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Autore: DancingWithBreezy    31/05/2015    0 recensioni
Charlie era la dimostrazione di quanto marcia fosse Cadmen, di come l'apparenza inganna e di come una bella ragazza può essere pericolosa per quanto dolce.
Tutte le volte sentiva i suoi passi familiari scendere le scale nonostante il chiacchierio di sottofondo, vedeva i suoi capelli rossi ondeggiare mentre lei raggiungeva la radio e alzava il volume, poi si sedeva con loro e portava quei pochi minuti di allegria che ti facevano quasi gioire per avere una casa in quello schifo di posto.
Quando però lei se ne andava inevitabilmente la conversazione vergeva sulla vita di Charlie, sempre ad un passo dall'essere arrestata e sempre in giro per la città alle ore più buie, quando nessuno si azzardava ad uscire di casa.
Nonostante questo Calum provava attrazione verso di lei, non ne era innamorato ma qualcosa provava.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- NON SI PUÒ PROVARE COSÌ! -Luke posò la chitarra malamente e si avvicinò alla finestra.
Non si poteva decisamente chiamarla finestra, era un buco quadrato nel muro grigio che dava sul campo da basket.
A Calum era sempre piaciuta la sala prove malgrado la sua bruttezza, era solo una stanza con i muri non dipinti e il pavimento di cemento, c'era a malapena lo spazio per provare e spesso a causa dei buchi-finestra nel muro si ritrovavano lo spazio allagato. Ma a Calum piaceva, lì aveva passato i più bei momenti della sua vita con i suoi amici, ma anche i più frustranti. Quel giorno si poteva comodamente inserire nella categoria "momenti frustranti".
Tutti si affacciarono a guardare lo squallido campo da basket due piani più in basso, uno stereo portatile era acceso e riproduceva musica al massimo volume mentre dei ragazzi ballavano.
Calum riconobbe la crew di Charlie, cercò i suoi capelli rossi tra le persone ma invano. Forse era a casa malata, non aveva mai saltato una prova.
- Ehi - disse Luke per attirare l'attenzione, ma nessuno lo notò.
Michael si portò le mani a imbuto alla bocca così gli altri tre si coprirono le orecchie.
- EEEEEEEHI! - urlò.
Qualcuno spense la musica e tutti si voltarono con la testa all'insù.
- Stiamo cercando di provare qui - disse Ashton tranquillamente.
Un ragazzo sghignazzò e con lui anche gli altri.
- Anche noi stiamo provando belli - disse il ragazzo, riaccese lo stereo e alzò ancora di più il volume.
I ragazzi intorno a lui risero e si rimisero in posizione per ricominciare la coreografia, Calum rimase a guardarli mentre gli altri si allontanarono dalla finestra e cominciarono a urlare per farsi sentire al di sopra della musica. Il moro sperava di vedere arrivare Charlie saltellando con le sue cuffie più rosse dei suoi capelli, sperava che si accorgesse di lui e gli sorridesse.
"Seee, poi magari salto in groppa al mio unicorno e scappo da questa merda" pensò il ragazzo.
La suoneria del suo cellulare lo distrasse dai pensieri che facevano a botte nella sua testa, passò in mezzo ai ragazzi che come sempre si lamentavano e progettavano di cambiare sala prove.
Calum prese il cellulare aspettandosi di vedere la foto di sua sorella che lo chiamava per sapere se ci sarebbe stato per pranzo, invece vide solo la scritta NUMERO PRIVATO. Schiacciò il tasto verde e rispose.
- Pronto? -
- Calum? -
Per un attimo smise di respirare. Avrebbe riconosciuto quella voce ovunque, era la stessa voce allegra che scherzava anche con lui quando andava a casa di Richard e Marc con i ragazzi.
Ma questa volta la voce non era allegra, era spaventata.
- Charlie? - chiese lui a bassa voce per non farsi sentire dai suoi amici.
- Sì sono io! - disse la ragazza, - Calum mi serve un favore enorme! -
Calum le fece cenno di continuare realizzando poi che lei non lo poteva vedere.
- Ok -
- Mi devi venire a prendere. -
- Dove sei? -
- In commissariato. -
A quella risposta il ragazzo aggrottò la fronte, cosa ci faceva in commissariato? Insomma, era sempre stata un po' agitata, ma non era mai stata arrestata.
- Sì arrivo - disse Calum allontanando il telefono dall'orecchio, ma Charlie continuava a parlare.
- Non dire niente a nessuno, ti prego. -
Lui la sentì ma spense il telefono troppo in fretta. Perché proprio lui?
Si girò verso i suoi amici che avevano cominciato a dare di matto, facendosi coraggio separò Luke e Ashton che stavano litigando più accanitamente del solito, poi sentendo gli sguardi infuriati di tutti su di lui decise di fare una cosa che aveva fatto raramente, se non mai, nella sua vita. Mentire. -
Ragazzi Mali Koa sta male... - disse maledicendosi per l'idea banalissima.
- Cosa le è successo? - chiese Michael che si stava seriamente preoccupando.
- Niente... insomma... niente di che. Ma mia madre non è in casa quindi... - rispose il moro pregando che i suoi amici gli credessero.

Calum si sedette sull'autobus e tirò il cellulare fuori dai pantaloni prima di accorgersi di essere stranamente teso. Chiuse gli occhi e mise a posto i pensieri mentre i suoi muscoli si rilassavano.
Charlie aveva chiamato lui. Tra duecentonovantuno abitanti aveva scelto Calum.
Il ragazzo cominciò a sorridere per poi accorgersi di essere completamente ridicolo.
Stava andando in commissariato, dove lo aspettava la ragazza dei suoi sogni che dopo mesi era stata beccata dalla polizia. E lo aveva chiamato.
Conosceva il suo numero a memoria.
Calum non sapeva se essere felice o preoccupato, era sempre così con Charlie.
Dopotutto era una giornata come le altre.

- Ehy bello, non è che hai qualcosa di più soft? -
Charlie aveva sopportato fin troppo a lungo la musica metal che proveniva dalla stanza di fianco dove una guardia stava probabilmente mangiando ciambelle glassate.
- Sai chi è Chamillionaire? B-Real? Mi va bene anche Lil Wayne ma non questo! - continuò la rossa cercando di sovrastare il volume della musica, ma invano.
Cercando di mantenere la calma si sedette sulla sedia giallo limone che c'era nell'ufficio del commissario che, ovviamente, preferiva cazzeggiare per la città piuttosto che fare il suo lavoro.
Charlie si sistemò l'enorme maglietta di 50 Cent che era appartenuta a Marc fino a qualche settimana prima. Notando una macchia di vernice spray verde sulla mano tentò di cancellarla mentre aspettava Calum.
Aveva chiamato il moro perché era sempre stato un ragazzo a posto ed era forse l'unico di cui si potesse fidare. Aveva da mesi temuto il momento in cui sarebbe stata arrestata, e sempre da mesi aveva cominciato a portare un braccialetto di acciaio con il numero del ragazzo inciso all'interno. Per qualche strano motivo lui le piaceva, ma solo come amico. Era l'unico degli amici di Marc e Richard con cui passava meno tempo ma comunque conosceva meglio degli altri.
Charlie accavallò le gambe mentre la musica dall'altra parte del muro si affievoliva.
Non l'aveva mai detto a Calum, ma se avesse trovato i soldi necessari ad andarsene via da Cadmen, probabilmente lui sarebbe stato la sua prima scelta come compagno di viaggio.
La ragazza sentì i passi pesanti della guardia avvicinarsi e con quelli anche i passi del suo amico.
Li avrebbe riconosciuti ovunque.
- Dai Ty, mio padre non è ancora arrivato, puoi fare uno strappo alla regola... - disse Calum entrando nell'ufficio, ma quando vide Charlie si bloccò.
- Ciao. -
- Ehy - rispose la ragazza, la guardia sembrò non essersi accorta della sua presenza.
- Cal ho già fatto uscire Ashton a causa tua, se continuo a liberare gente a caso tuo padre mi fa la pelle - disse.
- Tuo padre? Di che state parlando? - chiese Charlie scocciata dell'indifferenza dell'uomo.
- Beh suo padre, il commissario - rispose finalmente la guardia mentre Calum si guardava intorno cercando di evitare gli occhi della ragazza.
Quindi tutte le volte in cui Charlie aveva insultato le forze dell'ordine di Cadmen davanti al moro stava implicitamente insultando suo padre? Che stupida.
- Ty è l'ultima volta, te lo giuro! - disse Calum mettendo la mano sul cuore con fare teatrale. Dopo qualche secondo di esitazione la guardia aprì la porta e fece cenno di uscire alla ragazza.

- Grazie mille... ancora - disse Charlie per l'ennesima volta, Calum che era seduto di fianco a lei sul pullman si limitò a sorridere.
- Non sapevo che tuo padre fosse un poliziotto - continuò la ragazza con un accenno di imbarazzo, anche questa volta il moro non rispose.
- Ma ce l'hai la lingua? - chiese lei ridendo.
- Sì, è che non so cosa dirti - rispose Calum incontrando lo sguardo della ragazza.
Non avevano parlato molto, si erano limitati a comprare i biglietti e poi ad aspettare il pullman. Il ragazzo si guardò intorno e scoprì una signora sulla cinquantina a fissarli quasi con disprezzo.
- Perché eri in commissariato? - chiese il moro evitando lo sguardo della donna, Charlie lo ringraziò mentalmente per aver rotto quel silenzio imbarazzante.
- Ero in giro con Chris. -
Chris era uno dei tanti amici della ragazza, ed era anche l'unico che Marc e Richard approvassero. Calum lo aveva incontrato poche volte, era sempre con Charlie il sabato mattina al campo da basket per provare con la loro crew.
- E? - disse lui par farla andare avanti.
- E stavamo facendo un graffito, una cosa innocente... poi ci hanno beccati. -
Passò qualche minuto di silenzio durante il quale la ragazza prese a guardare le case che si facevano sempre più rade sulla strada.
- Grazie ancora - mormorò, e Calum sorrise.
Scesero alla fermata successiva per raggiungere a piedi la casa di Charlie. Quando finalmente la raggiunsero lei tirò un mazzo di chiavi fuori dalla tasca della felpa e aprì la porta, ritrovandosi davanti Chris e un Marc più infuriato del solito.

 
   
 
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