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Autore: Maty66    18/06/2015    6 recensioni
Finalmente Ben sembra aver trovato l’amore, quello vero. Tutto fila nel migliore dei modi, ma una presenza inquietante e pericolosa minaccia la felicità e la stessa vita del nostro ispettore.
Riuscirà Semir a salvare il suo giovane amico dal pericolo mortale che si nasconde dove meno te lo aspetti?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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OSSESSIONE di MATY66 e CHIARABJ

Capitolo 24
Urla nel silenzio
 

“Faccio spavento?” chiese Ben mentre Semir lo spingeva sulla sedia a rotelle verso la stanza di Melanie.
Semir sorrise.
“Non più del solito” cercò di scherzare, anche se  il volto del giovane era ancora tumefatto e gonfio, ma il piccolo turco sapeva che a Melanie non sarebbe importato nulla dell’aspetto di Ben.
Il ragazzo che era uscito da una settimana dal reparto di terapia intensiva ed era stato traferito nel reparto di degenza normale, finalmente aveva avuto il permesso di vedere Melanie.
Con grande sollievo di tutti i medici di entrambi i fidanzati che non facevano altro che tormentare il personale con le loro continue richieste di vedersi.
E ora il momento era arrivato.
Apparentemente Ben era sereno, ma Semir sapeva che era fuoco che covava sotto la cenere.
Per un paio di giorni, prima di essere dimesso, era stato ricoverato nella stessa stanza di Ben e si era accorto dei continui incubi che tormentavano il sonno del suo amico.
Ma lui si ostinava a negare, ogni volta che Semir tentava di affrontare l’argomento si trovava di fronte ad un muro impenetrabile.
Ora sperava  solo che la vicinanza di Melanie avrebbe aiutato Ben a superare il trauma.
 
Semir aprì piano la porta e poi spinse dentro la sedia a rotelle.
Melanie aveva ancora la testa fasciata, ma si vedeva che era in ripresa.
Accolse Ben con il più luminoso dei sorrisi.
“Bene, io vi lascio soli ragazzi. Ti vengo a riprendere dopo, Ben” fece discreto mentre avvicinava la sedia a rotelle al letto.
Dopo essere uscito diede solo un’occhiata dal vetro della stanza e sorrise intenerito.
I due si stavano accarezzando piano, quasi come se avessero paura a toccarsi.
E parlavano fitto.
Sì, forse con l’aiuto di Melanie Ben poteva farcela a superare il trauma, ma  nel profondo del suo cuore Semir sapeva che non sarebbe stato comunque facile.
 
“Allora stai meglio?” chiese mentre spingeva di nuovo la sedia a rotelle verso la stanza di Ben.
“Certo, ora sto magnificamente” rispose Ben con aria sognante.
“Bene, e quindi spero che la finirai di dare il tormento a tutti qui. Sei un paziente insopportabile lo sai vero?”
“Va bene papà” rispose il giovane sorridendo.
Ma non era il solito sorriso di Ben e Semir lo sapeva bene.
Il piccolo turco avvicinò la sedia al  letto.
“Ora stenditi e dormi un po’” disse mentre aiutava Ben ad alzarsi.
“Ce la faccio da solo. E non ho voglia di dormire”
La voce del ragazzo s’era fatta all’improvviso seria.
Semir non seppe trattenersi.
“Non vuoi dormire perché hai gli incubi, giusto? Lo hai detto ai medici?” chiese preoccupato.
“Ancora con questa storia. Io sto bene quante volte te lo devo dire?”
“Non penso proprio che tu stia bene, anche io per esempio non sto bene...”
Ben lo guardò negli occhi, ma non disse nulla.
“Sapessi quanto  odio quella donna per quello che ha fatto, mentre era qui ricoverata ho provato fortissimo l’impulso di toglierla definitivamente di mezzo, continuava a minacciare…” continuò.
“Non l’avresti mai fatto” rispose Ben.
“Sì… ma nessun può superare un trauma così da un momento all’altro. Io non riesco ad immaginare neppure quello che è successo, ma…”
“Ti ho già detto che non ho voglia di parlare di quello che è successo. Ormai è passato, non voglio più pensarci”
Era evidente che Ben iniziava ad innervosirsi.
Ma Semir non aveva intenzione di mollare l’osso stavolta.
Voleva troppo bene a quel ragazzo per lasciare che si autodistruggesse nel dolore.
“Almeno io ho il coraggio di dire che la odio. Che mi fa rabbia pensare che dopo quello che ha fatto se ne sta comodamente seduta in un ospedale…”
“Io non la odio. Ho saputo la sua storia… è stata sempre tradita, umiliata dagli uomini”
“E questo giustifica quello che ha fatto???”
“No, ma in parte quello che è successo è stata anche colpa mia”
Semir spalancò gli occhi dalla sorpresa, ma poi s’infuriò.
“Basta con questa storia, capito? Basta! Non è colpa tua, nulla di quello che è  successo è colpa tua!”
“Se prima di scappare l’avessi legata, al posto di fuggire subito via… almeno non avrebbe ucciso quella povera donna nella canonica… non vi avrei costretti a venirla a stanare in quella chiesa, tu non ti saresti ferito e Hartmut si sarebbe risparmiato il naso rotto”
Semir sospirò.
Ben aveva insistito tantissimo per inviare dei fiori al funerale della perpetua di padre Michel.
“Eri in preda alla febbre, ferito… non eri lucido… cosa pretendi da te stesso?”
Semir  si alzò e si avvicinò al letto dove Ben era ancora seduto, senza stendersi, e gli  mise le mani sulle spalle.
“Stammi a sentire ragazzo,  te lo ripeto per l’ultima volta. Nulla di quello che è successo è colpa tua e tu devi cercare di uscire da questa storia. Forse potremmo andare da qualcuno che ci aiuti…”
“Non ho bisogno di uno strizzacervelli Semir, ho bisogno solo di un po’ di tempo…” rispose  Ben stendendosi sul letto.
Dopo pochi minuti la stanchezza aveva già vinto il giovane poliziotto che era caduto in un sonno agitato.
Semir rimase a guardarlo per un po’, triste e pensieroso mentre la sua rabbia verso Hildegard Grimm cresceva.
Era incredibile, quella donna lo aveva massacrato e lui si sentiva in colpa.
Non sarebbe stato facile tornare alla normalità.
 
Due mesi dopo
 
“Zio Ben ti sei fatto un nuovo tatuaggio?” chiese curiosa come sempre Aida guardando il braccio sinistro del poliziotto.
Ben sorrise mentre  alzava di più la manica  della camicia.
“E’ una ‘emme’… come Melanie?” chiese ancora la bambina scrutando il disegno.
“Già...”
“E puoi farti anche una ‘A’ come Aida?”
“Aida che razza di richieste…” la rimproverò Andrea.
“Beh è un’idea” sorrise ancora Ben.
Tutta la famiglia Gerkan con Ben e Melanie erano andati a fare un pic-nic sulle rive del Reno.
Era una bellissima giornata d’estate e tutti sembravano sereni ed allegri.
Ma Semir sapeva bene che Ben non era né sereno né allegro.
La settimana seguente era previsto il suo rientro in servizio e Semir era sempre più preoccupato.
“Idea di Ben?” chiese il piccolo turco a Melanie che era seduta al sole accanto a lui.
Ben e le bambine giocavano  sul prato, mentre Andrea e la madre stavano preparando il pranzo.
“Sì, credo che lo abbia fatto per compensarmi della… scritta  che ha ancora sul torace…”
La voce di Melanie s’incrinò leggermente.
“Fra un paio di mesi farà l’intervento di plastica, ma la sola idea che stia  di nuovo in ospedale anche se solo per un paio di giorni non mi fa piacere. Io eviterei, ma lui…”
Semir sorrise alla ragazza.
Pensò che era ancora più carina con i capelli corti.
Carina, dolce ed innamorata follemente di Ben, ma questo non era abbastanza per tirare fuori il giovane dal bozzolo in cui si era rinchiuso.
“Come sta?” chiese già conoscendo la risposta.
Melanie si passò nervosamente le mani fra i capelli.
“Lui dice bene… ma ha incubi tutte le notti, si sveglia urlando cose incomprensibili. E rifiuta categoricamente di prendere i sonniferi che gli hanno prescritto”  
“Semir… io non so proprio come aiutarlo…” continuò la ragazza dopo alcuni minuti di silenzio.
Semir si passò la mano sul viso.
“Se non vuole andare da qualcuno che lo aiuti… beh non possiamo costringerlo e non ci resta che stargli vicino e sperare che se la cavi da solo…”
“Ho paura Semir, se gli succede qualcosa…”
“Non gli succederà nulla, io lo terrò d’occhio e farò in modo che non gli succeda nulla” cercò di rassicurarla l’uomo.
Ma aveva paura anche lui.
In quel momento  sentì ancora più prepotente l’odio contro Hildegard Grimm.
 
 
Hilde si stese  sulla brandina della sua stanza  nell’ospedale psichiatrico di Bonn.
Aveva appena finito la seduta con lo psichiatra e sentiva un moto di rabbia salirle dallo stomaco sin alla gola.
Quel lurido bastardo di un turco aveva fatto in modo che finisse nell’ospedale  psichiatrico di massima sicurezza ed affidata al dottor Burke, il più duro  e severo degli psichiatri giudiziari tedeschi.
Ogni volta che aveva un colloquio con lui cercava di mettere in atto la sua furbizia  per fargli credere di essere in via di miglioramento, si fingeva pentita, gli raccontava della sua triste infanzia.
Ma da come la guardava  Hilde già capiva che il medico  non stava abboccando.
Davvero uscire di lì non sarebbe stato così facile come credeva.
Ma ora forse si delineava un’altra soluzione.
Inaspettata e sperata.
Con la mano tremante tolse dalla scatola  il test che le era stato recapitato dall’infermeria e poi andò nel piccolo bagno annesso alla stanza.
 
Dopo mezz’ora le urla di gioia di Hilde risuonarono in tutto il corridoio.
 

 
Angolino musicale: Povero Semir alla fine deve sempre ‘ricomporre’ i pezzi del suo socio…
Avril Lavigne ‘Keep holding on’ (continua a tenere duro)
Per ascoltarla https://www.youtube.com/watch?v=MmukW1sNlIk
 
Non sei solo, siamo insieme, sarò al tuo fianco sai che prenderò la tua mano quando si raffredderà ed è come se fosse arrivata la fine perché non c'è alcun posto dove possiamo andare tu sai che non mi arrenderò, no non lo farò continua a tenere duro perché sai che ce la faremo, sii forte perché sai che sono qui per te, c'è qualcosa che puoi dire, ma niente che puoi fare non c'è un altro modo quando si arriva alla verità quindi, continua a tenere duro perché sai che ce la faremo, ce la faremo così lontani, io vorrei che tu fossi qui prima che sia troppo tardi tutto questo potrebbe scomparire prima che la porta sia stata chiusa e si arriva ad una fine con te al mio fianco combatterò e ti difenderò combatterò e ti difenderò si si ascoltami quando ti dico, ti dico che ci credo. niente cambierà, niente cambierà il destino qualsiasi cosa sia destinata per noi la faremo funzionare perfettamente si …
 
Angolino delle autrici
Care amiche, siamo giunte alla fine di questa lunga storia.
Prima che lo chiediate… sì il test che ha fatto  Hilde la pazzoide è proprio “quel test”.
E se urla di gioia vuol dire che…
E prima che chiediate se fra poco vedremo un piccolo bennuccio, tanto carino, occhi da cerbiatto e sorriso smagliante, ma completamente folle vi rispondiamo che…
NON SI SA!
Per ora la storia finisce qui, salvo prosiegui, non immediati però.
Abbiamo bisogno di una pausa dalla cattiveria e perfidia che si è impadronita di noi.
Consentiteci però di ringraziarvi di nuovo tutte, una per una. Sophie, Tinta, MartyAntares, Marty266,  Cladda, Afrika, Marcellina, Furia, Mia, Clo… grazie per le vostre recensioni e  per l’affetto con cui ci seguite.
Grazie anche a chi segue senza farsi “vedere”, a chi ha messo la storia  fra le preferite, le seguite e così via.

Presto una nuova storia… ricordiamoci che Ben in una delle nostre è ancora in sedia a rotelle…
E poi se siete appassionate di fantascienza… beh Maty fra un po’ ha una sorpresa in serbo.

Bacioni e ancora grazieeeeee
Chiara e Maty
  
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