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Autore: eeneys    01/06/2015    0 recensioni
《Lei non mi può obbligare.》dico io stringendo i denti e iniziando già a non sopportarlo a Mister "devifarequellochedicoio"
《Giovedi alle sei di pomeriggio, puntuale. Ora prego può andare.》 dice alzandosi e aprendomi l'altra porta collegata con la sala principale
《Arrivederci. 》mi dice lui sorridendomi e aspettando una mia mossa
Raccolgo tutto ed esco ma prima di poter replicare ancora una volta quella sua imposizione, lui mi chiude la porta in faccia.
Che stronzo del cazzo
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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È una solita giornata come le altre, ma quando mio padre mi chiama al mio rientro a casa dal lavoro, capisco che non è così.

《Solita emergenza.》dice mio padre con voce ansiosa

《Okay, arrivo.》gli dico io chiudendo la telefonata

La mamma è uscita fuori di testa e sono andati dallo psicologo.

Prendo il giubbotto e le chiavi della macchina, sperando di arrivare il più presto possibile lì.

I miei genitori vivono a New York e io li vado a trovare quando posso per non farli sentire mai soli.

Da quando mia madre ha iniziato ad avere problemi a casa della depressione, il nostro rapporto è cambiato.

Dopo che è morta nonna Adele,sua madre, e anche zia Agnes,sua sorella, mia madre ha iniziato a soffrire di depressione, questo ha portato a un disturbo bipolare.

Da 2 anni, ormai è così.

Capita che ha crisi in cui è così depressa e arrabbiata che rompe oggetti, urla, cerca di picchiare mio padre o inizia a insultare tutti quelli che incontra.
Quando è nella fase in cui è felice grazie agli antidepressivi o a qualche miracolo, riesce ad essere la donna che è sempre stata.

Il dottor Kanell ha detto spesso a mio padre che potrà guarire,anche se non del tutto, ma può ridurre questo disturbo.

Arrivo dopo mezz'ora davanti al palazzo dove si trova il dottore,scaccio via i pensieri e salgo con l'ascensore, appena esco da esso mi ritrovo davanti una porta con una targhetta con scritto "Dr . Kanell " suono il campanello e aspetto.

Dopo qualche minuto la porta si apre con un clic così entro in una grande e accogliente sala blu, con tanti pazienti che evidentemente aspettano il loro turno per poter parlare con lo psicologo.

Non sono mai venuta qui, volutamente.

Ancora non riesco ad accettare che mia madre ha dei problemi che non riesce più a gestire.

Mio padre Warren è sempre stato una roccia e io glie lo dico sempre in queste occasioni, fa forza ad entrambi, ma per avermi chiamato dicendomi urgentemente di andare lì,vuol dire stava per crollare e so che ha bisogno di me.

Mi guardo attorno e vedo mio padre seduto in una sedia con la testa tra le mani vicino ad una porta

Cammino velocemente verso di lui sentendomi il cuore a mille

《Sono qui.》sussurro io

Lui solleva la testa e mi guarda con gli occhi di un uomo stanco ma che non si arrende

《Avevo promesso che sarei stato con lei e continuerò ancora.》 Mi dice sorridendo leggermente.

《È dentro?》Gli chiedo io cercando di non pensare a quelle parole cosi dolci ma tristi

《Sì, dobbiamo entrare, io sono uscito ad aspettare te mentre il dottor Kanell la calmava.》mi dice lui stringendomi la mano

《Entriamo allora.》dico io

Entro per prima e vedo mia madre distesa su un lettino, i suoi capelli biondi sparsi sul cuscino e i suoi occhi verdi uguali ai miei sono spalancati.

Uuna donna gli inserisce qualcosa nel braccio con una siringa. Probabilmente tranquillizzanti.

Non riesco a guardarla, è più forte di me.
Non riesco a vederla in queste condizioni.

Il dottore dandomi ancora le spalle, parlava con lei di qualcosa che non riuscivo a capire

《Guarda Abbie, c'è tua figlia.》dice lui ad alta voce

Mia madre si gira, mi guarda e mi sorride con il suo solito sorriso dolce di quando le danno qualche potente calmante, le sorrido anch'io e mi avvicinai per accarezzarle il viso

《Sono qui mamma.》le dico io

《Abbie come si chiama tua figlia?》le chiede il medico alle mie spalle

《Sì chiama Julia》risponde lei continuando a guardarmi e a sorridermi

《Bene devo parlare un attimo con tua figlia. Scusa se te la rubo.》dice a mia madre e senza voltarsi

Le mie sopracciglia si sollevano in una muta domanda.

《Mi segua.》mi dice lui

Entro in uno studio adiacente a quella piccola sala dove c'è mia madre.

《Sì sieda.》mi dice

Mi siedo e lo guardo per la prima volta sul serio da quando sono entrata.

Alto, biondo e occhi azzurri, può avere sui 30 anni, molto giovane e a quanto pare ha già molto successo come psicologo.

《Allora signorina, credo che lei debba venire qui, sola, giovedì e anche il prossimo giovedì. Per adesso voglio vederla solo due volte.》Mi disse mentre scriveva sul pc probabilmente questo appuntamento, appartamento non richiesto

《Scusi ma non riesco a capire il motivo per cui io dovrei venire qui.》parlo finalmente io stranita

Lui mi guarda negli occhi intensamente con quei suoi occhi azzurri e in quel momento mi sento a disagio come non mai

《Penso che questo problema di sua madre influisca nella sua vita come in quella di suo padre. Suo padre viene qui una volta a settimana da solo, volevo da tempo che venisse anche lei, so che questa di oggi è stata una situazione grave, ma ho colto la palla al balzo per dirle che le voglio parlare e soprattutto voglio che lei mi parli.》mi risponde lui

Ho pensato molte volte di andare da uno psicologo per le mie crisi nervose e per i miei attacchi di ansia, ma non l'ho mai fatto perché non ritengo nulla di tutto ciò così grave, quindi non ho intenzione di iniziare proprio giovedì.

《Non penso di averne bisogno.》 Dico io già nervosa per questa sua sfacciataggine

《Ne ho bisogno io Julia.》mi dice lui《Ho bisogno di conoscere lei e di sapere come vive anche lei queste situazioni e queste crisi di sua madre. Io non le sto chiedendo se vuole venire. Lei deve venire e basta.》dice lui facendo un sorrisetto provocatorio

《Lei non mi può obbligare.》dico io stringendo i denti e iniziando già a non sopportarlo a Mister "devifarequellochedicoio"

《Giovedi alle sei di pomeriggio, puntuale. Ora prego può andare.》 dice alzandosi e aprendomi l'altra porta collegata con la sala principale

《Arrivederci. 》mi dice lui sorridendomi e aspettando una mia mossa

Raccolgo tutto ed esco ma prima di poter replicare ancora una volta quella sua imposizione, lui mi chiude la porta in faccia.

Che stronzo del cazzo







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Ciao a tutti! Vi ringrazio per seguire How long, spero in qualche vostro commento, se volete potete seguirla su Wattpad, dove ci sono capitoli in più. 
Grazie ancora per seguirla! Un Bacio eeneys 
 
   
 
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