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Autore: Miss Writer    14/06/2015    4 recensioni
Seguito di "Finally in Love"
Avreste il coraggio, nei più bei momenti della vostra vita, di guardarvi indietro e riaffrontare tutto il dolore, tutta l'amarezza e la sofferenza della vostra vita passata?
Io l'ho fatto. Ne ho avuto paura, ho quasi demorso, ma con quella forza che solo l'amore è in grado di darti, sono riuscita a slegarmi da quei brutti ricordi e a lasciarli volare via lontano da me.
E ora, rinnovata e rinvigorita, sono pronta a non temere più la felicità e ad abbracciarla definitivamente rendendo la donna che mi ha salvata dal baratro ufficialmente e perfettamente mia.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena | Coppie: Haruka/Michiru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessuna serie
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Eccomi di nuovo fra di voi, sempre se a qualcuno interessa.

I miei soliti problemi di salute mi hanno tenuto nuovamente lontana dalla pubblicazione, ma se qualcuno tiene sempre a questa storia io tornerò sempre per onorare la sua costanza, anche se dovesse essere una sola persona.

Non intendo farvi indugiare oltre lettori, vi do solamente la buonanotte

e mi fermo a ringraziare chi mi è stato sempre vicino. Questo capitolo è dedicato proprio a te, temerario seguace ;)

Buona lettura!








Perfectly Mine

Capitolo otto: Noi



Oddio, guarda che carino questo!”

Molto simpatico, sì.”

Allora, signorina, le piace quel che vede?”

Oh, sì! Tutto è bellissimo qui! Sarà davvero un'ardua impresa scegliere le bomboniere fra tutte queste meraviglie.”

Beh, la ringrazio per le lusinghe. E comunque non si preoccupi. Ho aperto il negozio apposta per voi, quindi ha tutto il tempo che desidera, mia cara,”

Non so davvero come ringraziarla signor Takemori. Lei è stato incredibilmente gentile.”

Tutto per la futura sposa della mia più affezionata cliente!

Ora devo proprio lasciarvi. Devo sbrigare alcune faccende, per cui vi lascio.

Divertitevi ragazze.”

Grazie di tutto Atsushi.”

Il buffo signore, fischiettando, recupera i suoi sopra-indumenti dall'antico appendiabiti di legno intagliato. La sua mole sembra appartenere ad un gigante se non fosse per la sua figura snella e il suo bell'aspetto. Il suo viso ispira simpatia da ogni sua parte, dai baffoni bianchi e folti agli occhi vivaci e birichini, passando per il naso rotondo e grande.

Un tipo molto interessante, insomma!

E che mani ha! Dita lunghe e agili, forti di tanti tagli e pestaggi, che hanno saputo lavorare qualsiasi materiale venisse posto davanti loro. Mani da uomo esperto ma non superbo e che questo attributo l'ha saputo mettere in tutte le opere realizzate.

Il rumore d'accensione della sua macchina, una vecchia ma tuttavia prestante Bentley d'un colore chantilly che certo poteva essere scelto solo da un uomo dai gusti sopraffini e dalla mente libera da preconcetti e altre castronerie come lui, mi distrae dal flusso stesso dei miei pensieri.

A far concentrare su di sé la mia attenzione è ora la luce del mattino che riverbera tra gli oggetti di legno, proiettando verso ovest le loro ombre longilinee quasi distorte, comunicandoti che il loro comune obbiettivo è solo uno: ottenere il tuo interesse.

Allora, c'è qualcosa che ti piace in particolare?”

Sì, molte cose a dire il vero. Il problema è che non so cosa scegliere. È tutto bellissimo!”

Lo so bene amore, ma purtroppo non posso permettermi di comprarti tutto il negozio...”

No, non te lo chiederei mai. Dovremmo costruirci una nuova casa per poter ospitarlo tutto...”

Infatti.

Su cosa sei maggiormente orientata? Vorresti qualcosa di unico per ciascuno degli invitati slegato da tutti gli altri o preferisci cercare una serie di oggetti che facciano parte di una stessa famiglia?”

La seconda opzione è quella che più mi attizza. Vorrei che ciascun oggetto fosse speciale e originale in sé, ma voglio che appartenga ad una serie determinata. Ogni oggetto deve essere legato a tutti i suoi simili, così come noi siamo legati alle persone a cui teniamo di più.”

La tua è un ottima scelta e... so anche dove trovare quello che stai cercando. Seguimi.”

La prendo sottobraccio e la conduco al centro della bottega ove, sotto un magnifico lucernario, si trova il meglio del meglio delle collezioni del negozio, tutte conservate e sistemate in modo impeccabile sui ripiani di un ottagono di espositori che constano otto scaffali ciascuno. Non a caso hanno costituito e costituiscono tutt'ora la fortuna dell'attività del signor Atsushi.

Oltre ad essere ordinate, tali collezioni hanno una disposizione particolare, in quanto le prime due scansie di ogni espositore sono occupate da miriadi e miriadi dei soldatini che tanto ho amato quando ero bambina.

Fronteggiamo il primo escludendo le prime quattro famiglie e soffermandoci, invece, sulle altre sei mensole. Scorriamo con gli occhi le nove Muse, le cui vesti sembrano danzare fra vento e luce in compagnia a quelle delle Ninfe. Abbiamo poi gli dei e le dee, sia greci che romani e perfino quelli celtici a cui seguono tutte le figure delle fantasie classiche e nordiche. Insomma, la mitologia in tutte le sue lingue e i suoi protagonisti. Non potrei scordare tutte le ore trascorse ad ammirarle ipnotizzata.

Dopo fate, gnomi, elfi e i restanti esponenti della comunità magica incontriamo quelli che fanno bella la Natura. Fiori, piante e alberi di tutte le specie mimate alla perfezione nelle foglie, nei frutti e nelle radici. Perfino funghi compaiono in questo naturalistico teatro in miniatura. Da nessun'altra parte del mondo potrebbe trovarsi un qualcosa di simile.

Andando avanti cominciano a mostrarsi gli animali provenienti da ciascuna fascia climatica esistente sulla terra.

Si inizia con i vari animali domestici e da cortile, quelli a cui noi tutti siamo più affezionati, e seguono gli animali dei poli nord e sud. Questi paiono portarti un po' del loro freddo, merito della fedele riproduzione che rappresentano.

Procedendo abbiamo ampia visuale degli abitanti della savana, della tundra, della steppa e ancora della foresta pluviale.

Continuo a scorrere le varie faune accompagnata dallo sguardo di Michiru, ma per qualche secondo di anticipo la supero. Passiamo la seconda e la terza vetrina in rassegna e quando volgo gli occhi in direzione della sesta per vecchie riminiscenze di qualcosa di particolare, sento che invece si blocca alla quinta esultando subito dopo.

Torno indietro da lei e il suo gongolare mi colma di gioia.

Missione compiuta!”, esulta, e indovinate un po' cosa ha scelto...

Ho trovato quello che cercavo!

Voglio gli animali della Foresta! Sono perfetti per noi!

Certo, dobbiamo assegnare con coscienza ciascun animale ad ogni invitato, ma è proprio ciò che voglio. Non possiamo sbagliare con questi!”

Se lo dici tu, mi fido! Sono felice che sono riuscita ad accontentarti al primo colpo.”

Non potevi darmi suggerimento migliore di questo! Grazie amore...”

Figurati piccola.”

La gratitudine si rinnova in un bacio che mi stringe il cuore cosìccome la vista di un tramonto sotto al cielo che preannuncia una serata tranquilla.

Quella che sarebbe potuta essere una ricerca infernale si è proficuamente rivelata una passeggiata piacevole nel paese incantato, un connubio tra il Paese dei Balocchi e Quello delle Meraviglie.

Rinnovo il gesto baciandola ancora una volta, piano e ripetutamente, e la felicità per la conquistata meta si accresce sempre di più portandomi in estati.

Posso decisamente eliminare le bomboniere dalla lista “fonte di preoccupazione” e tutte le ansie e le paure recatomi dal timore di non riuscire a trovare qualcosa che diventasse qualcosa di davvero speciale mi salutano andandosene per la propria strada.

Che sollievo trovare una soluzione in modo rapido e indolore!

Chiedo ad Haruka di posizionare il nostro ambito tesoro nel loro apposito scrigno e di continuare con il tour del negozio perché ora ho proprio voglia di godermelo.

Me lo merito dopo una ricerca ardita ma portata avanti con successo. Chissà, magari ci scappa anche qualche ulteriore acquisto...

Lo immaginavo.”



***



Un giorno potrò sapere cosa stavate tramando tu e Atsushi mentre ponevo le bomboniere nella scatola?”

Sì, prima o poi lo scoprirai. Nel frattempo credi di poter aggiustare la credenza a forma di trifoglio di tuo nonno? Vorrei metterla in terrazza nell'angolo riparato.

Farebbe davvero un bel figurone tra i raggi del sole...”

Non ricordo in che condizioni l'abbiamo lasciata dopo averla trovata in soffitta. Posso provarci, però.

Come mai questa richiesta?”

Mi sono ricordata di uno dei quadri del nonno e ho visto quanto era bello l'effetto che dava nelle giornate di sole. Ti dispiace?”

No, assolutamente no! Vivremo insieme in questa casa per il resto dei nostri giorni e voglio che tu la senta tua come io la sento mia.”

Fantastico allora!

Diamo un'altra occhiata alle bomboniere? Sono così belle che quasi mi fa strano darle via...”

Vado a prenderle. Perché non le ritrai, così avrai sempre una copia per te? Potresti realizzare dei quadretti piccoli da sistemare nella camera vuota, sopra la scrivania, per esempio.”

Ottime idee entrambe! Hai risolto due miei problemi in un battibaleno oggi. Come sei efficiente!”

L'amore è anche questo piccola. Eppoi lo sai quanto mi fa piacere vederti serena e soddisfatta. La tua tranquillità è la mia prima priorità principessa.”

Sono contenta che tu abbia detto ciò una volta vicine. È importante che tu lo abbia condiviso così. Grazie.”

Hm... Figurati.”



***



Liberata l'isola da centrino e centrotavola comincio a disporre tutto il materiale necessario per ritrarre queste fantastiche creature e farne tanti piccoli quadretti da appendere nella stanza vuota della casa.

Velocemente prendono posto sulla superficie liscia e levigata la valigia dei miei pastelli, di cui non ricordo nemmeno il numero, un paio di blocchi A4 da cui ritaglierò le mie tele, tre gomme chiodino, una gomma normale e un temperamatite munito di contenitore.

Con grande euforia mi siedo ed inizio a osservare attentamente le fattezze del primo animale, l'astore.

Il becco nero e aguzzo rivolto all'ingiù, il cipiglio freddo e guerresco incorniciato da un piumaggio cenere interrotto da spruzzate bianche e precise ai lati del corpo.

Il petto in fuori percorso da una flotta aerea di bombardieri che si presenta in picchiata anche sull'interno delle ali e fino alle zampe che si dipartono gialle e sormontate da artigli potenti e gagliardi.

Dorso scuro dall'ali eleganti, aristocratiche nella loro posa più una coda importante e pluripennata completano la figura di questo guerriero dei cieli che sarà d'ora in poi protettore del nostro caro Luc, il quale ha una passione sfrenata per questo maestoso rapace.

Ora tocca a Rei e Minako, per le quali abbiamo scelto un altro rapace, lo sparviero da sempre simbolo di origine guerresca e indole vittoriosa. Perfetto per le nostre ragazze!

Il suo piumaggio è bruno, cadenzato sul davanti da strisce non uniformi in una livrea simile a quella dell'astore, come vale per la coda. Il becco è cadente e poco ricurvo, lo sguardo splendente più di un topazio.

Rubano la scena poi gli artigli lunghi e fini ancorati alle zampe lunghe e chiare.

Anche questo padrone dei cieli nel solcare i suoi domini mostra tutta la sua eleganza, la potenza della sua volontà e la maestria dei suoi attacchi.

Spero che le ragazze apprezzino e comprendano il valore di questo dono il cui significato mi auguro non sia troppo arduo da comprendere.

Non vedo l'ora di sapere come tutti reagiranno...

Un ultimo volatile popolerà questa collezione, un pennuto dall'aspetto simpatico, la cui effigie è collegata a risvolti poco piacevoli ma che, proprio da questi, ho deciso di depauperarla perché io la trovo comunque una creatura affascinante

Sto parlando della civetta artica, con i suoi occhi gialli a contrasto col nero della pupilla, il muso bianco da cui pende il becco cadente e scuro e che risalta nel bianco del colletto che scendendo per il busto si mischia a striscette brune ripetentisi per tutto il resto della sua livrea dal davanti all'indietro del dorso, per poi interrompersi nel candore delle zampe corte e tozze che si fanno affilate negli artigli ricoperti da piume.

Di questo rapace voglio far dono ad Usagi e Mamoru, perché della saggezza che guida, essi come essa, hanno fatto il loro modus vivendi come se in loro albergassero due sovrani d'altri tempi.

Abbandoniamo i cieli e spostiamoci a terra, nei boschi, dove su spunzoni rocciosi domina i suoi territori il lupo.

Orecchie raddrizzate pronte a carpire pericoli o occasioni favorevoli, sguardo scrutatore color rame, manto cinereo sul capo che va poi ambrandosi sul resto del corpo agile e muscoloso, scemando sul pallido verso le zampe possenti e la corta e folta coda. A spezzare il colore è il naso nero, assieme a quelle strisce che contornano le fauci maestose, nascoste perché serrate dalle mascelle.

Arriva a risaltare anche il bianco delle guance, mescolato tra il grigio e il rossiccio del muso.

Spetterà a Hideo questo cacciatore, perché quando mi apparve innanzi agli occhi la prima volta che lo incontrai mi sembrò proprio un affascinante e statuario licantropo dallo sguardo penetrante.

Rannicchiata in un letto di frasche troviamo invece la volpe, al fresco tra le alte fronde. Le orecchie ben alzate non la dispensano dall'udire pericoli, lontani o vicini che siano. Lo sguardo birichino color miele si perde a controllare tutto ciò che le sta attorno mentre il suo manto luccica ai raggi del sole nel suo rossore, che va poi a dissiparsi nel bianco della punta della coda. Essa nasconde, impedendone la vista, le zampe e il muso, su cui non s'intravvede un angolo del naso neretto. Assomiglia proprio a quella della vicenda che Haruka e Yasu avevano vissuto quando erano ancora molto piccoli. Correvano per il vecchio sentiero che portava al mercato quando persero il proprio pranzo al sacco; se ne accorsero a metà strada e quando tornarono indietro trovarono quella furbacchiona che si pappava tutta quella roba squisita! Poverini...

Beh, Yasu, spero non ti dispiaccia questa piccola riminiscenza.

Ben più grosso e men che impigrito, dopo un bel sonnellino, vien l'orso che girovaga alla ricerca del suo adorato miele. Il suo pelame bruno intenso arruffato qua e là suggerisce che, per uscire dal torpore del sonno, ha trovato sollievo nelle ripide pareti della sua tana.

Le grosse zampe lasciano notevoli impronte sulla terra della stessa entità di quelle lasciatemi nel cuore da quelle persone a cui andrò a regalare quest'effigie, simbolo di un guerriero prode e fiero, perché non c'è modo migliore per descrivere la forza di volontà e d'animo di questa copia che mai potrà evadere dalla mia sfera affettiva, né dal mio spazio vitale.

Il senso di protezione che Ami e Makoto riescono ad infondermi in qualsiasi situazione è il motivo per cui la mia scelta è caduta proprio su questo grosso mammifero.

Dal burbero viaggiatore dei boschi approdiamo ad un viandante quasi microscopico al suo confronto, un tipetto molto carino che però sa ben difendersi dai predatori... Parliamo del signor Riccio!

È quasi difficile guardarlo a causa del luccicore emanato dalle sue miriadi di aculei nel mare color corteccia della sua pelliccia. Tra questi spuntano le due rosee orecchiette fini e dalla forma molto simpatica.

I suoi occhietti, nonostante siano minuti e nascosti dalle sfumature nere del muso appuntito, culminante nell'adorabile nasino. Anche le sue zampette non sono visibili perché mimetizzate tra l'erba.

Iwao ed Ellen riceveranno questo dono rappresentazione di riparo, perché non esiste miglior esempio al mondo di reciproca protezione di questa coppia di rocce.

Giungiamo quindi alla fine di questo bestiarium che si conclude con il Principe della Foresta, sua altezza il Cervo.

I suoi palchi fendono l'aria facendola quasi liquefare al minimo contatto, illuminando anche l'ombra data dai mille alberi. Quelle gemme inscrutabili che sono gli occhi fanno comunque trasparire saggezza e lungimiranza, perché non si e mai troppo al sicuro nell'habitat dei predatori.

La pelliccia screziata di un arancione tenue tendente al marrone è ben nascosta tra la vegetazione, e comunque le sue zampe lunghe e prestanti, leggiadre e precise non lo faranno soccombere se non per fatalità avversa.

Proprio come Suna, guerriera spietata nonostante tutte le difficoltà della sua vita, saggia e cruda negli ardimenti della sua mente, ed è proprio per questo che non v'è animale che più le sia adatto.

Tra sfumature e contorni ho finito il mio lavoro e sono pronta a farlo esaminare dalla mia più accanita critica. Chissà se approva le mie scelte o avrà qualche perplessità da muovermi.



***



Ci risvegliamo dal torpore del lieve sonno pomeridiano che ci ha permesso di riprenderci dalle fatiche mattutine.

Lo sfrigolio delle foglie al vento emana frescura all'udito e al pensiero, donando una piacevole sensazione di rilassatezza.

Il sole attraversa a raggi le innumerevoli punte della foresta e va a scontrarsi, stendendosi poi sui nostri corpi, con la tendina di bambù che ho da poco messo nelle verande di entrambi i piani per ripararci un poco dalle temperature estive che sembrano finalmente starsi avvicinando.

Ho ancora richiuse fra gli occhi gli splendidi disegni di Michiru, mentre mi alzo e mi metto seduta, e anche se sono dei brevi flash, riescono a colpirmi con tutta la loro bellezza. Sembrano poter prendere vita e popolare così la stanza carente di vita escludendo me e lei.

Rivedo il cervo che mi guarda di rimando in tutta la sua non vanitosa regalità, i tre volatili appollaiati con eleganza in tre angoli diversi della camera da letto.

L'orso che russa davanti alla porta, la volpe che saltella qua e là emettendo i suoi tipici versi; il lupo che guarda fuori dalla finestra per ritrovare la sua amata casa ed infine il piccolo riccio che si nasconde sotto l'armadio per proteggersi da tutti quei grandi predatori presenti nell'ambiente.

Se Mo di Cuore d'inchiostro poteva materializzare dai libri, leggendo a voce alta, i loro personaggi, Michiru è in grado di fare lo stesso dipingendo.

Mi rivolgo a lei con lo sguardo e mi accorgo che non è ancora sveglia così decido di scostarmi piano da lei per non svegliarla.

Sono le quattro e dato che non ho cose urgenti da fare mi dedicherò a riparare

la vetrinetta che voleva esporre nel terrazzo del piano terra.

Scendo le scale e la ripesco dal mio studio, rendendomi meglio conto del fatto che non è nelle condizioni che speravo.

Dovrò smontarla pezzo pezzo e sistemarli tutti uno per uno. Sarà un lavoro abbastanza lungo e impegnativo per questo voglio iniziare subito. Non voglio farla aspettare troppo.

Opto di mettermi a lavorare fuori, sotto il primo pino così starò al fresco e non mi affaticherò prima del dovuto. Appoggio il mobiletto accanto al tronco e vado nel capanno del mulino a prendere il telone di plastica che uso di solito.

Sediamoci e cominciamo. Il primo passo è smontare tutto.

L'apice a trifoglio ha bisogno di essere rilevigato, ridipinto e lucidato. Dovrò tagliare lo strato superficiale o riposizionarne uno nuovo sopra, ma non credo mi convenga. Sarebbe meglio operare una via di mezzo togliendo il primo strato e sostituendolo con uno nuovo. So che mi costerà più tempo e manodopera ma il risultato sarà migliore.

Ora che ci penso potrei usare il vecchio orologio rotto che prima si trovava sul camino. Si erano rotti vetro, meccanismo e lancette supporto compreso (non vi racconto come...) e a Michiru piace molto.

Quant'è bella la mente che funziona!

È rimasto il foro su cui erano montate le lancette ma questo non è un problema.

So già cosa fare, ma per il momento lo lascerò vagare come idea..

La stessa sorte dell'apice toccherà ai cinque scaffali spessi due centimetri, con altezza di trenta centimetri e larghezza di quaranta e che costituiscono, assieme allo scaffale che li contiene, la vetrina vera e propria. Questo neanche è in buono stato... Forse è il pezzo più malmesso tra tutti. Lo farò per primo.

Gli incastri dell'apice sono stati risparmiati dall'ingiuria del tempo. Hanno solo bisogno di una bella spolverata.

La base, ove poggia tutto il resto, con stessa forma e dimensioni dell'apice non è molto graffiata, e anche il suo incastro complementare con i tasselli presenti sui due lati e sul retro versano in buone stato. Un impiccio di meno.

Ruka, dove sei?”

Sono fuori, raggiungimi piccola.”

Ehi, che combini?”

Voglio iniziare ad occuparmi della vetrinetta.”

Di già? Pensavo non avessi voglia di lavorare e preferissi rilassarti.”

Lavorare per la mia donna è rilassarmi.”

Oh, buon per me! Vuoi che ti aiuti?”

Perché no, potresti passarmi gli attrezzi.”

Volentieri! Sto diventando ferrata in materia.”

L'importante è che non diventi ferrosa cara. Sarebbe moolto grave sennò!”

...”



***



Superato l'iniziale trauma della mia uscita a suo parere evitabile e infelice, dopo aver inforcato gli occhiali e aver preso la levigatrice, ed aver cambiato programma partendo dagli scaffali, mi dedico alla struttura mediana, quella più rovinata. La separo nei tre pezzi che la compongono e inizio a fare l'esterno di uno dei lati. L'interno non è conciato male come pareva all'inizio, per cui basterà lucidarlo e lo stesso vale per gli altri due interni, mentre anche gli altri esterni devono subire il medesimo trattamento del loro compare che si sta 'sacrificando' per primo. In un quarto d'ora dovrei aver finito la fase di levigatura e dopo un'altra mezz'ora saranno ridipinti, anche se dovrò aspettare ancora per fargli asciugare bene in modo da poterli lucidare come si deve.



Bene! Ora tocca all'apice.

Grazie all'ottimo servizio svolto dalla mia aiutante tutt'altro che improvvisata ho già in mano la sega che ad ogni mio movimento separa sempre più i due strati.

Questi sono tenuti assieme da piccoli agglomerati di colla che al passaggio della lama saltano e scoppiettano come minuscoli petardi. Bisognerà rimuoverli prima di montare il vecchio orologio.

Manca il raschietto nella cassetta... Vado a prenderlo!”

Caspita, sta diventando sempre più brava. Andrà a finire che non avrà più bisogno di me per i lavoretti casalinghi e io diverrò obsoleta... Ahiai!

Mi riconcentro su ciò che stavo facendo e senza premere troppo sul legno, che non ho ancora capito da quale albero è stato ricavato, controllerò nei miei giornali da falegname. Il tocco deve essere delicato, altrimenti potrei rompere l'asse, che ora ha solo un centimetro di spessore, ma al tempo stesso devo eliminare ogni traccia di colla che potrebbe lasciare troppo spazio tra i due pezzi da assemblare compromettendone la resistenza.

L'orologio è più sottile rispetto all'apice, ma più o meno hanno la stessa forma, anche se orientata diversamente. Ciò darà un bell'effetto all'arredo finito.

Ora posso procedere ad incollarli e con loro avrò terminato.

Non mi resta che ridipingerli, anche stavolta aiutata dalla mia bella assistente.

Quando saranno ben asciutti luciderò anche questi e dopo aver fatto attaccare bene l'ultima mano di coccole potrò riassemblare tutto.

Stavo pensando di montare anche dei vetri per proteggere ciò che potrebbe trovarsi all'interno in caso di vento o temporali estivi, ma non posso ancora prendere questo impegno. Dovrò aspettare che il tutto sia completato.

Altri abbellimenti potrebbero aggiungersi quando avrò il risultato finale davanti agli occhi.

Adesso, con un'altra ora e mezzo di lavoro terminerò le fasi di tinta e lucidatura e metterò tutti i pezzi ad asciugare nel capanno, lontano da fonti di incidenti.

Domani riprenderò tutto in mano e vedrò il da farsi. Mi rimbocco le maniche in quest'ultima tranche di impegno e nel frattempo Michiru è tornata dentro per preparare qualcosa per la cena.

Il pomeriggio è volato, ma come detto prima, sono soddisfatta di ciò che abbiamo fatto.




È così arrivò un nuovo riposo ad allietare quell'animo lavoratore ed instancabile, che avrebbe dovuto comunque farlo cessare per consentire a quel bravo garzone ch'era il tempo di far consolidare per bene la lucentezza di quella pioggia di luce

Solo l'indomani si sarebbe potuto riprendere a trottare tenendo conto d'imprevisti di ogni sorta, ma con la sicurezza che li si sarebbe affrontati con perspicacia

e saggezza.

Ancora però quella mente sempre in moto non voleva spegnersi perché vi vibrava dentro l'immagine d'uno sguardo liberato dalle ansie che lo aveano quasi coperto. L'immagine della sua futura sposa.

Fu con quella che finalmente si lasciò andare nel mare sussurrante del sonno.

  
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