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Autore: lovingemmaswan    09/06/2015    4 recensioni
Una storia Captain Swan basata sulla gravidanza di Emma, dal test di gravidanza positivo alla nascita del bambino.
Tradotta da una fanfiction inglese , è ambientata alla fine della seconda stagione.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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14 settimane.

Emma saltò giù dal letto, sfrecciando in bagno, e fece appena in tempo ad alzare l'asse del wc prima di vomitare tutto quello che aveva nello stomaco. Afferrò i lati della tazza senza preoccuparsi minimamente della pulizia, quasi appoggiando la fronte sul sedile. Lo stomaco le si contorse dolorosamente.

Fino a due settimane prima, la nausea era stata veramente poca, e si faceva sentire solo quando non mangiava abbastanza, ma ora, le risucchiava le forze. Non aveva mai vomitato quando era incinta di Henry. Infatti, tutta la sua prima gravidanza non era stata per niente movimentata, cosa di cui era estremamente grata, considerate le circostanze. Al contrario, stavolta si sentiva impreparata, perchè tra nausee e esaurimenti, questo bambino sembrava prenderla a calci in culo.

"Non dovrebbe smettere dopo il primo trimestre?" si chiese, alzandosi sulle gambe tremanti, mentre si puliva la bocca e lo stomaco le doleva ancora. "Quegli stupidi opuscoli mentono," pensò, mentre era grata a David per averla costretta a prendersi un giorno di ferie. Questa non era decisamente la sua parte preferita della gravidanza, e di sicuro aveva qualcosa da dire a chi aveva deciso che quello sarebbe stato parte del miracolo della procreazione.

"Mamma? Stai bene?" sentì la voce di Henry lontana dall'altra stanza.

"Sto bene, sei pronto per la scuola?" si costrinse a uscire, dopo aver sputato nel lavandino.

"Quasi! Sicura di stare bene?"

"Sì, sicura. Mangia un po' di cereali , che tra poco esco, ragazzino,"

Emma si sciaquò di nuovo la bocca e mise del dentifricio sullo spazzolino, sperando che aiutasse a non farle più sentire il sapore di vomito.

Quando fu finalmente vestita, uscì dalla stanza. Henry era seduto al tavolo della cucina. mangiando cucchiaiate di cereali. Era vestito, e la cartella era già sulla sedia di fianco a lui. Una cosa si poteva dire sul vivere con un pirata - Henry non era mai in ritardo la mattina. Sembrava che non si stancasse mai di chiedergli delle sue numerose avventure.

"Quindi, Killian, esattamente quanto sei stato a Neverland?"

"Hey! Pantaloni! " esclamò Emma quando vide il pirata quasi nudo che apriva il frigo, i boxer che gli fasciavano perfettamente i fianchi.

"Non so esattamente i giorni, ma dev'essere stato qualcosa come 300 anni," rispose Hook al ragazzo, non sentendo Emma o semplicemente decidendo di ignorarla.

"Bene," prese un'altra cucchiaiata. "Cosa facevi tutto il tempo?"

Emma rinunciò all'idea di mangiare qualcosa quando ebbe una fitta allo stomaco anche solo pensando al cibo. Decise quindi di finire di prepararsi, e tornò in camera, nel caso in cui avesse avuto bisogno di una scappata veloce al bagno.

"Navigavo, lottavo contro i ragazzi sperduti, saccheggiavo, osservavo... le sfumature della vita a Neverland erano bellissime," sogghignò, con lo sguardo perso nei ricordi, tralasciando che la vendetta era stato il suo maggiore incentivo per trovare un posto dove non si invecchiasse mai.

Era diventato più bravo a parlare con Henry, da quando viveva con loro dal mese prima. All'inizio non ne poteva più delle incessanti domande del ragazzo.

"Hai mai incontrato qualche sirena?"

"Ho fatto del mio meglio per non incontrarle," Hook si versò un bicchiere di succo d'arancia, appoggiandosi al bancone."Pericolose creature, ma belle da lontano... come molte donne," disse, facendo l'occhiolino ad Emma che stava passando dalla cucina, per prenderla in giro. "Preferivo la compagnia delle fate."

"Fate? Non sono piccole? Come sono dal vivo?"

"Molte possono scegliere di diventare grandi come noi quando lo desiderano, con la magia. Ovviamente, i loro corpi normali erano molto piccoli, avevano spazio per una sola emozione alla volta, e possono essere pericolose come le sirene quando sono arrabbiate, ma quando non lo sono..."

"Conoscevi Campanellino?" Henry lo interruppe, eccitato.

"Fai molte domande, ragazzo,"

"Quindi , la conoscevi?"

"Conoscere Campanellino? Beh... direi che non la conoscevo solamente," ridacchiò, bevendo il succo.

Emma tornò in cucina giusto in tempo per sentire la fine della conversazione. " Bene quindi, direi che è abbastanza su Neverland... Killian, mettiti dei pantaloni," lo interruppe prima che la conversazione diventasse inappropriata. Prese la scatola aperta di corn flakes e andò verso la credenza, costringendosi a non guardare il pirata che stava ancora girando nella sua cucina con nient'altro che un paio di boxer grigi.

"Beh, buongiorno, tesoro," la salutò come se fosse la prima volta che la vedeva quella mattina.

"Abbiamo già parlato dei pantaloni,"

"E' una buona cosa che tu non fossi sulla mia nave, ragazza. Dovresti vedere con cosa dormo normalmente," sogghignò, alzando le sopracciglia. " E sulla mia nave, io faccio le regole,"

"Non in casa mia, e non di fronte a mio figlio," si mise le mani sui fianchi e e fissò Killian.

"Va bene, mamma," disse Henry con un tono che indicava che lei aveva un altro dei suoi capricci. "Siamo entrambi maschi," disse alzando le spalle.

Emma non era sicura del perchè, ma l'idea che Henry avesse una figura maschile in casa, e che loro sembrassero una normale famiglia la faceva sentire strana e felice allo stesso tempo.

"Non importa,ragazzo. Se calmerà la signora della casa..." sorrise, uscendo dal salotto e prendendo un paio di pantaloni che erano sul tappeto vicino al divano. Anche se Emma non approvava, il pavimento intorno al divano su cui dormiva era diventato il suo armadio.

"Quindi mamma... possiamo impostare la tv quando torno a casa?"

"Non vai da Grace dopo scuola?"

"Quindi il ragazzo ha la sua prima ragazza?"

"Lui non ha una ragazza," disse, velocemente, poi si girò verso Henry. "Aspetta, ce l'hai?"

"Siamo solo amici," rise Henry.

"Risposta giusta," sorrise, passandosi una mano tra i capelli. "Oggi è il mio giorno libero e il tipo della tv viene mentre sei a scuola, quindi sarà tutto pronto quando torni a casa. Okay?"

"Fantastico!"

Emma scosse la testa, sentendo quanto fosse entusiasta. "Non è ora di andare ? Andiamo a piedi?"

"Uh, penso che prenderò il bus oggi,"

"Con Grace?" chiese Emma sollevando un sopracciglio, e suo figlio le sorrise in risposta. Fu segretamente sollevata. Dopo che lo stomaco si era ribellato, non era sicura di quello che la camminata avrebbe potuto farle.

Più tardi quel giorno, dopo che l'uomo della tv lasciò il suo appartamento, Emma stava armeggiando con le impostazioni della nuova e misteriosa tv via cavo. Non era completamente ignorante in materia di televisioni, ma quella, così nuova, la faceva sentire al pari di Uncino.

"Qundi ha finalmente comprato una di quelle ridicole scatole parlanti," commentò Uncino, incrociando le braccia al petto mentre la guardava.

"E' per Henry,"

"Davvero, Emma? Cerchi di corromperlo?"

"Cosa? Per cosa dovrei corromperlo?"

"Sono un pirata, amore. E conosco la corruzione," disse Killian, facendo un cenno verso la sua pancia. "Non passerà ancora molto prima che tu dovrai dirglielo, sai,"

Emma sembrò offesa. "Peso ancora esattamente come 3 mesi fa," disse indignata, toccandosi la pancia. Quando era incinta di Henry, nessuno lo aveva notato finchè non era di almeno 6 mesi, e sperava che sarebbe stato lo stesso anche stavolta. Però, quando si vestiva la mattina, Emma poteva già vedere la linea della pancia che iniziava a formarsi, ma ci sarebbe voluto tempo prima che sembrasse qualcosa di più che due cheeseburger di troppo alla gente, se era completamente vestita. "Stronzo," borbottò, mentre sistemava i cavi dietro la tv.

Killian fece schioccare la lingua. "Tsk, tsk, che linguaggio per una mamma, Emma,"

"Stasera, glielo dirò stasera," disse infine, cambiando argomento.

"E che cosa gli dirai su di me?"

"Gli dirò la verità. Stiamo per avere un bambino. Tu sei il padre del bambino, ma non stai per diventare suo padre,"

"Quindi sono stato finalmente promosso dall'essere l'ospite di casa?"

"Tu sei solo un ospite, Killian," disse lei seccamente, roteando gli occhi.

Perchè? Lui voleva essere più di un ospite? Era stato bravo con Henry di recente, e lei sapeva quanto dovesse essere stato difficile per lui abituarsi ad avere intorno dei ragazzini. Fortunatamente, il fascino con cui raccontava storie sembrava avere effetto sui bambini tanto quanto che sulle donne, e il suo ego ne aveva gioito, e era cresciuto. Avere Killian che viveva con loro era come avere un camminante e parlante libro di storie per Henry, e il ragazzo non ne aveva mai abbastanza. E non aveva smesso di flirtare con Emma, ma quello faceva semplicemente parte di lui, o no ? Aveva flirtato con Granny, per l'amor di Dio! Forse era serio quando diceva di essere lì per il loro bambino,ma quello faceva solo parte di una qualche sorta di codice d'onore dei pirati, o dei gentiluomini. Di sicuro lui aveva dei sentimenti più profondi per lei.

Finalmente, Emma premette il pulsante giusto sul telecomando, e lo schermo passò dall'essere bianco e nero e tremolare alla tv via cavo. "Eccola! FInalmente, dannata tv,"

Quando si girò, Killian era andato dall'altra parte della stanza e si stava mettendo gli alti stivali da pirata che insisteva di indossare occasionalmente. Poi mise un impermeabile di pelle nera, sopra i jeans e la t-shirt.

"Di nuovo la roba da pirata?"

"Non è la roba da pirata, Emma, è la mia roba," brontolò.

"Cosa c'è di sbagliato con te? Dove vai?"

"Ho solo bisogno di un po' d'aria, sono rinchiuso qui da troppo tempo,"

"Non hai vissuto su una nave per qualcosa come 300 anni?"

"La nave aveva un ponte," le ricordò. "Prenderò il pranzo da Granny dopo,"

"Tu cucini mai?" scherzò lei alzando un sopracciglio, ma poi preoccupandosi di averlo ferito. Era possibile? Si offendeva mai qual bastardo arrogante?

"Vuoi qualcosa, tesoro?"

"No, s-to bene. Penso che guarderò un po' di tv,"

Poco dopo, Emma era da sola nell'appartamento, troppo mentalmente esausta dalla vita in cui era Emma Swan che cercava, perdendo tempo, di psicoanalizzare Killian Jones. Si rannicchiò sulla poltrona che aveva ordinato il mese prima, e guardò la guida tv finchè non sentì gli occhi che iniziavano a chiudersi. Come riusciva la gravidanza a renderla così esausta tutto il tempo, anche quando non si alzava dal divano? Non passò molto prima che cadesse in un sonno profondo, e un'ora dopo Emma ne scivolò fuori vedendo una figura scura alla fine del divano su cui si era appisolata.

"Gesù, Killian. Cosa stai facendo?"

"Sono solo curioso, tesoro," disse facendo un cenno alla televisione. "Sono tornato e ho visto qualcosa... di abbastanza intrigante sulla tua scatola magica,"

Emma seguì il suo sguardo e vide che quello che la tv stava dando era completamente un altro tipo di film. Gli occhi le si spalancarono, e fu finalmente abbastanza sveglia da realizzare che quei gemiti ad alto volume provenivano dalla sua tv. Doveva essersi addormentata mentre scorreva la lista dei canali, o probabilmente aveva premuto qualcosa mentre dormiva. Non sapeva neanche di avere quei canali.

"Sporcacciona," sogghignò con un sopracciglio alzato. " E' questo quello che fai mentre me ne vado?"

"Cosa? No!"

"Non mi sorprende che fossi tanto giù di corda, stamattina, " la guardò come se stesse per scoppiare a ridere in qualsiasi momento. "Tutta quella frustrazione repressa-"

"Non stavo guardando porno," scattò, alzandosi a sedere.

"Mia cara, tu stavi guardando del sesso," la corresse, non conoscendo il termine. I suoi occhi non si erano ancora staccati dallo schermo. "Sporco sesso." commentò, gli occhi maliziosi. "Sai, amore, tutto quello che devi fare è chiedere,"

"Stai zitto, Killian. Mi sono addormentata e quando mi sono svegliata, il canale era cambiato," sostenne lei, prendendo il telecomando e spegnendo velocemente la tv. "Comunque, anche se lo stessi guardando, perchè sarebbero affari tuoi?"

"Che gentiluomo sarei se non offrissi i miei servizi alla bramosa, e piena di ormoni, madre di mio figlio?"

"Hai letto gli opuscoli?"

"Emma, ti assicuro, secondo la mia lettura, che tutte queste nuove emozioni che stai provando sono assolutamente normali," continuò, passando giocosamente un dito sul suo piede nudo.

"Come il forte sentimento in cui io ti lancio una scarpa in testa?" scattò, calciando via la sua mano.

"Per quella dovrei riguardare," sorrise.

"Vai via di qui. Henry sarà qui a momenti da casa di Grace,"

"Quindi hai finalmente deciso di dirglielo?"

"Cosa intendi per finalmente?"

"Tesoro, sei stata terrorizzata di dirgli della nostra piccola... imprudenza per settimane"

"Non chiamarlo così, non è colpa sua," si lamentò, toccandosi la pancia delicatamente. "Comunque, perchè non glielo dici tu? Non sembri avere molti problemi a raccontare delle tua altre 'imprudenze'. Campanellino?”

"Gelosa, tesoro?"

Emma lo prese in giro. " Ti piacerebbe,"

"Forse un pochino," le concesse, accarezzandole la caviglia.

Prima che Emma avesse la possibilità di decidere se volesse baciarlo o respingerlo di nuovo, furono interrotti dal suono della porta che si apriva.

"Hey, mamma!"

   
 
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