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Autore: eli_s    10/06/2015    4 recensioni
Talvolta dobbiamo camminare sulla propria strada sfiorando inconsapevolmente ciò a cui siamo destinati.
Piccolo tentativo Delena di raccontare come si sono girati attorno per un po' prima di trovarsi davvero.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Giuseppe Salvatore, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dirty dancing

 

***

 

 

Damon rallenta il movimento ritmico appena capisce, dal respiro e dal braccino paffutello che cade mollemente, che la piccola si è finalmente addormentata.

 

Ancora gli ci vuole un po’ per far sì che crolli senza troppe storie, prova sempre ad imitare quello che vedeva fare a Rose nei primi e unici due mesi in cui ha potuto fare la mamma e addormentare lei la loro bambina.

 

Se la ricorda ancora a piedi scalzi che girottolava per la stanza del piccolo appartamento preso in affitto a New York, tutta concentrata ad accarezzare la piccola mentre lui sussultava ogni volta che il volto dolce di Rose si faceva un po' più bianco o affaticato.

E lei per distrarlo gli dava la bambina provando a spiegargli come fare.

 

All’inizio era titubante nell’agitarla così tanto non capendo come potesse addormentarsi,  ma poi quando aveva imparato il ritmo -canticchiando nella sua testa una filastrocca di quando era piccolo- aveva compreso il potere del moto ondulatorio.

 

Si dirige verso la culla e la posa con delicatezza senza staccarla dal suo petto fin quando non trova totalmente contatto col materasso.  

 

Ha capito che staccarla in modo repentino la sveglierebbe e così procede sempre con la massima cautela, ma sono piccoli indizi che sta raccogliendo ora dopo i primi mesi di smarrimento.

La guarda beatamente avvolta dal sonno, i respiri leggeri le piccole braccia alzate ai lati della testa e non può non sorridere quando fa delle piccole smorfiette dolci; non credeva Damon che il suo cuore potesse struggersi così per qualcuno.

 

Invece è completamente perso per sua figlia.

Resterebbe delle ore a guardarla mentre dorme, ma si solleva appena riportando l’attenzione sull’abito blu appeso alla porta timidamente illuminato dalla luce soffusa della lampada sul comodino, quasi a suggerirgli di riprendere in considerazione l’opzione festa.

 

È combattuto Damon, perché ora che sua figlia dorme una leggera, sottile curiosità si affaccia negli occhi azzurri e guarda l’orologio realizzando che sono appena le dieci e mezzo.

Lilian dovrebbe svegliarsi tra quattro ore e lui si potrebbe prendere giusto quel tempo per svagarsi un po'.

 

Sospira profondamente e si dirige da suo padre.

 

 

 

 

***

 

 

 

 

Elena si è diretta dal lato opposto del salone, verso lo studio di Richard Lockwood nel quale non entra da quando aveva 13 anni e lei, Caroline e Rebekah si ubriacarono, dopo essersi imbucate alla festa organizzata da Tyler e i suoi amici liceali per halloween, con una bottiglia di gin trovata per caso dietro uno scaffale.  

Attraversa il grande atrio circolare superando l’albero imponente dove alcune persone stanno dialogano e tira dritta a testa bassa sperando che i suoi non la vedano, ma sbatte contro qualcosa o meglio.

Qualcuno.

 

Alza il naso e un profumo familiare la investe, compromettendo il suo già precario equilibrio emotivo.

 

Damon.

 

Ed è quasi esasperata Elena dal fiume di sensazioni che la tormentano nell’esatto momento in cui incontra le iridi cerulee risaltate dal completo blu notte.  

Lui la osserva crucciato come a cogliere qualche elemento che gli permetta di capire perché ha quello sguardo da cerbiatto impaurito.

 

-Damon...sei...sei arrivato-

-Così sembra-

-M...ma....adesso?-

-Preferisco sempre i dopo cena-

 

Lei lo fissa confusa col il battito cardiaco che aumenta veloce, è troppo instabile per reggere il loro consueto scambio di battute e lui sembra accorgersi del suo disagio.

E’ rimasto bloccato sulla porta di villa Lockwood nel momento esatto in cui ci ha messo piede e -dopo le varie sensazioni di disagio e claustrofobia per quel posto – l’ha vista apparire dalla sala principale e camminare a testa bassa.

 

Si è mosso in direzione di lei tentando si sopprimere quei brividi sottili di felicità che si sono impadroniti di lui come la stretta attorno alla bocca dello stomaco - e si è dovuto sistemare il colletto della camicia per tentare di ricomporsi e non farsi sovrastare dalla strana fibrillazione che l’esile e morbida figura di Elena gli ha scatenato.

 

Così le si è parato davanti pensando che lei lo avrebbe visto, invece lo ha stupito travolgendo fisicamente. E si sarebbe stupidamente perso sullo scollo generoso dell’abito che mostra i profili pallidi dei suoi seni se gli occhioni da bambina non lo avessero subito rapito, facendolo preoccupare.

 

-Dove correvi signorina?-

-Io…-

 

Inizia a balbettare arrossendo e di nuovo Damon avverte quel barlume di dolcezza pizzicare il cuore.

Non vorrebbe che tutte queste cose gli si scatenassero dentro come l’incontenibile voglia di sorridere che lei sa suscitargli, non vorrebbe sentire quel contrasto tra la sua vita, la sua realtà e gli abissi di cioccolato di Elena così vivi e caldi.

 

-E’ per caso giunto il momento di rimettere in riga qualcuno?-

 

Lei lo osserva inebetita e poi le scappa un mezzo sorriso appena capisce la battuta ammorbidita dal tono soffice e basso.

Eccolo il suo pericolo più grande, quel labbro color pesca che s’incurva un po' da entrambi i lati solcando una timida riga sulle gote di lei. E Damon si chiede, senza riuscire ad arrestare i pensieri, che sapore abbia Elena.

 

-No, non è per Stefan…-

-Perfetto...allora andiamo-

 

Le afferra la mano in un gesto tanto istintivo quanto studiato ed Elena non può che sussultare sentendo la sua pelle rabbrividire per quel contatto così intimo, possibile che la mano di Damon che stringe la sua con quel tocco gentile ma solido la possa imbarazzare tanto?

Non si è nemmeno accorta che nella sala sono state avviate le danze e in molti stanno già scaldando la pista e non capisce cosa stia facendo Damon conducendola al centro della sala.

Si fermano l’uno davanti all’altra osservandosi di sottecchi e Damon tira su una mano.

 

-Balla con me, Miss Gilbert?-

 

Elena annuisce senza riuscire a spiccicare parola e si lascia guidare da lui; grandioso, lei ha un vagone di sentimenti agitati e inespressi che mettono in subbuglio il suo stomaco - ne ha accumulati anche troppi in una sola sera- e lui ha la brillante idea di stringerla con discrezione e farla volteggiare.

Proprio il perfetto contributo per farla esplodere.

 

La mano sulla schiena, una che stringe la sua, il respiro che si infrange sulla pelle, l’odore pungente del dopo barba che sa di sere d’estate dopo un temporale.  

Potrebbe dirsi quasi ubriaca e forse lo è, forse non è normale sentirsi così tra le braccia di Damon.

 

 

 

 

***

 

 

 

Poco più in là una rediviva Caroline, che ha inghiottito i suoi disagi, arriva con Bonnie ai margini della pista da ballo e osserva la folla di ballerini sospirando pesantemente; quando vede l’amica invitata da Kol le sorride appena, ma in realtà vorrebbe fuggire via.

 

Lei, la regina indiscussa di ogni evento che si rispetti vorrebbe essere il più lontano possibile da questo posto che la opprime e soffoca.

Si gira per andarsene, ma qualcuno le si para davanti.

 

-Andavi da qualche parte, love?-

 

Il tono di voce roco la investe obbligandola ad alzare gli occhi chiari già indispettiti - perché sa benissimo chi è- seguiti da uno sbuffo.

 

-Sì, ma non che la cosa ti riguardi-

 

Le labbra furbe di Klaus si incurvano in quella sua tipica smorfia sorniona.

 

-Mi interessa se si tratta di te-

 

Lei incrocia le braccia al petto provando a fare un passo indietro e riappropriarsi dello spazio che lui le sta rubando. E come tutte le volte -tutte le estati passate a fuggire dai suoi attentati- ha paura di perdere la sua proverbiale parlantina davanti agli occhi curiosi che la osservano.

Prova a trattenere il calore che le divampa sulle guance, fallendo miseramente.

 

-Klaus non ho tempo né voglia per le nostre battaglie verbali-

 

Sbuffa cercando di essere il più risoluta possibile, ma dentro è solo un cumulo di emozioni disordinate.

E questo non va bene.

Lui tira su una mano col palmo riverso verso l’alto e la guarda con il suo migliore sguardo ammaliatore/comprensivo.

 

-Per un ballo?-

 

Caroline sente la sua voce accarezzarla dolcemente e deve trattenere l’aria per qualche istante mentre si morde il labbro e passa gli occhi chiari dalla mano alle iridi di lui come valutando le possibili conseguenze di quel gesto.

 

-Solo uno-

-Non chiedo di meglio-

 

Alza gli occhi al cielo e posa la mano su quella del ragazzo lasciandosi condurre in mezzo alla pista; non sa perché sente che potrebbe cacciarsi in qualche guaio, ma ad ora Klaus rappresenta l’unico rapporto a parte Bonnie che non la fa soffocare tra quelle mura.

 

 

 

***

 

 

 

Elena sta trattenendo il fiato mentre Damon la dondola mollemente a ritmo di musica e ci pensa a quanto sia dannatamente perfetto anche come ballerino, a quanto la sua disarmante bellezza la inchiodi come una cretina nei suoi occhi.

 

Non sa nemmeno che musica stia suonando in sottofondo, non sa nemmeno se ci sia della musica perché adesso il campo visivo di Elena è totalmente riempito da questo azzurro striato di nero che invade tutto il suo mondo.

 

"I've waited a hundred years,

But I'd wait a million more for you,

Nothing prepare me for

Of the privilege of being yours would do"

 

Damon invece sta sentendo fin troppo bene le parole di quella che riterrebbe senza dubbio una canzone sdolcinata, ma le cui parole sembrano raccontare proprio di lei, della piccola brunetta un po’ più donna del solito che ondeggia leggera tra le sue braccia.

 

"If I had only felt the warmth within your touch

If I had only seen how you simile when you blush

Or how curl your lips when you concentrate enough

Well I would have known

What I was living for all along

What I've been living for"

 

Le fa fare una serie di giravolte su quei tacchi troppo alti sui quali è fin troppo semplice perdere l’equilibrio e due volte rischia di cadere se non fosse che le sue mani forti sono sempre li, a sorreggerla per la schiena; quando non prende bene le misure gli finisce letteralmente addosso.  

E sussulta per l’eccessiva vicinanza, sospesa a due battiti di cuore dalle labbra intense di Damon e gli occhi liquidi pigramente affondati dentro lei.

 

E per la prima volta, coscientemente, Elena desidera baciare Damon.

 

“Your love is my turning page

Where only the sweetest words remain

Every kiss is a cursive line

Every touch is a redefining phrase”

 

Lo realizza fino a far diventare quel desiderio palpabile - le sente le proprie labbra schiudersi, la carne bruciare, le mani pruderle mentre stringe la persa sulla spalla di lui- quasi doloroso.

 

Come avverte la vergogna serrarle la gola quando una terza voce si intromette a spezzare il ballo e sente i suoi piedi, prima sulle punte ancora sospesa nell’atto finale della giravolta, assestarsi sul pavimento.

 

-Posso rubartela?-

 

Grayson Gilbert osserva tranquillo il ragazzo -ormai uomo- che tiene stretta sua figlia totalmente persa nel groviglio di emozioni.

Quando è che il tempo ha smesso di scorrere?

Elena sbatte le ciglia per mettere a fuoco la figura di suo padre ed arrestare il proprio battito cardiaco e, spera, anche l’imbarazzo che le colora vistosamente la pelle.

 

-Certamente-

 

Da un’ultima occhiata a Damon e se non fosse in panne direbbe quasi che anche lui sembra disorientato. Lo vede lisciarsi la giacca e sparire nella folla portandosi via un pezzo della sua dignità.

Di contro trova le iridi nere e severe di suo padre che la fissano con quel velo che sa di ramanzina, ma Elena non sa proprio dire perché dovrebbe rimproverarla.

 

***

 

 

La lascia a suo padre e sparisce.

Perché lui ha una figlia a casa che lo aspetta e non può più giocare a fare il ragazzino.

Non dopo Rose.

 

E il dolore torna sordo, infido, latente a lacerare la carne e nutrite le colpe della sua incapacità, del suo non aver saputo amarla come avrebbe meritato.

 

Sospira e si dirige al tavolo degli alcolici dove Richard Lockwood sta parlando con Logan Fell e già gli sale la nausea.

Uno perché non li sopporta, soprattutto da quando è morto Fell senior e il figlio - un emerito imbecille - ha preso il posto nel Consiglio cittadino iniziando a creare solo problemi, secondo perché non hanno gradito che da qualche mese lui iniziasse ad affiancare Ric nell’amministrazione del Consiglio al posto di suo padre che ormai da tempo non ne voleva più sapere.

 

Sa bene che Lockwood e Fell sono le due famiglie pianta grane, quindi se può li evita ma in questo caso, essendo in casa di uno dei due, è pressoché impossibile.

Quando ordina da bere già sente il momento in cui gli rivolgeranno parola.

 

-Damon Salvatore….non ti ho visto alla cena-

-Perché non c’ero-

-Vedo che hai deciso di presenziare ad almeno un evento del Consiglio-

 

Prende il bicchiere di bourbon dal barman e torna con lo sguardo su Logan Fell.

“Le persone vanno sempre guardate negli occhi” ripeteva sua madre, e lui ora dovrebbe aggiungere “anche gli imbecilli”.

 

-Vorrei cercare di portare avanti qualche buon proposito-

 

C’è anche fin troppo sarcasmo nel suo tono, quanto basta a Logan per scambiarsi un’occhiata con Richard.

Intanto Ric che li ha notati si è avvicinato.

 

-E tuo padre?-

-E’ rimasto a casa-

-Oh suppongo a fare il nonno-

-Beh d’altronde lo è-

-E tu ti fidi? Insomma visti gli amici di bottiglia...o magari adesso è diventato bravo sul serio-

 

Le iridi di Damon si stringono a fessura come nel tentativo di strozzare il collo di Logan con lo sguardo, ma Richard posa una mano sulla spalla di quest’ultimo.

 

-Quello che Logan vuole dire….è che ci auguriamo che non ci siano più spiacevoli incidenti-

 

Porta l’attenzione sul padre di Tyler.

 

-E’ stato un periodo difficile-

-E il Consiglio lo ha capito, ma adesso basta stronzate. Altrimenti tuo padre è fuori, non tutti quelli a cui muore la moglie diventano degli alcolizzati-

-Attento a come parli della mia famiglia Richard-

-Ti ricordo che sono il Sindaco di questa città-

-Dovresti dare il buon esempio allora, non affossare i tuoi amici-

-Tuo padre si è macchiato di vergogna e noi abbiamo fatto il possibile per coprirlo, non mi interessano i suoi problemi, non più almeno….i Salvatore sono diventati la feccia del Consiglio cittadino-

 

Ed è un attimo quello in cui Damon scatta verso il Sindaco e lo avrebbe certamente colpito se Alaric non lo avesse afferrato mettendosi in mezzo.

Gli animi si stanno agitando anche troppo.

 

-Damon lascia stare-

 

Vengono attirati gli sguardi dei presenti e Grayson si avvicina, seguito da Elena.

 

-Che succede qui-

-Niente-

-Alaric porta tuo nipote via...ci penso io-

 

Damon ha una faccia scura in volto in un modo in cui Elena non lo ha mai visito e osserva Ric condurlo fuori dalla sala verso l’ingresso, seguito a ruota da Stefan.

 

-Grayson-

-Richard ma che diavolo ti prende, è solo un ragazzo ti sembra il caso di metterlo in difficoltà davanti a tutti-

-Dovevo chiarire le cose-

-Oh, non temere hai chiarito benissimo tutto-

 

Elena sobbalza, poche volte ha sentito suo padre così furioso con qualcuno.

Sa bene che lui e Richard sono amici da tanto tempo e ha capito che, in quanto medico chirurgo della città, ha una certa influenza ma non credeva così tanta.

 

Non sa cosa sia successo, ma è preoccupata per Damon; si volta in direzione dell’uscita per  cercarli quando vede passare Caroline con il volto in lacrime e qualcosa le si spezza dentro.

 

Finalmente si sblocca e decide di andare da lei.

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutte!!!!

 

Chiedo scusa per il ritardo è stata una settimana pesante e ancora siamo all’inizio!!!

Ovviamente ringrazio tutte voi adorabili ragazze che mi leggete, recensite e supportate, come farei senza di voi??

 

Venendo alla storia…eccoci alla seconda parte della serata (no ancora non si è conclusa) dove vediamo gli animi che si agitano un po’ e soprattutto vediamo Damon che arriva alla festa e prova a distrarre Elena da qualunque pensiero la tormenti.

E’ un capitolo un po’ più leggero e meno di passaggi importanti tra i personaggi, nel prossimo tireremo le somme della serata…scopriamo inoltre che Damon sta interagendo con i membri del consiglio cittadino e che i loro rapporti non sono propriamente rosei….

La canzone smielata –lo so ci voleva altro ma ho scritto il capitolo con in sottofondo un video delena (pazzia vieni a me) con Turning pages degli Sleeping at last e non ho resistito!

 

Ovviamente attendo le vostre più spassionate opinioni in merito!!!

Il prossimo non tarderà ad arrivare prometto!

 

Baci

Eli

   
 
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