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Autore: sad_eyes    05/06/2015    4 recensioni
Arizona Robbins segna la storia degli Stati Uniti d' America diventando il primo Presidente donna del paese. Con il peso del mondo libero sulle spalle, dovrà adattarsi alla sua nuova vita alla Casa Bianca, dove conoscerà il suo staff. E in particolare il nuovo Capo dei Servizi Segreti, Callie Torres che, sin dall' inizio, non la lascerà indifferente...
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Un po' tutti
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Prima di continuare con il secondo capitolo, vorrei fare delle precisazioni per chi non ha mai visto Scandal o comunque per chi non conosce le sedi governative a Washington.
 
Il Campidoglio = Sede del potere legislativo. E’ il posto in cui si trova il Congresso. Sta a circa un Km dalla Casa Bianca ed è collegato ad essa da un lungo parco chiamato National Mall.

La Casa Bianca = Sede del Presidente degli Stati Uniti. C’è l’ala Ovest (west Wing) dove si svolgono le questioni amministrative e poi l’ala Est dove ci sono le stanze personali del Presidente.
 
La NSA “National Security Agency “ è, appunto, l’Agenzia per la Sicurezza Nazionale. Monitora il territorio statunitense tutelandolo da attacchi di qualunque tipo.
 
Vi dico ciò perché, andando avanti con i capitoli, ritroverete spesso riferimenti a questi luoghi o organi governativi.

 
 
 
Detto ciò,
 
Buona lettura
 
 
-S.E.-
 
 
 
                                                                                           Capitolo 2
 
 
 
 
- Quindi mi sta dicendo che ci sarà costantemente uno dei vostri agenti con me? Arizona era indignata.
 
- Sì, come minimo, affermò  Callie. Tranne nei sui alloggi privati.
 
Notò che l'idea non sembrava allietare la bionda che fece una smorfia venuta al corrente di quella informazione.
 
Più di un'ora era trascorsa da quando Callie si era trovata nello Studio Ovale con Arizona Robbins e Alex Karev per spiegare loro come le cose si sarebbero svolte sotto la sua guida. E fino a quel momento era riuscita a dare prova della sua professionalità in ogni occasione, soprattutto con la presenza di Arizona Robbins a pochi metri da lei che aveva il dono di renderla nervosa. Era il Presidente del paese, il leader del Mondo Libero e la donna più potente del mondo. E, naturalmente, oltre a tutto questo, era sexy da morire.
 
- Sanno essere discreti, la rassicurò la latina cercando di intuire i suoi pensieri.
 
Invano…
 
- E farò in modo che la sua privacy sia rispettata al massimo, ha aggiunto.
 
- Quindi il mio traffico di droga e la mia rete clandestina di prostitute non rischia niente con lei? chiese Arizona.
 
Callie la guardò accigliata, chiedendosi se era seria. ­
 
- Sto scherzando, si affrettò a dire il Presidente.
 
Callie, di fronte alla battuta, abbozzò un sorriso che fu rapidamente costretta a perdere. Tuttavia, ciò non era passato inosservato ad Arizona che si congratulò con se stessa interiormente: questa magnifica creatura aveva trovato la sua battuta divertente. Forse si stava solo schiarendo la gola, ma il suo sorriso era una vittoria di per sé ...
 
Il telefono di Alex Karev squillò, risparmiando così a Callie di dover dire qualcosa. Lui si scusò con le due donne e abbandonò la stanza per rispondere, lasciandole sole. ­
 
- Per questo pomeriggio, riprese Callie facendo attenzione a non guardare direttamente negli occhi l’altra donna, ci saranno tre agenti ad accompagnarla. ­
 
- Ci sarà pure lei? Chiese Arizona.
 
- ­Sì, rispose lei. Sarò l'agente con cui avrà più a che fare e che sistematicamente la accompagnerà durante le sue uscite... ­
 
- Non mi lamento.
 
Callie alzò lo sguardo dai suoi appunti per guardare la bionda che la stava fissando. ­
 
- Avrebbe dovuto vedere il suo predecessore, continuò Arizona. La simpatia non era una delle qualità di Robert Stark ... ­
 
- Stark è stato il mio predecessore?! Callie esclamò.
 
Arizona mosse la testa su e giù facendo una smorfia di disgusto. Callie la fissò, pensando che non aveva mai visto un’espressione così adorabile in tutta la sua vita. ­
 
- Ho partecipato ad alcune missioni con lui, dichiarò la bruna. Capisco che lei si senta un po’ in trappola con me ... ­   
 
- Soprattutto lei è molto più gradevole da guardare, Arizona si lasciò scappare queste parole prima di rendersi conto di ciò che aveva detto.
 
Si morse il labbro; ciò non fece che accentuare la frustrazione di Callie che continuava a fissarla. Anche in quel caso, lo sguardo che si scambiarono durò più a lungo del normale fino a quando la bruna decise di distogliere lo sguardo.
 
Si schiarì la gola per ritrovare un po’ di compostezza, e si alzò. ­
 
- Dobbiamo prepararci per andare all'ospedale CPA, disse, trascinando una mano tra i capelli con un gesto di disagio. ­
 
- Sì, Arizona rispose seguendola con gli occhi.
 
Callie voltò le spalle e si diresse verso la porta, imprecando sempre sotto lo sguardo di Arizona che sospirò.
 
Ma che stava accadendo? Arizona era riuscita a mantenere la calma durante le riunioni, le interviste e i dibattiti in tv, ma era sufficiente che una bella donna fosse nei paraggi per farle uscire quelle battute idiote  e fare commenti oltre misura.
 
Poche ore dopo, accompagnata da una scorta di diversi veicoli, l'auto ufficiale del Presidente si diresse verso il Children’s Pedatricians- ­Associates, l'Ospedale dei Bambini di Washington.
 
Quando Jerry, il suo autista, fermò la berlina di fronte alle grandi porte dello stabilimento, Arizona buttò uno sguardo fuori, poi gemette quando vide l'orda di giornalisti che la attendevano. ­
 
- Odio quegli avvoltoi! borbottò mettendo il broncio.
 
Callie, seduta accanto a lei, si voltò e guardò le sue labbra, pensando che davvero era necessario che quella donna la smettesse di fare quelle espressioni perché le sue fantasie aumentavano sempre di più.
 
- Mia madre è un giornalista, disse Callie sforzandosi di distogliere lo sguardo dalla bocca del Presidente per guardarla negli occhi.
 
Non è meglio, pensò quando si ritrovò immersa in quel vortice blu che costituiva le pupille di Arizona.
 
Quest'ultima si passò una mano tra i capelli un po’ imbarazzata .
 
- Io ­ ehm ­ non è che ... io non ho nulla contro i giornalisti, è solo che ­  sua madre deve sicuramente.. ­ Arizona balbettò sentendosi sempre più a disagio.
 
Callie non riusciva più a trattenere la sua risata così si mise a ridere, di fronte alla bomba che aveva tirato.
 
- Sto scherzando, la rassicurò.
 
Arizona continuò a fissarla negli occhi, poi abbassò lo sguardo verso il sorriso aperto che sfoggiò la bruna. Quel sorriso avrebbe potuto alimentare la rete elettrica di diverse città da solo, ne era sicura.
 
- Molto divertente ...
 
- Sembra che lei non sia l’unica a possedere senso dell'umorismo, la stuzzicò Callie spostando i suoi occhi verso il finestrino per controllare zona.
 
Rendendosi conto che la donna faceva riferimento alla sua battuta fatta ad inizio giornata, Arizona abbozzò un sorriso.
 
- Si tratta solamente di qualche foto, disse Callie continuando ad osservare i giornalisti all’esterno.
 
- Odio l'attenzione su di me, le confidò Arizona.
 
- In questo caso, mi dispiace dirglielo, ma ha scelto il lavoro sbagliato ...
 
La battuta fece sorridere Arizona che si sentì immediatamente più rilassata. Era definitivo, Calliope Torres era molto meglio di Robert Stark.
 
- Questo è quello che propongo, disse Callie riportando l’ attenzione su di lei. Si lascia fare qualche foto all’interno con alcuni bambini e dopo parlerò io con loro spiegando che ne va della sua sicurezza…
 
- Ecco, questo è il nostro primo accordo, rispose Arizona.
 
L'auricolare di Callie emise un rumore, facendole capire che avevano bisogno di contattarla.
 
- Torres all’ascolto, disse premendo il tasto.
 
- La visuale è libera, la informò Mark.
 
- Molto bene. Preparatevi con Avery, stiamo uscendo ...
 
Lanciò un ultimo sguardo ad Arizona prima di lasciare il veicolo per andare ad aprire lo sportello al Presidente.
 
Una volta che quest'ultima mise un piede fuori, la folla di fotografi si precipitò su di lei per scattare foto e porgerle delle domande. Ma con l'aiuto di Mark Sloan e Jackson Avery, Callie riuscì rapidamente ad accompagnarla all'interno dell'ospedale.
 
Con le braccia incrociate sul petto, appoggiata ad un muro, Callie guardò attraverso il vetro di una camera dell’ospedale, il Presidente degli Stati Uniti intenta a leggere una storia ad una piccola bambina malata.
 
Era trascorsa più di mezz’ora  da quando aveva congedato giornalisti e fotografi permettendo così ad Arizona di respirare, ed il comportamento della bionda l’aveva piacevolmente sorpresa.
 
Nonostante in un primo momento pensasse che la simpatia e le premure che mostrava il Presidente nei confronti dei bambini, fossero dovute alla presenza dei giornalisti, dopo la loro dipartita, Callie non notò un cambiamento di atteggiamento. Al contrario, Arizona sembrava essere ancora più affettuosa e felice di chiacchierare o giocare con ciascuno di loro. E la sorprese soprattutto che i bambini  si mostrarono più felici della donna, per quell’incontro. Callie aveva notato come fossero attenti a tutto quello che Arizona diceva.
 
Vide Arizona ridere per ciò che le aveva appena detto una bambina e poi guardare attraverso la vetrata per incrociare i suoi occhi. Si ritrovò a non distogliere lo sguardo e quando la bionda sorrise, non potè fare a meno di risponderle.
 
Quello che era certo è che Arizona Robbins era piena di sorprese e sarebbe stato molto facile innamorarsi di quella donna.
 
Più tardi, la sera, Callie uscì dal suo ufficio nella West Wing della Casa Bianca, dove aveva appena finito di compilare alcuni rapporti.
 
Se c'era una cosa che odiava del suo lavoro, era quella di occuparsi delle scartoffie, e purtroppo sembrava che con la sua nuova posizione, ce ne fossero tre volte tante rispetto al suo solito.
 
Pensando di chiedere a Lexie di occuparsene d’ora in avanti, si diresse verso l'ufficio presidenziale, dove trovò due sue colleghe, o meglio, due sue dipendenti oramai, Meredith e Cristina, intente a gestire la sorveglianza.
 
- Pronte a passare una notte insonne? le prese in giro quando le raggiunge.
 
- Non pensi che abbia perso la testa la nostra Torres da quando ha avuto la sua promozione? ironicamente Meredith domandò a Cristina.
 
- Leggermente, rispose quest'ultima.
 
- Sembra che il potere le abbia montato la testa molto velocemente ...
 
- Pensi che ci sia un modo per sgonfiargliela? continuò Cristina.
 
- Io credo che sia una causa persa a priori...
 
Callie le ascoltò delirare con un'espressione divertita. Meredith e Cristina erano parte della squadra, quella che aveva creato fin dal suo debutto alla NSA e, rapidamente, con Mark, Lexie e Jackson, il resto della banda, erano diventati molto amici.
 
Ecco perché quando Webber le aveva detto di comporre la sua squadra, aveva subito pensato a loro. Erano le uniche persone di cui si fidava, le sole a cui avrebbe affidato la sua vita senza esitazione, ed era esattamente di loro che aveva bisogno
 
- Io invece credo che vi assegnerò le notti per i prossimi mesi, Callie rispose con un sorriso.
 
Lei scoppiò a ridere davanti allo sguardo accigliato dei suoi accòliti prima di ritornare seria.
 
- Conto sulla vostra gestione fino a domani mattina, disse guardandosi in giro. Non mettetemi nei guai fin dal primo giorno.
 
- Agli ordini Capo! Cristina rispose con sarcasmo prima di rivolgerle un sorriso malizioso. Non ti preoccupare, non ci staccheremo dal nostro caro Presidente.
 
Scambiò ancora qualche parola con loro e poi si diresse verso l’Ala Ovale e, dopo l’autorizzazione di April Kepner, l'assistente del Presidente, bussò alla porta e l'aprì quando sentì la voce di Arizona concederle il permesso di entrare.
 
- Agente Torres ...
 
- Tutto è a puntino per stasera, la informò Callie, avanzando verso il centro della stanza. Gli agenti Grey e Yang subentreranno a me e noi ci rivedremo domani.
 
- Molto bene, rispose Arizona
 
Lei esitò qualche secondo, poi si alzò dalla scrivania per fare un giro e posizionarsi davanti a Callie.
 
- Ha fatto un ottimo lavoro oggi, disse, porgendole la mano destra.
 
Callie abbassò lo sguardo verso la mano tesa poi lo alzò di nuovo verso gli occhi della bionda e la strinse (la mano).
 
- La ringrazio signora Presidente ...
 
- Può chiamarmi Arizona, precisò rivolgendole un grande sorriso. Dopo quello che ha fatto per me oggi, può dimenticare il " Signora Presidente".
 
Con la mano sempre in quella della bionda, lo sguardo immerso nel suo, Callie rifletté su quelle parole. Dopo lunghi secondi in cui continuò a guardarla negli occhi, lei ritirò dolcemente la sua mano da quella di Arizona e le sorrise in maniera composta.
 
- Sto facendo solo il mio lavoro. Sono qui per proteggerla ...
 
- Si, lo sta facendo molto bene per adesso, disse Arizona.
 
- Mi auguro che continui così, affermò Callie. E per compiere bene il mio lavoro, non dovrei essere coinvolta emotivamente ... e chiamarla per nome è esattamente quello che mi porterebbe a farmi coinvolgere emotivamente.
 
Fece un passo indietro prima di farle un cenno educato con la testa.
 
- Buona notte, le augurò prima di congedarsi, senza aspettare una risposta, sotto lo sguardò sbalordito di Arizona.

Quest'ultima vide la porta chiudersi, poi sorrise.

- Buona notte anche a te, sussurrò senza smettere di sorridere.

 
   
 
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