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Autore: _Fedra_    12/06/2015    7 recensioni
Giurereste mai che le ragazze che abitano al piano di sopra siano in realtà due spietate cacciatrici di demoni?
Con l'arrivo di Claire e Teresa in uno squallido appartamento alla periferia di Roma, la Città Eterna si trasforma in un teatro gotico in cui nulla è più come sembra e anche il più candido angelo di pietra può trasformarsi in un mostro assetato di sangue.
Riuscirà il giovane Raki a sopravvivere in questa nuova realtà?
DAL CAPITOLO 1:
Un'ombra scura si allungò sulle gradinate della Facoltà di Lettere e Filosofia, salendo lentamente le scale che conducevano all'ingresso.
Claire osservò compiaciuta gli sguardi dei presenti che si spostavano per lasciarla passare.
Sui loro volti poteva leggere le espressioni più diverse: stupore, curiosità, invidia, timore.
Le sembrava di poter fiutare la paura nascosta dietro quelle maschere malcelate, come se in fondo il loro istinto animale gli stesse suggerendo che ciò che temevano di più al mondo si trovava proprio davanti ai loro occhi.
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Claire, Priscilla, Raki, Teresa
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Occhi d'argento'
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Ventidue.
Una strana convivenza
 
 
*

 

 

 

 

Raki spalancò gli occhi bruni, svegliato dal sottile raggio di luce che penetrava dalle imposte semichiuse.
Gli ci vollero diversi secondi per realizzare che quella non era casa sua.
Il respiro sommesso di suo fratello, sdraiato al suo fianco nell’enorme letto matrimoniale che aveva tutta l’aria di essere sopravvissuto a entrambi i conflitti mondiali, ruppe il silenzio ovattato dell’appartamento sulla Tangenziale.
Come fossero arrivati lì era a dir poco assurdo.
Ma, di certo, quella bizzarra sistemazione era di gran lunga preferibile a ciò che lo attendeva a casa.
 
La polizia era arrivata dopo circa un’ora, transennando l’appartamento devastato e rimuovendo ciò che rimaneva dei corpi dei suoi genitori.
Lui e Zaki avevano trascorso l’intera nottata in questura, rispondendo alle domande dei carabinieri fino allo sfinimento, ripetendo di continuo che non avevano la minima idea di che cosa fosse accaduto.
O almeno, questa era la versione ufficiale dei fatti.
Ormai Raki aveva imparato a riconoscere il modus operandi di uno yoma.
La conferma era arrivata circa tre giorni dopo, al momento dei funerali.
Erano rimaste in fondo alla chiesa per tutta la cerimonia, immobili come due colonne bianche dal volto ricoperto dagli occhiali da sole.
Era stata Claire ad avvicinarsi per prima, scavalcando il muro umano composto da Giulia, Silvia e Federica (che non si erano lasciate sfuggire un solo istante per sommergere Raki di baci e abbracci) e prendendo il ragazzo in disparte.
“Mi dispiace”, aveva detto sommessamente.
Non una lacrima le solcava il volto.
In tutta risposta, Raki l’aveva abbracciata con tutte le sue forze.
Ora più che mai aveva bisogno di lei, della guerriera cacciatrice di demoni.
Ma non era solo vendetta, quella che cercava.
Era un punto fermo, una mano tesa che lo aiutasse ad affrontare quella situazione terribile senza abbandonarlo.
Qualcuno che lo spronasse a guardare oltre il dolore e la paura e gli insegnasse davvero cosa voleva dire essere un uomo.
 
Per qualche istante, Claire era rimasta interdetta dalla sua reazione, poi, impercettibilmente, le sue braccia avevano circondato le spalle esili di lui, stringendolo piano a sé.
“Mi dispiace”, ripeté piano. “Sono stata io la causa di tutto questo. Colpendo te, il demone ha cercato di punire me. Sapeva che avrei provato sensi di colpa”.
In tutta risposta, Raki levò lo sguardo su di lei.
“No,”, disse scuotendo il capo “non devi darti la colpa per quello che è successo. Non una persona come te”.
A quell’affermazione, Claire sgranò gli occhi per la sorpresa.
Nessuno l’aveva mai definita una persona prima d’ora.
Nemmeno Teresa.
“Io non sono quella che credi”, si schermì, improvvisamente sulla difensiva.
“Eppure, è ciò che ho sempre visto: una donna piena di coraggio e di generosità”.
“Il dolore ti sta alterando la mente. So che stai soffrendo, ma io non sono più un’umana e non posso capire i tuoi sentimenti”.
 
Un groppo alla gola soffocò quelle ultime parole, lo sguardo fisso negli occhi colmi di lacrime di Raki.
Anche lui, come lei, aveva perduto la sua famiglia a causa di uno yoma.
Anche lui, ora più che mai, aveva bisogno di aiuto, rimasto solo contro un mondo ostile.
Improvvisamente, Claire rivide se stessa, umana e tramante, al posto del ragazzo che aveva di fronte.
Le mancò il fiato.
E a quel punto, le fu fin troppo chiaro l’artefice di una strage tanto orrenda.
Qualcuno che conosceva lei e Teresa meglio di chiunque altro.
Maledetta!, pensò, gli occhi che le si riempivano improvvisamente di lacrime che vennero respinte subito. Me la pagherai, Priscilla! Me la pagherai!
 
Incapaci di rimettere piede nell’appartamento messo letteralmente sotto sequestro dalla polizia, Raki e Zaki avevano preso una stanza in uno scalcinato Bed & Breakfast sulla Nomentana, ma sapevano che la cosa non sarebbe durata a lungo.
In fondo, che alternative avevano?
La maggior parte dei loro parenti abitavano in Giappone, fatta eccezione di zia Clara, che gli aveva subito proposto di raggiungerla a Ravenna, dove abitava con il marito e i due figli.
I fratelli Yagi, però, avevano declinato subito l’offerta: Zaki aveva ormai un lavoro stabile a Roma, mentre Raki doveva concludere l’università e inoltre entrambi non avevano voglia di pesare su qualche parente già alle prese con i problemi di tutti i giorni.
Lo stesso, però, non era accaduto quando Teresa, con la massima nonchalance, aveva proposto ai due di condividere l’appartamento con lei e Claire.
Al rifiuto di Raki, la Claymore si era limitata a sorridere.
“Non era una domanda”, aveva risposto. “Ora, da bravi, salite in macchina, sparecchiate le vostre quattro cose da quella vecchia topaia e venite a vivere con noi. Pensione e, soprattutto, protezione completa”.
In tutta risposta, Zaki aveva levato gli occhi al cielo.
“La vostra Organizzazione contempla anche il sequestro di esseri umani?”, aveva domandato.
“Se è per preservare la sicurezza dell’umano in questione, sì”, aveva risposto Teresa, strizzandogli un occhio da dietro le lenti degli occhiali da sole.
 
E così erano approdati lì.
Subito erano nate le prime polemiche sulla sistemazione.
Notando che c’era un letto solo, sia Raki che Zaki si erano offerti di accomodarsi tra il divano e il tappeto del salotto.
Di certo non immaginavano che era proprio quella la postazione preferita delle due Claymore, ad accesso strategico contemporaneamente alla televisione, alla porta d’ingresso e al frigorifero.
“Per la verità, è la mia postazione preferita, visto che di solito la notte mi metto a cucinare mentre guardo la TV”, aveva specificato Teresa. “Claire, invece, tende ad addormentarsi direttamente nella vasca da bagno, specie se ha avuto una giornata particolarmente pesante. Per questo, vi consiglio di bussare sempre prima di entrare: a lei non piace essere svegliata di soprassalto”. 
 
Certo che all’inizio Raki aveva avuto qualche difficoltà nel convivere con le strane abitudini delle Claymore.
Lo stesso valeva per le due guerriere, le quali non avevano calcolato appieno le conseguenze dell’avere improvvisamente due uomini che giravano a piede libero per casa.
Di certo, ora nell’appartamento si stava decisamente stretti e diventava sempre più difficile godere di un po’ privacy, soprattutto per un tipo riservato come Claire.
Senza contare che, secondo i parametri delle Claymore, i loro ospiti mangiavano e dormivano a sproposito.
Come al solito, la più ottimista era Teresa, dal momento che aveva trovato finalmente qualcuno che facesse sparire tutti i suoi manicaretti senza opporre resistenza.
Dal suo canto, Raki non si lamentava affatto di quel trattamento, anche se cominciava a temere di avere un eccesso di zuccheri all’interno del sangue.
 
Il ragazzo si alzò dal letto stiracchiandosi, dirigendosi poi verso il bagno.
Dopo aver bussato prudentemente (la prima volta per poco Claire non gli aveva affettato la testa come un’anguria), entrò nella stanza e si lavò rapidamente, ciabattando poi fino in cucina.
La torta di Teresa era ancora lì dalla sera prima.
Raki ne tagliò una fetta e prese a sbocconcellarla pigramente, mentre con l’altra mano metteva una vecchia caffettiera a bollire sul fuoco.
In quel mentre, Maleficat gli passò accanto a tutta velocità, strusciandogli di proposito sugli stinchi prima di andarsi a rifugiare dietro il divano.
Al contatto con il pelo, il ragazzo lanciò due sonori starnuti, gli occhi improvvisamente colmi di lacrime.
“Salute!”, rispose la voce di Claire, accoccolata sullo schienale.
Per poco, Raki non si strozzò.
“Come siamo emotivi”, rispose la Claymore emergendo dal divano.
Indossava la tuta bianca e aveva la frangetta scompigliata, segno che si era appena concessa i suoi dieci minuti di sonno giornalieri.
La guerriera si avviò al tavolo a passi felpati, sedendosi di fronte a lui.
“Preparalo per due, se non ti dispiace”, aggiunse, accennando alla caffettiera.
“Non sapevo che bevessi caffè”, osservò Raki, affrettandosi a ubbidire.
“Ognuno ha la sua droga”.
 
Un attimo dopo, il silenzio della stanza venne interrotto dallo sfrigolare del metallo sul fuoco.
“Siete riuscite a fare chiarezza sui Risvegliati?”, domandò Raki dopo un po’.
“Ancora niente. Louvre è sparito e delle nostre colleghe non c’è ancora traccia. Ma temo di sapere chi ci sia a manovrarli e la cosa non mi piace. Non vedo l’ora di chiudere questa storia una volta per tutte”, rispose Claire, laconica.
“Vorrei tanto potervi aiutare”, commentò il ragazzo mentre versava il caffè.
“L’unico modo in cui tu e tuo fratello potete aiutarci è starvene buoni qui dentro fino a nuovo ordine”.
“Ma non posso restarmene con le mani in mano con l’assassino dei miei genitori ancora in giro!”.
“Apri bene le orecchie, ragazzo. Tu sei un essere umano. Non puoi nulla contro una bestia dieci volte più forte e affamata di te. Per uno yoma, tu sei solo uno stuzzichino”.
“Anche l’Organizzazione è composta da esseri umani”.
“Peccato che mandi avanti noi mezze demoni”.
Raki si prese la testa tra le mani, visibilmente spazientito.
“Sono stufo di sentirmi inutile. E se gli yoma attaccassero la casa? Vorrei almeno sapere come difendermi”.
 
“Questo sì che sarebbe un obiettivo interessante”, intervenne in quel momento la voce di Teresa.
La Claymore era appena apparsa all’ingresso del soggiorno, raggiungendoli a grandi passi e sedendosi in mezzo a loro.
In tutta risposta, Claire si rabbuiò.
“Quello che dici non è affatto stupido”, proseguì Teresa sorridendo. “In fondo, credo che a uno come te imparare a combattere non farebbe affatto male. E Claire sarebbe un’ottima insegnante, non credi?”, aggiunse, allungando una gomitata all’amica.
L’altra si limitò a sbuffare.
“E dai, non essere sempre così scontrosa!”, la punzecchiò la guerriera, implacabile.
“E va bene!”, ruggì Claire. “Tu,”, soggiunse rivolta a Raki “sul balcone. Tra dieci minuti. Armato”.
E uscì dalla stanza senza nemmeno toccare il suo caffè.
 
*
 
Un pallido sole di inizio novembre accarezzava i palazzi di Roma ancora immersi nella nebbia del mattino, il traffico dell’ora di punta che risuonava come un rombo sordo.
Claire contemplava il panorama dalla sommità del palazzo, rigirandosi pigramente la guardia della spada tra le mani.
Improvvisamente, la figura ingobbita di Raki emerse dalle file di panni stesi.
Reggeva in mano due bastoni di plastica rossa.
“Aspetta un attimo!”, esclamò Claire. “Quelli che cosa sarebbero?”.
“Ehm, Teresa ha preferito che usassimo i bastoni delle scope. Dice che non sono ancora abbastanza forte per reggere una spada”, rispose Raki con una lieve punta d’imbarazzo.
“Cominciamo bene”, bofonchiò la Claymore, gettando via la sua con aria rassegnata. “Dai qua, che ti faccio vedere”.
 
Sin dalla messa in guardia, iniziarono i primi problemi.
Raki stava troppo gobbo e aveva una coordinazione decisamente inesistente.
Alla fine, per fargli mantenere la posizione giusta, Claire si vide costretta a bastonarlo sugli stinchi.
Poi si passò alle mosse vere e proprie, con annessi disastri.
Dopo aver tirato giù due lenzuoli e ricevuto altrettante manganellate, finalmente Raki riuscì a fare un affondo come si deve.
Claire gli ripeteva tutto daccapo ogni volta che sbagliava, anche se la sua pazienza si assottigliava di attimo in attimo.
Alla fine, arrivarono i combattimenti veri e propri, anche se solo con i bastoni di plastica.
Inutile dire che il ragazzo, alla fine di quel primo allenamento, era decisamente cotto e ricoperto di lividi dalla testa ai piedi.
Dal canto suo, Claire non si era nemmeno scompigliata i capelli.
 
“Puoi fare di meglio”, disse impugnando la sua affezionata spada e mettendosi in guardia.
Di fronte agli occhi strabiliati di Raki, la guerriera eseguì una serie di mosse, fendendo un nemico invisibile con la lama.
“Caspita, voglio diventare bravo come te!”, esclamò estasiato.
“Ci vuole tanto allenamento. Probabilmente, visto il tuo caso, un miracolo”, commentò Claire. “Ma se ti impegnerai a fondo e soprattutto mi starai a sentire, forse io e te potremo concludere qualcosa”, aggiunse, notando la sua aria afflitta.
A quelle parole, gli occhi marroni del ragazzo si illuminarono.
“Davvero?”, esclamò.
“Certo! Tutto dipende da te, da quello che vuoi davvero”.
Raki strinse il bastone tra le mani, lanciando a Claire un’occhiata carica di determinazione.
“Sono pronto a tutto”, disse deciso. “Qualsiasi cosa, pur di restare con te”.




Buonasera, gente! :) Come state?
Devo dire che l'aggiornamento di stasera è stato abbastanza sofferto, ma non potevo permettermi di deludere dei lettori meravigliosi come voi! :)
Che ne dite, riusciamo un po' a distendere i toni? E come pensate che vada avanti questa convivenza tra Claymore e umani?  * soprattutto QUEGLI umani *

Aspettando le vostre risposte, corro rapidamente a ringraziare mio marito Xephil, la mia sorellona Angelika_Morgenstern, le mitiche joy, bienchen e SognatriceAocchiAperti e i fantastici KING KURAMA e AlanKall per le loro bellissime e appassionate recensioni.
Un grazie anche a tutti vari lettori silenziosi * uscirete mai allo scoperto? ;) * che seguono sempre più numerosi questa storia.

Il prossimo capitolo tornerà puntuale di venerdì, mentre per "The Phoenix" ci vediamo lunedì in serata, non solo su efp ma anche su WattPad.
Per qualsiasi cosa, la mia pagina Facebook è a vostra completa disposizione: https://www.facebook.com/LeStorieDiFedra

Che dire, ancora?
Passate un buon weekend * anche per me, che sono sepolta da una montagna di libri! * e godetevi questo inizio estate! :)
Un abbraccio!
Vi voglio bene :)

Vostra,
Fedra

 
 
 
   
 
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