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Autore: starmanga    16/06/2015    7 recensioni
CIAO A TUTTE! DOPO TANTO TEMPO HO RIPRESO IN MANO LA STORIA E NON SONO INTENZIONATA A LASCIARLA PIU'! HO MODIFICATO I PRIMI TRE CAPITOLI AGGIUNGENDO MOLTI PARTICOLARI. VI INVITO A RILEGGERLI! INOLTRE HO PUBBLICATO UN NUOVO CAPITOLO. FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE. A PRESTO!
Usagi è una ragazza di 24 anni, solare, indipendente e autonoma. Ha delle amiche favolose e un fidanzato dolcissimo. Eppure c'è qualcosa che non va nella sua vita. Dopo una delusione adolescenziale, Usagi non è più in grado di innamorarsi e lasciarsi andare. Ma, forse, questo avviene perché non ha ancora incontrato la persona giusta...
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Seiya, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi, Seiya/Usagi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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Capitolo III - Un incontro inaspettato 
 
A quelle parole, la sua spina dorsale venne percorsa da mille brividi. Era come se le sue orecchie non avessero mai dimenticato il suono della sua voce, a distanza di 10 anni.
Lui era davanti a lei, bello come se lo ricordava. 
Le sembrava di aver fatto un salto indietro nel tempo ed essere ritornata a quando aveva solo 14 anni ed era poco più che una bambina che lo ammirava di nascosto, sognante, mentre lui le spiegava per l’ennesima volta qualche formula di matematica o chimica.
 
Il suo sogno adolescenziale era riapparso improvvisamente. Un sogno mai realizzato, perché, in fondo, sapeva che, a quel tempo, lei era soltanto una ragazzina sbadata e fannullona  e non poteva certo sperare di ricevere qualche attenzione da un ragazzo come lui, studente universitario colto e brillante. 
Si erano conosciuti per caso, proprio grazie a Motoki, nel suo locale, durante un piovoso pomeriggio autunnale. 
L’occasione fu l’ennesima insufficienza di Usagi collezionata nel compito di scienza:
“- Uffa, non riuscirò mai ad alzare la mia media, verrò rimandata anche quest’anno -  sbuffò la ragazza accovacciandosi sul bancone del bar davanti davanti a un frullato di fragole.
- Coraggio Usagi, non abbatterti, devi solamente impegnarti di più! Sono convinto che se ti mettessi a studiare con costanza, riusciresti a recuperare la situazione. - affermò Motoki, cercando di risollevare il morale dell’amica.
- E come faccio?! Posso anche studiare ma non ci capirei niente lo stesso. Anche Amy dice che sono un caso disperato! – ribatté lei scoraggiata.
Ad un certo punto, Motoki sollevò lo sguardo davanti a sé e un sorriso si fece largo sul suo volto.
- Forse conosco chi può aiutarti! -  
- Davvero? Chi? -  chiese la ragazza sorpresa
Il giovane fece cenno a qualcuno davanti a sé per attirare l’attenzione:
- Ciao Mamoru! Puoi venire un attimo? Questa è una mia amica, si chiama Usagi. Avrebbe bisogno di una mano con le materie scientifiche. Se non sbaglio, tu ogni tanto dai qualche ripetizione a degli studenti, vero? 
Usagi si voltò verso quella figura misteriosa che si stava avvicinando al bancone e, d’istinto, cominciò ad arrossire. Notò subito che, naturalmente, era molto carino. Era un ragazzo alto, bruno con due profondi occhi azzurri.
- Ehi Motoki! -  rispose -  Bè, si, mi capita ogni tanto, ma i miei studenti sono delle superiori, non sono adatto a insegnare a bambini! – 
-  Ehi fermi tutti! – tuonò Usagi, ritornata in sé. 
-  Con chi credi di parlare? Io frequento l’ultimo anno delle scuole medie e non sono affatto una bambina!! -  urlò la bionda stizzita.
- Ah si? Bè scusa tanto, ma con quella testolina buffa sembri poco più di una bambina delle elementari. - rispose lui senza scomporsi.
- COOOOSAA? – gridò la bionda.
Quel ragazzo sarà anche carino, ma è davvero uno sbruffone antipatico! -  si ritrovò a pensare prima di prendere le sue cose e andarsene dal locale dopo l’ennesimo affronto ricevuto.
Fu Motoki che la fermò e cercò di calmare le acque facendoli presentare come due persone civili. È vero, Mamoru a volta mancava di tatto con le persone, ma non lo faceva apposta, era fatto così, non riusciva a non dire ciò che pensava.
E così, dopo il primo, seppur difficile, incontro, i due, grazie a Motoki, iniziarono a parlare e, alla fine, il ragazzo accettò di buon grado di aiutarla una volta alla settimana con i compiti di scuola più difficili.
Ben presto Usagi dovette ricredersi.  Quel ragazzo apparentemente scorbutico e irritante, si dimostrò un perfetto insegnante. Settimana dopo settimana, riuscì a capire tutto quei concetti che, fino a poco tempo prima, le sembravano profondamente oscuri. Mamoru come maestro si rivelò gentile e disponibile e lei iniziava a provare una sincera ammirazione per quel ragazzo così posato e studioso. Entrarono in confidenza e Usagi condivise con lui atroci sconfitte ma anche dolci vittorie scolastiche.
La cotta arrivò col tempo, e l’errore più grande fu quello di confidare tutto alle sue amiche.
- La nostra testolina buffa si è alla fine innamorata del bel Mamoru! Sei un disastro! Proprio adesso che iniziavi a imparare qualcosa! Ora rischierai di non capire più niente e mandare all’aria mesi di studio -  sentenzio Rei, una delle sue migliori amiche. Era sempre stata molto severa con Usagi, ma lo faceva per il suo bene. Voleva che la ragazza recuperasse davvero la media e non venisse bocciata. Altrimenti, avrebbe rischiato di non vederla più per tutta l’estate, visto che i suoi genitori l’avrebbero sicuramente relegata in casa a studiare.
- Siii sei proprio una testolina buffa! -  la stuzzicò Minako.
E da quel momento, quel curioso appellativo, sarebbe stato il suo soprannome per gli anni a venire fino a quando Usagi, giunta al termine del liceo, decise di cambiare acconciatura.
Quell’anno, grazie a Mamoru, la ragazza riuscì a recuperare la media e venne promossa, con suo immenso stupore. Dopo quell’estate venne a sapere che il ragazzo sarebbe partito per andare a studiare all’estero. Lo vide per caso, qualche giorno prima della partenza, al bar di Motoki, dove ebbe l’occasione di salutarlo, senza tuttavia riuscire a nascondere una velata malinconia per quella inattesa notizia.
 
- Non mi sembra possibile…Ciao Mamoru  - rispose tentennante lei.
- Ciao Usagi.  –  e così dicendo, si avvicinò per abbracciarla.
 
A quel contatto, Usagi perse un’altro battito. Era davvero incredibile come il suo corpo reagisse a Mamoru, indipendentemente dal suo volere. Si riprese da quella sensazione paradisiaca e, finalmente, si lasciò andare a quell’abbraccio, dopo tanti anni. 
 
Sentiva il suo calore, il suo profumo, quel profumo che non aveva mai dimenticato. Dopo qualche breve attimo, entrambi sciolsero il contatto e si ritrovarono a guardarsi, occhi negli occhi, per un istante, che a Usagi sembrò non finire mai.
 
- Alla fine la crisalide è diventata una farfalla - disse lui rompendo quel silenzio imbarazzante.
- Come scusa? -  rispose la bionda, non ancora ripresasi del tutto da quel turbinio di emozioni.
- Tu Usako! Quando ti ho visto l’ultima volta eri poco più che una bambina, adesso sei una donna! Che ci fai qua? - aggiunse lui.
- Beh... potrei chiederti la stessa cosa..! Lavoro qui da Motoki da qualche tempo. E tu? Come mai sei qui? - rispose lei.
- Sono ritornato in Giappone tre giorni fa. Ho passato gli ultimi anni a studiare pneumatologia a Boston. Ora sono rientrato, ho accettato un posto al Keiyu Hospital. – disse il moro.
- Davvero?? Ma è incredibile, congratulazioni  Mamoru! - esclamò Usagi visibilmente sorpresa dalla bella notizia.
 
 Per un breve istante le venne in mente di abbracciarlo e chiamarlo Mamo-chan, come ai vecchi tempi, ma poi si fermò a quell’istinto troppo infantile. 
Ormai non era più una ragazzina e non poteva permettersi di lasciarsi andare così. In quel preciso momento si rese conto di aver perso l’ingenuità che aveva avuto dieci anni prima. Le venne in mente quel prezioso ricordo, quando – con il cuore in gola – si era lasciata andare in un lungo abbraccio con Mamoru per quella sufficienza faticosamente conquistata nel compito di matematica più difficile della sua vita. Improvvisamente se ne rammaricò, ritornando poi al presente e trovandosi confusa, in bilico tra le emozioni della sua adolescenza e le nuove sensazioni che la stavano invadendo.
 
A interrompere quel pensiero fu Mamoru, che cominciò a fissarla curioso, chiedendo notizie sulla sua vita. Usagi gli rivelò che era prossima a laurearsi in giurisprudenza e che viveva da sola in centro, in un piccolo monolocale. 
Il ragazzo rimase piacevolmente stupito da quella risposta. Dopo tutti questi anni, Usagi aveva davvero messo la testa a posto e stava diventando una donna in gamba, futura avvocatessa per giunta!
- Scusami Mamoru, ma ora devo andare a salvare Motoki da questa baraonda! Vado ad aiutarlo con le consumazioni, ci vediamo più tardi se sei ancora qua in giro. – disse lei a mezza lingua.
- Ma certo che ci vediamo! Stasera ho deciso di rimanere a lungo, è un’occasione per rivedere un po’ di vecchi amici. Allora, a dopo...Usako - pronunciò lui con enfasi, quasi a volerle ricordare come la chiamava affettuosamente tanti anni prima.
 
Usagi sorrise, frastornata da quelle parole e da quel dolce nomignolo che lui le aveva attribuito, ovviamente dopo “Testolina Buffa”. 
Rispose di rimando con un sorriso veloce e si allontanò da lui, sperando di allontanarsi così anche da  quel fuoco di emozioni che le esplodevano nel petto e che non riusciva a controllare. Quella voce, il calore di quell’abbraccio, quegli occhi...Sembravano fatti per confonderla e per farla sentire ancora vulnerabile, come una ragazzina. 
 
In quell’istante le venne in mente Seiya. Si era ritrovata a pensarlo per la prima volta solo in quel momento e si sentì subito in colpa. Avrebbe dovuto parlargli quanto prima, sapeva che il suo ragazzo non meritava di essere trattato in quel modo. Decise che si sarebbe fatta sentire domenica, il giorno seguente, proponendosi di riflettere seriamente sulla sua proposta una volta finita la serata e rientrata a casa. 
- Devo affrontare le mie paure con Seiya, lui mi ama, devo concentrarmi su di lui adesso e non su Mamoru -  si ritrovò a pensare ad alta voce appoggiata alla colonna vicino al bar.
- Mamoruuu?? Ma stiamo parlando di quel Mamoru??  Quel bel fusto che ti faceva le ripetizioni di matematica?? –  esclamò irruente una Minako alticcia spuntandole davanti.
- Shhhhhhh! Mina-chan non urlare! – rispose Usagi  preoccupata guardandosi attorno, sperando che nessuno –  e in particolare Mamoru – avesse sentito quelle parole.
- Allora dimmi, è lui? – continuò l’amica con fare incalzante.
- Si, è lui! È ritornato in Giappone da qualche giorno...ma la mia era solo una riflessione ad alta voce, non era certo diretta a orecchie indiscrete come le tue! – si giustificò Usagi, sperando di convincere la sua amica a non proseguire oltre nel discorso.
- Oh, ma andiamo Usa, tu eri stra-cotta di lui, è stato l’uomo dei tuoi sogni per tutta l’adolescenza!! – esclamò Minako con un tono di voce troppo alto, alterato sicuramente dai numerosi cocktails della serata.
- Mina-chan ti prego non urlare, altrimenti mi vado a nascondere subito!! – rispose Usagi ansiosa e sprofondando poi nella vergogna una volta accortasi che Mamoru era al bancone e la stava guardando in attesa di un drink.
- Mamoru, ciaoo! Ti ricordi di me? Sono Minako, la migliore amica di Usagi! Stavamo giusto parlando di te! – proseguì la bionda ricevendo un’occhiataccia dall’amica.
 
“Accidentaccio a Minako e a quando beve!! Ma perché non tiene mai la bocca chiusa!? Vorrei solo scappare” – pensò Usagi, consapevole del fatto che, con Minako in quello stato in circolazione, le brutte figure sarebbero state garantite. 
- Ehm, si, le stavo dicendo che ti avevo rivisto stasera dopo 10 anni e che non mi aspettavo di rivederti, guarda che coincidenza! -  controbatté lei salvandosi in corner. - Volevi qualcosa da bere? -  gli rivolse rientrando nelle vesti professionali.
- Si, un Martini con ghiaccio, grazie Usa -  rispose lui sorridendo. -  
Poi si rivolse a Minako.
 - Si, mi ricordo di te, eravate compagne di banco se non sbaglio - chiese Mamoru, lanciando un’occhiata d’intesa ad Usagi, conscio dello stato alterato in cui si ritrovava Minako.
- Oh si, bravo! Eravamo in banco insieme e Usagi-chan mi raccontava tutti i suoi segreti...E mi raccontava anche di te!! A proposito Usa, mi faresti un’altro mojito per favore? -  chiese una  Minako singhiozzante e ormai incontrollabile.
“Devo fare qualcosa, o altrimenti non avrò più il coraggio di guardare Mamoru in faccia!” – pensò Usagi. 
- Mina, credo che per stasera ti possa fermare, ti dò al massimo un’acqua tonica, è per il tuo bene! E poi…Dove hai lasciato Yaten? L'ultima volta che l'ho visto era circondato da un mucchio di ragazze! - urlò lei sperando che, al suono di quelle parole, l’amica rinsavisse.
 - Cooomeee? Ragazze?? Dove?? Yateeeen? -  Detto fatto. Minako ritornò sobria per qualche secondo e corse alla disperata ricerca del suo amato per tutto il locale, convinta che quella, nonostante tutto, sarebbe stata la serata giusta per conquistarlo.
“Fiuuu.. meno male!” - sospirò Usagi. Dopodiché, servi il Martini a Mamoru.
- Eccolo qui! -  esclamò sorridendo lei fingendo nonchalance.
- Grazie Usagi -  rispose lui, sfiorandole la mani mentre lei gli porgeva il bicchiere.
 
D’improvviso, Motoki si presentò al bancone e, voltandosi a guardare entrambi, esclamò:
- Mamosan, hai visto chi lavora qui? La piccola Usagi! Che poi ora tanto piccola, non lo è più! 
- pronunciò Motoki, felice per averli scorti insieme.  - Usa, è tardi ormai, è mezzanotte passata! Parlando con il festeggiato abbiamo deciso di mettere un po’ di musica alta per far ballare la gente, poi andiamo tutti a nanna. Perciò il tuo turno è finito, svagati un pochino se ti va prima di ritornare a casa!- concluse Motoki prima di sparire velocemente tra la folla, facendo però intravedere a Usagi la presenza di Reika che, evidentemente, era venuta a trovarlo.
- Credo che stasera anche Motoki abbia perso un po’ di lucidità - affermò Usagi ritrovandosi improvvisamente sola con Mamoru.
- Beh.. una volta ogni tanto può succedere. Balli? -  le chiese il moro a bruciapelo porgendole la mano.
 
A quella richiesta, Usagi passò in rassegna tutte le possibili risposte da dare, cercando quella giusta per evitare di ritrovarsi ancora in imbarazzo. 
 
- Ok! - si ritrovò a rispondergli senza nemmeno accorgersi.
 
Accettò la sua mano e, insieme, si diressero al centro del locale, dove la maggior parte delle persone che ballavano erano coppiette innamorate.
 
Dopo qualche incertezza da parte di entrambi, si ritrovarono a danzare assieme, chiacchierando del più e del meno e smorzando quello strano clima di complicità e sguardi che si stava creando attorno a loro.
 
La bionda non seppe interpretare quella strana situazione.
Il calore che provava al lieve e delicato contatto della mano di Mamoru sulla sua schiena le faceva perdere ogni collegamento con la realtà. Era come essere avvolti da un tiepido benessere, che pervadeva tutto il corpo, giungendo fino al cuore.
Già, quello stesso cuore che gli anni avevano irrigidito e raffreddato. E che, in quel momento, sembrava riscaldarsi irruentemente, per la prima volta.
 
Sorpresa dal dolce cullare di quelle emozioni, Usagi chiuse gli occhi, ponendo il suo capo sul petto di Mamoru e lasciandosi andare all’ascolto del battito del suo cuore. 
Per un istante, solo per un brevissimo attimo, voleva dimenticare ogni pensiero, perdendosi tra le uniche braccia che aveva reputato salde e sicure. 
Mamoru, quasi inconsciamente, percepì il bisogno di lei, di sentirsi rassicurata e protetta. Senza proferire alcuna parola, strinse a sé quella ragazza per cui, anche in passato, aveva sempre provato un senso di protezione e di riguardo.
Adesso però non si ritrovava più tra le braccia una bambina cresciuta, ma una giovane donna e non poteva fare a meno di domandarsi che persona fosse diventata. Rivedere e riuscire a riconoscere quella esile figura davanti a sé dopo dieci anni aveva scaturito in lui una profonda curiosità. 
Chi era in realtà quella ragazza con cui stava ballando cosi dolcemente? Non riuscì a trovare una risposta in quel momento, ma decise che, se il destino l’avesse permesso, avrebbe provato a rivederla un’altra volta.
 
Ballarono insieme senza dirsi nulla o, forse, dicendosi tutto. Il battito del cuore di Usagi era accelerato ma regolare e Mamoru lo percepiva distintamente, gli sembrava quasi che quel battito vibrasse e volesse comunicargli qualcosa.
La serata stava per giungere al termine e i vari invitati lasciavano lentamente il locale.
 
- Usagi, ti accompagno a casa - disse lui.
- Grazie Mamoru, ma non serve - rispose lei, riprendendosi da quello stato di torpore si era ritrovata.
- Non se ne parla, sono quasi le due di notte, e poi ha appena smesso di piovere... Ti dò uno strappo in moto ok? -
- Va bene, grazie. – si limitò a dire la ragazza, apprezzando quella tenera premura.
 
Usagi si strinse ancora una volta a Mamoru, che guidava cautamente la moto mentre attraversavano i vialoni della città. Improvvisamente la sua mente cominciò a vagare altrove. Pensò a Seiya. Oggi non l’aveva sentito nemmeno per un attimo e adesso si ritrovava su una moto con un altro ragazzo. Quello che doveva essere un normale giorno di lavoro, si era rivelato essere uno strano scherzo del destino. Tutto d’un tratto, fotogrammi da un lontano passato attraversarono la sua mente. Non sapeva per quale ragione si era ritrovata a pensare ancora a quella situazione, alla paura, al disagio di essere sola e impaurita. Senza rendersene conto, lacrimoni cominciarono a scivolarle sulle gote, che venivano portati via dal freddo vento di quella uggiosa notte. 
 
Una volta indicato a Mamoru il suo condominio, scese dalla moto, asciugandosi, le ultime gocce rimaste sotto gli occhi.
 
Il ragazzo non le chiese niente, quasi comprendesse il bisogno di silenzio della giovane donna di fronte a lui.
 
- Grazie Mamoru, per il passaggio, davvero.  – disse lei tentando di ricomporsi e stampandogli un veloce bacio sulla guancia. 
Senza aggiungere altro, si diresse con passo spedito verso l’ingresso dell’edificio. 
Mamoru la seguì con lo sguardo, fino a quando la sua figura non sparì completamente dietro al portone dello stabile. Cominciò a pensare che forse quell’incontro non fosse stato puramente casuale. Era appena rientrato in città dopo tanto tempo e si sarebbe aspettato di rivedere un sacco di persone, ma non di certo Usagi. Forse il destino aveva deciso di farli ritrovare. 
“O forse è solo la mia curiosità che mi fa credere questo” -  pensò tra sé e sé il moro cercando di essere più razionale mentre ripartiva con la moto.
 
Rientrata a casa, Usagi si diresse rapidamente in bagno per cambiarsi e poi si buttò sul letto.
Quei ricordi fugaci di tanti anni fa, che le erano prepotentemente ritornati alla memoria, l’avevano turbata. Erano mesi che non le accadeva più di pensare a quella cosa.
In fondo sapeva che quel terribile segreto andava condiviso, che aveva fatto male a tenersi tutto per sé e a non confidarsi con nessuno. Ma non se la sentiva. Non era ancora pronta. A confidare quella situazione, ad andare a vivere con Seiya, a rivedere Mamoru.
 
Tra i mille pensieri di quel giorno carico di emozioni, quasi all’alba, la ragazza finalmente si addormentò, convinta che un buon sonno l’avrebbe aiutata a far maggiore chiarezza il giorno dopo.
   
 
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