CAPITOLO
18
Così
Damiano accompagnò Strawberry
da Ryan, durante il tragitto la rossa raccontò tutto quello
che era successo. Accompagnò
Strawberry alla porta…solo che la trovarono
aperta…entrarono e rimasero
allibiti…non poteva essere…
Ryan
e Camilla erano distesi sul
letto…con le labbra appiccicate ognuno a quelle
dell’altro. Appena sentiti dei
rumori Ryan si staccò ed andò ad incrociare lo
sguardo di Strawberry…un misto
di sorpreso, deluso, arrabbiato e incredulo.
S:
…
R:
…
C: oh
ma guarda chi si rivede…
S:
tu! Tu sei stata tu!
Dagli
occhi di Strawberry
incominciarono a scendere calde lacrime, lacrime di frustrazione e di
orgoglio
ferito. Si buttò contro Camilla incominciandola a picchiare:
volavano pugni e
calci, incominciarono ad usare anche le unghie e i denti, si sentivano
urla che
non si accennavano a smettere. Fino a che Ryan e Damiano non
intervenirono,
dividendo le due e ordinandogli di smetterla. Mentre Strawberry era
ancora a
terra tremante e con gli occhi lucidi, con il fiatone per via della
lotta,
Camilla si alzò. Dall’alto osservava Strawberry
con disprezzo. Fece per
andarsene ma Ryan la prese per un braccio.
R:
ora voglio delle spiegazioni!
C:
cosa c’è da dire? Quella ha
rovinato tutto!
S:
cosa? Chi è che mi ha rinchiuso
dentro una stanza per più di una settimana? Eh?
C: e
su vabbè…
R:
cosa? Ho capito bene?
C:
purtroppo…
R:
HAI TENUTO RINCHIUSA
STRAWBERRY?
Ryan
era in preda alla rabbia…ma
ora non aveva tempo di arrabbiarsi, soprattutto la risposta della
ragazza…
S:
già…e tu non ti sei degnato
nemmeno di cercarmi…e guarda come ti ritrovo, a baciarti con
lei. Sai che ti
dico? Basta! Sono stanca…
R:
ehi aspetta! Non hai capito,
hai frainteso tutto!
S:
certo, sono sempre io quella
che capisce male! Basta Ryan…basta…
D:
andiamo, ti riaccompagno a
casa. E tu sorellina, smettila di rovinare la vita degli altri.
C: oh
si si certo.
R: no
aspetta
Ryan
prese Strawberry per un polso,
cacciando gli altri due. Così rimasero soli.
S: ma
non capisci quando parlo?
R: e
tu non mi ascolti quando ti
parlo?
S:
perché Ryan? Dimmi perché?
R:
perché cosa?
S:
perché tutto! perché non mi hai
cercata, perché ti ho trovato li con lei sul letto
e…
R:
zitta 5 minuti. Io ti ho sempre
cercata, ogni giorno e in ogni momento eri sempre tra i miei
pensieri…poi la
storia del bacio…ecco vedi stavo male, male per te,
è arrivata lei ed è stato
un momento di debolezza…
S: un
momento di debolezza? Ryan…
R:
credimi ti prego, è la verità…
S: mi
sento tradita lo sai…
R:
non sai quanto mi dispiace…
S: e
non sai quanto a me…vado a
casa…
R:
eh? Cosa? No aspetta dobbiamo
finire di…
S: di
fare cosa? Non voglio
ascoltarti adesso…voglio solo stare da sola ok?
R: da
sola? Ah, ok va bene…
S:
ciao…
Aprì
la porta ed uscì da
casa…aveva bisogno di riflettere…
Nel
frattempo Ryan era preso da
una rabbia incontrollata…Ma come aveva potuto quella
là? Uscì, intento ad
andare a parlare con Camilla. Arrivato suonò il campanello,
quando aprirono la
porta si ritrovò direttamente la diretta interessata. La
rabbia, nel vederla,
aumentava sempre più, tanto da farlo urlare.
R:
ACCIDENTI A TE! MA COME HAI
POTUTO EH? IO MI SONO FIDATO DI TE! TI HO CONFIDATO I MIEI PROBLEMI!
CREDEVO
CHE TI FOSSI ARRESA!
Ryan
continuava ad urlare e lei lo
fissava senza espressione…
R:
SEMPRE PER COLPA TUA ,TRA ME E
LEI CI DEVONO ESSERE DEI PROBLEMI! TU SAI QUANTO CI TENGO!
PERCHÉ? BÉ? Che mi
guardi in quel modo?
Camilla
lo stava guardando…era
infuriato, ma ora aveva capito…aveva
sbagliato…
C:
scusami davvero tanto…se lo
ritieni giusto ci andrò a parlare io per spiegarle tutto
quanto…
R:
spiegarle tutto quanto? E chissà
cos’altro ti inventeresti! No grazie! Tra me e te si chiude
qui!
C:
ma…già, hai ragione…comunque mi
dispiace sul serio…
R: si
si certo, come no! Addio!
C:
addio…
Detto
questo Ryan si voltò per
andarsene…si era sfogato in qualche modo, ma non era servito
a molto. Mentre usciva
dal cancello incrociò Damiano. Lo guardò male.
Malissimo. Se avesse potuto gli
sarebbe saltato addosso. Dov’era Strawberry? Come se gli
avesse letto nel
pensiero Damiano glielo disse.
D:
è a casa. Strawberry è a casa. Tranquillo.
R:
eh? Ah si. Grazie. Ora andrò da
lei.
D:
non credo che sia la scelta
giusta.
R: ah
no? E perché mai, sentiamo?
D:
perché vuole essere lasciata
sola.
R:
senti. Non voglio essere
ingrato e quindi ti ringrazio di averla portata a casa. Ma tu, in
questa
storia, non centri. Chiaro?
D:
ehi stai calmo. Ok, il mio era
un semplice consiglio.
R:
non ne ho bisogno.
D:
come vuoi. Ci si vede.
R:
ciao
Uscì
dal cancello, deciso ad
andare da Strawberry. Doveva risolvere questa situazione. Ma mentre si
dirigeva
in direzione della casa di lei decise che forse, aveva ragione Damiano,
e poi
anche lei lo aveva detto, voleva essere lasciata sola. Si sarebbe fatta
sentire
lei. Quindi fece dietrofront e torno a casa sua.
Passarono
due giorni e di
Strawberry non aveva saputo niente. Nemmeno a scuola era venuta. Che
stesse
così male? Si decise di andare a trovarla. Arrivato davanti
casa sua tentennava
nel suonare il campanello. Aveva paura. Paura che lei non volesse
vederlo. Ma prese
coraggio e suonò. Passarono due minuti e la porta venne
aperta. Davanti si
ritrovava una Strawberry in tuta, con la coda alta, tutta sudata. Anche
così,
era dannatamente bella. Non aveva parole, aveva perfino paura di
parlare.
S:
ciao…
R: oh
Strawberry…
Non
ce la fece, e l’abbracciò. Si aspettava
che lei lo respingesse. Ma così non fu. Anzi, rispose
all’abbraccio. Non si sa
per quanto rimasero così.
R: mi
dispiace…
S:
è tutto a posto…
R:
sicura?
S:
si…mi fido di te.
Ryan
sorrise. Meno male. Lui con
tutte quelle sue paure.
R: ma
perché non sei venuta a
scuola questi giorni?
S:
sono partita…
R:
eh? Cosa? E dove sei stata?
S: a
Londra. Da mia madre.
R:
per fare cosa?
S: me
lo ha chiesto lei…
R: e
perché sei tutta sudata?
S:
perché stavo preparando dei
scatoloni…
R:
per cosa?
S:
con le cose di mia madre…le
vuole tutte a casa sua. A Londra.
R:
capisco. Bè posso aiutarti?
S: ma
c’è un’altra cosa.
R: e
cosa?
S: mi
ha chiesto se vado a vivere
con lei. A Londra.