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Autore: _Fedra_    19/06/2015    7 recensioni
Giurereste mai che le ragazze che abitano al piano di sopra siano in realtà due spietate cacciatrici di demoni?
Con l'arrivo di Claire e Teresa in uno squallido appartamento alla periferia di Roma, la Città Eterna si trasforma in un teatro gotico in cui nulla è più come sembra e anche il più candido angelo di pietra può trasformarsi in un mostro assetato di sangue.
Riuscirà il giovane Raki a sopravvivere in questa nuova realtà?
DAL CAPITOLO 1:
Un'ombra scura si allungò sulle gradinate della Facoltà di Lettere e Filosofia, salendo lentamente le scale che conducevano all'ingresso.
Claire osservò compiaciuta gli sguardi dei presenti che si spostavano per lasciarla passare.
Sui loro volti poteva leggere le espressioni più diverse: stupore, curiosità, invidia, timore.
Le sembrava di poter fiutare la paura nascosta dietro quelle maschere malcelate, come se in fondo il loro istinto animale gli stesse suggerendo che ciò che temevano di più al mondo si trovava proprio davanti ai loro occhi.
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Claire, Priscilla, Raki, Teresa
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Occhi d'argento'
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Ventitré.
Un chiaro avvertimento

 
*
 
 
 
 
La voce graffiante di Chester Bennington echeggiava per l’intero appartamento, soffocando il rumore del traffico sottostante.
Raki fischiettava a tempo di musica, alternando i colpi di batteria e le schitarrate scatenate dei Linkin Park con i movimenti della scopa sul pavimento.
A detta di Teresa, era decisamente più promettente come uomo di ramazza che di spada.
Come insegnante, Claire non poteva dirsi più d’accordo, anche se non poteva negare un certo miglioramento nel suo allievo.
 
Dopo i primi giorni di spaesamento, Raki si stava finalmente abituando a quella nuova vita.
La compagnia delle Claymore, che di tragedie ne avevano viste fin troppe, era uno sprone costante ad andare avanti a testa alta, nonostante tutto.
Ognuna delle due aveva sviluppato un modo diverso per affrontare il dolore: Teresa aveva sempre la battuta pronta in qualsiasi situazione, mentre Claire si barricava dietro una tenacia e un carattere inflessibile.
Con lei era severamente vietato lamentarsi, a meno che non si volesse rimediare immediatamente una bella randellata sugli stinchi.
Anche se nei primi tempi era stata dura, Raki iniziava finalmente a capirla.
E, di conseguenza, a maturare come uomo.
 
Quando viveva con i suoi genitori, il ragazzo non era mai stato un esempio di responsabilità.
Con la scusa dello studio, in tutti quegli anni non si era mai occupato sul serio delle faccende pratiche della vita.
Di solito erano gli altri ad agire per lui, credendo di aiutarlo.
Quando Teresa aveva scoperto che il ragazzo non sapeva neppure avviare una lavatrice e che le sue competenze culinarie si fermavano alla macchinetta del caffè, la sua reazione era stata a dir poco apocalittica.
“Se vuoi essere veramente una persona libera, devi imparare a cavartela da solo. Come pretendi di riuscirci, se poi dipendi sempre da qualcuno? È ora che cresci, bello mio”, lo aveva rimproverato severamente, impugnando contro di lui un mestolo inzuppato di sugo.
In compenso, era bastato un pomeriggio per trasformare Raki in un autentico uomo di casa.
 
E, in fondo, al ragazzo non dispiaceva affatto rendersi utile in qualche modo mentre le due Claymore erano via ad affettare lo yoma di turno.
In quel momento, si trovava solo a casa e ne aveva approfittato per dare una pulita in giro.
Già pregustava le facce di entrambe al loro ritorno, quando avrebbero trovato l’appartamento in perfetto ordine.
Quasi quasi, per stupirle ancora di più avrebbe preparato anche il pranzo.
Mentre pensava a questi ambiziosi progetti, Raki mise una pentola a bollire sul fuoco, continuando poi a passare la scopa sul pavimento.
 
Improvvisamente, il familiare rumore di una porta che si apriva attirò la sua attenzione.
Bene, sono tornate!, pensò il ragazzo facendo per andare loro incontro.
Ma, con suo sommo sgomento, invece delle due Claymore si trovò davanti a un uomo completamente vestito di nero, che lo osservava sorridendo da dietro le lenti degli occhiali da sole.
“Scusi, chi è lei?”, esclamò interdetto.
“Sicuramente, non sono uno yoma”, rispose Louvre appoggiandosi al frigo. “Le ragazze sono al lavoro?”.
“Sì, ma torneranno a momenti”, ribatté il ragazzo nervosamente.
Quel tipo non gli piaceva affatto.
In tutta risposta, Louvre allargò ancora di più il suo sorriso.
“Perfetto, lo immaginavo”, disse piano. “Avrei voglia di scambiare due parole con te, Raki”.
“Con me?”.
L’Uomo Nero squadrò il ragazzo con aria indagatrice, indugiando sulla ramazza che reggeva tra le mani.
 
Dallo stereo, la voce di Chester aveva preso a cantare:
 
I watch how the moon sits in the sky
On a dark night shining with the light from the sun
The sun doesn't give light to the moon
Assuming the moon's going to owe it one
 
“Allora le ragazze ti hanno messo al lavoro, non è così?”, proseguì Louvre con calma.
“Sì, è così. Ma non mi lamento, anzi. È il minimo che possa fare per ripagarle della loro ospitalità”, rispose Raki, visibilmente a disagio.
“Ospitalità”, l’Uomo Nero si lasciò sfuggire una risata sarcastica. “Come se una Claymore sapesse cosa voglia dire”.
“A me sono sembrate più che cordiali, con me e mio fratello. Ci stanno dando tutto il sostegno possibile per affrontare il terribile momento che stiamo vivendo. Non so come avrei fatto, senza di loro”.
 
“Mio caro ragazzo, hai idea del tipo di creatura con cui hai a che fare?”.
“So perfettamente che non sono umane, ma ciò non significa che abbiano molti più sentimenti rispetto ai miei simili”.
“Ma davvero?”.
 
I'm sick of the tension, sick of the hunger
Sick of you acting like I owe you this
Find another place to feed your greed
While I find a place to rest
 
Raki gli scoccò un’occhiata di sfida.
“Sì”, rispose con decisione.
“Noto che ti sei affezionato molto a Claire”, proseguì Louvre, implacabile.
“Lei come fa a saperlo?”.
L’uomo sorrise.
“Io so ogni cosa facciano, dicano o pensino le mie ragazze. Immagino che ti abbiano parlato dell’Organizzazione, vero?”.
“So benissimo chi siete, ma credo che mi stia chiedendo qualcosa che non la riguarda”.
A quelle parole, il sorriso sul volto di Louvre parve congelarsi.
“Ti credevo un ragazzo più timido”, commentò deluso. “Evidentemente, la compagnia prolungata di Teresa ti ha affilato la lingua”.
“Devo molto a entrambe. Non deve preoccuparsi per loro. Io e mio fratello stiamo facendo di tutto per non rappresentare un peso, se sono le differenze di abitudini a preoccuparla”.
 
“Non è una questione di tenere o meno la dispensa piena”, rispose Louvre. “Il vero problema sta nelle vostre stesse nature. Loro sono mezze demoni, tu solo un umano”.
“E con ciò? Ce la stiamo cavando benissimo”.
 
I want to be in another place 
I hate when you say you don't understand
(You'll see it's not meant to be)
I want to be in the energy, not with the enemy
A place for my head
 
“Dimmi un po’, giovanotto. Claire ti ha mai parlato del Risveglio?”, incalzò Louvre.
“So perfettamente che cos’è”.
“E sai anche che un giorno accadrà anche a lei?”.
A quelle parole, Raki restò come pietrificato.
“No, non è possibile!”, esclamò. “Claire non può Risvegliarsi! Sono stato io stesso a riportarla indietro!”.
“Questo perché hai avuto fortuna. Il corpo di ogni guerriera è per metà umano e per metà yoma. Ogni volta che affrontano un combattimento, esse usano una certa quantità di yoki, il potere demoniaco. E, man mano che il tempo passa, questo potere tende ad aumentare sempre più. In poche parole, un giorno tutte le guerriere si trasformeranno definitivamente in yoma. A quel punto, l’unica cosa da fare sarà eliminarle prima che possano far del male a qualcuno”.
“NO! Claire e Teresa sono diverse. Riescono a contenere il loro yoki e all’occorrenza tornare indietro. Non lo dico solo perché me lo hanno raccontato. Io l’ho visto con i miei occhi!”.
Louvre sospirò, scuotendo il capo.
“Quelle due stanno alimentando in te solo vane speranze. In realtà, come tutti gli esseri viventi, anche le Claymore sono destinate a morire, prima o poi. Anche la tua Claire. Ti conviene non affezionarti troppo a lei”.
In quel preciso istante, Raki avrebbe voluto mettersi a piangere.
“Non ci credo! Claire non è un mostro!”, gridò.
“Questo perché non vuoi vedere la realtà. È normale, si vede che sei innamorato. Ma sono certo che un ragazzo intelligente come te si renderà presto conto dell’assurdità di questa situazione”.
“La smetta, lei non ha alcun diritto di fare queste insinuazioni! Se ne vada!”, Raki era diventato più rosso di un peperone, per la rabbia e la vergogna.
“Io non voglio costringerti a fare nulla”, disse Louvre, facendo per uscire dall’appartamento. “Il mio era solo un consiglio da amico, per evitarti inutili sofferenze. Fossi in te, mi affretterei a fare i bagagli e dimenticherei questa storia al più presto. Riflettici bene, Raki”.
 
I passi dell’Uomo Nero svanirono nel corridoio.
Non appena si rese conto di essere rimasto solo, Raki si afflosciò sul pavimento come una bambola rotta, la scopa ancora stretta tra le mani.
“No…no”.
Era talmente sconvolto da non riuscire nemmeno a piangere, per quanto il dolore scavasse come una furia nel suo petto.
Mai come in quel momento la voce di Chester stava urlando per lui:
 
You try to take the best of me
Go away
You try to take the best of me
Go away
You try to take the best of me
Go away
 
GO AWAY!
YOU TRY TO TAKE THE BEST OF ME!
GO AWAY!
YOU TRY TO TAKE THE BEST OF ME!
GO AWAY!
 
*
 
“Sono tornata!”.
Claire caracollò nella cucina, il volto nascosto dietro la pila di cartoni della pizza che reggeva tra le mani.
Era stata una giornata produttiva (tre yoma uccisi senza nemmeno sporcarsi la tuta, stava migliorando) e per questo voleva cogliere l’occasione per festeggiare, almeno per una volta.
Con sua enorme sorpresa, non trovò Raki ad attenderla.
Il ragazzo se ne stava seduto sul divano, gli occhi spenti fissi sullo schermo.
Stava guardando una telenovela anni Settanta.
Era evidente che non stava seguendo nemmeno una battuta.
 
“Ehi, tutto bene?”, domandò Claire crollando a sedere accanto a lui. “Pizza?”.
Il ragazzo non rispose, ignorandola.
La cosa la lasciò letteralmente interdetta.
“Cos’è successo?”, domandò.
“È vero che sei un mostro?”.
La domanda la colpì con la potenza di uno schiaffo.
“Prego?”, esclamò.
“Il tuo capo è stato qui. Ha detto che un giorno ti trasformerai in uno yoma. È vero?”.
 
“Quel maledetto stronzo!”, sibilò Claire furibonda.
“È vero o no?”.
“Raki, guardami! Ho detto guardami!”.
Il ragazzo voltò il capo, lo sguardo velato di tristezza.
“Ti vedo, Claire”, disse in tono innaturale.
“Ti sembro forse un mostro?”.
 
Il ragazzo indugiò sul suo volto da bambina, gli occhi d’argento che lo scrutavano a pochissimi centimetri dal suo volto.
Un istante dopo, Raki le gettò le braccia al collo, prendendo a singhiozzare rannicchiato contro di lei.
“No, Claire, non lo sei!”, esclamò. “Non tu! Ti prego, non lasciarmi!”.
La guerriera gli accarezzò i capelli arruffati, stringendolo delicatamente a sé.
“No, Raki. Sta’ tranquillo, io non ti abbandonerò”, lo rassicurò. “Sono con te. Fino a quando il mio cuore di demone continuerà a battere”.
 
*
 
Era ormai sera quando Claire salì sulla terrazza.
Ripose le tute stese ad asciugare sul filo dei panni, poi restò a contemplare il panorama sotto di lei, che brillava per chilometri e chilometri fino alle pendici dei Castelli Romani.
Nonostante la sistemazione non fosse delle migliori, non si poteva negare che quella vista fosse davvero mozzafiato.
 
“E così, è rimasto”, commentò la voce melliflua di Louvre alle sue spalle.
Claire si voltò verso di lui, furibonda.
“Che cosa vuoi?”, domandò seccamente.
Era la prima volta che quel viscido le piombava davanti senza che ci fosse anche Teresa.
Brutto segno.
“Quel ragazzo è più tenace di quello che pensassi. Non credi che gli procureresti solo un dolore, costringendolo a vivere come una di voi?”.
“Il ragazzo ha scelto consapevolmente questa vita. Per favore, non intrometterti in cose che non ti competono”.
“Cosa temi, che voglia trasformarlo in un guerriero? Sai bene che non funzionerebbe”.
“E allora che cosa vuoi da lui? Non vedi che ha sofferto troppo? Lascialo in pace!”.
“Appunto per questo ti chiedo di riflettere, mia cara. Sai bene che tra umani e Claymore non può funzionare. Almeno non a lungo termine”.
“Non capisco che cosa intendi”.
Louvre sorrise, comprensivo.
“Di tutte le tue colleghe, tu sei sempre stata la più restia a intrattenere rapporti con esseri umani. La tua improvvisa attenzione per quel ragazzo mi preoccupa. So che, a differenza delle altre, potrebbe essere molto difficile per te rinunciare a lui, quando arriverà il momento”.
Claire si lasciò sfuggire un’esclamazione sarcastica.
“Non riesci proprio a sopportare che qualcuno sia felice, vero?”, commentò, guardandolo dritto negli occhi.
 
Louvre scosse il capo.
“Come sei acida”, commentò. “Paternali a parte, il vero motivo per cui sono venuto qui è un altro. Sono davvero soddisfatto per come stai lavorando. Per questo, ho deciso di premiarti. Ti piacerebbe dare la caccia a un vero Risvegliato?”.
“Che cosa?”.
L’Uomo Nero sorrise.
“Non è questo ciò che volevi? Affrontare un Risvegliato è l’ultimo passo che ti separa dallo scontro diretto con Priscilla. Se sopravvivrai a questo incarico, nulla potrà più frapporsi tra te e la tua vendetta”.
Claire sgranò gli occhi, sempre più sorpresa.
“Dove si trova?”, domandò.
“È stato individuato nelle campagne vicino Tor Vergata. Non ti sarà difficile rintracciarlo”.
Louvre si concesse una pausa prima di continuare.
“Tuttavia, questa volta non ci sarà Teresa ad aiutarti. Vedi, se vuoi davvero essere all’altezza di questo compito, devi agire da sola. Per questo ho pensato di accoppiarti con una compagna diversa dal solito. Ti raggiungerà domattina”.
A quella rivelazione, Claire si sentì montare il panico.
Era la prima volta che agiva senza Teresa.
La cosa la disorientava, facendole montare un insopportabile senso di fragilità.
“Chi è?”, domandò.
Louvre allargò ancora di più il suo sorriso mellifluo.
“Mai sentito parlare di Ofelia?”. 




Buonasera, belve! :)
Eccomi di nuovo qui, con il mio primo capitolo da ventiquattrenne ;) * non potevo non iniziarlo con i Linkin Park, giusto? *
Se vi interessa, la canzone che ho impiegato è A Place For My Head, il cui ascolto è altamente sconsigliato a chi ha i timpani sensibili...ma che aiuto nei momenti difficili!

Ma ora passiamo ai ringraziamenti ;)
Questa settimana le recensioni sono state un po' in calo * spero solo che la storia stia continuando a piacervi! *, ma ciononostante non posso non ringraziare i miei fedelissimi Xephil, bienchen, AlanKall e SognatriceAOcchiAperti. 

Grazie anche ai miei lettori silenziosi, nascosti in giro per l'Italia. So che ci siete! ;)

Purtroppo, causa esame, non garantisco un aggiornamento regolare la prossima settimana. In ogni caso, vi farò sapere per tempo, anche perché mi dispiacerebbe davvero mancare al nostro appuntamento settimanale!
Per qualsiasi cosa, vi consiglio di tenere d'occhio la mia pagina Facebook: https://www.facebook.com/LeStorieDiFedra

Un abbraccio a tutti, ovunque voi siate! :)
Siete fantastici!

Vostra,
Fedra





 
   
 
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