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Autore: fragolina03    11/01/2009    6 recensioni
Una ragazza era scesa velocemente per andare alla fermata dell’autobus. Era in ritardo. Tanto per cambiare. E come ogni mattina non le andava proprio. Arrivata lo vide...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aoyama Masaya/Mark Aoyama, Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 18

 

Così Damiano accompagnò Strawberry da Ryan, durante il tragitto la rossa raccontò tutto quello che era successo. Accompagnò Strawberry alla porta…solo che la trovarono aperta…entrarono e rimasero allibiti…non poteva essere…

Ryan e Camilla erano distesi sul letto…con le labbra appiccicate ognuno a quelle dell’altro. Appena sentiti dei rumori Ryan si staccò ed andò ad incrociare lo sguardo di Strawberry…un misto di sorpreso, deluso, arrabbiato e incredulo.

S: …

R: …

C: oh ma guarda chi si rivede…

S: tu! Tu sei stata tu!

Dagli occhi di Strawberry incominciarono a scendere calde lacrime, lacrime di frustrazione e di orgoglio ferito. Si buttò contro Camilla incominciandola a picchiare: volavano pugni e calci, incominciarono ad usare anche le unghie e i denti, si sentivano urla che non si accennavano a smettere. Fino a che Ryan e Damiano non intervenirono, dividendo le due e ordinandogli di smetterla. Mentre Strawberry era ancora a terra tremante e con gli occhi lucidi, con il fiatone per via della lotta, Camilla si alzò. Dall’alto osservava Strawberry con disprezzo. Fece per andarsene ma Ryan la prese per un braccio.

R: ora voglio delle spiegazioni!

C: cosa c’è da dire? Quella ha rovinato tutto!

S: cosa? Chi è che mi ha rinchiuso dentro una stanza per più di una settimana? Eh?

C: e su vabbè…

R: cosa? Ho capito bene?

C: purtroppo…

R: HAI TENUTO RINCHIUSA STRAWBERRY?

Ryan era in preda alla rabbia…ma ora non aveva tempo di arrabbiarsi, soprattutto la risposta della ragazza…

S: già…e tu non ti sei degnato nemmeno di cercarmi…e guarda come ti ritrovo, a baciarti con lei. Sai che ti dico? Basta! Sono stanca…

R: ehi aspetta! Non hai capito, hai frainteso tutto!

S: certo, sono sempre io quella che capisce male! Basta Ryan…basta…

D: andiamo, ti riaccompagno a casa. E tu sorellina, smettila di rovinare la vita degli altri.

C: oh si si certo.

R: no aspetta

Ryan prese Strawberry per un polso, cacciando gli altri due. Così rimasero soli.

S: ma non capisci quando parlo?

R: e tu non mi ascolti quando ti parlo?

S: perché Ryan? Dimmi perché?

R: perché cosa?

S: perché tutto! perché non mi hai cercata, perché ti ho trovato li con lei sul letto e…

R: zitta 5 minuti. Io ti ho sempre cercata, ogni giorno e in ogni momento eri sempre tra i miei pensieri…poi la storia del bacio…ecco vedi stavo male, male per te, è arrivata lei ed è stato un momento di debolezza…

S: un momento di debolezza? Ryan…

R: credimi ti prego, è la verità…

S: mi sento tradita lo sai…

R: non sai quanto mi dispiace…

S: e non sai quanto a me…vado a casa…

R: eh? Cosa? No aspetta dobbiamo finire di…

S: di fare cosa? Non voglio ascoltarti adesso…voglio solo stare da sola ok?

R: da sola? Ah, ok va bene…

S: ciao…

Aprì la porta ed uscì da casa…aveva bisogno di riflettere…

Nel frattempo Ryan era preso da una rabbia incontrollata…Ma come aveva potuto quella là? Uscì, intento ad andare a parlare con Camilla. Arrivato suonò il campanello, quando aprirono la porta si ritrovò direttamente la diretta interessata. La rabbia, nel vederla, aumentava sempre più, tanto da farlo urlare.

R: ACCIDENTI A TE! MA COME HAI POTUTO EH? IO MI SONO FIDATO DI TE! TI HO CONFIDATO I MIEI PROBLEMI! CREDEVO CHE TI FOSSI ARRESA!

Ryan continuava ad urlare e lei lo fissava senza espressione…

R: SEMPRE PER COLPA TUA ,TRA ME E LEI CI DEVONO ESSERE DEI PROBLEMI! TU SAI QUANTO CI TENGO! PERCHÉ? BÉ? Che mi guardi in quel modo?

Camilla lo stava guardando…era infuriato, ma ora aveva capito…aveva sbagliato

C: scusami davvero tanto…se lo ritieni giusto ci andrò a parlare io per spiegarle tutto quanto…

R: spiegarle tutto quanto? E chissà cos’altro ti inventeresti! No grazie! Tra me e te si chiude qui!

C: ma…già, hai ragione…comunque mi dispiace sul serio…

R: si si certo, come no! Addio!

C: addio…

Detto questo Ryan si voltò per andarsene…si era sfogato in qualche modo, ma non era servito a molto. Mentre usciva dal cancello incrociò Damiano. Lo guardò male. Malissimo. Se avesse potuto gli sarebbe saltato addosso. Dov’era Strawberry? Come se gli avesse letto nel pensiero Damiano glielo disse.

D: è a casa. Strawberry è a casa. Tranquillo.

R: eh? Ah si. Grazie. Ora andrò da lei.

D: non credo che sia la scelta giusta.

R: ah no? E perché mai, sentiamo?

D: perché vuole essere lasciata sola.

R: senti. Non voglio essere ingrato e quindi ti ringrazio di averla portata a casa. Ma tu, in questa storia, non centri. Chiaro?

D: ehi stai calmo. Ok, il mio era un semplice consiglio.

R: non ne ho bisogno.

D: come vuoi. Ci si vede.

R: ciao

Uscì dal cancello, deciso ad andare da Strawberry. Doveva risolvere questa situazione. Ma mentre si dirigeva in direzione della casa di lei decise che forse, aveva ragione Damiano, e poi anche lei lo aveva detto, voleva essere lasciata sola. Si sarebbe fatta sentire lei. Quindi fece dietrofront e torno a casa sua.

 

Passarono due giorni e di Strawberry non aveva saputo niente. Nemmeno a scuola era venuta. Che stesse così male? Si decise di andare a trovarla. Arrivato davanti casa sua tentennava nel suonare il campanello. Aveva paura. Paura che lei non volesse vederlo. Ma prese coraggio e suonò. Passarono due minuti e la porta venne aperta. Davanti si ritrovava una Strawberry in tuta, con la coda alta, tutta sudata. Anche così, era dannatamente bella. Non aveva parole, aveva perfino paura di parlare.

S: ciao…

R: oh Strawberry…

Non ce la fece, e l’abbracciò. Si aspettava che lei lo respingesse. Ma così non fu. Anzi, rispose all’abbraccio. Non si sa per quanto rimasero così.

R: mi dispiace…

S: è tutto a posto…

R: sicura?

S: si…mi fido di te.

Ryan sorrise. Meno male. Lui con tutte quelle sue paure.

R: ma perché non sei venuta a scuola questi giorni?

S: sono partita…

R: eh? Cosa? E dove sei stata?

S: a Londra. Da mia madre.

R: per fare cosa?

S: me lo ha chiesto lei…

R: e perché sei tutta sudata?

S: perché stavo preparando dei scatoloni…

R: per cosa?

S: con le cose di mia madre…le vuole tutte a casa sua. A Londra.

R: capisco. Bè posso aiutarti?

S: ma c’è un’altra cosa.

R: e cosa?

S: mi ha chiesto se vado a vivere con lei. A Londra.

  
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