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Autore: Ofeliet    15/06/2015    1 recensioni
Alla fondazione del complesso del collegio, i professori avevano in mente grandi progetti per esso. Doveva essere una dimostrazione di eccellenza e perfezione. I suoi iscritti, comunque, vantano ben poco simili qualità.
D'altronde, cosa puoi fare con un folto gruppo di adolescenti impegnati a rivaleggiare e sgominare team malvagi da quando hanno iniziato a viaggiare? Niente. Puoi solo insegnargli ad essere studenti modello, e fallire nel tentativo. D'altronde, si ha a che fare con campioni non più in erba ed esperti del mestiere, tutti focalizzati sul diploma e sulla gloria che deriva da esso.
Qui tutti hanno più di un asso da giocare, e soprattutto hanno voglia di vincere.
| Airplane Bikini Contest DualRival FerrisWheel Ikari Pokè Ranger | ed altre...
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Ash/Misty, Drew/Vera
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
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- Questa storia fa parte della serie 'Il mondo della scuola. ~'
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Capitolo Tredici: Prima ero intelligente, poi ho incontrato la matematica.


Capitolo Tredici: Prima ero intelligente, poi ho incontrato la matematica.


« Io non ci credo. » stringendosi nella sua giacca, Erika non riusciva ad evitare un brivido di freddo. Credeva che dopo tutto quel disastro combinato dai Team al Torneo Invernale ogni attività scolastica sarebbe stata sospesa a favore della preparazione di un conflitto mondiale. Invece il Collegio aveva riaperto i battenti e nessun studente era esente da quel richiamo.
« Nessuno di noi ci crede. » commenta Anemone, che aveva deciso di passare l’inverno a Kanto, con suo grande rammarico. Un folto concentrato di nubi aveva imbiancato l’ovest di Unima rendendolo inaccessibile, e nessun aviatore aveva voluto planare verso Ponentopoli. Era infinitamente grata a Erika per la sua ospitalità, ed era finita a passare le sue vacanze immersa tra piante di ogni genere.
« Io pensavo… Mm, non so nemmeno io cosa. » diversi dei suoi Pokémon erano stati gravemente feriti, durante il Torneo Invernale, e Vileplume tardava a riprendersi a causa della stagione. Anemone stringe un poco le labbra secche, osservando il cielo.
« Io ho contattato la mia Lega. Il nostro Campione ha detto che del Team Plasma non c’è traccia. » Anemone non sembra crederci troppo, limitandosi a salutare il poliziotto della galleria. Gli anni erano passati, ma i tunnel d’ingresso a Zafferanopoli erano ancora strettamente controllati.
La città era molto spenta. La paura dei team, unita alla stagione fredda e buia, aveva relegato gli abitanti della città dorata nelle loro case, con qualche eccezione. Da lontano l’edificio principale del Collegio sembrava un punto luminoso a cui affluivano tutti i ragazzi. Ben presto incontrano Camelia e Ciprian, entrambi piuttosto tesi e stanchi.
« Sembra che abbiano convocato tutti nell’auditorium. » dice Camelia, dopo essersi sistemata nuovamente la sciarpa. Anemone con le sue effusioni l’aveva scombinata. La sua mente era un intenso vorticare di ricordi e informazioni. Sarebbe dovuta rimanere a Sciroccopoli, nel caso di una rappresaglia del Team Plasma, ma la professoressa Aralia le aveva imposto di venire a Kanto.
« Come stai? » Anemone prende sottobraccio la sua ragazza, sorreggendola un poco e Camelia sospira, attendendo che Erika e Ciprian si allontanassero un po’.
« Male. La mia città era nel completo panico, quando sono arrivata. Hanno saputo di quello che è successo qui. » Anemone si morde il labbro inferiore. Chissà come stavano gli abitanti di Ponentopoli. Si sente una pessima Capopalestra per non essere tornata da loro. « Sono andata a Ponentopoli, stanno tutti bene. » le dice Camelia, intuendo i suoi pensieri, e Anemone piena di gratitudine le sorride, dandole un altro bacio, prima di avviarsi dentro l’istituto.
L’edificio del Collegio appariva più spettrale anch’esso, da vicino, quando invece da lontano faceva credere di essere sempre lo stesso. Sembrava aver perduto tutta la sua luce e fiducia in sé. Un po’ come tutti loro, in fondo.
Varcate le porte, l’auditorium era già abbastanza pieno, tanto da rendere difficile il trovare due posti vicini. Solo dopo essersi seduta Camelia osserva con più calma le persone presenti. Quelli del primo anno erano visibilmente i più nervosi. I suoi compagni di corso, invece, parevano sul passo di guerra.
Passandole accanto Touko non riesce a sopprimere un sospiro depresso, quasi cadendo sul primo posto libero che trova.
« Vorrei la vostra attenzione. » il professor Oak era al centro del palco, ed era riuscito a catalizzare l’attenzione di tutti loro in un attimo. Il silenzio che si crea pare quasi irreale.
Solo pochi istanti dopo, però, si leva un forte brusio. Aria di ribellione e tempesta.
« Lo so bene che volevate rimanere nelle vostre case. »
« Allora perché siamo qui? » Lance si era alzato in piedi, deciso e irremovibile. Il professore lo guarda, intimandogli di sedersi.
« Lasciami parlare, Lance. Risponderò alle domande di tutti, dopo. » l’anziano uomo si schiarisce un poco la voce, e prosegue solo quando fu certo di avere l’attenzione di tutti. « Sappiamo tutti cos’è successo due settimane fa. Molti dei vostri Pokémon ne porteranno i segni per sempre. » uno studente fa per alzarsi in piedi, ma basta un’occhiata seria per farlo tornare al suo posto.
« I team hanno cercato di negoziare la nostra resa. » il silenzio diventa teso.
« Noi non ci arrenderemo! » urla a quel punto Ash, sostenuto da diverse frasi d’approvazione prima di essere costretto nuovamente a sedersi da Misty. Samuel sorride, contento.
« Non lo faremo, infatti. Ed è per questo che vi abbiamo convocati qui, oggi. » gli studenti stavano iniziando ad incuriosirsi. « Secondo le nostre fonti, quell’attacco era una prova generale. Una finta. In verità, i team non hanno ancora abbastanza risorse, e nemmeno uno spirito concorde, per attaccarci. Ognuno di loro voleva soltanto dare una dimostrazione di forza per intimidire noi e i nostri nemici. » Anita rabbrividisce, stringendo il braccio del cugino accanto a lei. Il pensiero di quell’evento ancora la innervosiva e a tratti la spaventava. Touya le sorride, cercando di essere incoraggiante, ma nemmeno lui riusciva a rimanere veramente tranquillo.
« Preferiamo concentrare le forze qui, prepararci a una vera e propria guerra. »
« Non ha senso! » esclama allora Ciprian.
« Preferiresti tornare a casa, in attesa di un’invasione? »
« Sempre meglio che rimanere qui, lontano, senza poter fare niente. »
« I team vogliono prendere potere, e il metodo è quello di annientare la Lega, e di conseguenza anche i Capipalestra. In questa situazione, oltre a rimanere isolati nel combattere, voi stessi diventereste dei pericoli per le vostre città. » il ragazzo torna a sedersi, temporaneamente sconfitto.
Nessuno aveva una soluzione da proporre.


« Questo si chiama miracolo. »
« Fortuna, pura e semplice fortuna. » Ash fulmina con lo sguardo l’amico, stringendo il foglio di carta come se fosse il suo più caro amico.
« Scusami tanto, non tutti sono casi disperati come te! » in tutta risposta, Gary si limita a un sorrisino compiaciuto.
« Tanto i miei voti sono tutti più alti dei tuoi. » la linguaccia di Ash è una risposta eloquente.
« Sembrano tanto due bambini. » commenta Misty, puntellandosi sui gomiti e sorridendo. Seduta vicino a lei, Serenity annuisce. « Il duo è tornato, a quanto pare. »
« Rimane però il fatto che la mia pagella fa schifo. » le due ragazze si voltano in simultanea, incontrando la disperazione di Marzia. La giovane teneva il pezzo di carta incriminato tra le mani.
« S-se ti consola, io dovrò sostenere i corsi di matematica. » sussurra Serenity, sperando di non essere sentita da una persona di preciso. Fallendo.
« Ser, come hai fatto ad avere l’insufficienza? » Anis strappa con malagrazia la pagella dalle mani dell’altra ragazza, osservandola con cipiglio severo. Serenity, in tutta risposta, si fa piccola. Non importava quanto impegno ci mettesse Anis nello spiegarle le nozioni matematiche, lei e quella materia astrusa non si sarebbero mai comprese.
« An, lo sai che io e la matematica non andremo mai d’accordo. » l’occhiataccia di risposta la ammutolisce definitivamente. Probabilmente l’amica aveva preso la questione della matematica un po’ troppo sul personale, e Serenity inizia a tremare al solo pensiero.
« Ser, persino Julia ha preso più della sufficienza grazie a me. Perché tu no? » lei inizia a sudare freddo sotto lo sguardo inquisitore dell’amica.
« Nicky, aiuto… » sussurra alla compagna di stanza, ma lei era troppo lontana per aiutarla.
Misty rimane seduta nell’osservare Anis trascinare via la propria compagna di banco – Anis era piccolina, ma era parecchio forte! Non l’aveva mai notato – e decide che in quel momento Julia meritava un poco di attenzione. La ragazza in quel momento avrebbe volentieri fatto delle foto alla propria pagella, tanto ne era soddisfatta.
« Hai preso B in Comportamento Pokémon! E’ degno di nota. » commenta Gary, sbirciando dietro la sua spalla. Julia si voltò nella sua direzione, con espressione trionfante.
« Invidioso? » Gary inarca un sopracciglio, ridacchiando.
« I miei voti sono perfetti. »
« Ma cosa vedo? » Asuka decide di intromettersi, strappando il foglio dalle mani del ragazzo. « Juli, il nostro neo-professore ha a malapena passato Linguaggio Unown. » le due compagne ridacchiano sotto i baffi, facendo salire l’irritazione di Gary.
« Ridatemelo! » urla, sporgendosi in avanti. In tutta risposta, le due ragazze si passavano ridendo il foglio. Asuka aveva affidato il foglio alle cure di Julia, che aveva preso a spostarsi velocemente tra i banchi, cercando in tutti i modi di sfuggire all’amico. Questi la osservava con occhi fiammeggianti, lo sguardo concentrato sul foglio in mano a Julia. Lei sorride, beffarda, prima di sventolare la pagella quasi sotto il suo naso, provocandolo, e lui scatta in avanti, facendola sobbalzare e urtare Nicky, che fino a quel momento chiacchierava tranquillamente con un alunno del primo anno.
La conseguenza è disastrosa, visto che Nicky perde l’equilibrio a seguito della sorpresa e cade direttamente addosso a Kyohei, che impallidisce vistosamente, nel tentativo di sorreggere la ragazza.
« Oddio, Nicky, scusa! » esclama allora Julia, lasciando perdere completamente Gary e cercando di aiutare l’amica nel recuperare l’equilibrio perduto. Nicky si scosta qualche ciocca corvina che le era finita sul volto, prima di alzare lo sguardo, trovandosi direttamente faccia a faccia con Kyohei.
La sua mascella quasi si disloca, per la sorpresa, mentre un chiaro rossore si faceva strada sulle sue gote. Gli occhi chiari del ragazzo parevano più luminosi, visti così da vicino.
« …cky, stai bene? Ti ho fatto male? » la voce di Julia la riporta alla realtà, lontana dal viso di Kyohei. La ragazza sposta il proprio peso sulle proprie gambe, abbandonando definitivamente le braccia dell’amico.
« Sto bene. » riesce a dire, facendo sospirare Julia di sollievo.
« Meno male che c’era il tuo amico che ti ha presa al volo. Altrimenti saresti finita per terra come una frittata. » ride Julia, cercando di sdrammatizzare. Gary, approfittando della distrazione generale, si avvicina furtivo, strappando dalle mani di Julia il pezzo di carta conteso fino a qualche momento prima.
« Ehi! » esclama Julia, cercando di riprenderselo, ma invano. Gary era ben più alto e molto più forte di lei, tanto da tenerla a debita distanza con un solo braccio. Nicky li osserva qualche istante, prima di voltarsi verso Kyohei.
« Grazie. » sussurra, grata. Il rossore sulle gote del ragazzo era sfumato un poco, anche se non definitivamente scomparso. Lui fa per risponderle, ma lo suonare della campana di inizio lezioni interrompe i suoi propositi.
« Di niente. » risponde, sorridendo leggermente, e mettendosi in fuga alla vista del Professor Rowan. Questo, almeno, è ciò che pensa Nicky prima di notare una figura più piccola, a qualche passo di distanza, seguire il professore. Ne coglie l’aria incuriosita, prima di fuggire prontamente al suo posto.
Rowan entra nell’aula, seguito da una ragazza che nessuno aveva mai visto. Aveva un aspetto allegro, e continuava a sistemarsi una ciocca dietro l’orecchio. Il suo sguardo era caldo e vivace, e squadrava l’intera stanza con interesse.
« Lei è Harris Paige. Da oggi farà parte di questa classe. » dagli altri studenti si leva un lieve mormorio. Paige si sente analizzata dai suoi nuovi compagni e cerca dì a reprimere un leggero brivido.
« Puoi sederti nel banco vuoto. » le disse Rowan, ritenendo che la nuova arrivata fosse stata osservata abbastanza. Paige annuisce, sorridendo, sedendosi nell’unico posto vuoto della classe, accanto a una ragazza dai capelli corvini e a Chiara, quella che doveva essere la Capopalestra di Fiordoropoli. Questa le sorride, riconoscendola forse.
Rowan fa l’appello, appurando la presenza di tutti gli studenti e chiedendo se qualcuno avesse delle domande sul voto della pagella. La questione riceve un silenzio di tomba come risposta, spingendo il professore ad iniziare la lezione.
In quell’ora, Paige imparò che c’erano cose ben più spaventose delle grotte piene di Zubat. Le lezioni di lingua Unown, per esempio.


« Sei davvero riuscita a leggerli tutti? » esclama Marina sorpresa ed Esmeralda annuisce, con un’espressione trionfante sul suo volto.
« Non vorrei ripetermi, Mari, ma a me piace leggere. E la botanica. Perciò dammi dei libri sulla botanica, e posso finirli nel giro di una giornata. » all’altra ragazza non rimane altro che battere le ciglia, decisamente stupefatta e sistemarsi gli occhiali sul naso. Le sue vacanze non erano andate in maniera propriamente idilliaca. Il nervosismo aveva avvolto la sua regione in una spirale di paura e sfiducia, e ciò aveva portato a spiacevoli conseguenze. Angelo, in qualità di Capopalestra, aveva passato gli ultimi giorni a pattugliare Amarantopoli e risolvere i conflitti tra i cittadini. Le poche volte che lo ha scorto le è parso quasi spettrale.
A quel ricordo Marina cerca di scacciare i pensieri negativi, e si trova ad osservare Lucinda, la regina del piccolo alveare del secondo anno, che pareva non aver perso la sua aria scintillante, nonostante la brutta atmosfera che ancora gravava su tutta Zafferanopoli.
Nessuno in verità avrebbe indovinato i pensieri lugubri che la Coordinatrice nutriva dentro di sé. Lucinda sopprime un sospiro, nel sorridere ad Anita che aveva continuato a raccontarle delle proprie vacanze a Sabbiafine e del mare innevato, caratteristico del paesino a sud di Sinnoh. Lucinda, nonostante fosse cresciuta poco distante da quel luogo magico, non l’aveva mai visto.
« Perciò, il prossimo anno andremo sicuramente a vederlo insieme! Sei d’accordo? » Lucinda annuisce, sorridendo. La solarità dell’amica riusciva a risollevarle enormemente il morale, fino a quel momento stagnante.
« Certamente. »
« Di cosa stavate parlando? » si intromette allora Iris, con aria curiosa. Aver passato tutte le sue vacanze a pattugliare Boreduopoli era stato un toccasana per il suo spirito e i suoi Pokémon, tanto da infonderle sempre più forza e determinazione a sconfiggere nuovamente il team Plasma.
« Del mare innevato. » dice Anita, con aria entusiasta, iniziando a ripetere per filo e per segno ciò che aveva detto a Lucinda.
« Tsk. » è l’unico commento di Paul, che non sfugge a Natsumi.
« Sei già di pessimo umore? » gli chiede la ragazza, mentre il suo compagno di banco si sedeva accanto a lei. Paul cerca di fulminarla con un’occhiataccia, senza riuscirci troppo. « Non dirmi che ce l’hai ancora per il voto basso di Allevamento? » l’assottigliarsi dello sguardo del ragazzo spinge Natsumi a non indagare oltre, facendola tornare sul proprio libro di linguaggio Pokémon. Lentamente stava facendo piccoli passi nel tentare di comprendere almeno Riolu, e ciò la riempiva di grande gioia.
Nel banco dietro di lei, Barry e Kotone pareva avevano trovato un argomento di conversazione molto interessante.
« E quindi, che facciamo? »
« Ovvio che proseguiamo con il piano. Soprattutto adesso che ne abbiamo bisogno. »
« Secondo me gli altri non saranno d’accordo per svegliarsi così presto. » commenta Kotone, pensando soprattutto all’ultima volta che aveva cercato di svegliare Elis prima dell’orario prestabilito. Il solo ricordo ancora la spaventava a morte.
« Invece sì! Essere forti, adesso soprattutto, è fon-da-men-ta-le. » il ragazzo sillaba l’ultima parola, nel tentativo di dare più enfasi di quanta già non ci mettesse.
« Vuoi tacere? » Elis lancia ai due ragazzi un’occhiataccia, prima di tornare ad appoggiarsi al suo banco. Nonostante cercasse di non pensarci, alla sua mente tornava il ricordo che presentava Silver come il nuovo capo del Team Rocket, e lei desiderava soltanto prenderlo a calci fino ad arrivare a Unima. Non si capacitava del perché lui avesse accettato quel ruolo che aveva affermato di disprezzare tanto. Forse c’era qualcosa sotto, ma si trova a scartare subito l’idea. Silver era inattaccabile da tutti i punti di vista – escludendo il suo pessimo carattere.
Quel tipo le doveva più di una spiegazione, altroché.


Sospirando Catlina accosta i libri al petto, stringendoli con velato entusiasmo.
« C’è qualcosa che non va? » la ragazzina sussulta nel vedere Giulia proprio accanto a lei e le sorride leggermente forzata.
« No, niente… » parla, la sua voce che scemava sempre di più per il crescente imbarazzo. Lei e Giulia hanno parlato poco, e questo creava un’innegabile tensione tra loro due.
« Adesso abbiamo lezione di Volo. » commenta Giulia, stringendo la sua sciarpa di riflesso. Catlina abbozza un sorriso debole, guardandola attentamente.
« Io sono esentata da queste lezioni, soprattutto con questo tempo molto rigido. » l’altra ragazza la osserva con serietà.
« Cagionevole di salute? » Catlina annuisce.
« Spero vi divertiate. » le risponde con un sorriso, pronta a fuggire nel caldo angolo della biblioteca e passare il tempo a leggere. La sua pessima salute, in questi casi, era una benedizione. Non amava volare, soprattutto in groppa ad un Pokémon.
Giulia fa spallucce. Dopo aver avvistato Lucas, lo raggiunge e si mette a camminare al suo fianco. Il ragazzo non dice niente, ma le fa capire di essere conscio della sua presenza.
Il vento freddo li investe subito appena varcata la soglia del cortile. Il prato era grigio e secco, quindi in caso di caduta l’atterraggio non sarebbe stato morbido. E Alice, l’insegnante, non era una donna che ammetteva imperfezioni durante il volo. Essendo un corso riservato ai primi due anni, molti studenti che lo terminavano gioivano. Ignorando quanto fosse difficile il Linguaggio Unown a partire dal terzo.
Mei, sul dorso di Braviary, scruta la piccola piazzetta in cui si erano riuniti. Poco distante da lei c’era il suo gemello, che accarezzava il collo della sua Mandibuzz. La Pokémon, nonostante l’aspetto minaccioso e tutt’altro che rassicurante, era docile e gentile. Raffaello aveva richiamato il suo Scyther, che non aveva smesso di muoversi nemmeno per un attimo. Il Pokémon Coleottero pareva evitare così il freddo della stagione, questo almeno a detta di Raffaello. I gemelli psichici, a cavallo di due eleganti Pidgeot, parevano a disagio. Era strano, considerato che entrambi erano in grado di levitare anche senza l’aiuto dei Pokémon.
Con l’arrivo di Giulia e Lucas, eterei e tranquilli, Alice decide che la lezione poteva iniziare. Dopo aver affidato un Pidgeot a Giulia, la giovane donna fa uscire Altaria dalla sua sfera, salendo sulla sua soffice schiena con vago entusiasmo. La Pokémon apre le ali, spiccando il volo e compiendo una giravolta, il movimento che avevano imparato la scorsa lezione, prima di perdere quota, rallentare e planare dolcemente su un albero spoglio che si trovava lì vicino.
« Ragazzi, iniziamo la lezione. »

« Signorina Evans, è già la terza volta in questo mese che la portano qui svenuta. » Magdalena cerca di mascherare il suo imbarazzo torturando una ciocca di capelli. Non poteva certo ammettere di non aver mangiato da almeno un giorno, sarebbe partita la solita solfa, e lei non aveva voglia di stare a sentire le stesse cose per l’ennesima volta.
Luciano accavalla le gambe, mettendo via il proprio libro e cercando di riflettere. Forse poteva mandarla da Corrado, vedere se lui poteva fare qualcosa per quella ragazza che evidentemente soffriva ma che non voleva ammetterlo. Lei non poteva permetterselo, vista la sua altezza e l‘età.
« Dovresti ringraziare lo studente del quinto anno che ti ha preso al volo, altrimenti dovresti fare i conti anche con dei lividi, e delle probabili fratture. » la ragazzina arrossisce ancora di più al tono severo dell’insegnante che aveva una nota di rimprovero, desiderando affondare nelle candide lenzuola dell’infermeria ed evaporare. Non desiderava creare problemi.
Il suono della campana la distoglie dai suoi pensieri.
« La lezione di Volo! » esclama, saltando in piedi. L’improvviso sforzo la indebolisce, facendola cadere sul letto.
« Credo che, ormai, questa sia finita. La campana sta annunciando l’ultima lezione della mattina. » la bocca di Lena si apre per lo stupore. Non poteva aver dormito per tutta la mattina! « E, soprattutto, credo che finché non si rimetterà ogni lezione che comprende forzi fisici le verrà vietata. Questa volta è successo a ridosso delle scale, ed è stata fermata in tempo, ma pensi cosa succederebbe se cadesse dalla groppa del suo Pokémon. » Lena impallidisce. Non poteva di certo rinunciare alle lezioni di Volo, o a quelle di Ricerca Strumenti.
« M-mi impegnerò a stare meglio. » Luciano non sembra molto convinto dalle sue parole. « Lo prometto. »
L’uomo si appoggia allo schienale della sua sedia, dandole l’impressione di riflettere sulle sue parole. La castana si morde il labbro, in attesa.
« Solo quando vedrò un miglioramento ne riparleremo, soprattutto insieme a Corrado. Ma per adesso, sei bandita da specifiche lezioni. » la ragazza gli sorride, grata e si rassetta la gonna e i capelli, prima di uscire dall’infermeria. Sull’entrata, però, si ferma all’improvviso.
« Chi… mi ha portata qui? » chiede, con lieve imbarazzo.
« Falkner Valerio, del quinto anno. »


« Non sembri soddisfatto. » Silver lancia un’occhiata ad Archer, tornando a concentrarsi sui documenti nelle sue mani.
« Se ti piace così tanto perdere tempo, non mi stupisco che abbiate fallito a conquistare Johto. » la mandibola di Archer si stringe, ma il sorriso non abbandona il suo volto.
« Ho capito, vuoi che ti lasci da solo. » un’altra occhiataccia conferma le sue parole. Archer chiude la porta alle sue spalle. Nonostante pensasse di capire cosa passasse per la testa di quel ragazzino, temeva più volte di aver solo toccato l’instabile superficie della mente di Silver, e il pensiero gli piaceva poco. Quel ragazzo, che molti sottoposti consideravano il legittimo erede e leader, gli serviva. Un fantoccio era sempre comodo, soprattutto in quella situazione.
A suo parere non sarebbe esistito mai più un capo come Giovanni. Il loro boss aveva annacquato il suo genio e il suo carisma con quella donna, e Silver non sarebbe mai stato in grado di seguire la grandezza del padre. Nessuno ne era in grado, nemmeno lui.
« Il principino ti ha nuovamente sbattuto fuori? » Atena sorride divertita al suo indirizzo, passandosi una mano tra le ciocche vermiglie. Archer avrebbe tanto voluto sbarazzarsi di lei, anche se non l’avrebbe mai ammesso a parole. Forse poteva suggerire quell’idea a Silver, forse quel ragazzo era controllabile nonostante tutto. Non poteva saperlo finché non ci avrebbe provato.
« Hai contattato il team Plasma? » la donna assottiglia lo sguardo.
« Certamente. Ma non hanno voluto rispondermi. » commenta lei, lasciando che una smorfia le storcesse un poco il volto.
« Devi riprovare a contattarli, dobbiamo stringere un’alleanza almeno con loro. »
« D’accordo. » sibila Atena quindi a denti stretti. Archer la inquietava, tanto. Non riusciva a sentirsi tranquilla in sua presenza. Forse era anche a causa delle cascate Tohjo, il loro nascondiglio, che con tutta probabilità non era così sicuro.
La donna si sistema nuovamente una ciocca dietro l’orecchio, continuando la sua passeggiata in quel luogo angusto e umido.
Non c’era niente di interessante da fare, lì. Maxus passava tutto il suo tempo ad esercitarsi nei suoi travestimenti – il suo cervello era scioccamente convinto che i suoi travestimenti erano interessanti e utili – mentre Milas passava le sue giornate a vessare le giovani reclute. Lui insisteva nel dire che le addestrava, ma in molti erano a conoscenza della sua natura irascibile e tacevano. Alla fine, le reclute provenienti dal suo addestramento erano delle perfette macchine da guerra. Per quello, nonostante i reclami, Archer lo lasciava fare.
E a lei non rimaneva altro da fare se non giocare con i veleni che le sue Pokémon le fornivano.
Già le mancavano i momenti di azione, le facce stravolte dei civili presenti al quel torneo, l’adrenalina che scorreva nel suo sangue. Ma Silver aveva deciso di ritirarsi lì, e nessuno aveva osato contraddire il loro capo. Perché farlo?
La noia, però, continuava a stagnare senza una novità all’orizzonte. Finché il suo Pokégear non inizia a vibrare leggermente. Atena sobbalza, precipitandosi in fretta verso il proprio alloggio. Se qualcuno avesse scoperto che era in possesso di un Pokégear poteva dire addio alla sua carriera. Silver e Archer avevano severamente proibito quegli apparecchi elettronici a causa del dispositivo di localizzazione, ma lei voleva rimanere aggiornata sulle novità del mondo fuori da quelle umide cascate, non l’avrebbe mai immaginato nessuno che il segnare proveniente dalle cascate appartenesse a uno dei Generali Rocket.
E’ solo dopo essersi assicurata di aver chiuso la porta e non essere sentita da nessuno che Atena risponde alla chiamata.
« Suppongo sia strettamente controllata se ha tardato a rispondere, cara. » Atena sospira, massaggiandosi una tempia.
« Archer vuole la tua testa, giusto perché tu lo sappia. » la risata dall’altro capo del telefono accese una piccola scintilla di irritazione dentro di lei.
« Sempre se riuscirà a tenersela. Non crederà di essere l’unico? »
« Hai combinato un bel macello. » la voce del ragazzo fa una pausa.
« Lo so, grazie. Ma non ti ho chiamata per questo. » stava iniziando a volere pure lei, la sua testa.
« Sto per riattaccare. »
« D’accordo. Ho delle informazioni piuttosto scottanti, e credo che il vostro capo voglia riceverle. » Atena fa una pausa, riflettendo. Daniel si rivolgeva direttamente a Silver, non aveva mai usato loro come tramite per comunicare per lui. I loro incontri erano privati e nessuno sapeva ciò che si dicevano. La linea cade, oppure forse era lui ad aver riattaccato. Atena non sapeva dirlo con certezza. La sua unica preoccupazione, in quel momento, era uscire da quell’orribile posto e passare qualche giorno di vacanza a Fiorlisopoli. Tanto, non sarebbero stati pronti ancora a lungo, e lei non voleva sprecare i suoi giorni chiusa lì.
Archer se la sarebbe cavata benissimo da solo, senza di lei a consigliargli su come gestire Silver. Forse, si dice, capirà che quel ragazzo ormai non è così facile da addomesticare, anche se è divertente vederlo tentare in più modi. Se avessero preso qualcuno a lui caro, forse diverrebbe più docile.
Ma in presenza di Archer non esprimeva mai quei pensieri. Semmai Silver avesse un punto debole, lei sarebbe stata la prima a scoprirlo e ad impossessarsene. Non poteva di certo lasciare tutto il potere al primo comandante. Poteva permettersi un poco di ambizione, soprattutto se fosse riuscita ad ottenere un’influenza su quel delizioso e ostile capo.
« Sarà meglio che inizi a prepararmi. » commenta. Tanto, la strada per l’invasione era ancora lunga.





Paige Harris belongs to Flareon24.


Explanations:
- i voti delle pagelle sono espresse in lettere (come negli States)
- oltre alle lezioni standard (letteratura, matematica, etc) ci sono anche quelle specifiche (Linguaggio Unown, per esempio) divise per gli anni.
- non è che Luciano sia il "medico" ufficiale e unico, questo compito si divide tra diverse persone.





Rieccoci qui. *asciuga lacrime*
Ce la posso fare, ce la posso fare. Non allagherò la pagina di lacrime.
Come al solito, chiedo scusa per questa interruzione improvvisa. E' solo che realizzo che sono passati tre anni (cinque, se contiamo anche la versione precedente), e non riesco ad evitare di... commuovermi, in un certo senso. Ogni volta che rileggo un capitolo, finisco inevitabilmente a ripensare non solo alla storia o ai personaggi, ma anche alla me stessa di quel tempo e alle persone che conoscevo.
E' passato tempo, vero. Tanto.
E questa storia mi ha accompagnato per l'ultimo tratto della mia crescita, cosa di cui sono grata. Sono cresciuta (si spera), e questa storia è come la porta che ha su di sé i segni dell'altezza raggiunta.

Chapters commentary:

Vi dovevo una spiegazione sul perché tutti dovevano tornare a scuola. Sarebbe stato più sensato rimanere a casa. Ve l'ho fornita, anche se a metà. L'altra metà arriverà, prima o poi. Abbiate fede. (!)
Julia e Gary pare si siano riavvicinati, ma non tutto è come sembra. *sfrega le mani con aria losca* C'è sotto tutta una sottotrama.
Avrei voluto scrivere delle lezioni di Volo molto prima (verso il capitolo sei/sette) ma non trovavo mai una buona ambientazione. *sic* Per fortuna ora ci sono riuscita. Inoltre, progetto di inserire una lezione di Ricerca Strumenti nelle Side Stories. Prima o poi ci riuscirò. *sic2*
Dulcis in fundo, il Team Rocket. Non nego di aver avuto pochi problemi con la caratterizzazione di Atena. La ricordo come una donna passionale e parecchio incazzosa determinata. Ho cercato di renderla IC, anche se temo di aver miseramente toppato.

Ringraziamenti:

Ringrazio eather_ e Juls_ (♥) per aver recensito lo scorso capitolo. E anche chi ha letto, siete numerosissimi! ♪♫


   
 
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