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Autore: Charly_Baby    31/05/2015    3 recensioni
Louis è speciale. E' morto ma... cammina. Può sembrare un mezzo morto o uno zombie ma lui si definisce solo diverso. Essendo morto non ha propriamente un vero corpo - solo ossa e qualche carne rimasta attaccata in alcuni punti. Abita nel cimitero di Holmes Chapel e gli unici amici che possiede sono i resti degli animali che buttano da sopra il recinto. Louis ha un potere, che solo dopo riesce a comprenderne il significato.
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Harry è un ragazzo normale che di amici però non ne ha nemmeno uno. Aveva avuto Niall come suo angelo custode, poi lo divenne realmente. Niall morì, e fu da lì che iniziarono i problemi. A scuola viene bullizzato per le sue gambe lunghe e per la magrezza della sua pancia. Per i suoi diciassette anni scarsi, però, è brutto essere vittima dell'anoressia. Ci prova ad essere diverso, ma certe volte non siamo noi stessi a dover cambiare.
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Louis non prova emozioni, non ha il cuore, eppure appena incontra Harry è come se rincominciasse a battere per la prima volta dopo anni.
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//Larry!Mini-long\\
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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III.



Louis cercò in tutti i modi di non andare a vedere da dove proveniva quella voce. Si era girato dall'altra parte milioni di volte, convincendosi che non c'era nessuno, che era uno scherzo, che nessuno avrebbe voluto essere suo amico. Ma non ce la fece; si girò e con cautela cercò di intercettare qualche rumore per poter andare a vedere. Sentì lo scricchiolio di alcuni passi alla sua destra e, prendendo un respiro profondo - per così dire, lui non aveva bisogno di ossigeno per vivere - si fece coraggio. Passeggiò con attenzione fino alla voce roca che adesso sembrava stesse parlando da sola. Magari c'era qualcuno? Gli avevano reso una trappola così da portarlo al rogo? Louis si fermò e strinse i pugni. Era sicuramente per quello. Chiuse gli occhi - l'occhio - e cercò di non pensarci. Aveva sperato così tanto che non fossero venuti a tendergli una trappola, ma i ragazzi di Holmes Chapel sono sempre stati, e sempre rimarranno, degli stupidi bulli che amano far del male alla gente. Si chiese cosa avrebbe dovuto fare in quel momento. La sua curiosità era troppa e strabordava da ogni poro - anche se lui i pori non ce ne aveva poi cosí tanti - e avrebbe voluto correre e vedere chi era il ragazzo con la voce roca. Ma se fosse stata solamente una trappola? Se i ragazzi di Holmes Chapel avessero messo questa messa in scena soltanto per prenderlo in giro o per giocare con le sue ossa o per metterlo sul rogo? Lui cosa avrebbe fatto? Louis si disse che se ci fosse andato, sicuramente l'avrebbero fatto a pezzettini e l'avrebbero reso piú morto di quello che già è. Quindi, perchè rischiare? Louis, col cuore rotto - per così dire -, si diresse nuovamente alla tomba di Zibet per tornare a giocare con i suoi amici animali, e magari a restare sveglio per un po' - Louis non aveva bisogno di dormire. 

«Mi manchi troppo, Nì.» Louis sentì quelle parole prima di girare l'angolo della tomba di un certo Albert. Era debole, ma le sentì comunque.

E se non fosse una trappola? Se volesse veramente un nuovo amico? Se questa era l'unica possibilità per diventare qualcuno?

Louis, prima di pentirsene un secondo dopo, cominciò a correre verso quella voce. Aveva realmente bisogno di un amico, di raccontargli cosa faceva con i suoi animali, di ascoltare ciò che aveva da dire il suo nuovo amico. Magari sarebbero pure andati a fare un bagno insieme nel laghetto lì vicino. Quando Louis sentì la voce farsi sempre più chiara, smise di correre e cercò di fare il meno rumore possibile. Si nascose dietro un albero proprio davanti alla figura di un ragazzo riccio. Louis si sporse appena e pensò che per fortuna il cappuccio nero della sua tunica lo nascondeva appena. Si sporse quel poco che permetteva al suo occhio azzurro di spuntare, e lo vide. Bellissimo. Pelle lattea - proprio quella che lui aveva sempre amato - capelli ricci che sembravano morbidi al tatto, alto, fin troppo magro. Non vide i suoi occhi, che invece erano puntati verso una tomba. Louis volle schiaffeggiarsi la mano morta contro il cranio; era ovvio che stava parlando da solo! Era pur sempre un cimitero! 

«Le cose sono cambiate molto da quando non ci sei più, Nì. Q-quei bulli... io...» Solo ora Louis vide le lacrime sul volto del giovane uomo. Un istinto mai provato di corrergli incontro e asciugargli quelle lacrime, lo prese alla sprovvista. Ma non si mosse, quel ragazzo sarebbe scappato via urlando se solo l'avesse visto. «Scusami, Niall.» Il ragazzo riccio si mise le mani davanti al viso e se lo coprì. 

Louis decise che era fin troppo - dopotutto non erano affari suoi - e cercò di indietreggiare debolmente, finendo per schiacciare una radice dell'albero. Si immobilizzò, chiudendo l'occhio che ancora sporgeva dalla corteccia e sperò con tutto se stesso di non aver fatto troppo rumore. Sentì i singhiozzi fermarsi e se avesse avuto un cuore quello sarebbe accelerato fino a diventare un tamburo. Poi aprí l'occhio e tutto ciò che vide fu smeraldo. Louis se avesse avuto un cuore, questo avrebbe fatto una capriola per poi cominciare a battere cosí forte da essere sentito anche da zio Werther - l'amico piú stretto che aveva - dalla sua tomba sotterranea. Neanche il cielo era bello quanto quel ragazzo e a Louis il cielo piaceva parecchio. Per pochi minuti Louis si dimenticò chi era realmente e volle solamente andare a baciare quelle rosse labbra. Louis si dimenticò del suo cuore inesistente tra le sue costole, ma era come se lo avesse sentito battere, invece, nelle sue orecchie. Proprio lí, che pompava. Bum, bum, bum. A Louis sembrò vivere per la prima volta dopo tempo. Ma poi Smeraldo - cosí Louis volle chiamarlo - indietreggiò. E solo allora Louis si ricordò di essere morto, di non aver un cuore, di non aver sentimenti e di essere un mostro. Solo quando lesse il terrore negli occhi di Smeraldo capì che nessuno poteva essere suo amico. 

 «Va via.» Louis voleva che la voce gli sembrasse dura così da poter cacciare Smeraldo e non farlo tornare mai più, ma la voce che gli uscì dalle labbra fu tremolante e piena di incertezza. 

Louis non voleva veramente che Smeraldo se ne andasse, voleva che gli raccontasse la sua storia, che lo abbracciasse, che lo accudisse come nessuno aveva mai fatto. Smeraldo aprì la bocca, forse per protestare o forse per urlare di paura, ma tutto ciò che uscì da quelle labbra fu un sospiro strozzato. 

Nessuno si mosse o pronunciò parola, erano rimasti nel silenzio del cimitero di Holmes Chapel, al buio, entrambi impauriti della mossa dell'altro. Louis, con sua sorpresa, aveva paura che quell'altro se ne andasse, che lo lasciasse solo per l'eternità come avevano fatto tutti. Aveva paura di rimanere ancora solo. Harry, d'altra parte, aveva paura dell'essere che si era mostrato davanti a lui. In un primo momento ne era rimasto affascinato - con i suoi occhi azzurri che brillavano alla luce lunare, con parte dei capelli marroncini che svolazzavano per il vento e un cappuccio nero a coprirgli i capo. Harry aveva pensato fosse un bambino qualunque che era venuto a trovare un suo familiare, ma poi notò la mano che era appoggiata sul tronco. Era... era morta. Non c'era la pelle, era scheletro. Ci volle un po' per capire se quello era tutto uno scherzo o se stesse sognando. Harry capì pochi secondi dopo e indietreggiò. Era lui. Era davanti a lui. 

 «N-no... io-» Harry si riprese dai pensieri solo dopo aver sentito il lupo solitario che ululava alla luna, come ogni santa volta, dalla valle. Harry aveva paura, ma non era certo di volersene andare. C'era qualcosa che lo teneva fisso in quel punto.  «Non farmi del male.» Balbettò. 

A Louis gli si ruppe qualcosa - probabilmente si era rotto qualcosa moralmente che fisicamente - e volle morire per una seconda volta solo per non sentire quelle parole. Smeraldo aveva paura di lui, come tutti gli altri. Lui era come tutti gli altri, solo che non aveva il coraggio per protestare. Louis decise ne di dire niente ne di muoversi. L'osservò per minuti che gli sembrarono anni, ma non importava. 

 «Ti prego, va via.» A Louis gli si incrinò la voce e la voglia di piangere era talmente tanta da non ricordarsi che lui i condotti lacrimali non li aveva. Singhiozzò, perchè quello poteva farlo, e indietreggiò. Perchè non poteva essere diverso? Perchè proprio a lui era capitato quel destino? Si osservò la mano sinistra mentre indietreggiava e la vide; senza pelle, senza niente che lo caratterizzasse come umano. Smeraldo aveva ragione ad essere spaventato. Singhiozzò ancora e lanciò un ultimo sguardo al ragazzo riccio ancora immobile davanti a lui, poi corse. Corse verso la tomba di Zibet e vi si rintanò dentro, incominciando a singhiozzare. 

 «Sono un mostro.»




 
Domenica!
Sono un po' in ritardo, quindi scusatemi.


In verità non ho molto da dire, oltre al fatto che mi sono rotta il braccio quindi non riesco neppure a scrivere. Scusatemi se trovate degli errore e compatitemi :(

Vorrei ringraziare col cuore le ragazze e i ragazzi che stanno seguendo questa storia.
State aumentando sempre di più. Vi amo.

E soprattutto vorrei ringraziare Giluna che ha lasciato un commento bellissimo e ringrazio anche 
Ninicatcake e Nakajima Yui per aver lasciao altrettanti commenti stupendi. Non smetterò mai di ringraziarvi, davvero.

A domenica prossima!

Un bacione
Charly Baby
  
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