Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: CassandraLeben    08/01/2009    20 recensioni
Questa storia è ambientata dopo Eclipse ed è stata elaborata prima dell’uscita di BD.
HO AGGIORNATO!!!!!!!
In breve: un racconto alternativo, avventuroso e romantico, nonché triste, di ciò che avevo immaginato potesse accadere dopo il fatidico “Sì” tra Edward e Bella.
Il ritorno dei Volturi, di Jack, Alec e Jane sconvolgeranno la vita dei novelli sposi
ATTENZIONE, PUò CREARE ASSUEFAZIONE E PROBLEMI CARDIACI! XD
< Isabella. > Una voce familiare risuonò nella camera. Sobbalzai. Non mi ero accorta della presenza di qualcuno nella stanza.
< Bella! Quanto tempo, desideravo con ansia rivederti. > Aro mi si avvicinò e mi prese la mano. Con gentilezza, me la baciò. Notai i suoi occhi guizzare sulla mia fede e poi incontrare i miei. Mi sorrise tranquillo e mi fece accomodare sul divano.
< Prego cara, siediti. Non avere paura. Non devi preoccuparti. > Sapevo che non potevo rifiutare. Tanto valeva stare al gioco. Magari sarei riuscita a sopravvivere un po’ più a lungo.
Genere: Romantico, Dark, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Eccomi qui!!!

Scusate la fretta…
La scuola è ricominciata. A Milano ha nevicato come non mai e sono dovuta andare a scuola lo stesso nonostante fosse tutto bloccato. Ci ho messo un’ora… con la neve che mi arrivava alle ginocchia e che cadeva fitta fitta. Adesso la situazione si è un po’ calmata ma io mi sono ammalata…

Ci hanno costretto ad andare a scuola nonostante la città non potesse affrontare quella che definirei un’emergenza… almeno per una città come Milano che a questo non è abituata… tram ed autobus bloccati. Mezzi spargisale senza sale e simili genialate…
Gli scambi del tram bloccati per il ghiaccio e gli autobus senza le catene… ieri quello con cui sono tornata a casa si è bloccato perché non aveva le catene e la neve era troppo alta…
In compenso, una prof non è venuto (causa neve) e così sono andata a comprare un altro po’ di cose da etam…!!!!!
Vabbè, adesso vi lascio al capitolo che ho scritto un po’ di fretta (perdono, non ho potuto dedicargli molto tempo… io pensavo che chiudessero la scuola almeno mercoledì, quando le strade erano impraticabili, e contavo di scriverlo quella mattina.)
Spero che vi piaccia comunque…
Ho cercato di dare il meglio di me.
Ci vediamo Domenica sera o Lunedì pomeriggio! Dipende dai compiti che ci daranno XD
Un bacio a tutte quante!!!
Grazie per i vostri bellissimi commenti!!!
Ciao e a presto, 
                                             Erika
PS: Grazie!!! 1200 commenti e 283 preferiti!!! Come inizio di 2009 non era stato un granchè, ma grazie a voi è andata un po' meglio! Alla faccia di mia madre che dice che scrivere ff non serve... A me invece da tanta soddisfazione scrivere se so che poi le mie storie vengono lette ed apprezzate!!!
Ancora, grazie per il vostro sostegno!

Bella's POV

Risa?

Mi sforzai di socchiudere gli occhi.

Edward mi accarezzò prima di chinarsi a darmi un bacio veloce sulle labbra.
< Ben svegliata, amore. >
Grugnii qualcosa prima di riaffondare la faccia nella trapuntina.
Jake rise di nuovo, più forte ed Edward mi carezzò la schiena.
< Lasciamola dormire… > Disse piano.
Lo sentii ed alzai un braccio e farfugliare: < No… ora mia alzo… > e mi poggiai sui gomiti.
Edward mi aiutò a mettermi seduta ed io mi passai la mano tra i capelli per cercare di sistemarli.
La stanza era scura. Qualcuno aveva tirato le tende.
Ancora frastornata, sorrisi a Jake che alzò una mano in segno di saluto.
Istintivamente, volsi il capo verso la culla. Edward mi prese la mano e mi sussurrò: < Stanno dormendo. Sono sazi e al caldo. >
Annuii e mi alzai in piedi. Barcollai ma Edward, pronto, mi afferrò prima che andassi a sbattere contro il parquet della stanza di Esme.
< Tutto a posto, tesoro? >
< Sì, non preoccuparti. Sono solo ancora mezza addormentata… vado un secondo in bagno… >
< Jake, ti dispiace se vado un secondo al bagno prima di salutarti per bene? >
< No, non preoccuparti. Fa pure… intanto, guarderò i due mocciosi. >
< Sembri Emmett… >  Gli dissi prima di chiudermi la porta del bagno alle spalle con un risolino.

Mi lavai la faccia ed i denti. Mi guardai allo specchio e mi resi conto di avere un aspetto pietoso…
Si vedeva che dormivo poco e male.
Le occhiaia profonde davano un aspetto cupo ed inquietante al mio pallore. I capelli non vollero saperne di lasciarsi pettinare ed alla fine rinunciai a sistemarli…
Quando stavo notando che non era carino accogliere Jacob con il mio pigiama premaman (che indossavo ancora nonostante avessi già partorito dato che avevo qualche
problema legato a questioni prettamente femminili e non mi andava di rovinare i bei completino di Alice) qualcuno bussò.
Mi affrettai a dire: < Arrivo… >
< Tieni. > Mi disse Edward gentile. Socchiuse la porta e mi passò un completino molto grazioso che non avevo mai visto.
Era un pigiama abbastanza largo (il seno, come sempre quando si allatta, era circa una taglia in più rispetto al mio solito. )
< Grazie > gli sussurrai dallo spiraglio nella porta.
Mi infilai il pigiama bianco a fiori rossi e foglie verdi. Era davvero carino e nascondeva i residui della gravidanza. I chili non smaltiti…
Uscii dal bagno e trovai la stanza ancora buia.

Le braccia di Edward mi cinsero in un abbraccio dolce e molto delicato prima che le sue labbra si posassero sui miei capelli.
< Sei splendida. >
< See… certo. Dici sempre così. > Lo presi in giro prima di alzarmi sulle punte e baciargli la fronte.
< Ma dov’è Jake? >
< Giù, con Esme e Liz. >
< Si è svegliata? > Chiesi confusa. < Spero non si sia accorta che me ne ero andata via… >
< Mh… in realtà, se ne è accorta ma non se la è presa, non preoccuparti. Ha detto che ha sentito i bambini piangere e che sapeva che saresti andata da loro… >
Feci un sorriso colpevole e cominciai a scendere le scale.
Quando arrivai in sala da pranzo, Liz si alzò da tavola e mi corse incontro, buttandosi tra le mie braccia. Mi inginocchiai per poterla accogliere con un bacio sulla guancia. La presi in braccio e arrancai verso il tavolo dove Jake mi osservava malinconico.
< Allora, Jake, > dissi depositando Liz sul suo seggiolone e portandole un cucchiaio pieno di yogurt alle labbra.
< Come va? Sono così contenta che tu sia venuto a trovarmi… >
Lui si alzò in piedi e, senza preavviso, mi abbracciò.
< Bells, mi sei mancata. >
Liz aprì la bocca come un pesce mentre mi osservava. Non aveva mai visto nessuno abbracciarmi a quel modo, tranne suo padre, ovviamente…
< Anche tu Jake… > boccheggiai < Ma mi lasceresti respirare? >
< Oh, sì, scusa… > Disse lasciandomi andare. Si passò una mano tra i corti e fitti capelli neri e poi, e giuro mi parve arrossire, aggiunse: < Certo che, insomma, ti ricordavo con meno… >
A quel punto Edward ringhiò. Evidentemente i pensieri di Jake non gli piacquero…

Risi portandomi un braccio a coprire il seno.
< Sai, capita quando allatti due piccoli neonati continuamente affamati. >scherzai. Sorrise e disse: < Sì, mi ricordo i pensieri di Sam… > si bloccò un attimo e poi aggiunse: < Sai, essere lupo può anche essere una vera seccatura. Prima del parto, Sam era insostenibile. Pensava continuamente a lei. Avevamo cronicamente la nausea… e poi, le immagini del parto!!!
Mamma mia. Avrebbe dovuto non assistere. Emily glielo aveva anche detto. Sapeva che noi ci saremmo dovuti subire tutto in replay. Pensa che Leah ha giurato di non voler avere figli. Dovevi sentire come urlava… e il sangue… Bleah! E poi, l’idea di Emily sdraiata in sala parto! Oddio… spero di poter dimenticare… >
Quelle parole portarono alla mia mente i ricordi del mio parto. Quando avevo fatto nascere Liz e, appena pochi giorni prima, Mel e Alec. Accarezzai la testolina di Liz, che nel frattempo aveva ricominciato a mangiare, e dissi: < Sì, ne ho una vaga idea… sai com’è, tre figli. >
< Sì, ma due valgono un parto solo. >
< Vero. >
< Certo che, tre figli alla tua età… Emily diventa pazza con quei due piccoli tornado. Hanno più o meno l’età di Liz ma né lei ne Sam hanno intenzione di avere altri bambini, almeno per il momento. Magari più avanti… vogliono aspettare un po’ almeno. >
Sorrisi mesta e abbassai lo sguardo: < Beh, io non ho molto tempo, Jake. Se volevo essere ancora madre, dovevo avere dei bambini il più presto possibile. > Edward mi pose una mano sulla spalla e me la carezzò premuroso.
< Sai anche tu che non riuscivo a restare incinta… >
Lo guardai sottecchi e vidi che si era incupito. Si sedette e con una strana voce sussurrò con voce strozzata: < Quindi, non hai cambiato idea? >
< Calmati Jacob. Hai già perso la calma una volta, quando Bella era incinta di Liz. Non vorrai ripeterti adesso, davanti alla bambina? > E dopo aver detto questo, Edward prese Liz in braccio. Le carezzò la guancia e lei gli cinse il collo con le braccia. Poggiò la testolina sulla sua scapola e lo fissò a lungo mentre lui continuava a parlare. < Lo sai anche tu che questa è l’unica strada. Non possiamo fare altrimenti. >
Carezzai a Jake un braccio prima di sedermi. Afferrai dal centro del tavolo del pane e lo imburrai prima di spalmarci la marmellata. Edward portò via Liz, lasciando me e Jake da soli.

Rimanemmo in silenzio a lungo finché Jake non sospirò. Alzò lo sguardo e mi sorrise.
< Jake… > sussurrai a voce bassa. < Lo sai che è tutto quello che voglio… >
< Sì. Lo so. È solo che, è difficile accettare l’idea che la donna che amo si lascerà uccidere da un vampiro schifoso. >
< Ti prego, non dire così… > sussurrai a fatica. Sentivo le lacrime che volevano uscire. Cercai di reprimerle ma non ci riuscii.
< No, non piangere. Non fare così. Sono io che mi faccio le pare mentali. Non riesco a rassegnarmi all’idea di perderti. >
< Ma non mi perderai. Resterai sempre il mio migliore amico. E lo sai. >
< Ma non sarai più la stessa. > sussurrò mesto.
< Io resterò la solita Bella. Lasciami il tempo per “assestarmi” e poi vedrai che sarà tutto come prima. >

< Ma tu non mi amerai più. > Ribatté semplicemente.

Rimasi di sasso.

< Jacob, ho tre figli. Sono sposata con Edward… Io ti voglio bene. Tu per me sei importante. Importantissimo. Sei come un fratello per me, e così ti vedrò sempre. Tu resterai per sempre il mio fratello scapestrato. Tu sarai sempre parte della mia famiglia. sei stato l’unico a starmi vicino nel momento in cui più avevo bisogno. Io davvero te ne sono grata… >
Batté il pugno sul tavolo, facendomi sobbalzare e morire il respiro in gola. La mia frase rimase sospesa.
< Edward ricomparve immediatamente. Ovviamente era stato in ascolto.
< Jacob, per piacere. Non rovinare tutto. Bella è stata molto male. Da quando sta bene non ha fatto altro che aspettarti. Era così felice di vederti. Non darle il dispiacere di vederti adirato. >
Jake sbuffò e poi tentò un sorriso: < Scusa Bella, solo, certe volte sento proprio che potrei impazzire pensando a te. >
< E non riesci a pensare a nessun’altra? Ci sono tante ragazze migliori di me che… >
Edward ringhiò piano e vidi Jake ritrarsi istintivamente.
< Ok, ok, la pianto Edward, non è il caso di scaldarsi per così poco. E poi, è la verità… >

Notai il suo sguardo e fui grata di sentire i gemelli frignare.

< Si sono svegliati i bambini. Sarà meglio che vada a… >
Ma in quel momento comparve Esme con in braccio Alec. Dietro di lei Rose in ginocchio teneva Mel mentre Liz cercava di sbirciare tra le coperte che avvolgevano la sorellina.
< E questo chi è? > disse jacob in tono forzatamente leggero.
< Lui è Alec Anthony Cullen > E sorrisi, prendendolo dalle braccia di Esme. Gli scostai la copertina dal volto per mostrarlo a Jacob.
Emmett urlò dalla stanza adiacente: < Non ascoltarli, lupo, si chiama Thomas! THOMAS! >
Jake mi guardò un po’ confuso ed io scossi la testa: < Non ascoltare lui. Si chiama anche Thomas… >
< povero moccioso. Quanti nomi… > Gli feci la linguaccia mentre cullavo il piccolino tra le mie braccia. Lui però non accennava a smettere di piangere. Andai in sala e mi sedetti sulla poltrona. Almeno là ero comoda. < Jake, non ti dispiace se lo allatto? Così la smette di piangere… Mel è molto più tranquilla. Quando a fame i suoi vagiti sono meno rumorosi. Lui invece sembra sforzarsi di infrangere tutte le barriere del suono… >
Jake, leggermente a disagio, sorrise e disse: < Ma certo. Con tutte le volte che ho visto Emily, ormai ci sono abituato. >
Mentre mi alzavo la maglietta e slacciavo il reggiseno lui finse di essere interessato alla libreria…
Alec si attaccò subito al capezzolo, succhiando affamato. A metà circa della poppata Mel smise di piangere. Rose si era messa in piedi vicino a me e la bambina, sentendo il mio odore, si era calmata.

Finii di dare da mangiare al bambino e poi camminai per un po’ cercando di fargli fare il ruttino. Quando finalmente mi svomiticchiò sulla maglietta, potei adagiarlo nella culla che tenevamo al piano terra. Tolsi il bavaglino che tenevo sulla spalla e che era sporco di latte lo portai in bagno prima di prendere Mel tra le braccia e riprendere l’operazione.
Lei fu meno ansiosa nel cucciare e le sue gengiva furono più delicate sul mio capezzolo tormentato. Quei due piccoli mostriciattoli preferivano ciucciare dal seno destro che da quello sinistro. Quando li allattavo insieme, ognuno si doveva accontentare ma se li allattavo uno per uno, ero costretta a cedere. Alla fine potei mettere anche lei a dormire e poi tornai in bagno. Buttai anche il bavaglino di Mel nel catino e poi mi lavai i denti e la faccia.
Quando uscii, vidi Edward parlare al telefono. Parlava in modo accorato a voce tanto bassa che non potevo sentirlo. Lo guardai incuriosita e lui sorrise passandomi la mano sulla guancia, poi riattaccò.
< Chi era? >
< Era Alice. Stanno arrivando. Ancora circa un’ora e saranno qui. > Annuii senza sapere bene come comportarmi. Non vedevo Alec da quando Liz aveva poche settimane. Era passato tanto tempo…
Decisi di tornare dagli altri. Emmett e Jacob stavano discutendo allegramente di macchine e Rose, leggermente seccata, li ascoltava distrattamente mentre coccolava Liz.
< Ah, eccoti. Pensavo che non tornassi più. Che ti fossi addormentata contro il muro… >
< Uffa, piantala di prendermi in giro!  > Mi lamentai andando a controllare i bambini.
Mel dormiva tranquilla mentre Alec, sveglio ed attento, osservava il mondo intorno a noi.
Jake si avvicinò alla culla e ci guardò dentro.

< Ehi, piccolino, vuoi venire in braccio allo zio? >

Lo guardai un po’ stupita. Lui fece altrettanto e mi sorrise complice. Nascose la tristezza dietro la facciata che si era costruito mentre ero nell’altra stanza.
< Che c’è? io pensavo che dal momento che tu vuoi che io sia, beh, come dire… una specie di tuo fratello, allora i tuoi figli dovrebbero essere i miei nipoti. E poi, Liz
chiama Rose zia… >
< Davvero? Dici sul serio? >
Fece spallucce e torno a grattare la pancia a mio figlio che emetteva dei gorgoglii di compiacimento mentre agitava in aria i pugnetti.
< Certo che è proprio carino. Fortuna che non ha preso niente dalla sanguisuga. >
< Guarda che se vuoi, puoi anche prenderlo in braccio… basta che tu faccia attenzione… >
< Posso davvero? >
< Non avevi mica detto di essere suo zio? È un tuo dovere. >  Infilò la mano sotto la schiena del mio bambino attento a non disturbare Mel che ancora dormiva.
< Mi raccomando, attento alla testa. Devi sorreggergliela. >
< Uffa Bella. Sembri Emily. Ma voi mamme siete tutte così ansiose? Guarda che non le faccio mica niente… > E così dicendo appoggiò il bambino sul petto. < Vero Tom?vero che ti piace stare in braccio a zio Jake? >
< Si chiama… > < Io lo chiamo così. Inoltre, Emmett mi ha detto che era il nome che avevi scelto ma poi hai scartato visto che non piaceva alla sanguisuga. Il che mi fa piacere ancora di più questo nome. >
< Sei impossibile. > Evidentemente i nostri toni di voce erano stati troppo alti dato Mel cominciò a piangere. Prima che anche Alec cominciasse a frignare,mi precipitai sulla culla e la presi in braccio.
Rimasi a cullarla a lungo mentre Jacob si stufò in fretta di cullare Alec. Lo ripose delicatamente tra le braccia di Rose e poi si sedette vicino a me, sul divano.
Mi tempestò di domande. Voleva sapere tutto. Come stessi, se mi trovassi bene, come andassero gli esami… Io, un po’ in soggezione, cercavo di rispondergli in modo da non urtare i suoi sentimenti.
Mentre parlavo lo vidi dilatare le narici e stringere i pugni. Le mani gli tremavano leggermente.
Impaurita, strinsi la bambina al mio petto e mi alzai di scatto. Un attimo dopo Carlisle mi fu vicino, tenendomi le mani sulle spalle, quasi fosse pronto a portarmi via all’istante. Parlò con voce rassicurante e calma: < Jacob, controllati. L’importante è non lasciarsi trasportare da sentimenti tumultuosi. Non fare cose di cui potresti pentirti. > Jake respirò a fondo un paio di volte prima di distendere le dita le cui nocche erano diventate bianche.
Mi voltai per cercare Edward con lo sguardo ma non lo vidi. In compenso però mi accorsi che Alice mi stava venendo incontro. Facendo attenzione alla bambina, mi abbracciò stretta. Aveva percorso la stanza talmente velocemente che non l’avevo quasi vista.
< Oh Bella, ero tanto in pena… da quando sono "ceca" sono così ansiosa... > Avrei voluto accarezzarla per tranquillizzarla ma non potevo a causa della piccola creatura che proteggevo tra le braccia.

Da dietro la sua spalla però vidi un bagliore brillare nella penombra del sottoscala. Due occhi rossi mi scrutavano. Alec…

Mi mancò il respiro e sentii le ginocchia tremarmi.
Alice probabilmente se ne accorse e mi sorrise, poggiando le sue braccia sotto le mie ed impedendo alla bambina di cadere. Me la sfilò gentilmente dalle braccia in silenzio scostandosi leggermente verso il muro.

Non so cosa mi spinse a comportarmi in quel modo. C’era Edward a pochi metri da me. Era mio marito. L’uomo, o meglio il vampiro, che avevo baciato con passione la sera prima. Colui che sognavo ed amavo, che mi aveva stretto la mano mentre partorivo. Il padre dei miei figli.

Eppure, in quel momento, il mio cervello si scollegò totalmente e la mia volontà venne relegata in un piccolo angolo della mia mente. L’istinto prese il sopravvento.

In un attimo cominciai a correre. Sentii i capelli svolazzare intorno alla mia testa per qualche istante mentre correvo Alec. Vidi lo sguardo stupido di Jacob, quello addolorato di Esme, quello sconvolto di Jasper, quello addolorato di Edward. Li vidi, ma non li registrai. Erano solo immagini sfocate che mi corsero di fianco mentre mi precipitavo da Alec. Mi gettai tra le sue braccia aperte e lui mi strinse a sé, immergendo la testa tra i miei capelli morbidi. Sentivo le sue braccia fredde intorno alle mie spalle.

Era leggermente più basso di Edward e il suo volto era solo pochi centimetri più in alto del mio.
Se mi mettevo sulle punte dei piedi, i nostri occhi si trovavano alla stessa altezza.
Mi resi conto di star piangendo quando sentii la camicia di Alec bagnata sotto il mio viso. Mi stava cullando lentamente, accarezzandomi i capelli.
< Su, su, non fare così. > Mi sussurrò.
Alzai lo sguardo ed incontrai i suoi inquietanti ed affascinanti occhi rossi.

< Alec, ero così preoccupata per te. In tutto questo tempo non ti sei mai fatto vivo. Avevo paura che ti fosse successo qualcosa. Quando ho saputo che saresti venuto, quasi non credevo alle mie orecchie. Dovevo vederti per credere alle parole di Alice. Non ci hai neanche telefonato. Tutto basato solo su una visione… ti rendi conto? >
< Scusami Bella, davvero. > Mi sussurrò accarezzandomi i capelli. < Sarebbe stato pericoloso. Sapevo che Jane mi stava cercando… >
Edward nel frattempo mi era venuto vicino. Con un gesto marcatamente possessivo che però al momento non notai, mi mise un braccio intorno alla vita. Mi appoggiai al suo petto e con un braccio gli cinsi il collo, quasi ad aggrapparmi a lui. Sentivo ancora le gambe tremanti. Edward annuii impercettibilmente ad una domanda inespressa ed Alec proseguì: < Ci siamo incontrati, un anno ed otto mesi fa. Abbiamo girovagato insieme per un po’… lei è in lutto e ho cercato di starle vicino… era davvero disperata. Un anno fa però mi ha confessato di voler tornare a Volterra. È partita quattro mesi fa. Sono venuto qui quando sono stato certo che nessuno fosse sulle mie tracce. Sai, sono diventato un nomade abbastanza sfuggevole. > Mi sussurrò sorridendomi. Aveva calibrato ogni parola per non turbarmi. Lo osservai attentamente attraverso il velo di lacrime. Era ordinato,lavato, profumato. La camicia era pulita sebbene lisa in certi punti. Mi asciugai gli occhi con il dorso della mano e sussurrai: < Scusami. È colpa degli ormoni… > Ed Edward mi strinse di più a sé, accarezzandomi la fronte con un bacio.
Alec sorrise e poi disse: < Sì, ho saputo che eri in dolce attesa… è andato tutto bene? Come stai?> e mi accarezzò la guancia.

Questa volta fu Edward a parlare. La voce non tradiva alcuna emozione particolare, eccezion fatta per l’amore nei miei confronti e nei confronti dei nostri bambini. < Sì. Bella ha partorito due settimane fa. Una femminuccia ed un maschietto. Li abbiamo chiamati Melanie ed Alec. >

Il vampiro davanti a me fece un’espressione buffissima, misto di vergogna, orgoglio, stupore e felicità. Edward aggiunse: < In realtà, il bambino ha un nome piuttosto lungo… Alec Anthony Thomas. Alec, in tuo onore. Bella ci teneva tanto. Ti è estremamente grata per il tuo aiuto. Proprio come tutti noi. Anthony è il mio secondo nome mentre Thomas piaceva a Bella. Mel invece è l’acronimo delle iniziali dei secondi nomi di mia madre e delle mie sorelle. Mary Elena e Lilian… >
< Mh… complicati come sempre. > Fece Jacob ironico, parlando per la prima volta dall’arrivo di Alec.
Alec lo studiò per un secondo e poi sussurrò a Jasper: < Allora era vero… credevo che mi steste prendendo in giro. Incredibile… non era una leggenda… >
Jake rise. < Potrei dire la stessa cosa dei vampiri… > al che anche Alec sorrise, sciogliendo l’atmosfera di ghiaccio che si era venuta a creare.

In quel momento Liz si sporse da dietro la gonna di Rose. Le si vedeva solo la testa. Quando si accorse che il vampiro dagli scintillanti ed inquietanti occhi rossi la stava fissando, tornò a ripararsi dietro Rose.
< Eih piccolina, sei cresciuta dall’ultima volta. > Le disse gentile.
Lei
, imbarazzata, arrossì. Quando lo ebbe guardò in faccia, tremò appena e bisbigliò: < Mammi… > E la sua era come una richiesta di aiuto. Io andai verso di lei. Quando fui abbastanza vicina,Liz, imbarazzata, corse verso di me ed io la presi in braccio. Si nascose tra i miei capelli.

< Liz, ti voglio presentare una persona che dobbiamo ringraziare tanto tanto… >

  
Leggi le 20 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: CassandraLeben