I Love You...even Now.
Author: Eriet (Kagome 95 )
Chapter 21: La malattia dei Mezzo-sangue
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L’autunno era alla porte e con esso un nuovo capitolo della mia esistenza.
Tutto ad un tratto mi ritrovai ad essere padre di un piccolo mezzo-demone che mi assomigliava in modo sconcertante. Quando mi ritrovai al cospetto di sua madre non nego che il mio essere ebbe un sussulto. Sicuramente il piccolo aveva intuito l'astio fra me e la sua mamma. Come darle torto infondo? Io ero il demone tentatore a cui si era concessa. Fu tutta colpa della mia follia, del suo corpo che mi fece annebbiare la vista, del suo odore maledettamente dolce e l'odio che provavo per mio fratello a spingermi così oltre. Già, quell'inetto mezzo-sangue, che dopo tutto amava ancora. Per un istante quando cadde quel silenzio tra di noi, nella radura, capii che la cosa migliore fosse sparire esattamente come quella umana desiderava. Nel momento in cui quella piccola manina prese la mia tutto si bloccò. Non fu come quella notte in cui, trovandola dormiente fra le mie braccia, mi avvicinai accarezzando il viso di quella donna e sentii il nome di mio fratello soffiar via dalle sue labbra femminili. Tutto era diverso, non importava cosa potesse essere successo, adesso vi era una piccola creatura che avrebbe solo sofferto a causa nostra. Non avrei mai potuto far patire del dolore a mio figlio e tanto meno dargli colpe che non aveva. Così assecondai il gioco di quella donna, per un istante mentre il mio cucciolo prese le mani mie e di sua madre, provai una strana sensazione. Fu come se, per un attimo, mi sentissi parte di qualcosa che fosse più grande di me. Vedere quella piccola copia di me essere così felice mi fece dimenticare tutto il resto. Ovviamente ad Inuyasha la cosa non piacque ma poco mi importava. Quando Yoshi mancò di rispetto a sua madre non ci vedetti più. Anche se sua madre non provava nulla per me ero io ad avere la colpa di tutto ciò. Non meritava di certo d'essere tratta come un oggetto. Per mio figlio aveva sicuramente fatto tanti sacrifici: aveva sopportato il peso di quegli occhi colmi di disapprovazione della propria gente e dubito fortemente che la sua famiglia fu contenta di ritrovarla gravida di un altro uomo. Non era questo il futuro che la donna desiderava per se stessa, forse voleva solo avere una semplice vita insieme a mio fratello. Per questo motivo, una volta che il cucciolo si addormento e sua madre lo mise a letto, me ne andai. Inuyasha mi stava osservando in silenzio eppure i suoi timori erano infondati. Io avevo preso l'innocenza della sua donna per darmi un discendente ma la sua anima perfetta era legata alla sua per l'eternità. Dopo quel giorno non avevo idea di cosa mi riservasse il futuro ma non desideravo che mio figlio soffrisse a causa mia più di quanto non lo facesse già. Quel piccolino meritava solo il meglio, per questo motivo avrei impedito che scoprisse la verità, anche a costo di dire che suo padre fosse lo stesso Inuyasha.
‘ Yoshiro…’ soffiai mentalmente. Per un momento mi chiesi cosa stesse facendo il mio cucciolo sotto quel cielo nuvoloso.
“ Jacken!!” udii un urlo familiare poco lontano dalla dimora in cui stavo alloggiando.
“ per l’amor del cielo!!" gemette correndo verso la casa " Padrone!” il rospo andò verso di me con le lacrime agli occhi. Alzandomi mi diressi verso il bambino e nel modo di fare penso che calpestai il mio servitore. Poco m'importava a dire il vero. Non potevo credere che il piccolo si fosse allontanato tanto da casa tutto da solo. Non vi era alcuna traccia di Rin.
“ signore…” disse preoccupato poco prima che lo presi per i fianchi e lo alzai. Forse mi aveva seguito o forse era semplicemente successo qualcosa eppure Yoshiro era lì con me.
“ cosa fai qui?” chiesi una spiegazione. Tremando il cucciolo chiuse gli occhi come se avesse paura di una mia qualche reazione violenta su di lui. Non capii cosa avesse e molto indispettito lo presi in braccio aspettando che capisse che non avrei mai fatto del male.
“i-io..” balbettò abbassando il capo. D’un tratto mi abbracciò e si nascose nel mio petto. Un brivido mi percosse la schiena sentendo l’odore di quell’ obbrobrio di mio fratello sul suo corpo. I suoi occhietti senza luce mi fecero capire d'un lampo che i miei sospetti fossero fondati.
“ Padrone, ma che ha?” il rospo osservò il bimbo fermò in quella posizione.
“ Jacken, abbiamo un ospite” gli rammentai a quello scansa fatiche che era ancora per terra.
“ si signore!” scattò sull’attenti entrando nel panico. “ vado subito!” mi fece strada dentro casa. Accarezzai le piccola testolina argentata di mio figlio una volta che mi sedetti. Fortunatamente non avevo indosso la mia armatura. Tra i suoi singhiozzi, iniziai a sentirmi così male. Non potevo far altro che aspettare che si calmasse così da raccontarmi cosa fosse successo.
“Yoshiro..” d'istinto dissi il suo nome, finalmente riuscii a vedere il suo musetto tutto rosse e umido. Cos’era successo per portarlo fin qui? Non potendo sopportare oltre quella situazione presi la mia pelliccia e gliela avvicinai. Immediatamente la Moko-Moko si strinse a mio figlio che sembrò per un attimo essersi calmato.
“ moko” la chiamò accarezzandola mentre l’appendice si strisciò contro il suo faccino ancora bagnato dalle sue piccole lacrime. Forse erano stati quegli umani a farlo soffrire per via della sua natura demoniaca ed era fuggito via. Sapevo quanto fosse tortuosa la vita di un mezzo-sangue. Sei né l’uno né l’altro. Essi sono orribili scherzi della natura scomodi al mondo eppure la colpa non era minimamente sua ma mia. Forse vedendomi al villaggio avevo attirato le ire di quegli sporchi animali che si vantando di avere un anima. Chiunque lo avesse ridotto in quel modo sarebbe morto sotto le mie mani. Eppure qualcosa mi diceva che Inuyasha centrasse più di quanto apparisse in realtà.
“ mamma…” sussurrò stringendo la pelliccia.