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Autore: Applepagly    07/06/2015    2 recensioni
Sei vittima di un brutto scherzo, la pedina di un gioco più grande di te; inarrestabile e i tuoi demoni incontenibili, come i tuoi denti che si digrignano e trovano la forza per piegarsi in un sorriso di sangue.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cloud Strife, Nuovo personaggio, Tifa Lockheart, Un po' tutti, Vincent Valentine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Acqua tiepida
 
 
  - Grazie e arrivederci!- salutò. Quella era l'ultima consegna della giornata.
Montò sulla bicicletta e pedalò come un forsennato verso l'ufficio del signor Strife, pregustando già la sua libertà. Ora devo solo correre a prendere il flauto e gli spartiti e poi vado, rise tra sé e sé.
  Peccato che Cloud fosse di tutt'altra idea.
- Hai fatto tardi; come mai?- domandò lui, a dire il vero poco interessato alla risposta. Carter lo trovò stranamente seduto alla sua scrivania, dedito a compilare alcune scartoffie. Non sapeva proprio come avrebbe dovuto rispondere. - Poco importa. Quel che conta è che tu abbia portato a termine i compiti. Senti...- iniziò l'uomo. - Sarei dovuto uscire, tra poco, ma... ho avuto un contrattempo - guardò seccato il cellulare - e devo assolutamente vedere alcune persone. - Non capiva dove volesse andare a parare. - Ti affido gli incarichi che avrei dovuto svolgere io.
- Ma... signore... - ecco cosa voleva dire... - io... le avevo chiesto il giovedì sera libero...
Il biondo lo guardò accigliato, come non ricordandosene. - Davvero?
- Beh... sì. Il giovedì sera ho il corso di flauto.- ammise, imbarazzato. Quello non fece una piega; afferrò alcune carte che aveva lasciato sul tavolo e prese ad osservarle, lasciando il ragazzo con il fiato sospeso. - Ah, sì, è vero...- disse, con aria disinteressata. - Allora ti aspetto domattina qui, con due ore d'anticipo. Dovrai occuparti di queste. - prese a sventolare alcune missive. - Puntuale, mi raccomando.
- Sissignore. - beh, se non altro non lo aveva costretto a saltare la lezione... Il signor Cloud non era poi così male... - Ora puoi andare. - o forse sì?
  Carter si congedò, lasciando l'uomo da solo con i suoi pensieri.
Era oltremodo strano ricevere una telefonata da Cid. Era un po' come lui: entrambi non amavano farsi sentire. - Muovi il tuo culo e fatti trovare fuori da Rocket Town!- gli aveva urlato addosso, senza nemmeno salutare. - C'è una persona che devi assolutamente conoscere e cose di cui devi assolutamente essere messo al corrente!
- Ma, Cid, - aveva replicato. - non credi che sarebbe piuttosto impossibile, per me, arrivare fino a lì?
Quello aveva taciuto un attimo, come interdetto. - "Ma, Cid "- aveva poi preso a rifargli il verso - cosa sei, una ragazzina? Vorrà dire che verremo noi a prenderti con la Shera! Fuori da Edge tra venti minuti! E prova a far tardi che ti stacco l'osso del collo!- e aveva riagganciato.
  Era perplesso, soprattutto perché Cid aveva infilato una sola parolaccia nelle molteplici frasi che aveva detto. Sarà la paternità... Il solo pensiero di quello scaricatore di porto con un neonato tra le mani, metteva i brividi. Il mondo funziona al contrario... E poi, chi era la persona che doveva assolutamente conoscere? E che cosa avrebbe dovuto sapere, di così terribile da rendere l'altro tanto agitato?
 
  - Sai, lì per lì non credevo ti avrei più rivista.- iniziò la barista, porgendole il bicchiere. Sorrise, ripensando alla prima volta che Alexandra aveva messo piede lì dentro, formulando la stessa richiesta; solo lei, avrebbe potuto. - Un bicchiere d'acqua tiepida, grazie. Fredda mi fa male, e calda mi disgusta. - era stata la prima sentenza della dottoressa Elredge, le parole magiche in grado di mettere Tifa di buon umore. - Sei sparita così all'improvviso che temevo ti fosse accaduto qualcosa di grave.
Lei bevve tutto d'un fiato. - Non mi è successo niente; ho solo smesso di lavorare per Karmaros e ho dovuto nascondermi per un po' di tempo. Sai, quando qualcuno se ne va, gli danno la caccia, quei bastardi. Lo fanno perché temono possa divulgare informazioni.
- Davvero? E dove sei stata?- le domandò, preoccupata. - Rilassati, Tiffany. Un amico mi ha ospitata e mi ha anche offerto un nuovo impiego. - spiegò. Un nuovo impiego...? Da quel che ricordava, la biondina non amava niente più di ciò che faceva per vivere; con che altro avrebbe potuto tirare avanti, quindi? - Lavoro per Barbaros. - rispose, orgogliosa. Ora si spiegava tutto.
  Il fatto era che, come la bionda spiegò a Tifa, detestava le persone con cui aveva a che fare nella Karmaros.p.a; non erano in grado di capirla e di assecondarla, e le loro vite ruotavano attorno ad un unico scopo: primeggiare sul mercato mondiale. Certo, forse doveva essere proprio quello, l'obiettivo di un'associazione del genere ma... - ... Facevano tutto in funzione della vittoria. E, per vittoria, mi riferisco a dimostrarsi migliori di Barbaros.
Le due aziende erano da sempre le più grandi rivali e, da quando la Shinra era fallita, avevano preso ad accanirsi l'un l'altra ancor di più, per ottenere il primato che i produttori di Mako avevano detenuto per più di trent'anni. - Non erano intenzionati a finanziare un progetto rivoluzionario per l'intera umanità; così ho deciso di cambiare aria.
  Tifa sorrise all'amica, nascondendo un pizzico d'invidia per la sua risolutezza; la dottoressa aveva avuto il coraggio e la determinazione necessari per andarsene, lasciarsi tutto alle spalle ed iniziare una nuova vita. Certo, questo per ragioni apparentemente altruistiche; ma Tifa la conosceva bene, sapeva che non fosse interessata al benessere comune che quell'impresa avrebbe comportato, più che alla gloria personale.
E, anche con una motivazione così egoistica, lei aveva abbandonato ciò cui era abituata. Perché invece lei, che sarebbe stata spinta dalle più nobili intenzioni, non era capace di fare altrettanto? - E di che genere di progetto si tratterebbe?
Alexandra non rispose. La barista notò un'ombra scura attraversarle il volto, un bagliore sinistro nei suoi occhi già cupi di per sé. - In ogni caso, - cambiò semplicemente argomento. - non mi hai detto come te la passi tu, mia cara Tifa. Insomma... - prese a rigirarsi il bicchiere di vetro tra le mani - credo che la situazione, dall'ultima visita, non sia cambiata molto. Hai considerato la mia proposta?
La mora sospirò.
  Che strane, le decisioni. Gli uomini hanno ottenuto la facoltà di scegliere, di non vivere sotto costrizione, e questo dopo lunghe lotte; eppure, quando arriva il momento di farlo, preferirebbero non fosse così. Preferirebbero piegarsi alla volontà, alla scelta di qualcun altro, piuttosto che camminare con le proprie gambe e rendersi conto di aver sbagliato in qualcosa.
  Così era per Tifa, combattuta tra il restare con le persone che amava e l'amarle non restando. E non avrebbe potuto chiedere consiglio, perché quello era un segreto. Perché gli orrori dovevano restare segreti.
Com'era difficile, vivere. - Sì, - si decise a rispondere - ma non la posso accettare.
 
 
Noticine:)
Eccomi di ritorno, come promesso!
Allora, la seconda parte di questo capitolo è pressappoco uguale; la prima, invece, è simile al settimo capitolo dell'altra long. Andando avanti, scoprirete che alcune parti siano state tagliate o reinserite in mezzo ad altre; questo per motivi di tempo: non posso scrivere una long di quaranta capitoli e passa perché ci ficco cose inutili! Con ciò, vi lascio a domenica prossima, bye!
TheSeventhHeaven
  
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