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Autore: Boh123    01/06/2015    0 recensioni
" Nymeca invece era libera.Onde impetuose lambivano le sue rupi.
Reti salde avvolgevano il suo corpo,città di marinai veniva definita.
Ma più che sciocchi e ingenui marinai,forte e intenso era il sapore della corruzione.
Sì,quello che si vociferava non erano più solo sciocchi pettegolezzi sgusciati
fuori da qualche boccaccia giù al porto, sussurrati tra le lenzuola di
una casa di piacere o tra uno struscìo di panni sporchi e l'altro.
Non mentivano questa volta i mercanti giù nelle piazze. Era la verità.
E Myrseella lo sapeva bene.
Conosceva l'animo volubile,bramoso e ineluttabilmente fedifrago dei pirati.
E già da un po' di tempo si vociferava di un loro ritorno all'isola.
Che avessero ampliato i loro giri di lì a pochi anni,questo ormai
era noto al commendatore stesso,ma che questi fossero -per così dire- in espansione
non si era ancora certi."
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo III

Finalmente li avevano trovati,o meglio si erano fatti trovare. 
Era tutto il giorno che gli davano la caccia e la soddisfazione di averli colti come pesciolini all'amo era incredibile per entrambi.
Figuriamoci poterli portare davanti al capitano Hwang in persona e ricevere una qualche ricompensa,magari persino un invito privato nelle sue stanze.
O magari un giorno prenderne possesso,diventandone il nuovo capitano.
Aspirazioni non di certo modeste che annebbiavano la mente dei due bricconi.
Il primo Maximus,quello leggermente più basso(leggermente era il termine che preferiva,questo però non significava che rispecchiasse in effetti la realtà,che era ben più cruda) già se la rideva,in quel modo da sordido,da spaccone.

<< Ah-Ah-Ah chi abbiamo qui,i due fuggitivi eh? VISTO VISTO,SAPEVO CHE VI AVREMMO TROVATI! Ah....hai visto Minus? EHI EHI MINUS DA QUESTA PARTE!>>

Era come suo solito era pieno d'arroganza,quei pochi metri che s'era guadagnato in altezza erano compensati dall'alterigia con la quale si rivolgeva persino ai suoi superiori e,a sua detta, da quello che possedeva sotto la cintura ma quello solo le signore potranno ,ahimè confermarcelo. 
L'altro invece,Minus,che per detta di cose era così alto e smilzo da assomigliare ad uno stecchino,se ne stava con quell'espressione stralunata sul viso continuando a non capire perché diamine stessero camminando da ore.
Al richiamo del compare,però, si voltò anche se abbastanza seccato.
Poi,come giustificato dal ridacchiare di Maximus, iniziò anche lui,straparlando come suo solito.

<< Meno male che li abbiamo trovati eh! AH-AH-AH Il capo ci avrebbe fatto a fettine perché sappiamo quanto siano troppo importanti per lu--->>

Fu bloccato da una gomitata del minore che gli procurò non poco fastidio all'addome,iniziò quindi a lamentarsi,non riuscendo
 a decifrare i segnali 'non detti' che stava chiaramente cercando di mandare Maximus,con quelle occhiatacce e segnalazioni varie.

<< Insomma che ti prende Maximus eh? Te lo ha detto anche a te Hwang il capitano,sì signore! 
"Trovate quei due, inutili pezzi d'ossa! E forse per stasera eviterò di conficcarvi una pallottola in quel mezzo cervello che condividete per miracolo! " >>

Maximus che non voleva farsi sminuire davanti ai due pirati iniziò a dargli colpi più forti e a sussurrare maldicenze all'amico,che molto carinamente ricambiava non capendo un'accidente della situazione.
In ogni caso Minus sapeva distintamente fare la differenza,se non per l'espressione,era abbastanza belloccio e tanto per far infuriare ancor di più Maximus,
aveva un discreto successo con le signorine che di solito lo prendevano per un nobile di chissà quale regno.
Mentre il battibecco continuava,Rubeus che non li stava minimamente ascoltando, iniziò a concentrarsi sul battito del mare.
Così infatti chiamava quel lento scrosciare delle onde che, serene o in tempesta,battevano sulla stiva.In quel posto amava rintanarsi,sopratutto da ragazzino e proprio lì tenendo l'orecchio preferiva ascoltare quel pulsare,quella ninna nanna infinita che riusciva a fargli prendere sonno.
Proprio come un fanciullo nascosto nei seni della madre,così Rub ascoltava quel battito come fosse l'unico suono materno che avesse mai conosciuto. 
Ma torniamo al presente,ora era appoggiato alla parete rocciosa e sembrava riflettere su qualcosa di molto serio,tra le mani teneva quel foglietto stropicciato con sopra poche indicazioni scarabocchiate: Nymeca,come raggiungerla.
Prima di tutto dovevano fare una sosta ,o non ci sarebbe stato oro a sufficienza per poter arrivare fin lì.
E Rubes sapeva esattamente come far sì che la fortuna girasse dalla sua parte,così senza ulteriori giri di parole proseguì verso la nave,subito seguito da Garrett e dai due bricconi,che tutto pensavano tranne di essere stati messi nel sacco da chi credevano di aver acciuffato.

Hwang se ne stava comodamente seduto,dietro la sua scrivania di ciliegio finemente intagliata, a scrutare un'enorme mappa che copriva quasi tutto il tavolo fino a fuoriuscire dai bordi.Era vestito di tutto punto,giacca in rigorosa pelle,camicia di un rosso scarlatto,scarpe lucide e lama sul fianco sinistro della più pregiata qualità. Nella destra spuntava appena fuori dalla cinta,che aveva attorno alla vita, una pistola,fermamente ancorata al suo fianco destro.
Lunghi capelli castani scendevano sulla spalle temprati spesso dalle più dure condizioni.
La sua espressione era assorta,come se pur riflettendo sulla rotta da percorrere fosse scosso da pensieri divergenti,che continuamente lo portavano a distrarsi. Sapeva che Rubeus sarebbe tornato esattamente quando ne avebbe avuto l'intenzione ed era proprio il fatto di non riuscire a controllarlo che lo mandava in bestia.
Con una sola mano scaraventò a terra tutto quello che era intorno al suo raggio d'azione: una bottiglia con un qualche liquido,cenere,carte,libri,strumenti di navigazione vari.Lui,il più distino dei capitani,conosciuto per la sua inossidabile ferocia per il suo continuo desiderio di carne umana da torturare,costretto a scendere a patti? Costretto ad....aspettare? Insomma cosa si sarebbe vociferato se si fosse venuto a conoscenza del fatto che non riusciva nemmeno a tenere sottocontrollo un inutile sottoposto come Rubeus?
Quanto gli irritava vederlo?La sua sola vista gli procurava una fitta al ventre che avrebbe volentieri messo a tacere conficcandogli una pallottola tra la scapola destra e quella sinistra. Dato che di solito, nemmeno lo guardava in faccia quando parlava.Ma non poteva.
Sapeva che Rubeus era diventato la percentuale predominante in quanto ad entrate e solo grazie al suo"fiuto" riuscivano sempre a scamparla o ancora meglio a riempirsi le tasche.
Tutt'a un tratto la porta del suo ufficio si spalancò e da quella comparvero due occhi a mandorla ben distinti,subito seguiti dal "biondino con la treccina" come lo chiamava lui e dai due idioti,che nel frattempo stavano già iniziando a borbottare cose insensate.

<< VOI DUE! Uscite immediatamente,con voi me la vedrò dopo!>>

Ringhiò il capitano,alzandosi e avvicinandosi poi a Rubeus con fare molto autoritario.
Doveva proprio metterlo in riga,non poteva comparire a sorpresa in quel modo.
Ma prima che potesse dire alcunché venne interrotto proprio da lui.

<< Capitano,dobbiamo andare a Mhita. C'è un grosso tesoro,potremmo fare un buon colpo. Se leviamo le vele ora abbiamo circa...>>

Mentre parlava,adorava controllare il piccolo orologio che aveva in tasca.
Non era molto grande nè particolarmente prezioso,ma vi era molto legato,lo teneva stretto a sé la maggior parte delle volte.
Era uno di quei tesori che si era portato dietro dal maledetto posto da cui veniva che tutti,compreso il capitano,ignoravano. 
Nemmeno Rubeus ricordava esattamente come fosse finito a fare il pirata sapeva solo che ,a volte, quell'orologio gli faceva tornare in menti ricordi di un passato diverso che doveva aver sicuramente vissuto.
Nel frattempo Hwang era furioso.

<< NON ME NE FREGA UN ACCIDENTI E' CHIARO? Ti rendi conto che non puoi scomparire così? 
Vuoi che ti faccia assaggiare la fredda lama della mia piccolin-.ANZI. Anzi anzi,conosco quello sguardo spavaldo.
Credi che non ti farò nulla perché mi servi. Non è così? Posso pure non toccare te, ma questo....Ah,questo qui fa proprio al caso mio!>>

Afferò per la camicia Garrett,che per tutto quel tempo se n'era rimasto buono buono in un angolo ad intagliare un pezzo di legno con il coltellino.
Gli aggeggi gli caddero di mano e finì scaraventato per terra,il capitano allora prese la spada e gliela puntò alla gola.
Rubeus,per nulla impressionato da tutta quella pantomima,voltò lentamente lo sguardo e con voce calma e profonda si rivolse al capitano.

<< Avete intenzione di uccidere un uomo disarmato,signore? Chissà cosa si dirà in giro di voi.>>

Hwang,con occhi colmi d'ira voltò il viso verso di lui,tanto che i capelli gli finirono su buona parte del viso.
Non era un uomo particolarmente mansueto e bastava poco perché partisse come un colpo di pistola. Fulmineo.
Nel frattempo Garrett era abbastanza terrorizzato,però grazie agli insegnamenti di Rubeus aveva imparato a non farsi prendere dal panico e a cercare metodi alternativi,per sopravvivere. E proprio in quel momento adocchiò il coltellino che era lì nell'angolo,sguardo condiviso dallo stesso Rubeus che per un millesimo di secondo sembrò fargli capire che era proprio quello che voleva facesse.

<< E allora? P I R A TA dice il mio sangue,non sono di certo un cavaliere.>>

Il sorriso killer di Rubeus si fece spazio sul suo viso,ora voltava tutto il corpo nella sua direzione e lo guardava dritto dritto negli occhi.
Incatenandolo in quel gioco mortale di parole.Era sempre stato bravo in questo tipo di cose,faceva innervosire proprio tutti.

<< Capitan Hwang uccide un suo sottoposto perché....se la faceva sotto ad affrontare l'unico responsabile della questione. >>    

Allora Hwang si voltò,completamente fuori di sé, puntando l'arma contro Rubeus,che prontamente aveva tirato fuori la sua e iniziarono a duellare.
Quello stridere di lame,veloci come saette si poteva percepire anche fuori e per un momento,l'ammutinamento dell'intero equipaggio fu vicino.
Dopotutto se il capitano non riusciva a tenere a bada due pirati,non era considerato un vero capitano.
Ma proprio mentre Rubeus sferrava un colpo alla spalla,accadde qualcosa. Il suono dei cannonì fu udito a chiare note,da tutti.
I due riposero le armi,mentre Garrett riprendeva il suo coltellino. Poi ci fu il caos.
Una serie di ordini urlati,uomini che correvano da una parte e da un'altra,ci si preparava al contraccolpo.
Nessuno aveva ancora notato il fatto che le cannonate non erano dirette verso di loro,anzi sembrava quasi che volessero semplicemente attirare la loro attenzione.Hwang si rese conto della stranezza iniziando a pensare cosa diamine ci fosse sotto,quando una bandiera sventolata dalla flotta nemica lo insospettì sempre di più.Un uomo della ciurma urlò.

<< VOGLIONO PARLARE CON IL CAPITANOOOOOOOOOOOOO!>>

Hwang,impettito e pieno della sua magniloquente presenza diede un'occhiata dal cannocchiale per verificare di persona.
Di solito le flotte del governatore non interrompevano mai un attacco,la cosa risultò alquanto strana.
Seguì quindi un momento di silenzio ed allestimento,pronto ad accogliere il comandante della nave nemica.
L'uomo era seguito da due marinai ,sembrava molto giovane per essere un comandante,sicuramente lo era più di Hwang.
Indossava la divisa azzurro chiaro ed aveva addosso diverse mediaglie,oltre che il cappello che gli spuntava dalla testa. La sua andatura era molto lenta,tanto che i pirati stavano già iniziando a burlarsene,ma lui li incenerì con uno sguardo glaciale e proseguì verso la camera del capitano.

<>

Parlava in maniera molto tranquilla,forse con eccessiva articolazione quasi da sembrare robotico.
Hwang infatti si stava chiedendo se quell'uomo in vita sua avesse mai fatto qualcosa di spontaneo. Il pirata quindi si sporse qualche secondo per osservarlo meglio,abiti lindi,capelli color dell'oro ordinatamente pettinati sotto il capello. 

<< Non ho l'onore di conoscere il vostro nome,sebbene mi siano ben note le vostre cannonate,sir...?>>

Hwang parlava con una certa ironia nella voce,sembrava quasi schernire i presenti con quel suo tono mansueto e con quei paroloni a cui i pirati poco erano abituati.
Nonostante ciò Hwang li conosceva bene e sapeva utilizzarli appropiatamente,quando voleva.

< Vede,la marina del commendatore stesso è alla ricerca di qualcuno,vi sembrerà una questione di poca nota,ma pare che in un'isola della provincia sia ricercate due criminali.>>
<< Ricercate?>>

Ripetè Hwang,sollevando un sopracciglio ed appoggiandosi con la schiena sulla scrivania. Due ragazzine? Il bell'imbusto lì era venuto a prenderlo in giro? Prese del rum e ne versò abbondantemente in due bicchierini,poi bevve tutto d'un sorso ma venne bloccato da una fraudolente risata,nel sentire le sue parole successive. 

<< Esattamente,si tratta di due donzelle.>>
<< Capitan Darrighton mi state dicendo che una parte della flotta del commendatore è alla ricerca di due ragazzine che hanno deciso di fare i dispetti? Questo cosa c'entra con noi poi?>>

Versò altro rum e porse un bicchierino all'altro,ancora scosso dalla risata precedente. La cosa sembrava oltre che assurda,quantomento pazzesca.
Ma la situazione non sembrava minimamente toccare il biondino lì di fronte,che continuava a parlare come se stesse recitando un registro scritto.
Ignorando con uno sguardo sdegnato il bicchierino,il cui contenuto  finiì seguito da altri due,nello stomaco del pirata.

<< Vi proponiamo un patto,dato che una delle due sembra aver contatti con i pirati della zona,se le troverete o incrocerete in queste acqua,dovete consegnarcele immediatamente. In cambio riceverete molto oro,credo che sia un'affare equo,non vi pare?>>
<< Non mi avete ancora spiegato come mai vi date tanta pena per due ragazzine qualunque.>>
<< Sembra effettivamente che esse posseggano un qualche dono che impedisca loro di...trovar sfortuna,essere prese o qualcosa del genere.
Il commendatore stesso sostiene che qualcuna di loro possa avere il potere di...piegare gli eventi.>>

Per un momento calò il silenzio,Hwang non poteva udire alle sue orecchie e non voleva di certo farlo così,senza aver indagato almeno un po' più a fondo.
Di certo era una cosa sospetta ma magari si trattava solo del capriccio di qualche nobile giovincella che aveva avuto fortuna...

<< Da quando la marina del re,crede alle storie di pirati?>>
<>
<< Ho bisogno di sapere dove sono scappate e dove sono state avvistate ultimamente.>>
<< Nymeca. E' questo il nome dell'isola. Sembra abbiano viaggiato nelle vicinanze,fino alla grotta di Hortos.
Che pare sia uno dei vostri ritrovi?>>

Hwang tacque qualche minuto. La grotta di Hortos.
Nessuno poteva conoscere quel ritrovo se non un pirata stesso,come avevano potuto delle ragazzine riuscire?
E poi quelle storie? Sembravano vagamente rassomigliare a quelle in cui Rubeus era immischiato.
E se ci fossero state altre persone con le sue stesse capacità? Una semplice ragazzina sarebbe stata molto più semplice da domare che quell'irriverente di Rubeus e...al diavolo la marina! Con quel potere al loro fianco avrebbero conquistato il mondo.
Se usato nel modo giusto,se tenuto nelle sue stesse mani,Hwang pensava di poter diventare invincibile.
Non passò molto tempo prima che il capitano della marina se ne andasse e nel frattempo,tutti si chiedevano cosa si fossero detti quei due e cos'avrebbe deciso di fare il capitano. Iniziarono a girare scommesse,mentre il vociferare si infittiva, quando poi tutti tacquero. Hwang comparve sulla scena e tutti aspettavano che dicesse loro qualcosa.

<< Una....damigella perduta.>>

Il fragore della folla scoppiò in una grande risata di gruppo e improvvisamente l'interesse si perse,il ponte sgombrò lentamente e ognuno tornò alla propria mansione anche se un buon osservatore poteva notare i galeoni che venivano dati o ceduti ai rispettivi perdenti e vincitori.I primi con un sorriso soddisfatti,gli altri evidentemente seccati. Erano già successe cose di quel genere e nessuno se ne stupiva,persino Rubeus non si fece troppe domande,giacchè la sua intenzione era convincere il capitano ad andare dove potessero raccimolare un po' di danaro.
E così fece seguendolo mentre si dirigeva verso la poppa, proprio in quel momento però, Garrett gli piombò addosso,facendogli perdere l'equilibro.

<< Rub Rub ho scoperto come arrivare! Oh---scusa>>
<< Accidenti ragazzo,vedi di star attento e poi cosa vai blaterando? Arrivare dove?>>
<< A Nymeca naturalment--->>

Garrett impietrì,fermandosi subito dopo,con la frase ancora in gola. Davanti a lui,il capitano lo fissava con uno sguardo vagamente interessato.
Si chinò qualche momento e sembrò volergli sferrare un colpo in faccia ,quando in realtà si sporse solo per raccogliere il foglietto stropicciato che prima il giovane aveva dato a Rubeus. Ne osservò le fattezze e lesse il contenuto,per un momento nel suo cervello balenò un'idea.
Che Rubeus e le ragazzine misteriose fossero in qualche modo collegate?
Aveva fatto bene a non dir nulla ai pirati e poi.... a quanto pareva l'obbiettivo di Rubeus era proprio Nymeca.
Per una volta i loro due interessi coincidevano. 

<< Oh e quindi questo era il vostro progetto. Nymeca? E per qualche motivo proprio questo posto? Volete farvi una vacanza nel bordello?>>

Iniziò a fissare i due. Rubeus avrebbe voluto dare un colpo in faccia a quello sconsiderato di Garrett ma,invece di rispondere alla questione cercò di cambiare argomento. Hwang ancora non riusciva ancora capire,ma una cosa era certa: era a conoscenza di informazioni che a Rubeus avebbero interessato e il suo intento era proprio tenergliele nascoste il più possibile.
Infatti tentò di cambiare argomento e rimase vividamente sorpreso della reazione di Hwang.


<< Come ho già detto di Mhita.. Signore lì sono sicuro che c'è l'oro che ci serve per--->>
<< Avete sentito inutili pezzi di marmaglia? FATE ROTTA PER MHITA IMMEDIATAMENTE!>>

Sentenziò Hwang,senza minimante discutere sulla cosa. Indugiò un secondo sui due sorridendo e tirò il foglio tra le mani di Garrett.
Finalmente la fortuna iniziava a girare anche dalla sua parte.
Ora non era cosa facile lasciare Rubeus senza parole,ma certo in quella occasione il capitano c'era riuscito.
Come mai aveva cambiato idea così velocemente? E sopratutto,come mai ora non si sentiva messo in cattiva luce da Rubeus?
Questi erano quesiti che il ragazzo si sarebbe dovuto porre,ma a cui non badò così spinto da quella frenesia di vittoria che l'aspettava e che lui non avrebbe di certo atteso ancora per molto.
Mhita era una cittadina che si trovava su un piccolo promontorio,era difficile da attaccare,perché godeva di un'ottima roccaforte nonché di una vista sul mare invidiabile. La scogliera che costeggiava la riva ospitava grotte e cunicoli frastagliati difficili da attraversare ma immensamente pieni di pietre preziose,la cittadella era infatti considerata un buon investimento su cui spendere, Indi per cui molti signorotti preferivano trascorrere lì non solo il tempo passato a sbrigare faccende lavorative,ma anche viaggi di piacere. Sarebbero arrivati lì verso il tramonto e avrebbero attaccato come meglio sapevano fare....facendo saltare tutto all'aria.
Cannoni che suonavano come corde di violino,ritmati dalla velocità con la quale i marinai ero intenti a farli scoppiare e poi tagliagole,ladruncoli di ogni genere,feccia della
feccia che si riversava in città. Il loro non era un piano preciso era semplicemente il caos.
Sapevano che grazie all'istinto di Rubeus avebbero trionfato e di fatti proprio quel giorno le pattuglie di sicurezza erano poche per non si sa bene quale problema,sicuramente poco importava. Mentre tutti si affannavano verso i luoghi più ricchi d'oro,Rubeus e Garrett si ritrovarono  in una grande casa ottocentesca. C'erano entrati per nascondersi dalle guardie a dire il vero,dato che un po' d'oro con cui riempirsi le tasche gli avrebbe fatto comodo sicuramente.
La casa era maestosa e sembrava appartenere a qualche signorotto del luogo,Rubeus fece segno a Garrett di star zitto.
Dopo qualche passo incerto e silenzioso si divisero. Il ragazzo salì le scale per i piani superiori mentre Rubeus proseguì al piano terra.

<< C-Chi va là? Siete un pirata? >>

Una voce flebile e tremante appostanta nell'angolo fissava Garrett,tra le mani della donna c'era una candelabro probabilmente d'oro massiccio,che teneva davanti a sé come arma anche se sembrava più che l'oggetto tenesse lei in piedi.
La giovane,che tanto giovane non era,doveva avere sulla quarantina in realtà ,era una donna a tutti gli effetti.
Indossava un lungo vestito blu cobalto,merlettato sulla gonna,mentre il corpetto prendeva sfumature più azzurrine e fantasie floreali, i capelli erano acconciati in una pettinatura abbastanza complessa ma sembravano aver subito diverse scosse. Garrett abbassò la spada e si guardò intorno,non sapendo bene che fare.

<< Non uccidetemi! Non uccidetemi,prendete tutto l'oro che volete! Ce n'è un po' in quei cassetti!>>

Garrett fissò la donna,compiaciuto internamente di non dover fare assolutamente nulla,si sporse verso i cassetti tenendo comunque la spada in avanti e controllando la stanza di tanto in tanto. Rovistò tra i primi due cassetti,poi il terzo e infine l'ultimo.
Gioielli,spille,perle: piccoli vizi di una nobildonna,pronti per esere spesi da due "onesti" pirati come loro. Nel frattempo la donna sembrava sconvolta e non la smetteva di blaterare cose.

<< Lo sapevo...LO SAPEVO che non dovevamo accogliere quella pezzente e quel suo bambino! Non hanno fatto altro che portarci disgrazie,solo distrazie! >>

Garrett continuò ad ignorarla passando sotto setaccio l'intera stanza,infilando più cose possibile nelle tasche e nella borsa che portava a tracolla,perché le donne stavano sempre a lamentarsi di qualcosa? Anche quando stavano per morire?
Quando la loro casa era invasa da un gruppo di fetidi tagliagole? Sì avvicinò dove si trovava lei,un po' stanco di stare a sentirla. Lei nel frattempò indietreggiò guardandando Garrett in maniera strana, ma il ragazzo le strappò solo  il candelabro dalle mani e diede un'occhiata superficiale alla superficie dell'oggetto prima di gettarlo nella borsa,indugiò un secondo sulla donna prima di voltare il capo deciso a passare in un'altra camera.

<< Sei giovane,sembri un bel ragazzo...oh non parli molto non è vero? Ah,mi sono sempre piaciuti i biondini.>>

La donna lo fermò un secondo,mentre Garrett la guardava con un'espressione abbastanza seccata,cosa diamine voleva quella signora da lui?
Avrebbe dovuto ucciderla così da togliersela di torno per sempre? La donna allungò la mano verso quella del ragazzo,alzò una parte della gonna e portò la mano di Garrett sulla sua....gamba.

<< Oh sono certa che non veda l'ora di usare quella tua lama,ma sai con me non ti serve. Ti darò tutto ciò che desideri.>>

Nel frattempo Rubeus vagava nella cucina,pessimo posto dove cercare dei tesori,lì vicino c'erano le camere dei servi quindi di sicuro non avrebbe trovato un bel niente ma,sentiva qualcosa. La moneta gli aveva sempre suggerito le strade da prendere,aveva sempre sentito un certo tipo di influenza da parte sua,ma più proseguiva in quella direzione più sentiva che la sua presenza affievolirsi.
Non riusciva a spiegarsi come ma era come se questa cercasse qualcosa a cui....unirsi.
Rubeus si abbassò e diede un calcio al mobiletto in basso,aprì piano quello successivo e subito un ragazzino ne uscì fuori,terrorizzato,pronto a mettersi in salvo. Mentre tentava di fuggire,dalla sua tasca cadde qualcosa,Rubeus afferrò la maglia del bambino con la spada e sorrise.

<< Dove credi di andare giovanotto? Credo proprio che una bella chiacchiera...ta...>>

Improvvisamente Rubeus sentì qualcosa,si chinò per raccogliere la moneta e una volta tra le sue mani si rese subito conto di quello che sarebbe successo di lì a poco. 

<< Chi sei tu? Cosa diamine,cosa succede...>>

Rubeus sentiva quasi come se stesse per vomitare,cadde all'indietro e insieme a lui la moneta e il ragazzino furono liberi di andare via.
Cosa aveva appena visto? Chi era quel ragazzino? Quella moneta era esattamente uguale alla sua eppure lui era certo che solo una donna al mondo ne possedesse una e quella donna si trovava a Nymeca. Doveva muoversi,ma era come stordito dal potere sperimentato poco prima,tanto che a malapena riusciva a sollevarsi e quando ci riuscì fu bloccato da conati di vomito. Quello che aveva visto pochi secondi prima si era verificato,era successo tutto quello che aveva visto,solo che aveva visto altro,altre cose.
Doveva assolutamente andare a controllare di persona.
E così ancora un po' provato fisicamente,barcollò verso le camere dei servi,non la prima nè la seconda stanza...l'ultima a destra del corridoio era quella giusta,l'aveva visto!
E ancora sotto la quindicesima trave del pavimento,dei fogli raccolti con qualcosa scritto sopra,sì tutto era lì tutto era scritto lì. Velocemente li prese,mentre fuori continuava il suono dei cannoni.
Ma doveva trovare Garrett prima che quella casa diventasse terra per pomodori!
Salì ancora le scale velocemente,sapendo esattamente in che guaio si era messo il ragazzo.

<< GARRETT MUOVI IL CULO,DOBBIAMO ANDARE VIA!>>

Garrett in quel momento era molto...deliziato,ma sentendo la voce di Rubeus si tirò su in fretta i pantaloni e si precipitò fuori dalla camera,trascinato dalla spinta dell'amico pochi secondi prima che la casa venisse colpita da un enorme colpo di cannone. I due caddero a terra abbastanza storditi ma vivi. Rubeus sorrise appena e guardò Garrett : 

<< Non si può dire che la tua caccia sia andata male,immagino tu abbia trovato una bomba di affare,eh?>>
<< Rub non puoi nemmeno immaginare quanto sia andato bene....>>

E poi entrambi caddero esausti sul terreno.
Il passato,il presente ed il futuro non erano più chiaro come prima,nessuno sapeva quello che sarebbe accaduto ma una cosa era certa: i fogli che Rubeus aveva tra le mani erano più preziosi di qualunque tesoro avesse mai trovato. 

" Spesso la nonna mi raccontava una storia. Era la sua preferita.
Nonostante io preferissi le storie di pirati,lei era solita raccontarmi cose che in realtà con i pirati non c'entravano un bel niente e parlavano piuttosto di una civiltà antica,vissuta molti anni prima della nostra,ma che tutt'oggi era ammirata ed era considerata spesso oggetto di mistero. 
 Al tempo dell'antico e orgogliosissimo imperatore di Roma...
E così incominciava,raccontandomi come i romani avessero conquistato il mondo allora conosciuto.
In realtà spesso m'immaginavo come certi condottieri fossero riusciti a vincere innumerevoli battaglie con la sola strategia.
Amavo quel tipo di tecniche contorte,spinte solo dall'intelligenza umana ed è forse per questo che vincevo sempre a dama o a scacchi,facendo infuriare quelli più grandi di me. Avevo cinque anni,ma questo non mi avrebbe impedito un giorno di diventare un pirata. 
Tra le varie storie della nonna ce ne era una che attirava l'attenzione più di tutte.
Proprio in quel periodo a Roma arrivavano vari culti da oriente e spesso gli imperatori preferivano consultare gli oracoli,così da prevedere la riuscita o il fallimento dei loro piani.
Fortunae. La sorte romana non aveva solo una facciata positiva,ma anche una negativa.
Poteva essere di buon auspicio così come di pessimo e,come immaginate potesse sentirsi colui che poteva dominarle entrambe? Potrà sembrare niente più che una leggenda ma si raccontava che lo stesso imperatore Nerone aveva alimentato questo mistero andando alla ricerca delle quattro misteriose monete.
Queste monete erano state forgiate migliaia e migliaia di anni fa,dagli  dei che volevano per primi controllare la sorte degli esseri umani.
Gli dei stessi,infatti,non potevano tirare le redini del "gioco" e per quanto fossero potenti,non potevano impedire al destino di compiersi,e quindi, alla sorte di agire. 
Si dice però che in seguito all'uso improprio che gli dei ne volevano fare,a discapito della razza umana, queste si fossero disperse sulla terra e da lì fossero passate nelle mani degli uomini.
Raramente si erano ricongiunte,perché possederle tutte e quattro insieme non portava mai a nulla di buono per l'umanità,era sempre causa di ascese e distruzione.
Riuscire a controllare un potere del genere non doveva essere facile ed è per questo che una volta realizzata la potenza che erano in grando di sprigionare,
vennero affidate a delle sacerdotesse, scelte appositamente per le loro doti virtuose. 
Esse partecipavano ad un rituale che impediva loro di appropiarsene per scopi personali,qual'ora si fosse verificato un atto egoistico la pena sarebbe stata terribile. Ovviamente qualcosa di misterioso in tutto questo c'era,anche perché molte si candidarono per questo ruolo solo per impadronirsi delle monete,ma poche furono le prescelte.Quello che aspettava le sacerdotesse infedeli,era peggiore della morte.
Una vita senza sorte. Vuota. Immutabile. Continua. Spesso molte preferivano suicidarsi,piuttosto che subire un destino dove a lungo andare niente più aveva senso.
Le prescelte invece erano incaricate di preservare le monete ed è per questo che solitamente la loro vita era molto lunga,
fin quando non trovavano un'altra donna a cui affidare il compito che si rivelasse confacente a quelle caratteristiche.
Due monete portavano fortuna sfacciata a chi le possedeva ,potevano far andare bene "le cose" e non solo.
Avevano strane inclinazioni che di solito si sviluppavano a seconda delle qualità del possidente.
Immaginate nelle mani di qualcuno di veramente potente che fine avrebbero mai potuto fare.
Esse prevedevano,aplificavano e auspicavano la buona sorte,però...non avevano il potere di fermare la cattiva. Insomma erano potenti ma non avevano il completo controllo, non potevano quindi dominare completamente la sorte. 
Le due rimanenti invece, era meglio non incontrarle affatto sul proprio cammino,perché altro che guai avrebbero portato!
Anche se una cosa positiva c'era,esse potevano creare maledizioni mortali,controllare quindi la sfortuna nella vita di chiunque,manovrare le azioni malvage(se usata con furbizia),ma il troppo uso di una di queste rivelava il lato più oscuro e fetido di ogni essere umano,portandolo a compiacersi del male che poteva apportare agli altri,al fine di limitare il proprio.
Audentes fortuna iuvat.
Questa era la scritta presente sulle monete,incisa a lettere molto chiare e raffinate.
Si trovava su una delle due facce,la calligrafia sembrava molto molto antica.
Faber est suae quisque fortunae.
L'altra frase invece,presente sulla faccia opposta. Due frasi,due misteri.
"


 
  
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