eccetto un ciuffo dietro, che aveva legato a mo' di coda. Gli occhi erano circondati da ombre nere, le labbra erano violacee.

«Miseriaccia! Tu-Sai-Chi è molto meno terrificante di quel tizio laggiù!» commentò Ron e tutti scoppiarono a ridere.

Grazie a quella battuta il clima tra i ragazzi si distese e, quando la musica partì, si divertirono a ballare tutti insieme.

Dopo qualche ballo e qualche spuntino le cose iniziarono ad andare in un'altra direzione.

Dalla folla accaldata ed ammassata spuntarono fuori Lavanda Brown e Calì Patil, tutte allegre e sorridenti.

Salutarono il gruppo e si misero a ballare attorno ad Harry e a Ron in maniera alquanto appiccicosa.

Col passare dei minuti Hermione e Ginny notarono che le altre due cercavano di spingere i due ragazzi lontani da loro mentre ballarono.

Ginny, allora, decise di intervenire e prese suo fratello per le manie si mise a danzare con lui con uno strano entusiasmo.

«He...He...Hermione, posso unirmi a voi?» chiese McLaggen, comparso tra la testa di Harry e quella di Ron.

Evidentemente non riusciva ancora a ricordarsi troppo bene il nome della Granger.

«Certo che puoi!» rispose Ginny, allegra.

La sua amica le lanciò un'occhiataccia, ma lei le indicò Ron con la testa.

Hermione, riluttante, si avvicinò a Cormac e iniziò a ballare con lui.

«E' bello ballare con te.» disse lui, fissandola da capo a piedi.

Hermione diventò viola e cercò Ginny con lo sguardo. La rossa, ora allacciata a Harry, le mormorò “Resisti” senza farsi notare.

Eppure tutto il corpo della Prefetta sentiva forte repulsione nei confronti del suo ballerino.

Per fortuna tutte le canzoni avevano un ritmo veloce, non c'era tempo per un lento, per stare più a contatto.

Ballarono così una mezz'oretta, con lui che la riempiva di complimenti e lei che si sentiva un topo in trappola, poi arrivò Ron a salvarla.

Era già un passo avanti rispetto al Ballo del Ceppo, dove l'aveva semplicemente rimproverata senza muovere un dito.

«Tutto bene?» le chiese.

«Sì, divertiamoci!» gli rispose, sorridendo.

Si scatenarono nonostante i tentativi d’incursione di Lavanda Brown.

Ogni volta Ginny interveniva ad allontanare l'arpia.

«...Ehm...e così conosci McLaggen.» affermò Ron, guardando il pavimento.

«Sì, l'ho conosciuto alle cene di Lumacorno.»

«Capito. Come ti sembra?»

Lei ci pensò su. Voleva rispondergli onestamente, ma poi pensò che un po' di gelosia forse lo avrebbe smosso.

«Non male.»

«Ah…»

Il rosso si guardò intorno, alla ricerca di qualcuno. Sembrava compiere uno sforzo enorme in quel gesto.

«Beh, allora ti lascio con lui, visto che sta tornando qui.» disse a voce bassa, le spalle ricurve.

Pessima mossa.

Hermione si agitò e cercò di farsi venire in mente una qualche idea.

«Sei stanco di ballare? Vuoi sederti?»

Sembrò pensarci su, ma fu subito raggiunto da Calì, che si strinse a lui e lo trascinò via.

La Prefetta, interdetta, cercò di sfuggire alla portata di Cormac, ma, allo stesso tempo, si diede alla ricerca di Ginny.

La trovò che si stava divertendo con Harry.

Non c’era tempo per indugiare. McLaggen era quasi alle sue spalle e non poteva permettergli di avvicinarsi troppo.

«Ginny! – La rossa si voltò e le sorrise. – Ginny, io torno in dormitorio.»

L’amica, dispiaciuta, non poté che compatirla. Aveva assistito da lontano a tutto l’accaduto e aveva mentalmente maledetto il proprio fratello.

« Buonanotte, Hermione!» esclamarono lei ed Harry.

La Grifona se ne andò, spingendo tra la calca, riuscendo fortunatamente a seminare il suo inseguitore.

Mentre risaliva le scale si sentì delusa.

Si aspettava davvero che Ron si sarebbe svegliato, ma nulla.

L'unica soluzione era davvero dimenticarlo. Non c'erano più scuse, non era più giustificabile.

Il resoconto della serata non era affatto soddisfacente.

Era quasi arrivata, la Signora Grassa era a due metri da lei, poi si sarebbe svestita e avrebbe cercato di dimenticare il tutto dormendo.

«Granger! Dove vai?»

Dietro di lei un Draco Malfoy che, nella penombra, stava abbracciando la ringhiera delle scale.

Allibita, lei gli rispose:

«Nella mia sala comune, ovvio!»

«Ah, sì? Vendono della buona Burrobirra lì?»

Non stava scherzando, era una domanda seria.

«Molto divertente, Malfoy. Tornatene da dove sei venuto.»

Salì qualche gradino, ma fu bloccata da una mano sulla sua spalla.

Si voltò per insultare il ragazzo, però si bloccò.

Lui stava barcollando e stava in piedi solo grazie alla spalla di Hermione.

«Per tutte le cavallette, sei ubriaco!»

«Cosa? No, ho bevuto solo acqua e sangue di lumaca, lo giuro!» rispose, mentre la sua testa ciondolava a destra e a sinistra.

La Prefetta scosse la testa, rassegnata.

«Non puoi stare qui. Se ti scoprisse la McGranitt...!»

«Ieri ho visto una coccinella volare sui miei capelli. Abbiamo parlato, sai? Era simpatica!»

Hermione sgranò gli occhi. Doveva fare qualcosa.

Decise di riaccompagnarlo nel suo dormitorio.

Lasciò che lui si appoggiasse alle sue spalle con la mano e iniziò a trascinarlo giù per la scalinata.

Non era pesante, il ragazzo era parecchio smilzo, quindi facile da portare.

«Dove andiamo, Granger?»

«Nel tuo dormitorio.»

«Uh, non ti facevo così focosa.»

Hermione avvampò. Lo avrebbe volentieri Schiantato.

«Neanche se fossi drogata lo farei! E poi ti sto portando a dormire

«Ah, è così che lo chiami nel tuo linguaggio segreto da secchiona? Dormire

La ragazza sbuffò. Era inutile cercare di ragionare con un ubriaco.

«Piuttosto, dove hai preso gli alcolici?»

«Me li ha dati Silente!»

Niente, era troppo fuori perfino per rispondere seriamente ad una domanda.

«Granger, stiamo volando via tappeto volante? No, perché ho la nausea.»

Hermione sgranò gli occhi. La Serpe stava per vomitare!

Aumentò il passo e si diresse verso il bagno dei Prefetti, al quinto piano.

Usò il passaggio segreto e disse la parola d'ordine.

Si trascinò verso il gabinetto più vicino e cercò di sostenere Draco mentre...beh, mentre stava per fare quello che stava per fare.

Hermione storse il naso e si voltò dall'altra parte, ma non mollò mai la presa sul ragazzo.

Non voleva certo che finisse con la testa nel water, anche se se lo sarebbe meritato.

Quando ebbe finito, Draco si asciugò la bocca con la carta igienica e si voltò verso Hermione:

«Grifondoro, sei una tipa a posto, quindi te lo dico in amicizia: stai lontana da me, sono un cattivo ragazzo. Ti caccerai in brutti guai, mi spiego?»

Un po' perplessa, lei annuì.

Lui si avvicinò al suo volto, afferrandole la spalla con una mano.

«Me lo prometti?» chiese, lo sguardo supplichevole.

«Sì. Ora ti riporto nei Sotterranei.» concluse lei, sgomenta.

Di nuovo quella frase: “Stai lontana da me.”

Di nuovo detta senza cattiveria, con sincerità.

Sentiva che non era solo un avvertimento superficiale. Aveva la netta sensazione che ci fosse qualcosa di più oscuro dietro e voleva scoprire cosa.

Avrebbe potuto coinvolgere anche il resto della comunità magica quel “qualcosa”.

Forse aveva a che fare col fatto che suo padre era in prigione.

Lui sapeva qualcosa e lei avrebbe scoperto cosa.

«Te la senti di alzarti in piedi?» gli chiese.

Lui annuì e provò a sollevarsi, ma era debole e non aveva ancora il controllo totale del suo corpo.

«Ti aiuto io.»

Lo tirò su prendendolo per mano, lo fece appoggiare sulla sua spalla e se lo portò dietro.

Usare il Levicorpus sarebbe stato troppo appariscente.

La poveretta si trascinò quello che pareva un cadavere per cinque piani.

Fortunatamente le scale furono clementi e decisero di non muoversi a casaccio.

Passò vicino alla Sala Grande, pregando di non essere vista da nessuno, ma erano tutti troppo occupati a ballare per notare i due ragazzi nel corridoio. La penombra che regnava nel resto del castello li favorì.

Hermione era stremata. Ne era sicura, il giorno dopo si sarebbe svegliata tutta indolenzita.

Sgattaiolò al piano di sotto, ma si arrestò nell’ultimo gradino della scala a chiocciola che portava ai Sotterranei, poiché aveva sentito parlare qualche istante prima.

«Hai sentito? Astoria Greengrass non è più fidanzata con Draco Malfoy! Pare che perfino Parkinson si sia ritirata dalla corsa allo “scapolo d’oro”!» disse una ragazza.

Hermione si volse verso il malcapitato, che ciondolava, appoggiato al muro.

«Chissà come mai! Se continua così la casata si estinguerà!» intervenne un’altra.

«Ho sentito che entrambe le ragazze hanno ricevuto offerte più vantaggiose da maghi stranieri e hanno accettato! Beh, se è per questo, una di noi ragazze potrebbe salvare Draco…» rispose la prima ragazza che aveva parlato.

Seguirono risatine eccitate, poi il silenzio.

Hermione tirò un sospiro di sollievo e gettò un’occhiata: via libera.

Fece qualche passo, portando la Serpe con sé, poi si bloccò: sapeva che il dormitorio dei Serpeverde si trovava nei Sotterranei, ma non sapeva esattamente dove.

«Va bene, Granger. Me la cavo da solo qui.»

Si staccò da lei e si appoggiò al muro.

Avanzò qualche metro, poi si voltò:

«Allora? Puoi andare!» la intimò.

Perfetto, stava tornando in sé.

Hermione girò i tacchi e se ne andò.

Draco, una volta entrato nel dormitorio, si sdraiò bellamente sul divano.

Fissò il nulla e le sue labbra s’incresparono in un lieve sorriso.

Guardò la confezione di Pasticche Vomitose aperta accanto a sé.

Era stato semplice.

Fingersi ubriaco era piuttosto facile, ma col vomito sarebbe stato più convincente.

In questo modo avrebbe potuto abbattere facilmente le difese della Granger (o le proprie?) e farle promettere di stare lontana da lui.

«Perché lo hai fatto?» chiese una voce misteriosa dietro di lui.

Malfoy si voltò di scattò: Mirtilla Malcontenta fluttuava pacatamente al centro della sala comune di Serpeverde.

La fissò, terrorizzato:

«Cosa ci fai qui? Non ci puoi stare!»

«Noi fantasmi aiutiamo i professori a scovare gli studenti che compiono atti illeciti, come ubriacarsi.» rispose prontamente.

Il Serpeverde rimase un attimo in silenzio, poi si alzò in piedi e fece qualche passo verso il fantasma, ostentando una certa sicurezza.

«Ma, come vedi, io non sono affatto ubriaco.» replicò e fece qualche altro passo per mostrare di sapersi reggere perfettamente in piedi.

«Lo so ed è per questo che ti chiedo perché! Ti ho rincorso per tutto il castello, pronto a consegnarti a Piton e, invece…perché rischiare di farsi mettere in punizione così?»

Lui ci rifletté un attimo.

«Dovevo fare una cosa importante.»

«C’entra, per caso, quella ragazza di Grifondoro?»

Draco trattenne per un secondo il fiato.

«Sì, sì, è una ficcanaso, e voleva che io parlassi coi professori per, sai, quel criminale che mi perseguitava, ma le ho detto di lasciarmi in pace.» s’inventò lui.

Sperava bastasse come scusa.

«Quindi non vuoi rivederla?» si lasciò sfuggire Mirtilla.

«Cosa? E questo cosa c’entra?»

Mirtilla si dimenò, cercando di inventarsi una bugia credibile.

«Beh, la tratti…piuttosto decentemente, insomma, rispetto alle tue compagne di Casa.»

Lui scoppiò a ridere.

«Non sai di che parli! Io la prendo in giro in continuazione! È una…Nata Babbana…della peggior specie!»

Tuttavia al fantasma non sfuggì quella nota di esitazione del ragazzo nel dire “Nata Babbana”.

«Ultimamente vi ho sentiti, lo sai, e non le hai detto più nulla. Ora me ne vado, ma pensaci.»

Successivamente Mirtilla se ne andò, sparendo oltre al muro.

No, non ci avrebbe pensato.

Draco Malfoy se ne sarebbe andato a dormire come se fosse stata una serata qualunque.

Prima della festa gli era venuta quella malsana idea, dopo una bottiglia di Whisky Incendiario.

Era brillo, certo, ma non ubriaco.

Sapeva quello che stava facendo in ogni secondo passato con la Grifondoro, ma c’era una cosa che non capiva ancora: perché lo aveva fatto?

  
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