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Autore: Alessiuccia    12/01/2009    2 recensioni
Barbara, toglimi dalla cronaca mondana! Per pietà, puoi anche mandarmi in giro per il mondo alla ricerca della torta più lunga o della campana più grande… decidi tu, per quanto mi riguarda, tutto è meglio di questo strazio…
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ah ah ah! Vi ho giocato un brutto scherzo, non è così?! Non ve l’aspettavate proprio …

Ma vi assicuro, l’attesa è finita …

Questo che andrete a leggere è l’epilogo di ACCADDE IN INVERNO

Buona lettura … e spero che il finale sia ciò che più vi aggrada …

Col vostro permesso, mi congedo.

A presto

Alessia

 

P.S.  Scusate l’ulteriore ritardo, ma stavolta sono giustificatissima, perché ho iniziato da poco a seguire un corso di scrittura alla RAI; e così, seguendo i suggerimenti dell’editor, ho deciso di riscrivere il capitolo. Penso che così renda di più. Fatemi sapere cosa ne pensate, vi prego, è fondamentale per me, per capire se ho davvero assimilato i consigli che mi hanno dato! Bacini & Bacetti

 

Epilogo

 

Che strano essere qui. Fa un certo effetto. Senti che il cuore esploderà da un momento all’altro.

Respira, Chiara, respira. E poi buttati nella mischia. Esci dalla limo. Sorridi garbatamente, fai un cenno di saluto con la mano. Qualcuno ti aiuta. Da sola avresti avuto non poche difficoltà.

Gli occhi ti si inumidiscono dall’emozione. Non ti saresti mai aspettata un’accoglienza simile.

Ovvio, i fotografi e i giornalisti non sono qui per te. E questo lo sai bene, ma inspiegabilmente il pubblico ha voluto che ci fossi anche tu, questa sera. E tu non te la sei sentita di rifiutare. E hai fatto benissimo. Un’esperienza del genere quando mai ti può ricapitare?!

Percorri la passerella passo dopo passo, nel tuo impercettibile abito Chanel rosa antico in stile impero. Tra flash, interviste lampo e ragazzine urlanti è tutto finito in un attimo. Non ti sei quasi resa conto di quello che hai fatto, o detto. E ti ritrovi nell’enorme teatro, seduta perché i piedi ti fanno già male, mentre attorno a te si alternano persone su persone che vogliono semplicemente stringerti la mano, farti i loro auguri.

La cerimonia ha inizio. Sei serena, più del dovuto. E ti domandi perché. Poi, con una mano sfiori la tua pancia. E sorridi dentro di te.

È arrivato il momento. Trattieni il respiro insieme ai due uomini che ti siedono accanto.

- E per la categoria miglior attore non protagonista il vincitore è … Gabriele Grimaldi!

Lo sapevi, ne eri sicura. Il ragazzo ti abbraccia a lungo, le lacrime gli scorrono ormai a fiotti sul viso. Poi si allontana per salire sul palco.

Le sue parole ti arrivano ovattate, sta ringraziando tutto il cast del film, la sua famiglia, gli amici che gli sono stati accanto e due persone in particolare:

- Grazie a Giorgio, che mi ha sopportato in questo lungo periodo, che ha ascoltato pazientemente i miei racconti sulle riprese, ripetuti migliaia, milioni di volte! Adesso, riflettendoci su, capisco che non deve essere stato affatto semplice – la platea scoppia a ridere - E, soprattutto – continua risoluto, ma addolcendo il tono della voce- soprattutto, grazie a te, Chiara! Se non ci fossi stata tu, a quest’ora non sarei qui. Mi hai dato coraggio, mi hai fatto capire che devo camminare a testa alta, mostrandomi semplicemente per come sono. Nessuna vergogna.  Ma colgo l’occasione per ringraziarti di una cosa ben più importante di un Oscar – aggiunge all’improvviso, soppesando la statuetta che tiene fra le mani - perché se non fosse stato per te adesso non ci sarebbe un uomo meraviglioso al mio fianco …

Ti senti sfiorare la mano, ti volti e vedi Giorgio visibilmente commosso. E mentre tra i continui applausi il vostro comune amico torna a sedersi, avverti una fitta allo stomaco, forte, più forte delle altre volte. Subito ti rendi conto della situazione, ti sembra quasi di svegliarti da un profondo torpore. “È arrivato il momento”, dici a te stessa. E lo ripeti, ma ad alta voce, rivolgendoti al fotografo.

- È il momento, Giorgio – e gli stringi la mano, quasi stritolandogliela.

Lui non capisce fino in fondo la gravità della tua frase; e risponde sorridendoti:

- No, quello è l’ultimo premio che consegnano, passerà ancora un po’, tranquilla …

- No, no. Giorgio, ti dico che è il momento, non posso aspettare oltre. Me lo sento … - lui ti guarda con espressione interrogativa, sta facendo mente locale su cosa puoi voler dire; e, nel momento stesso in cui ci arriva, non gli lasci il tempo di parlare:

- Mi si sono rotte le acque! – hai quasi gridato, come se non fosse evidente che parlavi proprio di questo! Tutti, attorno a te si girano nella tua direzione, ma per il momento non te ne importa nulla. Hai altro a cui pensare …

Giorgio, finalmente ti da una mano. Blocca la cerimonia, urla che hai bisogno di un medico, di un’ambulanza, di qualsiasi cosa purché ti facciano partorire! Comprendi lo scompiglio generale in cui hai gettato il pubblico, ma in mente hai solo un’immagine: ti vedi alla disperata ricerca di un ospedale, senza tuo marito che ti stia accanto e ti conforti. Lo cerchi in mezzo alla calca di gente che ti si è fatta sempre più vicina, mentre gli addetti all’ordine cercano di allontanare i curiosi. Ma non lo riesci a vedere. Hai bisogno di lui, del suo sguardo tenero, mentre ti accarezza la pancia, della sua voce dolce mentre canta una ninna nanna ai gemelli ancora non nati.

Senti che ti stanno portando da qualche parte, ma ormai il dolore è tale che non capisci più cosa ti circonda. Capti una sola frase:

- Dobbiamo attrezzare una di queste salette, non c’è tempo di arrivare in ospedale.

Qualcuno ti prende per mano, speri che sia lui. Invece è Giorgio. È un vero amico, pensi. Ti dice che tuo marito sarà lì a momenti. Gli sorridi, tra le lacrime. E riprendi a respirare “a cagnolino” - come ti hanno insegnato al corso pre-parto -  in attesa di vederlo entrare nella stanza.

Ti sembra che sia passata un’infinità di tempo quando, finalmente, arriva e si getta letteralmente fra le tue braccia. Ti accarezza la fronte, ti bacia sul naso, sul collo. I vostri sguardi s’incrociano, per l’ennesima volta, ma è come se fosse sempre la prima. Lo ami, ti ama. Vi amate alla follia. Di più, vi appartenete. Ogni giorno scoprite qualcosa di nuovo, eppure avete entrambi la sensazione di conoscervi da sempre.

- Andrà tutto bene – ti sussurra all’orecchio sinistro. Tu annuisci, con le lacrime agli occhi. Ma sai che ha ragione. Perché lui è lì con te. Non ti lascerà mai.

L’infermiera ti dice di spingere seguendo il ritmo delle contrazioni. Tu urli, sudi, piangi e ridi. Sai di non essere ciò che si definisce “un bello spettacolo”, ma lui continua a tenerti per mano. Trattiene il respiro insieme a te. Fa di tutto per aiutarti ad andare avanti. L’ha sempre fatto.

E, finalmente, al tuo ultimo grido - che probabilmente avranno sentito anche dentro il teatro – si unisce un tenero vagito.

- È un maschio! È un maschio! – tuo marito continua a ripetere, in preda ad una gioia indescrivibile. Ma ancora non è finita. Passano un paio di minuti, poi senti più dolore di prima. Strano, pensavi che non si potesse soffrire di più di così. Ma sai che ti basta un ultimo sforzo, uno soltanto, e poi potrai vedere i tuoi figli con i tuoi stessi occhi; potrai seguire il loro profilo con un dito. Sì, stai pensando in questo preciso istante che due gemelli ti bastano. Avevi sempre detto di volere una famiglia numerosa; ma, mentre stai provando sulla tua pelle la sofferenza del parto, non ne sei più tanto sicura. Anzi, sei certa al cento per cento che non vuoi ripetere un’esperienza così …

- È una femminuccia! Ha il tuo stesso colore degli occhi … è splendida. Come la sua mamma.

Ce l’hai fatta. Sei distrutta. Ma questo non t’impedisce di cercare – e trovare – le sue labbra. E, così, mentre l’ostetrica si occupa dei bimbi, lui ne approfitta per farti capire che ti desidera, ogni istante di più. Ti bacia, con ardore. La sua irruenza non abituale ti sorprende. La contraccambi, felice.

 

 

Quasi un’ora dopo, sei sempre nella saletta. Per fortuna, le hostess della cerimonia ti hanno rimediato qualcos’altro da mettere – il tuo abito è inesorabilmente rovinato. La tua semplice acconciatura si è trasformata in uno chignon spettinato, ma, almeno, non sei più sudata fradicia. I gemellini hanno appena finito di poppare e dormono placidamente fra le tue braccia. Hai fatto accendere il monitor nell’angolo in alto, in trepidante attesa per l’assegnazione dell’ultimo premio della serata. Speri con tutto il cuore che lo vinca una persona. Non è tra i favoriti, ma tu hai potuto assistere a qualche ripresa del film. E sai che stavolta l’Oscar se lo merita proprio!

- … E per la categoria miglior attore protagonista il vincitore è … Orlando Bloom!

- Sì! – un urlo soffocato. Ti sei appena resa conto che avresti potuto svegliare i bambini. Ma sei al settimo cielo. Che serata! Non pensi che possa essercene una uguale per l’intensità delle emozioni che stai provando. Fai alzare leggermente il volume dell’audio da chi è lì accanto a te, per poter ascoltare meglio il discorso. Hai una vaga idea di cosa possa dire, ma preferisci sentirlo con le tue orecchie.

- È una serata a dir poco perfetta! – esordisce lui, prendendo fra le mani la statuetta tanto agognata – ho sempre sognato questo momento. Ma, sinceramente, me lo sarei aspettato leggermente diverso – ha smesso di parlare per qualche istante, lo sguardo basso, il pollice della mano sinistra che gira e rigira la fede all’anulare. Il pubblico comincia ad acclamarlo. Sorride, ma percepisci perfettamente la commozione nei suoi occhi – Io … devo tutto ad una persona. Una persona che mi ha fatto scoprire alcuni lati della mia personalità che neanch’io conoscevo; che ogni giorno tira fuori il meglio di me. È la donna più importante della mia vita, capace di strapparmi un sorriso anche nei momenti più bui. E che, stasera, mi ha reso l’uomo più felice del mondo. Ti amo, Chiara. Grazie. Grazie per quelle due splendide creature che sono Edward e Sarah. Grazie per avermi reso padre … - A questo punto, gli applausi si sono fatti così scroscianti, che le ultime parole di Orlando si perdono nel frastuono.

- Ti amo anch’io – sussurri allo schermo, stringendo a te il frutto del vostro amore. Lui ha già ringraziato velocemente tutti e si è già dileguato, per correre subito da te. Anzi, da voi.

 

 

  
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