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Autore: _Fedra_    04/06/2015    8 recensioni
Giurereste mai che le ragazze che abitano al piano di sopra siano in realtà due spietate cacciatrici di demoni?
Con l'arrivo di Claire e Teresa in uno squallido appartamento alla periferia di Roma, la Città Eterna si trasforma in un teatro gotico in cui nulla è più come sembra e anche il più candido angelo di pietra può trasformarsi in un mostro assetato di sangue.
Riuscirà il giovane Raki a sopravvivere in questa nuova realtà?
DAL CAPITOLO 1:
Un'ombra scura si allungò sulle gradinate della Facoltà di Lettere e Filosofia, salendo lentamente le scale che conducevano all'ingresso.
Claire osservò compiaciuta gli sguardi dei presenti che si spostavano per lasciarla passare.
Sui loro volti poteva leggere le espressioni più diverse: stupore, curiosità, invidia, timore.
Le sembrava di poter fiutare la paura nascosta dietro quelle maschere malcelate, come se in fondo il loro istinto animale gli stesse suggerendo che ciò che temevano di più al mondo si trovava proprio davanti ai loro occhi.
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Claire, Priscilla, Raki, Teresa
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Occhi d'argento'
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Ventuno.
Notizie dal fronte
 
 
*

 

 

 

 

Teresa parcheggiò la Mini di fronte all’ingresso del palazzo, lanciando uno sguardo sconsolato al vecchio portone a vetri.
Per quanto si sforzasse, non si sarebbe mai abituata a considerare quell’ecomostro come casa.
Al solo pensiero dello chalet in Austria, a pochi passi dalla rive di un lago circondato dalle montagne, la Claymore si sentiva stringere il cuore in una morsa.
Niente puzza di macchine, niente rumore, niente ore imbottigliata nel traffico impazzito della capitale.
Solo silenzio e contemplazione.
Magari con un bel libro sulle ginocchia.
 
“Ci vogliamo muovere o preferisci dormire in macchina?”, sbottò improvvisamente per scacciare quei tristi pensieri, volgendo il capo verso Claire.
L’altra non rispose, limitandosi a scivolare fuori dall’auto ed estrarre la spada dal cofano.
Teresa la imitò, mettendo al sicuro la sua nel fodero posto tra le scapole e avviandosi a grandi passi verso l’ingresso del condominio.
“Che serataccia!”, brontolò, infilando a tentoni la chiave nella serratura. “Non vedo l’ora di ficcarmi sotto la doccia e darmi una rinfrescata. Sono talmente stanca, che non ho nemmeno voglia di cucinare!”.
Alle sue spalle, Claire mugugnò un grugnito d’assenso, trascinandosi sulle scale al seguito dell’amica.
Ricordava vagamente il grottesco incrocio tra un fantasma e un automa.
“Ti ci vorrà una tuta nuova”, commentò Teresa, alludendo alle maniche distrutte e ai numerosi tagli lungo le gambe. “Oh, cielo! Ora che ci penso, mi sono scordata di dare da mangiare a Maleficat! Spero solo che quel demonio non ci sbrani vive…”.
 
Le due guerriere erano appena giunte nel loro pianerottolo.
Teresa fece scattare la serratura della porta d’ingresso, spalancandola sull’appartamento buio.
Non ci volle molto per capire che qualcosa non andava, a partire dal fatto che Maleficat non venne loro incontro, ma rimase nascosta sotto la credenza, soffiando minacciosa.
Un brusio sommesso proveniva dallo schermo acceso della televisione, che illuminava il soggiorno di una luce bluastra, fatta eccezione dei contorni scuri di un cappello da uomo a falde larghe.
Nel riconoscerlo, Teresa si morse il labbro inferiore.
Si può sapere che cosa vuole a quest’ora?, pensò inferocita.
Con un gesto deciso, la guerriera accese la luce.
“Lo sai che è maleducazione presentarsi senza invito?”, tuonò a mo’ di benvenuto.
Accoccolato sulla poltrona, l’uomo in nero si voltò verso di loro.
Il suo solito ghigno appariva più spento del solito al disotto delle lenti scure degli occhiali da sole.
Brutto segno.
“Cause di forza maggiore mi spingono a violare anche le più elementari norme della privacy”, rispose, rilassandosi ulteriormente sullo schienale del divano. “Perché non vi accomodate, ragazze?”.
Teresa si liberò della spada con uno sbuffo seccato, lanciandola nel portaombrelli; poi si andò a sedere di fronte al suo capo, premurandosi di coprire il più possibile lo schermo della TV.
Claire la imitò, prendendo a giocherellare distrattamente con i lembi del tappeto.
“Allora? Ho saputo che questa sera avete ucciso un sacco di yoma”, proseguì l’uomo in nero.
“Esattamente. Diciamo che il lavoro non ci è mancato, nelle ultime ore. E adesso, se permetti, saremmo un po’ stanche”, tagliò corto Teresa.
 
“Posso capire perfettamente”, disse l’altro con calma. “E tu, Claire? Non hai nulla da raccontarmi?”.
La Claymore non rispose, continuando a fissare per terra.
L’uomo in nero incrociò le braccia sul petto, le labbra strette in un’espressione indecifrabile.
“Spogliati”, ordinò improvvisamente.
La sua voce calma non ammetteva repliche.
Dal suo canto, Claire non oppose alcuna resistenza.
Si alzò meccanicamente, liberandosi con pochi gesti di ciò che rimaneva della tuta.
Il pallore del suo corpo nudo brillò alla luce delle lampade al neon.
Teresa distorse lo sguardo, disgustata.
Claire non aveva mosso nemmeno un muscolo sul suo volto, ma l’amica sapeva perfettamente quanto odio e vergogna provasse per quell’umiliazione così gratuita.
Nel frattempo, l’uomo in nero aveva preso a girarle attorno, esaminandole la ferita al centro dell’addome e illuminandole gli occhi con una luce portatile.
 
Alla fine dell’ispezione, si risedette con calma sulla poltrona.
Il suo atteggiamento si era fatto improvvisamente più rilassato.
“E così ti sei Risvegliata, mh?”, chiese.
Claire esitò un istante, poi rispose freddamente:
“Sono tornata indietro appena in tempo”.
“Ci è mancato davvero poco, questa volta. Sai a che cosa vai incontro, ogni volta che perdi il controllo del tuo yoki?”.
“Sì. Anche se il Risveglio non è stato completo, qualcosa nel nostro fisico cambia irreversibilmente”.
“Proprio così. Per questo, mi auguro che da questo momento in poi sarai più assennata e non commetterai altre inutili sciocchezze. Hai capito?”.
Claire annuì, fissandosi i piedi nudi sul tappeto polveroso.
“Puoi andare di là”, la congedò l’uomo in nero freddamente. “Ti ho lasciato una tuta nuova sul bordo della vasca. Attenta a non distruggere anche questa o dovrò fare ulteriori tagli sul vostro equipaggiamento”.
La guerriera assentì di nuovo, avviandosi lentamente verso il bagno e chiudendosi la porta alle spalle.
Pochi istanti dopo, il rumore di un rubinetto aperto echeggiò nel silenzio ovattato dell’appartamento.
 
“Immagino che tu voglia fermarti a cena, anche se ti confesso che il nostro frigo è abbastanza vuoto. A meno che tu non voglia sperimentare il cibo per gatti, ovvio”, intervenne Teresa nel tono più formale che avesse in repertorio.
“Non fa niente, ho già mangiato. Anche se avrei gradito qualcuno dei tuoi dolci”, rispose l’uomo in nero levando una mano.
“Eh, non si può mica pretendere tutto: oggi avevo troppo da lavorare per stare a spignattare in cucina!”.
La prossima volta che farò i muffin, spero che ti ci strozzerai, razza di schifoso!
“Abbassiamo i toni, bellezza”, tagliò corto il capo.
“Che c’è, Louvre? Stasera sembri non avere il tuo solito senso dell’umorismo…”.
Nonostante avesse gli occhiali da sole, lo sguardo severo dipinto negli occhi dell’uomo in nero fu fin troppo eloquente.
“Hai idea di quello che avete rischiato?”, disse a bassa voce, quasi un ringhio.
“Alla fine, non è successo niente. Lo yoma è morto, gli umani sono salvi e Claire è tornata indietro”, tagliò corto Teresa.
“Smettila di comportarti come un’adolescente sorpresa a rientare dalla discoteca alle quattro del mattino. Se la tua amica si fosse Risvegliata, le conseguenze all’interno di quel locale avrebbero potuto essere molto gravi. Chi sarebbe riuscito a fermarla, in mezzo a tutte quelle persone? Dubito che tu l’avresti fatto”.
A quella frecciatina, Teresa si morse nuovamente il labbro inferiore.
Sapevano entrambi che, persino nel momento in cui Claire si sarebbe trasformata in un mostro, l’amica non avrebbe mai avuto il coraggio di tagliarle la testa a sangue freddo.
Non lei, non la bambina che aveva giurato di proteggere molti anni prima.
“Ho sbagliato, questo lo ammetto”, disse con una scrollata di spalle. “La prossima volta, vedrò di sorvegliarla più da vicino”.
 
“Non ci sarà una prossima volta. La colpa è stata solo mia”.
In quel preciso istante, Claire era appena rientrata nel soggiorno con indosso la nuova tuta, i capelli di un biondo quasi argenteo ancora bagnati.
Si sedette a gambe incrociate accanto a Teresa, un’espressione omicida dipinta nei suoi occhi d’argento.
Teresa sapeva che, in quel preciso istante, l’amica stava smaltendo quanto accaduto poco prima, aggiungendo altro odio a quello che covava nel profondo del suo cuore ibrido.
Dal suo canto, Louvre sembrava di tutt’altro avviso.
“Brava, piccola mia. Vedo che hai afferrato il concetto”, disse con un sorriso compiaciuto.
In tutta risposta, Teresa non si preoccupò di nascondergli un’occhiata carica d’odio.
Giuro che questa te la farò pagare, insieme a tutto il resto, pensò con rabbia.
 
Ma quello non sembrava il momento per i litigi.
Louvre, infatti, aveva appena spento la televisione con il telecomando, rivolgendosi alle sue guerriere.
“Bene, ora parliamo di affari”, disse congiungendo le mani sotto il mento. “In questi giorni, l’Organizzazione ha svolto ulteriori indagini sull’anomala concentrazione di yoma nella capitale e sono emersi dai dati abbastanza inquietanti”.
“Ovvero?”, sbuffò Teresa.
L’uomo in nero si concesse una pausa teatrale e proseguì:
“Pare che dietro non ci sia semplicemente un Risvegliato come temevamo. Ce ne sono almeno tre”.
“Eeeeeeeh???!!!???”.
Entrambe le Claymore trasalirono a quella notizia.
“Come sarebbe a dire tre Risvegliati? Che cosa ci fanno in un posto di merda come questo?”, esclamò Teresa, visibilmente sconvolta.
“Allora, da dove cominciamo? Clima mite, alta concentrazione di umani, molti dei quali in condizioni precarie o di clandestinità, terra fertile…In ogni caso, un ottimo territorio di caccia per fare gola a un solo Risvegliato”.
“Aspetta, forse non ho ben capito”, Teresa aveva iniziato a non controllare più il suo respiro. “Giorni fa ci hai detto che tutti questi yoma sono stati reclutati da un Risvegliato. Se le cose stanno davvero così, significa che questi tre Risvegliati hanno ognuno il proprio esercito personale?”.
“Come al solito, la tua perspicacia mi evita di sprecare tanto fiato prezioso”, rispose Louvre con calma. “Ebbene sì, le cose stanno proprio così. Pare che i Risvegliati si stiano contendendo questo territorio strategico. Ciò significa che si sta per scatenare una guerra”.
“E ce lo dici così?”.
“Meglio non alimentare troppo panico, non trovi?”.
“Sei davvero incredibile!”.
Teresa si mise le mani nei capelli.
 
“Le vostre colleghe arriveranno entro le prossime ore per aiutarvi a gestire la situazione. Presto, qui a Roma ci sarà un vero e proprio esercito costituito da ogni Claymore in grado di combattere seriamente”, proseguì Louvre con calma.
“Non dovevano essere qui giorni fa? Per caso l’aria dell’Italia le sta facendo adagiare sugli allori?”, commentò Teresa sarcastica.
“Ciò che fanno le altre non è cosa di tua competenza!”, la freddò il capo. “Per ora, vi consiglio di riposarvi…finché potete. Già dalle prossime ore, riceverete ordini più precisi. E stavolta non ammetto errori o colpi di testa, o sarò il primo a ordinare la vostra esecuzione. Sono stato chiaro?”.
“Forse quello che ha bisogno di rilassarsi sei proprio tu, Louvre. Lo stress ti sta dando alla testa”.
L’uomo in nero strinse le labbra, visibilmente irritato dall’atteggiamento strafottente di Teresa.
“Attenta con quella lingua, dolcezza”, disse in tono di minaccia, levandosi in piedi. “Finora sono stato fin troppo indulgente con te, ma non ti aspettare che lo siano anche gli altri membri dell’Organizzazione, una volta qui”.
“E Priscilla? Si sa se tra questi Risvegliati c’è anche lei?”, domandò improvvisamente Claire senza levare lo sguardo, nel momento in cui Louvre stava per infilare la porta.
“Forse sì, forse no”, fu la risposta lapidaria. “Buonanotte”.
 
*
 
Raki salì le scale che portavano al suo appartamento con tutta l’aria di chi non vede l’ora di concedersi un po’ di sano riposo dopo una giornata da incubo.
La vita all’università si stava trasformando in un vero massacro, tra gli esami incombenti e le continue avances di quelle galline delle sue compagne.
Era diventato decisamente intollerante con loro, dalla serata in discoteca.
E, soprattutto, da quando aveva notato quei due posti vuoti in aula, dove un tempo si sedevano Roberta e Gaia.
Ogni volta che ci pensava, il ragazzo si sentiva attanagliare le viscere da una morsa d’acciaio.
Ancora non riusciva ad abituarsi a quell’assenza.
Era come se le due amiche fossero ancora lì, in qualche modo; quasi si aspettava che spuntassero dalla porta dell’aula da un momento all’altro, anche se sapeva benissimo che non sarebbe mai accaduto.
Forse stava diventando pazzo.
Chissà, magari concentrarsi sullo studio lo avrebbe aiutato a dimenticare.
 
Raki infilò le chiavi nella toppa a spalancò la porta.
Il familiare odore di casa sua gli venne incontro, accompagnato però da una fragranza diversa, dolciastra, ferrigna.
Erano già le otto e mezza di sera, ma l’appartamento era avvolto dall’oscurità più totale.
“Mamma? Papà? Sono io!”.
Raki accese la luce.
Restò paralizzato sulla porta, la bocca spalancata in urlo senza fondo.
Ovunque vedeva rosso: sui mobili, sulla carta da parati, sul pavimento.
E sui due corpi irriconoscibili, abbandonati sulla schiena nel bel mezzo del salotto, sommersi da un mare di sangue e di carni strappate.




Taaaaaa-daaaaan, sorpresaaaaa!!!!! :)
Come promesso, questa settimana l'aggiornamento arriva con qualche ora d'anticipo...anche se sono convinta che, dopo aver letto questo capitolo decisamente poco allegro, molti di voi in questo momento stiano progettando di strozzarmi!
Posso dire in mia difesa * coff! coff! * che il prossimo sarà molto tenero e finalmente tra Raki e Claire nascerà un legame destinato a diventare molto importante...

MA VENIAMO A NOI! ;) * altrimenti è inutile che leggiate i prossimi capitoli, se poi finisco per spoilerare tutto come al solito! *
Passo immediatamente ai ringraziamenti, visto che oggi avrò un bel daffare ;)
Per le recensite: il mio amato marito Xephil, la mia sorellona Angelika_Morgenstern, le fantastiche joy, bienchen e SognatriceAocchiAperti e infine i mitici KING KURAMA e AlanKall.
Un grazie speciale anche a tutti i lettori silenziosi, che crescono di giorno in giorno: un abbraccio a tutti voi, ovunque vi troviate!

Colgo l'occasione per farvi un piccolo punto della situazione.
Come vi ho già detto, ho tante idee per la testa, che potrebbero vedere la luce entro l'estate.
La prima è la mia iscrizione su WattPad, su cui vorrei iniziare a pubblicare a breve. Il mio desiderio sarebbe quello di iniziare proprio da "The Phoenix", visto che rappresenta una storia molto importante per me, e in tal caso mi piacerebbe postare il primo capitolo proprio dal 10 giugno, data della sua nascita. Voi che ne pensate? 
Un'altra fiction è in fase di lavorazione, tutta dedicata ai Linkin Park, le mie Muse ispiratrici * è proprio grazie a loro se oggi potete leggere questa storia *
Inoltre, * dulcis in fundo * visto che più di qualcuno me l'ha chiesto, non vi nascondo che sto scrivendo una fanfiction a quattro mani con mio marito Xephil, che prevederà un crossover tra Claymore e...sorpresa! ;) Ci premureremo comunque di darvi dettagli più precisi man mano che andremo avanti, quindi teneteci d'occhio entrambi! :)

Che dire ancora?
Auguro a tutti un finesettimana bbbestiale * il mio lo sarà di sicuro! ;) * e ci rivediamo lunedì sera con "The Phoenix" e venerdì con "Occhi d'argento".
Per qualsiasi informazione, passate pure qui: https://www.facebook.com/LeStorieDiFedra
Un abbraccio! :)

Vostra,
Fedra







 
 
 
   
 
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