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Autore: Becky2000GD    12/06/2015    5 recensioni
Huntington Beach, California. La città sembra il posto giusto per riprendersi dopo l'ennesima atrocità subita. Destiny, però, non ne è convinta. È persa nei suoi problemi, nei suoi pensieri... non è più in grado di dimenticare. La vita le ha giocato troppi brutti scherzi, ma quello che sta per succederle non è che la punta dell'iceberg. Potrà infatti ricostruire il puzzle e soprattutto raccogliere i cocci di se stessa e solo grazie all'aiuto di persone di cui, prima, non si sarebbe mai fidata.
Dal testo:
Sono troppo spaventata. Non ho ancora avuto nemmeno modo di spostare gli occhi sul viso dell'individuo davanti a me.
"Allora, ti vuoi sbrigare?! Muoviti!" grida ancora, spingendo la pistola più vicino al mio viso.
È in quel momento che, nonostante il terrore puro e una tempesta di pensieri in testa, riesco finalmente a guardarlo: passo gli occhi dalla mano che mi tiene un'arma puntata contro, in sù, lungo tutto il suo braccio e via via fino al viso. Così, mi ritrovo dinnanzi due grandi occhi color nocciola, coperti da un leggero strato di trucco.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Era solo il destino






 
"Non era la mia giornata. Nè la mia settimana. Nè il mio mese. Nè il mio anno. Nè la mia vita, accidenti."
Charles Bukowski








 
Now your nightmare comes to life



 
Mi riimmetto nel traffico e, come l'uomo chiede, mi avvio verso il centro di Huntington Beach. Lui ha un ghigno dipinto sul viso, mentre appoggia la canna spessa e fredda dell'arma da fuoco contro la mia testa. Lo guardo con la coda dell'occhio, lo scruto ma so che da questa posizione è difficile vederlo bene. Eppure, spero quasi che non avrò tempo per "esaminarlo" come farei con qualsialsi altro ragazzo carino, perchè magari mi lascerà andare prima.
"Dovresti guardare la strada, invece che interessarti tanto a me..." ridacchia tutto d'un tratto. Sussulto sentendo le sue parole e mi raddrizzo sul sedile, voltandomi completamente verso la strada. Ho ancora tanta paura, ma il tono che ha appena usato...era quasi dolce.
Rabbrividisco quando sento le sue dita accarezzarmi sul collo, giù fino alla spalla e lungo tutto il braccio.
Maledico mentalmente il momento in cui ho deciso di indossare questo misero vestitino verde acqua che mi copre solo da appena sopra il seno fino poco più giù della vita.
"Se proprio mi trovi attraente e vuoi guardarmi meglio, però...possiamo sempre trovare il modo..." sussurra lui lascivamente. Lo trovo disgustoso e subito mi allontano con un repentino movimento verso sinistra. "Togli le tue sporche manacce!" gli grido in faccia senza pensarci due volte. Nel voltarmi verso di lui però sbando con l'auto e quasi finisco contro un negozietto di antiquariato.
Per fortuna, in questa stradina, non c'è mai tanto traffico. In un attimo riesco a recuperare il controllo del veicolo, mentre il ragazzo seduto di fianco a me se la ride di gusto, senza mai allontanarmi la pistola dalla faccia.
"Bel caratterino, ragazzina! Peccato che sei una completa impedita!" borbotta tra una risata e l'altra. Faccio finta di non sentirlo.
Ho ancora bisogno di recuperare fiato. Lui non me lo ha ordinato, ma io me ne frego, accostando poco più in là.
Sono distrutta, devo calmarmi.
Il ragazzo inarca un sopracciglio e 'sta volta non mantiene lo stesso ferreo autocontrollo che ha dimostrato di avere qualche istante prima ed inizia a gesticolare con l'arma in mano:"Che cosa credi di fare, eh?! Muoviti, metti in moto questo catorcio e portami dove ti ho chiesto!" urla adirato.
Ansimando nel tentativo di riprendermi, mi volto verso di lui e lo guardo diritto negli occhi: ora lo vedo bene.
Avevo proprio ragione. Ha gli occhi color nocciola più belli che abbia mai visto. Rivolgo poi la mia attenzione ai particolari, ignorando completamente il fatto che sta ancora sbraitando minacciandomi con la pistola. Ha i capelli lunghi fino alle spalle, sono di un nero corvino, appena mossi.
Ha anche una leggera ombreggiatura di barba proprio sul mento, ciò lo rende anche più attraente.
Sorvolando le sue labbra stupende, noto che ha un pearcing al naso. Si, proprio su quel bel nasino all'insù.
Il tutto coronato da un leggero spruzzo di lentiggini.
I suoi lineamenti da capogiro mi fanno per un attimo desiderare di averlo conosciuto in un altro momento, magari persino in un'altra vita.
Sorrido leggermente, mentre ancora una volta lo vedo muover le labbra rabbiosamente, senza sentire quello che dice.
Ho una faccia da cogliona ora, lo so. Sono sicura che non riesco proprio a smettere di sorridere.
D'improvviso, lui del tutto indispettito, mi afferra per il polso e mi attira verso di lui, portando il mio viso a pochi centimetri dal suo.
Sbarro gli occhi, nuovamente spaventata.
Cosa mi ero messa in testa? È un criminale, questo tizio.
Mi sta minacciando da circa trenta minuti con una pistola e oltretutto la sua entrata in scena è stata preceduta da numerosi spari. Pensandoci bene, credo di aver sentito anche le sirene di qualche auto della polizia quando ero ancora nel parcheggio. Si, dev'esser per questo che ha preteso in fretta che lo portassi lontano da lì! Accidenti, magari è più pericoloso di quanto credo!
Deglutisco. Il filo logico dei miei pensieri viene poi interrotto quando lui mi afferra il collo con la mano libera e mi stringe piuttosto forte.
Non riesco più a respirare. Con le mie mani sulla sua tento in ogni modo di divincolarmi dalla sua stretta.
Il ghigno sul suo viso mi spaventa. Questo ragazzo è fin troppo forte, sto provando con tutte le mie forze a fargli mollare la presa ma sembra che non si stia nemmeno sforzando di resistermi, è totalmente rilassato. Io invece...sto per perdere i sensi.
Improvvisamente lo graffio sul viso. Non faccio in tempo nemmeno io a rendermi conto di che sto facendo.
Lui mi lascia andare e si porta le mani sulla guancia gridando mentre uno spruzzo di sangue gli goccia sulla maglietta bianca.
"Che stronza!" grida, poggiando forte le mani sulla ferita.
Si, l'ho preso proprio sotto l'occhio destro e continua a sanguinare.
Senza perder tempo io apro lo sportello e scendo, mettendomi a correre. Il cuore accelera il battito, così tanto che non sento più nulla di ciò che sta accadendo attorno. Ho la vista completamente annebbiata.
Sarà anche un ragazzo stupendo, però è un pazzo criminale. Di bei tipi ne posso trovare tanti, se resto viva.
Intorno a me so che ci sono solo negozietti e qualche auto qua e là, tuttavia in questo posto nessuno si impiccia degli affari altrui, specie in questi casi. Corro così in fretta che sento le gambe farmi male ma l'adrenalina mi spinge a dar il meglio di me.
Improvvisamente sento un dolore lancinante al polso e qualcosa mi tira da dietro. Cerco di voltarmi e, quando ci riesco, mi ritrovo con il viso a poca distanza dal torace del ragazzo che mi ha praticamente sequestrata.
Lui continua a stringermi il polso, facendomi incredibilmente male e, appena alzo lo sguardo incrocio il suo, terribilmente serio e infuriato. Ho paura.
La fronte corrugata, la mascella contratta...non promettono nulla di buono.
"Dove credevi di andare...eh?!" mi sussurra con tono minaccioso. Vorrei dire qualcosa, qualsialsi cosa... ma la voce mi muore in gola.
Apro le labbra senza riuscir ad emettere alcun suono. Riesco solo a guardarlo, i suoi occhi non mi permettono di voltarmi.
Ho come paura che se lo facessi...sarebbe la fine. Dopo aver passato un minuto(o forse due) in questo modo, quello stupido ghigno nasce nuovamente sul suo volto.
Mi lascia finalmente il polso, che ormai era diventato viola.
Mi fa voltare e, restando dietro di me, mi circonda il fianco con un braccio mentre l'altra mano tiene saldamente la solita pistola puntata contro la mia schiena. Deglutisco. Questo posizione non mi piace... e forse il problema non è la pistola.
La vicinanza del suo corpo al mio...mi mette a disagio, soprattutto dopo ciò che mi ha detto prima in macchina. E il suo braccio attorno al mio fianco, che mi tiene stretta a lui... tutto ciò è disgustoso.
Non puoi provar ad ammazzar una ragazza e poi tenertela così, praticamene addosso.
"Un solo passo falso...e ti scarico addosso tutti i proiettili della pistola...intesi?" dice, dopo aver portato il viso vicino al mio orecchio. Il suo respiro su di me mi dà i brividi. In ogni caso, annuisco con la testa.
"Molto bene. Ora, tu torni alla macchina, camminando lentamente...quando sarai lì davanti, aprirai lo sportello ma non entrerai finchè non te lo dirò. Chiaro il concetto?" continua, mentre il suo tono è tornato ad esser calmo.
Non so come né perchè, ma la sua voce sembra così calda in questo momento... . Annuisco ancora una volta.
"Che c'è...il gatto ti ha mangiato la lingua? Rispondimi. O sarò costretto ad aiutarti a ritrovarla, questa voce...". Detto questo, inizia a ridere in maniera sinistra. Questo tizio mi confonde. La situazione mi confonde.
A tratti rassicurante e ragionevole mentre in altri momenti è semplicemente...malvagio. Un assassino, un rapinatore, un criminale qualunque.
In alcuni momenti si vede che è solo parte di quella feccia da cui il mondo dovrebbe liberarsi.
Mi rendo conto che è solo un volgare animale come gli altri della sua specie. Una bestia.
Non dico niente, analizzando mentalmente ciò che ha detto. Che vorrebbe farmi, se non parlassi?
"Be? Vuoi un assaggio di qualcuno dei miei metodi? Credimi...so essere...molto persuasivo..." sussurra maliziosamente, mentre appoggia le labbra sul mio collo e... mi scosto in un secondo, in fretta.
Questo tizio NON MI DEVE TOCCARE.
Semplice. Semplicissimo.
"Sì...ho capito" rispondo subito io, dopo esser arrossita. Non so se di vergogna, o per la voglia di sputargli addosso quanto lui mi disgusti.
Piano mi avvio verso la BMW, come mi ha detto di fare.
Sono solo poche centinaia di metri, eppure sembrano interminabili. Ho troppa paura di far qualcosa che possa farlo infuriare e convincerlo ad uccidermi. Miracolosamente però tutto fila liscio ed arriviamo alla macchina.
Io poi, sono ancora tutta intera. Soprattutto sollevata, quando apro lo sportello e sento il ragazzo allontanarsi da me, anche se solo di pochi centimetri.
Mi lascia spazio... sto riprendendo fiato, quando lo sento tirarmi le mani dietro la schiena e... ammanettarmi.
Non posso crederci. Goodness me... .
Dopo averlo fatto mi spinge dentro l'auto e chiude con forza lo sportello.
Questo tizio non è di certo un cavalliere.
In fretta sale sul sedile del guidatore e, dopo aver chiuso la vettura, si mette alla guida.
Ci avviamo nuovamente per la strada che porta al centro. È così infastidito in questo momento ed io... sono spaventata.
Rinchiusa qui con lui, con le mani ammanettate strette dietro la schiena. Oh, fanno male questi cosi di metallo attorno ai polsi...sono freddi e quasi taglienti. È una sensazione orrenda, mi sento così impotente.
E poi sono come in gabbia e potrebbe venirmi un attacco di panico da un momento all'altro. Soffro di claustrofobia e questa macchina con le portiere chiuse sistematicamente appare come uno spazio molto più angusto di quanto non è in realtà.
Soprattutto perchè non posso nemmeno tentare di muovermi un poco... questo pazzo starà anche guidando ma si tiene la sua pistola davvero a portata di mano. Chiudo gli occhi, sentendo quasi l'aria mancarmi.
Ecco, sta cominciando... la bocca si riempie di saliva e più cerco di deglutire più non ci riesco.
Ho lo stomaco vuoto eppure mi sento come se stessi per rigettare tutto quello che c'è all'interno del mio corpo. La testa si fa pesante ed è tanto caldo.
Come glielo spiego ora al mio rapitore che ho paura degli spazi chiusi e piccoli? Che gli dico? Che dovrebbe fermarsi? Che dovrebbe almeno abbassare il finestrino? Forse dovrei solo svenire... magari mi lascerebbe andare.
Mi scaricherebbe in mezzo alla strada e sarei finalmente salva.
Mi rallegro solo pensando che, se verrà arrestato, questa è la stessa sensazione che proverà lui, dietro le sbarre fredde di una cella.
"Che hai?" chiede lui improvvisamente, rompendo il silenzio che si era creato da diversi minuti. C'era tensione, nell'aria.
Vorrei mentire, ma non ho la testa per farlo ora come ora.
Riesco solo a schiudere piano le labbra e a comunicargli fievolmente il mio malessere dovuto alla situazione.
"Tsk! E io pensavo fossi diventata così pallida per via della paura che ti ho fatto prendere prima, quando ti ho costretta a risalire in macchina... ah, una volta voi ragazze vi facevate spaventare facilmente. Era più divertente!" scherza lui, mentre, incredibilmente, abbassa un po' il finestrino dal mio lato.
Mi avvicino in fretta al vetro abbassato e respiro velocemente, facendomi accarezzare le guance dall'aria calda di Huntington Beach. C'è odore di mare, come sempre.
Sembro uno di quei cani di piccola taglia che si avvicinano al finestrino per prendere aria quando i loro padroni li lasciano chiusi in auto mentre se ne vanno in giro per negozi. Dopo qualche minuto mi allontano un poco da lì, risistemandomi con la testa ben appoggiata sul sedile. Mi sono un po' ripresa. Bastava davvero poco. "Pensavo avresti tentato di chiedere aiuto. Sarebbe stato davvero esilarante, suppongo" dice lui allora.
Lo guardo storto. Be, almeno sembra più rilassato di prima.
Non è più così ansioso come quando stavo guidando io... forse si sente di avere di più la situazione sotto controllo.
E comunque, visto come sta guidando, direi che anche questo contribuisce a mettermi lo stomaco sottosopra. Va a una velocità spaventosa, mi chiedo davvero come faremo a non essere fermati prima di arrivare al centro della città anche se manca poco.
"Sei noiosa, sai? Non parli e non rispondi alle provocazioni. Le tipe di solito piangono o mi pregano di lasciarle andare... o cose così" borbotta in modo sprezzante, sbuffando. "Spero almeno ci sia qualcosa alla radio..." riprende poi, cliccando sul pulsante e accendendo l'aggeggio.
Improvvisamente il display si illumina di rosso e in bianco appaiono le scritte " Dysentery Gary by Blink-182" .
Una delle mie canzoni preferite. Ho sempre adorato il Punk. Mi aspetto che questo tizio cambi immediatamente stazione radio, eppure non lo fa.
Anzi, sembra contento di sentire questa canzone, che tra l'altro è appena iniziata. Strano, lo avrei inquadrato di più come uno amante del Metal.
" 'Cause I love your little motions You do with your pigtails. What a nice creation! Worth another night in Jail!" .
Cosa? Sogno o son desta? Ho sentito bene? Ha davvero canticchiato parte della canzone?
Lo guardo sbalordita. Chi è questo ragazzo che ho davanti, qualcuno me lo spiega?
Prima è un coglione che agita una pistola contro la mia faccia e poi si presenta come uno qualunque che addirittura conosce a memoria una canzoncina come questa!
Una canzone che parla di un amore non corrisposto da parte di un bravo ragazzo per una tipa che preferisce un tipaccio come tanti. La canzone continua mentre io mi perdo nei miei pensieri.
Va avanti a cantare, come se nulla fosse.
"He's a player, diarrhea giver, tried to grow his hair 'cause he's listening to Slayer. I would like to find him Friday night hanging out with mom and trying on his father's tights" continua seguendo la canzone mentre ride come fosse stupido.
Non ha niente di quel ragazzo con il sorriso beffardo e cafone che fino a poco fa mi minacciava e prendeva in giro. È tutto assurdo, mio Dio!
Ma che cavolo, dev'esser un sogno, tutta 'sta storia!
Mi sono addormentata mentre aspettavo Sidney, ecco tutto! Dev'esser per forza così, andiamo! Prendo a ridere quasi istericamente.
Lui si volta verso di me, interrompendosi proprio mentre stava cantando il pezzo della canzone di Mark Hoppus.
Sta certamente per chiedermi che sto facendo, quando improvvisamente squilla un cellulare. Questa suoneria non è di certo la mia, no.
Abbassa completamente la radio mentre tira fuori il cellulare dalla tasca della giacca.
"Cazzo, quanto ci avete messo! Ero quasi preoccupato!" sbraita. Ed ecco che ricompare il solito sorrisetto sulla sua faccia.
La situazione si fa pericolosa: finiamo su una delle strade principali, visto che siamo quasi arrivati, lui non sembra voler andar più piano e, oltretutto, sta persino parlando al telefono.
Perfetto! Sono incredibilmente preoccupata. Non voglio morire in un incidente stradale ma neanche esser arrestata per concorso in omicidio perchè questo pazzo ha voglia di investire qualche ignaro pedone! Sgrano gli occhi e li fisso sulla strada.
Intanto, continuo ad ascoltarlo mentre parla al telefono.
"Cosa?! Ma dai no! Che brutto figlio di..." si blocca, imprecando però in altri modi.
"Cristo, ma ero appena arrivato! Ho dovuto persino sequestrare una mocciosa per fuggire e arrivare fino a qui e..." si ferma ancora e questa volta ascolta chi gli sta parlando dall'altra parte.
Come mi ha chiamata? "Mocciosa"?! Hey, ma chi si crede di essere?!
"Be, dì a Zacky che quando lo prendo questa me la paga, accidenti! E pure Johnny ci si doveva mettere?! Ah...! Sì. Sì ho capito, sì!! Arrivo, okay!" borbotta indispettito, mentre con una manovra per niente consona e rischiando di investire un ragazzino in skateboard, sale con l'auto sul marciapiede e fa inversione. Torniamo indietro? Cosa?! No, non può essere vero!
Mi stavo finalmente per liberare di lui! No, no!!! Che incubo!
"Sì, dì a Matt che ci sarò... no, James, non lo so come faremo. Probabilmente alla solita maniera, non posso lasciarla in strada o andrà dalla polizia". Sta parlando di me? Non vuole lasciarmi andare!
Mi si riempiono gli occhi di copiose lacrime e sento improvvisamente più caldo di prima.
Quasi sto per piangere per sfogarmi.
"Abbiamo già tutto... non è la prima volta, ce la caveremo. Vedrai, sarà persino divertente magari!... bene. A dopo" le sue ultime parole, prima di buttare giù.
Ha chiuso la telefonata.
Continua a guidare e non so nemmeno verso dove.
"Cara la mia mocciosa... sembra proprio che dovrai venire con me. Insomma, prima pensavo di colpirti con la pistola e lasciarti incosciente nella tua auto ma ora le cose sono leggermente cambiate e... devo portarti in un posticino." il suo tono beffeggiatorio e la risata che ne segue mi fanno rabbrividire.
"Ti farò conoscere i miei amici. Poche ragazze hanno avuto la stessa fortuna, sai? O sfortuna... dipende dai punti di vista".
Deglutisco.
Mentre lascio finalmente le lacrime bagnarmi le guance compaiono delle scie rosse e salate sul mio viso.
Me lo sento.
È la fine. Incomincio a pregare come mai prima. Odio quelli come lui...li odio.


Guida per tre ore buone e finalmente poi si ferma.
È quasi il crepuscolo. Siamo davanti una casa quasi diroccata, in mezzo a un campo.
L'aria profuma di grano e si sentono solo degli uccellini cinguettare ancora e delle cicale cantare.
Se non fossi spaventata a morte da quello che mi attende dietro quella porta lignea... be.
Sarebbe tutto fantastico. Nonostante tutto la casa è bella e il cielo che con i suoi colori arancioni e rossastri la incornicia è qualcosa di stupendo.
Sembra quasi un quadro. È tutto mozzafiato.
Io mi godo ogni particolare, sentendomi come se fosse l'ultima volta che posso trovarmi davanti qualcosa del genere.
"Siamo arrivati... vedrai, ci divertiremo davero tanto. E sono sicuro che nonostante tutto anche tu apprezzerai...te lo ricorderai per sempre, promesso." dice accarezzandomi il braccio. È serio. Per fortuna, la sua attenzione viene attirata dalla porta che si apre.
"Comincia la festa!" .
Sorride e scende dalla macchina, avvicinandosi a quattro figure di ragazzi alti e muscolosi che sono appena usciti dalla casa.
Che ne sarà di me? Non sembrano dei tipi affidabili.
Be, certo, se sono amici suoi, non possono esserlo.
Durante questo breve ma assai intenso viaggio lui ha dato effettivamente prova di essere uno sbandato maniaco e probabilmente anche assassino. Quindi devono essere della sua stessa pasta, si.
Io ho paura, perchè doveva succedere proprio a me?
Perchè Sid non mi sta facendo cercare? Perchè a nessuno frega mai niente di me?! Mi dimeno sul sedile, gridando e piangendo.
Mi lascio prendere dal nervosismo.
Loro si voltano di scatto e sento il mio rapitore ridere contento e dire:"Sapevo che anche lei sarebbe morta di paura! E se già ora fa così, figuriamoci dopo...".
Ridono tutti di gusto, sembra quasi un film horror.
Il più basso del gruppo porge una birra al pazzo che mi ha portata fin qui.
Un ragazzo alto, con i capelli corti e castani e le braccia completamente tatuate gli dà una pacca sulla spalla:"Bel colpo, Synyster! Ci hai portato proprio una bella ragazza, più bella del solito!" .
Synyster? È davvero questo il suo nome?
SYNYSTER? Dico io, stiamo scherzando?
Io questo nome l'ho già sentito. Cazzo, ho sentito qualcosa al riguardo, seriamente.
Al telegiornale, sì, sì.
Mi tornano in mente in un attimo delle immagini e la voce della giornalista.
Deglutisco mentre con gli occhi fissi su di lui, spalanco la bocca spaventata.
È la fine.
È semplicemente giunta la fine.
Me lo sento.
   
 
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