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Autore: DamnedLuna    19/06/2015    1 recensioni
La storia è ambientata sette anni dopo la sconfitta di Hades. Seiya e i suoi compagni sono divenuti Santi D'Oro ma da soli non possono certo costituire una nuova generazione. Le armature d'oro, d'argento e di bronzo rimaste vuote stanno cercando nuovi eredi, e tra questi vi è Kalliope, giovane sacerdotessa istruita da Mu e amica del fratello Kiki.
Tutto comincia con Shun di Andromeda, tento a recuperare la ragazza per conto di Saori Kido al fine di farle da maestro e renderla un'aspirante cavaliere. Kalliope è l'ultima persona al mondo assieme a Kiki a saper riparare le armature, e la sua incolumità dovuta alla mancanza di un'armatura la rende un'appetibile bersaglio agli occhi di un nemico sconosciuto che, troppo debole per attaccare Athena e i suoi Cavalieri, ha bisogno di qualcuno che sappia donargli nuova forza.
Genere: Drammatico, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Il Cosmo di Kalliope bruciò, Hito si scontrò contro la sua barriera e venne sbalzato indietro di almeno una decina di metri.
Kiki era conscio delle doti di Kalliope, ma ignaro che l’amica avesse imparato tale mossa. Era tutto merito di suo fratello.
I presenti rimasero ammutoliti, Seiya sorrise e batté le mani. Hito si rialzò barcollando.
Alcuni dei ragazzi gli andarono incontro preoccupati, ma Hito confermò il suo benessere bofonchiando.
“Sorprendente. Non mi aspettavo che sapessi eseguire anche tu il Muro di Cristallo, Kalliope.” Le disse Seiya.
“Cavaliere di Sagitter” cominciò la ragazza “Ci sono tante cose che di me non sapete. Ho fatto quello che volevate, adesso vorrei andarmene. Dite che devo incontrare la dea Athena, e allora andiamo ad incontrarla, e poi liberatemi.”
Seiya annuì.
“Kiki, tu rimani qui, io vado.”
“Veramente” protestò Kalliope “Vorrei tanto che Kiki venisse con noi…”
“Non può, mi dispiace.” Le rispose pacatamente Seiya. “Deve allenarsi, vero Kiki? Ripeti il lavoro di ieri. “
Il ragazzo annuì debolmente, e raggiunse gli altri giovani ancora impietriti dalla difesa di Kalliope.
“Purtroppo per lui, Kalliope, non c’è un’armatura di bronzo o d’argento ad attenderlo. Se vuole diventare in fretta Santo d’Oro, deve darsi molto da fare e allenarsi duramente.”
“Sì, maestro.” Annuì il ragazzo.
Kalliope abbassò lo sguardo. Nemmeno il suo improvviso spettacolino era servito a far migliorare la situazione, che per lei andava di male in peggio. Non aveva avuto senso stare con Kiki per così poco tempo per poi impedirle di andare al cospetto di Athena con lui. Non aveva avuto utilità atterrare  il povero Hito se non quella di zittire chiunque nella palestra.
Affranta e triste, Kalliope rialzò gli occhi e disse a gran voce: “Chiedo scusa a tutti voi per aver sottratto tempo prezioso ai vostri allenamenti.”
I ragazzi non dissero nulla. “E… Hito… Perdona la mia arroganza e l’ingiustizia del mio colpo. Non temere, è l’unico che sono in grado di eseguire. Il mio maestro è stato il grande Mu dell’Ariete, fratello maggiore di Kiki; se n’è andato troppo presto e non ho imparato altro, a parte qualche trucchetto dovuto ai poteri innati che mi appartengono grazie alle mie origini. Non so fare altro. L’armatura di Ara sarà certamente tua, e se così non sarà, sicuramente un’altra sacra veste ti vorrà.”
Hito fece per fiatare, ma lasciò correre. Aveva capito che la rivalità con Kalliope era voluta da Athena.
“Addio, nobili aspiranti cavalieri.” Concluse la ragazza, e si avviò con Seiya, di nuovo, verso il lussuoso palazzo di casa Kido.
“Perchè hai detto loro addio?” domandò Seiya. “Sai benissimo che resterai qui. Quel colpo non lo sai fare grazie ai tuoi poteri innati, ma grazie al Cosmo. Sai benissimo che potrai diventare Cavaliere, non è così? Sono sicuro che il grande Mu ti ha preparata a quest’eventualità. Non negarlo a me, Kalliope. Io ignoravo l’esistenza di un’altra persona come Kiki, ma percepisco il tuo Cosmo, so che ne sei consapevole.”
“E’ vero, Cavaliere” confermò la ragazza “il mio saggio maestro mi aveva parlato di questa eventualità. E mi disse di scegliere finchè ne avessi avuto possibilità, finchè ne avessi avuto modo. Mi disse di accettare, se la da Athena mi avesse chiamata al suo cospetto. Ma mi disse anche che, se non fosse stata mia intenzione lottare per ottenere il titolo di Cavaliere dello Zodiaco, avrei potuto conservare il mio ruolo di sacerdotessa. Mi disse anche di proteggere Kiki, col mio spirito ed evocando il suo, di pregare per voi, cinque Cavalieri di bronzo ormai divenuti cavalieri d’oro, per i suoi compagni allora Santi d’oro, e per la Terra, perché rimanga in pace. E dunque è questo ciò che voglio fare, e, prima di tutto quanto, voglio proteggere Kiki.”
Il giovane Cavaliere rimase in silenzio.
“E ditemi” continuò Kalliope “ come farò a proteggere il mio amico adorato, se combatteremo fianco a fianco? Se perirò anche io, saremo in tre a proteggerlo da lontano coi nostri spiriti: Io, Mu e Sion. Ma io sarò morta, e i nostri poteri come spiriti non basteranno.”
“Kalliope, lo comprendo, ma questo è il volere di Athena, lo sai.”
“Io posso scegliere, nobile Seiya. Io posso scegliere finchè ne avrò modo. E se modo non ci sarà, meglio la morte che una vita di pericoli, tristezza e servitù a una Dea che non merita il vostro coraggio, né quello dei santi defunti, e di tutti i cavalieri che sono periti per salvarla.”
Seiya sorrise e poi inspirò.
“Ragazza, parli come me quando aveva appena ricevuto l’Investitura, e come Ikki del Leone, fratello di Shun di Virgo. Vedrai che avrai tutto il tempo necessario per ricrederti e rasserenare il tuo spirito dubbioso. Abbi fede Kalliope, abbi fede in Athena.”concluse il Cavaliere.
“Non diventerò un Cavaliere di Athena.” Ribattè la ragazza.
“Ah, ragazzina, dicono tutti così!” le sorrise Seiya.
“Ad ogni modo, è troppo tardi ora per incontrare Saori. Conoscendola avrà mille faccende da sbrigare, è qualche giorno che se ne sta rintanata nell’Osservatorio…  Desideri fare altro? Vuoi allenarti un po’ anche tu?”
“Vorrei solo riposare, se possibile.. E mangiare qualcosa” chiese Kalliope.
“D’accordo, se le ore di sonno precedenti non ti sono bastate, preparo qualcosa per cena e poi sarai libera di dormire. Io la sera faccio qualche esercizio prima di dormire, se ti va possiamo farli assieme.”
“Ti ringrazio molto, ma preferirei riposare.”
“E va bene…” si rassegnò Seiya. I modi per conoscere meglio Kalliope erano inutili, dal momento che lei si mostrò irremovibile.
La sicurezza, l’allegria e la convinzione del cavaliere d’Oro lasciarono Kalliope senza altre parole.
E se Seiya avesse avuto ragione? Se le toccava davvero combattere per Athena?
Kalliope non potè fare a meno di porsi altri mille quesiti. La sua testa scoppiava, voleva solo dormire, svegliarsi nel suo giaciglio nel tempio nello Jamir, e pensare “E’ stato solo un incubo, solo un brutto incubo…”
Ma la realtà era tutt’altra cosa.
La sua casa non era il tempio, bensì il modesto salotto della casa di Seiya.
Senza nemmeno mangiare, sprofondò nelle coperte offerte dal ragazzo, e provò a chiudere gli occhi.
Seiya era lievemente preoccupato, ma non fece nulla, pensò a sé stesso e dopo aver cenato uscì di casa per la quotidiana corsetta serale.
  
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