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Autore: Ipainteditblack    13/06/2015    0 recensioni
Harry Styles è un ragazzo di vent'anni, con tutti i vizi e i difetti di un ragazzo della sua età. Dentro di lui, però, giace un dolore straziante che lo divora giorno dopo giorno, fino a consumarlo. Tutto quello che gli da la forza di andare avanti è un diario. Il diario di Louis. DISPONIBILE ANCHE SU WATTPAD https://www.wattpad.com/136732499-faithfully-larry-capitolo-1
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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"Ti lascio scegliere il nome dell'altro ragazzo" mormorò spostando lo sguardo su Zayn, che sorrideva. Sembrava molto interessato.

"Uhm...Harry, chiamiamolo Harry"

"D'accordo" disse piegando appena la testa di lato, sbattendo le palpebre "chiamiamolo Harry. Louis era un ragazzo spensierato: non perdeva mai occasione per scherzare o fare una delle sue battutine. Aveva sempre quel diario con lui. Era un diario odierno, fatto in pelle marrone scura e le pagine ingiallite portavano i segni del tempo. Doveva usarlo davvero tanto. Non lo lasciava nemmeno un secondo. Harry, invece, era un ragazzo normale, abbastanza affettuoso, ma non troppo, e molte ragazze eranno innamorate di lui. A quanto dicevano era molto carino" disse con enfasi assumendo un'aria di superiorità.

"Un giorno, dopo aver finito di aiutare il nonno, Harry nota che Louis aveva lasciato lì il suo diario. Non lo conosceva bene, ma sapeva che era molto importante per lui. Così lo prese e lo portò a casa, così fu sicuro che non glielo avrebbe preso nessuno. Lo appoggiò sulla scrivania restò ad osservarlo a lungo. Stava letteralmente morendo dalla voglia di leggerlo, ma non lo fece"

                                                                                                                ***

21 agosto 2011 [mattina]

"Forza riccio, tocca a te" sussurra Lou, sfoderando una risata cristallina, come spesso fa ogni volta che facciamo degli stupidi giochini come questo.

Immergo nuovamente la mano nel sacchetto di patatine di fronte a me, afferrandone qualcuna tra il pollice e l'indice. Ormai quel movimento è diventato automatico. Ne metto una o due in bocca, per poi riporre la mano sulla superficie su cui sono seduto.

"Obbligo o verità?" dico con difficoltà per via della bocca piena. Mastico velocemente a bocca chiusa, in modo da essere pronto alla sua risposta. A dire il vero, non ho ancora pensato a una possibile domanda da fargli, e nemmeno a un obbligo. Chiedergli qualcosa sulla sua vita provata è troppo invadente? Certo che lo è, si chiama privata proprio perchè è privata, altrimenti non si chiamerebbe così, credo.

"Mmh...verità".

Ed ecco che il momento che tanto temevo è arrivato. Questo è il MIO momento. Posso chiedergli qualcosa di normale e fare una bella figura, oppure posso scegliere di chiedergli qualcosa di indiscreto e fare una figura di merda. Ne vale davvero la pena rischiare una figuraccia? Cos'ho da perdere in fondo? Lo conosco appena...

"Come...come mai passi tutte le giornate qui?" balbetto nervosamente. Noto che l'espressione di Louis è cambiata in modo radicale. Sembra nervoso, o forse lo è davvero. Dio, ma che ho combinato?

"Perché...perché è grazioso qui, e mi rilassa scrivere in questo posto, guardando quelle barche che si muovono all'unisono con le onde" sposta lo sguardo su una barca legata al molo di fronte a sè "e respirando quest'aria" sussurra abbassando le palpebre nascondendo le sue bellissime iridi. Alza leggermente la testa verso l'alto, dipingendo un tenero sorriso sul suo volto. Riesco a scorgere il suo addome gonfiarsi. Sta facendo un respiro profondo.

I lineamenti del suo viso sono più visibili ora. La sua mascella è più evidende vista da qui, e le sue labbra sottili e rosee formano una linea perfetta, con gli angoli appena sollevati. Mi prendo tra i denti il labbro inferiore,ma lo libero quasi subito, accorgendomi che è tornato a guardarmi. Nessuno dei due dice niente. Non mi ricordavo quanto fosse assordante il silenzio. La situazione è imbarazzante...Louis, ti prego, dì qualcosa.

"E questo è il motivo per il quale sono sempre qui" dice facendo spallucce, con un leggero rossore sugli zigomi. "Già, così sembra" gonfio le guance d'aria, rilasciandola subito dopo con un sospiro. Ed ecco che le sue iridi sono tornate sulle mie. Le varie sfumature d'azzurro catturano immediatamente la mia attenzione.

"Ehi" mi passa più volte una mano davanti agli occhi, su e giù. "Mh?" sussurro scuotendo la testa e sbattendo rapidamente le palpebre.

"Sembravi incantato" la sua solita risatina arriva dritta alle mie orecchie provocandomi una sensazione piacevole allo stomaco.

"Ah, ehm...no, cioè, non mi ero incantato" sento il mio corpo avvampare di calore, come se un fuoco partito dal centro del mio stomaco si stesse diffondendo in ogni centimetro della mia pelle.

"Si, e io sono Bond" porta con una mano degli occhiali invisibili sulla punta del naso, guardandomi di sottecchi "James Bond" dice infine, facendomi scoppiare in una risata sincera, una risata che per tanto tempo è stata prigioniera del mio rancore.

Il suo volto si illumina di una luce radiosa. Ha un sorriso magnifico, capace di far sembrare bellissime anche le giornate più grige.

"Cosa fai domani?" chiedo cercando di essere il più spigliato possibile.

"Uhm...credo che starà tutto il giorno da un mio amico, poi la sera partiremo per Amsterdam". Spalanco gli occhi alle sue parole. No, non posso crederci, non puo' farlo, o almeno...non ora.

"Ehi" sussurra dandomi una leggera spintarella senza eliminare il lieve sorriso dal suo viso "stavo solo scherzando, piccoletto, non andrò da nessun amico e non partirò per Amsterdam, è ovvio che sarò qui, come sempre".

Un respiro di sollievo esce spontaneo dalle mie labbra. Mi ricompongo immediatamente.

"Sarai qui, vero?" riconosco una punta di speranza nella sua domanda.

"Si...si, ovvio"

"Perfetto allora...ci si vede domani, mh?" si rialza da terra con un movimento fulmineo e appoggia una mano sulla mia spalla.

Mi rialzo subito dopo di lui con difficoltà: merda, mi stanno formicolando tutte le gambe.

"Certo...a domani, Lou" abbozzo un sorriso inserendo le mani nelle tasche posteriori dei miei jeans. Mi fa un cenno di saluto con la mano e inizia a camminare a passo lento verso la strada.

La brezza marina fa danzare i suoi capelli nel vento, e io sono lì, a guardarlo andare via fino a quando non diventa un minuscolo puntino lontano. Per qualche strano motivo, ogni volta che mi lascia solo è come se si aprisse una voragine dentro il mio petto.

Fa male.

Volto lo sguardo dietro le mie spalle, notando con la coda dell'occhio un oggetto da poco diventato familiare.

E' il diario di Louis. Lo ha dimenticato qui.
   
 
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