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Autore: Gemad    22/06/2015    2 recensioni
"La luce dei raggi solari attraversa pigramente la finestra della camera di un giovane addormentato. Quando si fosse svegliato, da lì a poco, avrebbe realizzato che quel giorno era una data speciale, quella della partenza per Hogwarts."
Provate a pensare ai figli di Harry Potter e dei suoi amici, anzi, ai figli dei loro figli. Ci siete? Bene, ora aggiungete un pericolo incombente, un pericolo che per Harry e i suoi amici è impossibile affrontare. L'unica soluzione possibile per loro è comunicare con i pronipoti, sempre che riescano a trovare un modo per mettersi in contatto con loro.
Genere: Avventura, Azione, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 3



Il sole splendeva nel cielo e aveva raggiunto la sua massima altezza ed intensità di calore e tutti erano pronti a mangiare il pranzo al sacco: tutti tranne alcuni ragazzi.
–L’anno scorso quegli idioti Serpeverde ci hanno teso una bella trappola, ma quest’anno gliela faremo pagare- disse Jonathan in tono vendicativo.
–Puoi contarci!- rispose Jackson con i consensi di Eddie e James.
Negli ultimi anni, ormai, le risse tra i Serpeverde ed i Grifondoro erano molto frequenti, senza badare all’ambiente in cui si scontravano: a volte ci si organizzava, altre volte si improvvisava. I gruppi di ragazzi erano diversi, il sangue era tanto e le punizioni e le detrazioni di punti erano inverosimili. Sembra strano, ma in queste risse c’è una sola regola: niente bacchetta.
Tutto incominciò quando Jackson era al suo primo anno ad Hogwarts assieme a Jonathan e ancora dovevano ambientarsi all’interno del contesto del Castello. Purtroppo, Jonathan veniva sempre preso in giro per i suoi capelli rossi, per la sua provenienza di famiglia e per il fatto che i soldi mancavano molto spesso nelle casse della sua famiglia. Certo, diverse volte Jackson riusciva a tirarlo fuori dai guai dicendo di “lasciar perdere”, ma la scintilla, anzi, la bomba scoppiò a metà del primo anno scolastico ad Hogwarts.
Solitamente erano le sorelle maggiori che difendevano il fratello minore dagli attacchi verbali dei ragazzi più grandi di Serpeverde, ma nel momento in cui Jonathan vide che le sue sorelle presero uno schiaffo dai ragazzi della Casata rivale, l’amico non ci vide più dalla rabbia. Si scagliò contro di loro, nonostante avesse solamente undici anni e stesse affrontando due ragazzi del quarto anno.
Da dopo quell’incredibile rissa, il rosso venne soprannominato con il nome di “Pitbull” perché puntava il nemico, ci si scagliava contro per poi attaccarlo con tutte le sue forze: non importava se usava le mani, i piedi o soprattutto la bocca… lui riusciva sempre a colpire il bersaglio; probabilmente, questo suo istinto violento, fu dovuto al fatto che seguiva le partite dei Falmouth Falcons, facendo crescere in lui un istinto da killer nascosto e celato a tutti, persino a sé stesso. Quei quattro Serpeverde, dopo quel giorno, non cercarono più di stuzzicare il giovane Weasley, così come tutti coloro che ebbero assistito alla scena.
Il punto era che, purtroppo, non furono molte le persone che videro quello che aveva fatto Jonathan e, dunque, da quel giorno in poi, le risse incominciarono senza avere una fine. Jackson veniva chiamato “faccia d’angelo” per la sua innocenza, ma anche lui non scherzava se si sentiva odore di calci e pugni nei dintorni. I giorni passarono e le bande crescevano sempre di più, causando una reazione a catena che si espanse per quasi tutto il Castello tra i Grifondoro ed i Serpeverde.
Il fatto che durante le risse le mani non vengano usate, non è ancora ben chiaro, ma va bene così, pensava Jackson. Numerosi furono gli avvertimenti del Preside, degli insegnanti e dei genitori, soprattutto con la minaccia di sbatterli fuori da Hogwarts: purtroppo, l’unico intoppo erano i voti eccellenti che i ragazzi ottenevano grazie allo studio o ai debiti scolastici che prendevano grazie alla dedizione nello sport o nel mantenimento dell’ordine e della pulizia ad Hogwarts: infatti, molti di loro, erano anche prefetti.
–Guardate- disse Jonathan prendendo quella che sembrava una boccetta con un liquido nero al suo interno-.
–Che cos’è?- chiese Gary che rimase notevolmente e stupito e attirato da quella misteriosa sostanza: lui preferiva, solitamente, non interferire e non amava particolarmente le botte, anche se ne ha prese e date qualche volta, anche se raramente.
–Questa è Polvere Buiopesto Peruviana… il nome dice tutto!- disse Jonathan girandola e rigirandola tra le mani –Basti che in questa boccetta si apra la più piccola delle fessure e subito questo fumo nero esce da essa, creando una nebbia scura, impedendo a chiunque di vedere-.
–Affascinante- esclamò Gary ammirandola, quasi venerandola.
–E a cosa servirebbe?- chiese perplesso Eddie.
–Ci servirà come diversivo per penetrare nello scompartimento dei Serpeverde! Quegli idioti hanno anche i prefetti che controllano la situazione!-.
–Senti Jonathan- lo interruppe Gary –Mi stavo chiedendo dove ti sei procurato questa roba, insomma, muoio dalla voglia di analizzarne il composto-.
–Questa?- chiese il Weasley con una luce di orgogliosità negli occhi –Questa è stata ideata dagli zii di mio padre e non immagini quanta roba incredibile ho scoperto in soffitta nelle loro vecchie scatole! Ricordo ancora il nome delle scatole: “I Tiri Vispi dei fratelli Weasley”. E così mio padre mi confidò che i miei prozii erano i possessori e dipendenti del negozio di scherzi Magici più conosciuto in tutta Europa, o almeno, lo era fino a qualche decennio fa, prima che chiudessero baracca per andare in pensione e vendere tutto. Mio padre, invece, decise di tenersi qualche “souvenir” di quegli anni d’oro e, quindi, ho pensato di portarne un paio con me- concluse Jonathan portando fuori una scatola dallo zaino da viaggio, mostrando cose che, apparentemente, sembravano oggetti giornalieri di ogni essere umano Babbano e Mago.
–Ma che diavolo è tutta questa roba?- chiese inorridito James.
–Questa “roba”, come la chiami tu caro amico, ci porterà al successo in ambito sia scolastico che di territorio contro i Serpeverde!-.
–E come? Agitando delle inutili piume?- chiese scettico Jackson.
–Guardate- disse Jonathan estraendo due orecchie –Tranquilli, sono finte- assicurò Jonathan ridendo e vedendo che Gary rimase leggermente spaventato. –Aspettatemi qui- aggiunse il rosso sparendo e tornando dieci secondi dopo.
–Ma cos…?- tentò di chiedere Jackson, ma venne subito interrotto dal migliore amico che gli disse di far silenzio.
Tutti si avvicinarono all’orecchio e sentirono delle voci.
–Ma questa è Mandy Brocklehurst?- chiese James stupito.
–Esatto-. –Ma come hai…?-.
–Semplice; queste orecchie permettono di ascoltare delle riunioni private o semplici chiacchiere, senza essere scoperti! La sicurezza è assoluta!-.
Jonathan aveva portato un mondo dei balocchi all’interno dello scompartimento: ha portato delle piume auto-correggenti che correggevano gli errori grammaticali subito dopo averli sbagliati, piume “Rispostapronta” che rispondevano esattamente prima che la mente umana riuscisse a pensarci, Pasticche Svenevoli che creavano un ottimo diversivo per scappare dalle lezioni o dalle situazioni complicate, così come le Pasticche Vomitose, il Torrone Sanguinolento, le Pasticche Vomitose. Come non ammirare i Detonatori Abbindolanti, simili a dei minuscoli clacson neri che facevano un gran baccano.
–Guardate qua, questo gioiellino si chiama “Palude Portatile” che è in grado di creare una vera e propria palude se solo venisse aperta in qualsiasi luogo; vi immaginereste una di queste all’interno del Dormitorio di Serpeverde?-. Tutti risero alla battuta dell’amico ed incominciavano ad essere ben consapevoli del fatto che quest’anno i loro rivali non avrebbero vinto tanto facilmente, anzi, non avrebbero vinto affatto.
–Ma non avete ancora visto il pezzo forte- aggiunse il rosso prendendo in mano un’altra boccetta che però era diversa dalla Polvere Buiopesto Peruviana; essa era più bella esteticamente, più pregiata, ben definita ed il colore rosa ne addolciva quella figura.
–Che cos’è?- chiese Jackson attratto.
–Questo è un filtro d’amore-.
–Filtro d’amore?!- esclamò stupefatto Gary –Sono molto rari e difficili da preparare! Come cavolo hai fatto a procurartelo?!-.
–Prima di tutto abbassa la voce. Secondo, l’ho trovato nei Tiri Vispi dei fratelli Weasley-.
–Ti giuro che pagherei per analizzarne anche una singola goccia, per favore! Là dentro c’è ne un’infinità-.
–D’accordo, ma per dieci galeoni-. –Dieci galeoni?! Dopo tutto l’aiuto che ti ho dato per i saggi ed i compiti di tutte e materie e di tutti i professori nel corso di questi cinque anni?!-.
–Tranquillo Gary, era uno scherzo, è chiaro che ti farò analizzare questa pozione; altrimenti, come pensi che possa riuscire a comprendere se essa funziona o no?-.
Jonathan aggiunse che si era conservato segretamente le scatole dei suoi prozii sotto il suo letto, in modo che nessuno potesse trovarle.
–Adesso basta chiacchiere- esclamò Jackson che non stava più nella pelle –Andiamo a spaccare qualche muso ai Serpeverde!-.
Subito Jackson, Jonathan, Eddie e James uscirono dallo scompartimento, lasciando Gary che disse esplicitamente che sarebbe voluto restarne fuori, almeno per l’inizio dell’anno; preferiva restarsene a mangiare un bel panino con il suo libro di letteratura russa in mano per poi farsi un bel pisolino con le tende abbassate. Lungo la strada, Jackson incontrò e salutò molte persone che non vedeva da tutta l’estate come Danny Hart, l’altro Battitore della squadra di Quidditch di Grifondoro, oppure anche il vecchio professor Paciock, insegnante di Erbologia e direttore della Casa di Grifondoro, che gli confidò che quello sarebbe stato il suo ultimo anno da insegnante prima di raggiungere la serena pensione; un po’ gli dispiaceva al giovane Potter.
Il professor Paciock è stato un professore molto simpatico durante le sue ore di lezione e anche al di fuori del contesto scolastico, siccome lo ritrovava spessissimo in casa di nonno Harry e nonna Ginny quando andava a fargli visita. Ricorda ancora il discorso che suo nonno gli fece sul vecchio professore di Erbologia: gli disse che durante la Battaglia svoltasi ad Hogwarts contro Lord Voldemort, lui fu uno dei più coraggiosi che guardava in faccia la morte e che la combatteva ardentemente senza alcun timore o alcuna paura.
Ma alla fine, pensò Jackson, il professor Paciock ha vissuto una vita soddisfacente ed era ora che si godesse un po’ di serenità.
–Siamo quasi arrivati- annunciò Eddie –Fatevi coraggio ragazzi!- disse mentre si schioccava le ossa delle mani.
–Appena vedete del fumo nero, scattate in avanti e prendete tutto quello che trovate sotto tiro- consigliò Jonathan che teneva la mano nella tasca della giacca stringendo la fiala di Polvere.
–Copritevi i volti- suggerì James che si mise il cappuccio sulla testa, così come fecero Jonathan ed Eddie.
Jackson preferiva tenersi la cresta in bella mostra: non amava che i capelli gli si abbassassero, insomma, non se lo poteva permettere a differenza dei suoi compagni di stanza. Il suo migliore amico aveva i capelli scompigliati dal mattino alla sera e quando si alzava non se li pettinava affatto, Eddie portava i capelli all’indietro per poi unirli ad un codino ma il fatto che portava i capelli rasati ai lati rendeva particolare la sua capigliatura, mentre James preferiva portare i suoi capelli da una parte, trasformandoli in un unico ciuffo.
In poche parole, loro potevano permettersi il cappuccio, mentre l’altro Grifondoro no: ma almeno si alzò la giacca portandosela fin sopra il naso.
–Si parte!- esclamò Jonathan lanciando la fiala in direzione dello scompartimento dei Serpeverde.
Improvvisamente, una vera e propria nebbia di fumo nero si alzò e si sparse lungo tutto il vagone in pochissimi decimi di secondo ed i quattro Grifondoro scattarono in avanti. Jackson si orientava tramite le voci che sentiva, siccome era chiaro che non poteva assolutamente permettersi di colpire una ragazza, essendo un gran gentiluomo: a suo parere, non importava la Casata, ma se era una bella ragazza era sempre abbordabile.
Sentiva che il fumo nero, per quanto potesse sembrare contradditorio, non aveva alcun sapore; era come se stesse respirando normale ossigeno. In quel momento pensò che gli antenati di Jonathan erano dei geni. All’improvviso sentì che aveva superato una porta, quindi, di conseguenza, erano dentro. Il fumo nero, dopo qualche secondo, si disperse e si videro i Serpeverde davanti.
–Prendeteli!- urlò lui. Si catapultò sul primo maschio che notò ed incominciò ad aggredirlo con pugni e calci tirandolo sul pavimento; lui tentava di reagire, ma il giovane Grifondoro non gliene lasciava il tempo. Notò che molte ragazze erano già scappate terrorizzate ed era meglio così, pensò il ragazzo; in questo modo avrebbe potuto usufruire di tutto lo spazio disponibile.
Sentiva che i suoi compagni avevano le mani ben occupate, e quando sentì uno dei nemici gridare, capì che Jonathan aveva già utilizzato la bocca. Si girò dopo aver mollato l’ennesimo pugno all’ennesimo Serpeverde e vide che quattro armadi del settimo anno erano addosso a Eddie che, per quanto potesse essere alto, non poteva farcela da solo.
Jackson si scagliò contro di loro in soccorso all’amico ma gli arrivò un pugno nella tempia della testa di uno dei quattro e sentì che il caldo sangue era fuoriuscito all’estremità del sopracciglio destro. Grazie al cielo, James e Jonathan erano arrivati ad aiutare lui ed Eddie dopo averne steso un paio. Prendevano colpi, pugni, calci, spinte e sgambetti, ma più gliene davano, più gliene restituivano. Più gli provocavano dolore e più i Grifondoro ne facevano provare ai Serpeverde.
Non importa quanti di quest’ultimi fossero presenti, non importa se fossero cento; a Jackson bastava avere al suo fianco anche solo uno dei suoi compagni di Casata e la forza sarebbe stata quanto quella di mille guerrieri. Mai abbandonare un compagno durante la guerra, questo era il codice d’onore dei Grifondoro durante le risse. Ne mancavano soltanto due: Daniel Payne ed Anthony Paddock che i Grifondoro detestavano da quando avevano rotto il naso a Michael Watson, portiere dei Grifondoro. Erano loro i nemici che odiavano di più sicuramente.
–Vi spacchiamo le gambe!- disse minaccioso Payne.
–Siamo in quattro contro due Payne!- disse Jackson –Abbiamo asfaltato un intero scompartimento in quattro! Cos’avete intenzione di fare?-.
Prima che il Serpeverde potesse rispondere, sentì una voce rauca e profonda alle sue spalle che disse –Immobilus!-.
Prima Jackson potesse rimanere completamente bloccato, vide che il professor Paciock teneva ben salda la bacchetta tra le mani, evitando altro sangue e calmando gli animi, ristabilendo l’ordine.




Angolo dell'autore: Allora, spero innanzitutto che abbiate apprezzato questa nuova Hogwarts. E' vero che la Rowling ha detto che, dopo la guerra, le tensioni tra Serpeverde e Grifondoro si erano allegerite, se non scomparse del tutto, ma io penso che stesse parlando della generazione di Albus Silente, James Sirius, Hugo ecc. Dunque, mi sono fatto la domanda su come poteva essere questa nuova generazione e ho incominciato a scrivere. Spero che vi sia piaciuta anche l'introduzione di Neville che non ho idea quanti anni possa avere quel povero uomo che ne ha passate tante nella vita :) Poi, vorrei anche dire che questi eventi sono importanti nella storia, anche se nella descrizione di questa storia non ne ho minimamente accennato a questo tipo di rivalità. Ma non preoccupatevi, penso che la mia storia sia avvincente ed interessante, perciò leggete e giudicate :)
E non dimenticate di recensire! ;)
   
 
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