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Autore: Charly_Baby    07/06/2015    2 recensioni
Louis è speciale. E' morto ma... cammina. Può sembrare un mezzo morto o uno zombie ma lui si definisce solo diverso. Essendo morto non ha propriamente un vero corpo - solo ossa e qualche carne rimasta attaccata in alcuni punti. Abita nel cimitero di Holmes Chapel e gli unici amici che possiede sono i resti degli animali che buttano da sopra il recinto. Louis ha un potere, che solo dopo riesce a comprenderne il significato.
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Harry è un ragazzo normale che di amici però non ne ha nemmeno uno. Aveva avuto Niall come suo angelo custode, poi lo divenne realmente. Niall morì, e fu da lì che iniziarono i problemi. A scuola viene bullizzato per le sue gambe lunghe e per la magrezza della sua pancia. Per i suoi diciassette anni scarsi, però, è brutto essere vittima dell'anoressia. Ci prova ad essere diverso, ma certe volte non siamo noi stessi a dover cambiare.
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Louis non prova emozioni, non ha il cuore, eppure appena incontra Harry è come se rincominciasse a battere per la prima volta dopo anni.
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//Larry!Mini-long\\
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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IV.




Le idee di Harry erano confuse, e molti pensieri e domande vorticavano nella sua testa, come, ad esempio; perchè era scappato? Perchè stava piangendo? E come faceva ad essere così dannatamente bell- No, okay, Harry non l'aveva pensato veramente, o almeno, così si era convinto. Certo che l'hai pensato, Harry! Si diede dello stupido mentalmente: lui era un mostro! Gliele aveva viste le ossa sulla mano e sul torace quando era scappato, oppure l'occhio che non c'era più. Sarebbe dovuto essere disgustato da lui, avrebbe dovuto correre via e non farsi più vedere, non essere restato fermo a contemplarlo. Ma, diamine!, se quegli occhi - l'occhio - non l'aveva rapito. Non era riuscito a andare via, a muovere un muscolo quando la voce del ragazzo-scheletro si era spezzata. I morti non piangono, si era detto, i morti non hanno sentimenti, faceva solo finta. Così Harry si era convinto. Ma, che cazzo, sembrava talmente vera la pena che provava verso se stesso, quella stessa pena che aveva visto non appena il ragazzo-scheletro si era guardato la mano, quasi ripugnato da se stesso. Harry si era ritrovato in quell'occhio azzurro, così sperduto, così indifeso a ripudiare se stesso e il suo corpo malsano. Harry era proprio come lui, ed era rimasto imbambolato davanti a quello. Com'era possibile?

Harry, ancora imbambolato accanto alla tomba del migliore amico, si riprese dai suoi pensieri. Guardò intensamente la foto di Niall che sorrideva, e sorrise anche lui prima di sussurrare un  «Che devo fare?» che sentì solo lui - ma non importava, tanto lì nessuno era disposto ad ascoltarlo. Forse era il fruscio del vento, o forse qualcosa dentro la testa che l'avvertì di essere diventato pazzo, ma sentì la voce di Niall e decise di seguire il suo consiglio:  «Corri, va' da lui.» E chi era lui per non seguire il consiglio del suo angelo barra migliore amico barra padre? Nessuno. Quindi Harry corse, e cercò in tutti i modi di seguire i singhiozzi - che erano misteriosamente scomparsi - che il ragazzo-scheletro emetteva fino a poco fa. Harry girò a vuoto per diversi istanti prima di sentire... qualcosa. Come se un mucchio d'ossa stesse per uscire dalla tomba, sentì a mala pena la terra tremare e, spaventato, urlò. Tutto smise in un attimo, come se ci fosse stato un interruttore e qualcuno l'avesse premuto appena l'urlo di Harry era uscito dalla sua bocca. Il riccio alzò di poco la testa per poi ritrovarsi la tomba di un certo Zibet davanti, ma quello che lo stupì fu trovare il ragazzo-scheletro a pochi passi da lui, con le mani in aria come a voler suonare un pianoforte e un sopracciglio alzato. 

 «Perchè sei ancora qui?!» Alle orecchie di Harry sembrò più un sibilo orribile, quasi macabro, ma gli occhi di Harry invece lessero qualcos'altro in quelli del ragazzo-scheletro. Ci lesse quasi sollievo, quasi contentezza che lui fosse lì. 

 «I-io... io volevo solo sapere se- se stavi bene.» Deglutì a vuoto, non sapendo come rispondere. Perchè era andato lì? Quello non lo sapeva neanche lui ma lo sentiva, quel legamene, quell'elettricità che i due copri emanavano. 

Louis rimase completamente pietrificato. Cosa aveva detto? Strabuzzò l'occhio e cercò di ripersi le parole di Smeraldo nella testa. Si era seriamente preoccupato della sua salute? Se Louis avesse avuto un cuore in quel momento gli si sarebbe sciolgo come un mare immenso di gelatina verde. Verde come gli occhi di Smeraldo. A Louis cominciava seriamente a preferire il verde degli occhi del ragazzo che il cielo azzurro che di solito caratterizzava Holmes Chapel.

 «L'hai sentito anche tu?» Smeraldo chiese, curioso. Si avvicinò di qualche passo e per istinto Louis, abituato agli insulti dei ragazzi di Holmes Chapel, indietreggiò. Smeraldo di fermò, ma avanzò col busto come a sporgersi verso Louis. Il ragazzo moro alzò un sopracciglio, non capendo dove Smeraldo andasse a parare.  «La terra tremare, e quel suono. L'hai sentito anche tu?» Ripeté e si chiarì.

Se Louis avesse avuto dei vasi sanguigni, un cuore battere e delle guance rosee sicuramente sarebbe diventato rosso per la vergogna. Era stato Louis a procurare quei suoni perchè voleva seriamente parlare a zio Wether di come quel riccio l'avesse attratto con un solo sguardo. Aveva alzato le mani e come un pianoforte aveva incominciato a suonare delle note invisibili, per risvegliare l'uomo morto della tomba. Ovviamente l'urlo di Smeraldo l'aveva fermato in tempo. 

 «N-no.»

Ad Harry quasi fischiarono le orecchie quando sentì la voce acuta e così soave del ragazzo-scheletro. Harry aveva capito che il ragazzo stesse mentendo, ma lo lasciò perdere, continuando però a guardarlo. 

 «Lo so che sono brutto, ma non guardarmi in quel modo.» Louis ringhiò, stufo di quelle occhiatine che gli riservava. Si sentiva a disagio, non era mai stato sottoposto a degli sguardi come per scrutarlo, e Louis si sentì quasi in pericolo. E se avesse voluto conoscerlo per poi confessare tutto alla città per prenderlo in giro ancora di più? Louis non voleva questo. 

Harry avrebbe voluto urlare che no, cazzo, non era per niente brutto, ma poi si limitò a distogliere lo sguardo e guardare all'interno della tomba di quel presunto Zibet, proprio accanto a lui. Ci vide delle candele accese e un sacco di animali mummificati riposti su uno scaffale improvvisato. Louis corse verso l'ingresso e vi si parò contro, bloccando l'entrata con il suo proprio corpo - ad Harry sarebbe servito una spintarella più forte per far cadere a pezzi il povero Louis, ma Harry invece si limitò ad osservare le stranezze di quello strano tipo che gli bloccavano il passaggio.  «Non entrare.» sibilò, in faccia -  «è troppo vicino!» - a Harry.  «E perchè no?» Harry, più alto di lui di qualche centimetro, si mise sulla punta dei piedi per poter guardare all'interno e vedere cosa nascondeva il ragazzo-scheletro.  «Perchè è casa mia e non voglio che entrino degli estranei per toccare tutto in giro» Louis, questa volta, sembrò più che imbarazzato che intimidatorio.  «Oh, okay.» Harry smise di guardare all'intero e fisso l'occhio azzurro di Louis che lo fissava. Louis si allontanò un po' dal corpo di Smeraldo perchè era fin troppo vicino e poteva sentire il cuore battere, il sangue fluire nelle vene, l'odore del ragazzo che si immergeva nelle sue narici. 

 «Come ti chiami?» Dopo minuti di silenzio in cui Harry si limitava a fissare l'altro e Louis a guardarsi i piedi scalzi, il ghiaccio tornò a sciogliersi.  «Io Harry.» Si presentò, continuando il suo monologo. Louis non aveva intenzione di rispondere ma - cazzo, è un nome così adorabile! - poi non ce la fece e  «Louis.» rispose. 

 «Beh, Louis, si è fatto tardi e non voglio che mia madre si accorga che sono scappato per un po'. Ci rivedremo domani, se io torno qui?» Ad Harry gli si illuminarono gli occhi e un sorriso con delle fossette ai lati, si formò sul volto - fossette, capite? 

Louis, forse senza neanche pensarci troppo - anche perchè Louis aveva una voglia immensa di stare con quel ragazzo - rispose:  «Certo.» Poi Harry se ne andò. 

Louis rimase nella caverna per tutta la notte a ripensare agli occhi di Harry e a come erano scintillati all'idea di passare un altro po' di tempo insieme. Se Louis avesse avuto un cuore, sarebbe esploso di felicità.  «Forse non sarò poi così tanto solo» Sussurrò ai suoi animali. Poi sorrise.








 
Eccoci qui!

Beh, che dire? Siete cresciuti parecchio e non sapete quanto questo mi rende felice.
Quindi grazie :) 
Sono felicissima che questa storia vi piaccia, anche perchè non pensavo arrivasse a così tanti lettori.

No, ma ditemi, quando sembra timido il questo capitolo, Louis?
E' tenerissimo!!

Bene, non so nemmeno cosa dire quindi, a Domenica prossima.
Un bacione!

Charly Baby

  
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