Eccomi qui!!!
Scusate la fretta…
La scuola è ricominciata. A Milano ha nevicato come non mai
e sono dovuta andare a scuola lo stesso nonostante fosse tutto
bloccato. Ci ho
messo un’ora… con la neve che mi arrivava alle
ginocchia e che cadeva fitta
fitta. Adesso la situazione si è un po’ calmata ma
io mi sono ammalata…
Ci hanno costretto ad andare a scuola
nonostante la città
non potesse affrontare quella che definirei
un’emergenza… almeno per una città
come Milano che a questo non è abituata… tram ed
autobus bloccati. Mezzi spargisale
senza sale e simili genialate…
Gli scambi del tram bloccati per il ghiaccio e gli autobus
senza le catene… ieri quello con cui sono tornata a casa si
è bloccato perché non
aveva le catene e la neve era troppo alta…
In compenso, una prof non è venuto (causa neve) e
così sono
andata a comprare un altro po’ di cose da
etam…!!!!!
Vabbè, adesso vi lascio al capitolo che ho scritto un
po’ di
fretta (perdono, non ho potuto dedicargli molto tempo… io
pensavo che
chiudessero la scuola almeno mercoledì, quando le strade
erano impraticabili, e
contavo di scriverlo quella mattina.)
Spero che vi piaccia comunque…
Ho cercato di dare il meglio di me.
Ci vediamo Domenica sera o Lunedì pomeriggio! Dipende dai
compiti che ci daranno XD
Un bacio a tutte quante!!!
Grazie per i vostri bellissimi commenti!!!
Ciao e a presto,
Erika
PS: Grazie!!! 1200 commenti e 283 preferiti!!! Come inizio di 2009 non era stato un granchè, ma grazie a voi è andata un po' meglio! Alla faccia di mia madre che dice che scrivere ff non serve... A me invece da tanta soddisfazione scrivere se so che poi le mie storie vengono lette ed apprezzate!!!
Ancora, grazie per il vostro sostegno!
Bella's POV
Risa?
Mi sforzai di socchiudere gli occhi.
Edward mi accarezzò
prima di chinarsi a darmi un bacio
veloce sulle labbra.
< Ben svegliata, amore. >
Grugnii qualcosa prima di riaffondare la faccia nella
trapuntina.
Jake rise di nuovo, più forte ed Edward mi
carezzò la
schiena.
< Lasciamola dormire… > Disse piano.
Lo sentii ed alzai un braccio e farfugliare: < No…
ora mia alzo… > e mi poggiai sui gomiti.
Edward mi aiutò a mettermi seduta ed io mi passai la
mano tra i capelli per cercare di sistemarli.
La stanza era scura. Qualcuno aveva tirato le tende.
Ancora frastornata, sorrisi a Jake che alzò una mano
in segno di saluto.
Istintivamente, volsi il capo verso la culla. Edward
mi prese la mano e mi sussurrò: < Stanno dormendo.
Sono sazi e al caldo.
>
Annuii e mi alzai in piedi. Barcollai ma Edward,
pronto, mi afferrò prima che andassi a sbattere contro il
parquet della stanza
di Esme.
< Tutto a posto, tesoro? >
< Sì, non preoccuparti. Sono solo ancora mezza
addormentata… vado un secondo in bagno… >
< Jake, ti dispiace se vado un secondo al bagno
prima di salutarti per bene? >
< No, non preoccuparti. Fa pure… intanto,
guarderò
i due mocciosi. >
< Sembri Emmett… >
Gli dissi prima di chiudermi la porta del
bagno alle spalle con un risolino.
Mi lavai la faccia ed i denti. Mi
guardai allo
specchio e mi resi conto di avere un aspetto pietoso…
Si vedeva che dormivo poco e male.
Le occhiaia profonde davano un aspetto cupo ed
inquietante al mio pallore. I capelli non vollero saperne di lasciarsi
pettinare ed alla fine rinunciai a sistemarli…
Quando stavo notando che non era carino accogliere
Jacob con il mio pigiama premaman (che indossavo ancora nonostante
avessi già
partorito dato che avevo qualche
problema legato a questioni prettamente
femminili e non mi andava di rovinare i bei completino di Alice)
qualcuno
bussò.
Mi affrettai a dire: < Arrivo… >
< Tieni. > Mi disse Edward gentile. Socchiuse la
porta e mi passò un completino molto grazioso che non avevo
mai visto.
Era un pigiama abbastanza largo (il seno, come sempre
quando si allatta, era circa una taglia in più rispetto al
mio solito. )
< Grazie > gli sussurrai dallo spiraglio nella
porta.
Mi infilai il pigiama bianco a fiori rossi e foglie
verdi. Era davvero carino e nascondeva i residui della gravidanza. I
chili non smaltiti…
Uscii dal bagno e trovai la stanza ancora buia.
Le braccia di Edward mi cinsero in
un abbraccio dolce
e molto delicato prima che le sue labbra si posassero sui miei capelli.
< Sei splendida. >
< See… certo. Dici sempre così. >
Lo presi in
giro prima di alzarmi sulle punte e baciargli la fronte.
< Ma dov’è Jake? >
< Giù, con Esme e Liz. >
< Si è svegliata? > Chiesi confusa. <
Spero
non si sia accorta che me ne ero andata via… >
< Mh… in realtà, se ne è
accorta ma non se la è
presa, non preoccuparti. Ha detto che ha sentito i bambini piangere e
che
sapeva che saresti andata da loro… >
Feci un sorriso colpevole e cominciai a scendere le
scale.
Quando arrivai in sala da pranzo, Liz si alzò da
tavola e mi corse incontro, buttandosi tra le mie braccia. Mi
inginocchiai per
poterla accogliere con un bacio sulla guancia. La presi in braccio e
arrancai
verso il tavolo dove Jake mi osservava malinconico.
< Allora, Jake, > dissi depositando Liz sul suo
seggiolone e portandole un cucchiaio pieno di yogurt alle labbra.
< Come va? Sono così contenta che tu sia venuto a
trovarmi… >
Lui si alzò in piedi e, senza preavviso, mi
abbracciò.
< Bells, mi sei mancata. >
Liz aprì la bocca come un pesce mentre mi osservava.
Non aveva mai visto nessuno abbracciarmi a quel modo, tranne suo padre,
ovviamente…
< Anche tu Jake… > boccheggiai < Ma mi
lasceresti respirare? >
< Oh, sì, scusa… > Disse
lasciandomi andare. Si
passò una mano tra i corti e fitti capelli neri e poi, e
giuro mi parve
arrossire, aggiunse: < Certo che, insomma, ti ricordavo con
meno… >
A quel punto Edward ringhiò. Evidentemente i pensieri
di Jake non gli piacquero…
Risi portandomi un braccio a
coprire il seno.
< Sai, capita quando allatti due piccoli neonati continuamente
affamati.
>scherzai. Sorrise e disse: < Sì, mi ricordo i
pensieri di Sam… > si
bloccò un attimo e poi aggiunse: < Sai, essere lupo
può anche essere una
vera seccatura. Prima del parto, Sam era insostenibile. Pensava
continuamente a
lei. Avevamo cronicamente la nausea… e poi, le immagini del
parto!!!
Mamma mia. Avrebbe dovuto non assistere. Emily glielo
aveva anche detto. Sapeva che noi ci saremmo dovuti subire tutto in
replay.
Pensa che Leah ha giurato di non voler avere figli. Dovevi sentire come
urlava…
e il sangue… Bleah! E poi, l’idea di Emily
sdraiata in sala parto! Oddio… spero
di poter dimenticare… >
Quelle parole portarono alla mia mente i ricordi del mio
parto. Quando avevo fatto nascere Liz e, appena pochi giorni prima, Mel e Alec. Accarezzai la testolina di Liz, che nel frattempo aveva
ricominciato a
mangiare, e dissi: < Sì, ne ho una vaga
idea… sai com’è, tre figli. >
< Sì, ma due valgono un parto solo. >
< Vero. >
< Certo che, tre figli alla tua età… Emily
diventa
pazza con quei due piccoli tornado. Hanno più o meno
l’età di Liz ma né lei ne
Sam hanno intenzione di avere altri bambini, almeno per il momento.
Magari più
avanti… vogliono aspettare un po’ almeno. >
Sorrisi mesta e abbassai lo sguardo: < Beh, io non
ho molto tempo, Jake. Se volevo essere ancora madre, dovevo avere dei
bambini
il più presto possibile. > Edward mi pose una mano
sulla spalla e me la
carezzò premuroso.
< Sai anche tu che non riuscivo a restare incinta… >
Lo guardai sottecchi e vidi che si era incupito. Si
sedette e con una strana voce sussurrò con voce strozzata:
< Quindi, non hai
cambiato idea? >
< Calmati Jacob. Hai già perso la calma una volta,
quando Bella era incinta di Liz. Non vorrai ripeterti adesso, davanti
alla
bambina? > E dopo aver detto questo, Edward prese Liz in
braccio. Le carezzò
la guancia e lei gli cinse il collo con le braccia. Poggiò
la testolina sulla
sua scapola e lo fissò a lungo mentre lui continuava a
parlare. < Lo sai
anche tu che questa è l’unica strada. Non possiamo
fare altrimenti. >
Carezzai a Jake un braccio prima di sedermi. Afferrai
dal centro del tavolo del pane e lo imburrai prima di spalmarci la
marmellata.
Edward portò via Liz, lasciando me e Jake da soli.
Rimanemmo in silenzio a lungo
finché Jake non sospirò.
Alzò lo sguardo e mi sorrise.
< Jake… > sussurrai a voce bassa. < Lo
sai
che è tutto quello che voglio… >
< Sì. Lo so. È solo che, è
difficile accettare
l’idea che la donna che amo si lascerà uccidere da
un vampiro schifoso. >
< Ti prego, non dire così… >
sussurrai a fatica.
Sentivo le lacrime che volevano uscire. Cercai di reprimerle ma non ci
riuscii.
< No, non piangere. Non fare così. Sono io che mi
faccio le pare mentali. Non riesco a rassegnarmi all’idea di
perderti. >
< Ma non mi perderai. Resterai sempre il mio
migliore amico. E lo sai. >
< Ma non sarai più la stessa. >
sussurrò mesto.
< Io resterò la solita Bella. Lasciami il tempo per
“assestarmi” e poi vedrai che sarà tutto
come prima. >
< Ma tu non mi amerai
più. > Ribatté
semplicemente.
Rimasi di sasso.
< Jacob, ho tre figli. Sono
sposata con Edward… Io
ti voglio bene. Tu per me sei importante. Importantissimo. Sei come un
fratello
per me, e così ti vedrò sempre. Tu resterai per
sempre il mio fratello
scapestrato. Tu sarai sempre parte della mia famiglia. sei stato
l’unico a
starmi vicino nel momento in cui più avevo bisogno. Io
davvero te ne sono
grata… >
Batté il pugno sul tavolo, facendomi sobbalzare e morire
il respiro in gola. La mia frase rimase sospesa.
< Edward ricomparve immediatamente. Ovviamente era
stato in ascolto.
< Jacob, per piacere. Non rovinare tutto. Bella è
stata molto male. Da quando sta bene non ha fatto altro che aspettarti.
Era
così felice di vederti. Non darle il dispiacere di vederti
adirato. >
Jake sbuffò e poi tentò un sorriso: <
Scusa Bella,
solo, certe volte sento proprio che potrei impazzire pensando a te.
>
< E non riesci a pensare a nessun’altra? Ci sono
tante ragazze migliori di me che… >
Edward ringhiò piano e vidi Jake ritrarsi
istintivamente.
< Ok, ok, la pianto Edward, non è il caso di
scaldarsi per così poco. E poi, è la
verità… >
Notai il suo sguardo e fui grata di
sentire i gemelli
frignare.
< Si sono svegliati i
bambini. Sarà meglio che vada
a… >
Ma in quel momento comparve Esme con in braccio Alec.
Dietro di lei Rose in ginocchio teneva Mel mentre Liz cercava di
sbirciare tra
le coperte che avvolgevano la sorellina.
< E questo chi è? > disse jacob in tono
forzatamente leggero.
< Lui è Alec Anthony Cullen > E sorrisi,
prendendolo dalle braccia di Esme. Gli scostai la copertina dal volto
per
mostrarlo a Jacob.
Emmett urlò dalla stanza adiacente: < Non
ascoltarli, lupo, si chiama Thomas! THOMAS! >
Jake mi guardò un po’ confuso ed io scossi la
testa:
< Non ascoltare lui. Si chiama anche Thomas… >
< povero moccioso. Quanti nomi… > Gli feci la
linguaccia mentre cullavo il piccolino tra le mie braccia. Lui
però non
accennava a smettere di piangere. Andai in sala e mi sedetti sulla
poltrona.
Almeno là ero comoda. < Jake, non ti dispiace se lo
allatto? Così la smette
di piangere… Mel è molto più
tranquilla. Quando a fame i suoi vagiti sono meno
rumorosi. Lui invece sembra sforzarsi di infrangere tutte le barriere
del
suono… >
Jake, leggermente a disagio, sorrise e disse: < Ma
certo. Con tutte le volte che ho visto Emily, ormai ci sono abituato.
>
Mentre mi alzavo la maglietta e slacciavo il reggiseno
lui finse di essere interessato alla libreria…
Alec si attaccò subito al capezzolo, succhiando
affamato. A metà circa della poppata Mel smise di piangere.
Rose si era messa
in piedi vicino a me e la bambina, sentendo il mio odore, si era
calmata.
Finii di dare da mangiare al
bambino e poi camminai
per un po’ cercando di fargli fare il ruttino. Quando
finalmente mi
svomiticchiò sulla maglietta, potei adagiarlo nella culla
che tenevamo al piano
terra. Tolsi il bavaglino che tenevo sulla spalla e che era sporco di
latte lo
portai in bagno prima di prendere Mel tra le braccia e riprendere
l’operazione.
Lei fu meno ansiosa nel cucciare e le sue gengiva
furono più delicate sul mio capezzolo tormentato. Quei due
piccoli
mostriciattoli preferivano ciucciare dal seno destro che da quello
sinistro.
Quando li allattavo insieme, ognuno si doveva accontentare ma se li
allattavo
uno per uno, ero costretta a cedere. Alla fine potei mettere anche lei
a
dormire e poi tornai in bagno. Buttai anche il bavaglino di Mel nel
catino e
poi mi lavai i denti e la faccia.
Quando uscii, vidi Edward parlare al telefono. Parlava
in modo accorato a voce tanto bassa che non potevo sentirlo. Lo guardai
incuriosita e lui sorrise passandomi la mano sulla guancia, poi
riattaccò.
< Chi era? >
< Era Alice. Stanno arrivando. Ancora circa un’ora
e saranno qui. > Annuii senza sapere bene come comportarmi. Non
vedevo Alec
da quando Liz aveva poche settimane. Era passato tanto tempo…
Decisi di tornare dagli altri. Emmett e Jacob stavano
discutendo allegramente di macchine e Rose, leggermente seccata, li
ascoltava
distrattamente mentre coccolava Liz.
< Ah, eccoti. Pensavo che non tornassi più. Che ti
fossi addormentata contro il muro… >
< Uffa, piantala di prendermi in giro!
> Mi lamentai andando a controllare i
bambini.
Mel dormiva tranquilla mentre Alec, sveglio ed attento, osservava il
mondo
intorno a noi.
Jake si avvicinò alla culla e ci guardò dentro.
< Ehi, piccolino, vuoi
venire in braccio allo zio?
>
Lo guardai un po’
stupita. Lui fece altrettanto e mi
sorrise complice. Nascose la tristezza dietro la facciata che si era
costruito
mentre ero nell’altra stanza.
< Che c’è? io pensavo che dal momento che
tu vuoi
che io sia, beh, come dire… una specie di tuo fratello,
allora i tuoi figli
dovrebbero essere i miei nipoti. E poi, Liz
chiama Rose zia… >
< Davvero? Dici sul serio? >
Fece spallucce e torno a grattare la pancia a mio
figlio che emetteva dei gorgoglii di compiacimento mentre agitava in
aria i
pugnetti.
< Certo che è proprio carino. Fortuna che non ha
preso niente dalla sanguisuga. >
< Guarda che se vuoi, puoi anche prenderlo in
braccio… basta che tu faccia attenzione… >
< Posso davvero? >
< Non avevi mica detto di essere suo zio? È un tuo
dovere. > Infilò
la mano sotto la
schiena del mio bambino attento a non disturbare Mel che ancora dormiva.
< Mi raccomando, attento alla testa. Devi
sorreggergliela. >
< Uffa Bella. Sembri Emily. Ma voi mamme siete
tutte così ansiose? Guarda che non le faccio mica
niente… > E così dicendo
appoggiò il bambino sul petto. < Vero Tom?vero che ti
piace stare in braccio
a zio Jake? >
< Si chiama… > < Io lo chiamo
così. Inoltre,
Emmett mi ha detto che era il nome che avevi scelto ma poi hai scartato
visto
che non piaceva alla sanguisuga. Il che mi fa piacere ancora di
più questo
nome. >
< Sei impossibile. > Evidentemente i nostri toni
di voce erano stati troppo alti dato Mel cominciò a
piangere. Prima che anche
Alec cominciasse a frignare,mi precipitai sulla culla e la presi in
braccio.
Rimasi a cullarla a lungo mentre Jacob si stufò in
fretta di cullare Alec. Lo ripose delicatamente tra le braccia di Rose
e poi si
sedette vicino a me, sul divano.
Mi tempestò di domande. Voleva sapere tutto. Come
stessi, se mi trovassi bene, come andassero gli esami… Io,
un po’ in
soggezione, cercavo di rispondergli in modo da non urtare i suoi
sentimenti.
Mentre parlavo lo vidi dilatare le narici e stringere
i pugni. Le mani gli tremavano leggermente.
Impaurita, strinsi la bambina al mio petto e mi alzai
di scatto. Un attimo dopo Carlisle mi fu vicino, tenendomi le mani
sulle
spalle, quasi fosse pronto a portarmi via all’istante.
Parlò con voce
rassicurante e calma: < Jacob, controllati.
L’importante è non lasciarsi
trasportare da sentimenti tumultuosi. Non fare cose di cui potresti
pentirti.
> Jake respirò a fondo un paio di volte prima di
distendere le dita le cui
nocche erano diventate bianche.
Mi voltai per cercare Edward con lo sguardo ma non lo
vidi. In compenso però mi accorsi che Alice mi stava venendo
incontro. Facendo
attenzione alla bambina, mi abbracciò stretta. Aveva
percorso la stanza
talmente velocemente che non l’avevo quasi vista.
< Oh Bella, ero tanto in pena… da quando sono "ceca"
sono così ansiosa... > Avrei voluto
accarezzarla per tranquillizzarla ma non potevo a causa della piccola
creatura che proteggevo tra le
braccia.
Da dietro la sua spalla
però vidi un bagliore brillare
nella penombra del sottoscala. Due occhi rossi mi scrutavano.
Alec…
Mi mancò il respiro e
sentii le ginocchia tremarmi.
Alice probabilmente se ne accorse e mi sorrise,
poggiando le sue braccia sotto le mie ed impedendo alla bambina di
cadere. Me
la sfilò gentilmente dalle braccia in silenzio scostandosi
leggermente verso il
muro.
Non so cosa mi spinse a comportarmi
in quel modo. C’era
Edward a pochi metri da me. Era mio marito. L’uomo, o meglio
il vampiro, che
avevo baciato con passione la sera prima. Colui che sognavo ed amavo,
che mi
aveva stretto la mano mentre partorivo. Il padre dei miei figli.
Eppure, in quel momento, il mio
cervello si scollegò
totalmente e la mia volontà venne relegata in un piccolo
angolo della mia
mente. L’istinto prese il sopravvento.
In un attimo cominciai a correre.
Sentii i capelli
svolazzare intorno alla mia testa per qualche istante mentre correvo
Alec. Vidi
lo sguardo stupido di Jacob, quello addolorato di Esme, quello
sconvolto di
Jasper, quello addolorato di Edward. Li vidi, ma non li registrai.
Erano solo
immagini sfocate che mi corsero di fianco mentre mi precipitavo da
Alec. Mi gettai
tra le sue braccia aperte e lui mi strinse a sé, immergendo
la testa tra i miei
capelli morbidi. Sentivo le sue braccia fredde intorno alle mie spalle.
Era leggermente più
basso di Edward e il suo volto era
solo pochi centimetri più in alto del mio.
Se mi mettevo sulle punte dei piedi, i nostri occhi si
trovavano alla stessa altezza.
Mi resi conto di star piangendo quando sentii la
camicia di Alec bagnata sotto il mio viso. Mi stava cullando
lentamente,
accarezzandomi i capelli.
< Su, su, non fare così. > Mi
sussurrò.
Alzai lo sguardo ed incontrai i suoi inquietanti ed affascinanti occhi
rossi.
< Alec, ero così
preoccupata per te. In tutto
questo tempo non ti sei mai fatto vivo. Avevo paura che ti fosse
successo
qualcosa. Quando ho saputo che saresti venuto, quasi non credevo alle
mie
orecchie. Dovevo vederti per credere alle parole di Alice. Non ci hai
neanche
telefonato. Tutto basato solo su una visione… ti rendi
conto? >
< Scusami Bella, davvero. > Mi sussurrò
accarezzandomi i capelli. < Sarebbe stato pericoloso. Sapevo che
Jane mi
stava cercando… >
Edward nel frattempo mi era venuto vicino. Con un
gesto marcatamente possessivo che però al momento non notai,
mi mise un braccio
intorno alla vita. Mi appoggiai al suo petto e con un braccio gli cinsi
il
collo, quasi ad aggrapparmi a lui. Sentivo ancora le gambe tremanti.
Edward
annuii impercettibilmente ad una domanda inespressa ed Alec
proseguì: < Ci
siamo incontrati, un anno ed otto mesi fa. Abbiamo girovagato insieme
per un po’…
lei è in lutto e ho cercato di starle vicino… era
davvero disperata. Un anno fa
però mi ha confessato di voler tornare a Volterra.
È partita quattro mesi fa. Sono
venuto qui quando sono stato certo che nessuno fosse sulle mie tracce.
Sai,
sono diventato un nomade abbastanza sfuggevole. > Mi
sussurrò sorridendomi. Aveva
calibrato ogni parola per non turbarmi. Lo osservai attentamente
attraverso il
velo di lacrime. Era ordinato,lavato, profumato. La camicia era pulita
sebbene
lisa in certi punti. Mi asciugai gli occhi con il dorso della mano e
sussurrai:
< Scusami. È colpa degli ormoni… >
Ed Edward mi strinse di più a sé,
accarezzandomi la fronte con un bacio.
Alec sorrise e poi disse: < Sì, ho saputo che eri
in dolce attesa… è andato tutto bene? Come
stai?> e mi accarezzò la guancia.
Questa volta fu Edward a parlare.
La voce non tradiva
alcuna emozione particolare, eccezion fatta per l’amore nei
miei confronti e
nei confronti dei nostri bambini. < Sì. Bella ha
partorito due settimane fa.
Una femminuccia ed un maschietto. Li abbiamo chiamati Melanie ed Alec.
>
Il vampiro davanti a me fece
un’espressione
buffissima, misto di vergogna, orgoglio, stupore e felicità.
Edward aggiunse:
< In realtà, il bambino ha un nome piuttosto
lungo… Alec Anthony Thomas. Alec,
in tuo onore. Bella ci teneva tanto. Ti è estremamente grata
per il tuo aiuto. Proprio
come tutti noi. Anthony è il mio secondo nome mentre Thomas
piaceva a Bella. Mel
invece è l’acronimo delle iniziali dei secondi
nomi di mia madre e delle mie
sorelle. Mary Elena e Lilian… >
< Mh… complicati come sempre. > Fece Jacob
ironico, parlando per la prima volta dall’arrivo di Alec.
Alec lo studiò per un secondo e poi sussurrò a
Jasper:
< Allora era vero… credevo che mi steste prendendo in
giro. Incredibile… non
era una leggenda… >
Jake rise. < Potrei dire la stessa cosa dei vampiri…
> al che anche Alec
sorrise, sciogliendo l’atmosfera di ghiaccio che si era
venuta a creare.
In quel momento Liz si sporse da
dietro la gonna di
Rose. Le si vedeva solo la testa. Quando si accorse che il vampiro
dagli
scintillanti ed inquietanti occhi rossi la stava fissando,
tornò a ripararsi
dietro Rose.
< Eih piccolina, sei cresciuta dall’ultima volta.
>
Le disse gentile.
Lei, imbarazzata,
arrossì. Quando lo ebbe guardò in faccia,
tremò appena e bisbigliò: <
Mammi… > E la
sua era come una richiesta di aiuto. Io andai verso di lei. Quando fui
abbastanza vicina,Liz, imbarazzata, corse verso di me ed io la presi in
braccio. Si nascose tra i miei capelli.
< Liz, ti voglio presentare
una persona che dobbiamo
ringraziare tanto tanto… >