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Autore: LVBNR5    23/06/2015    1 recensioni
Seguito diretto di "Twisted" (la mia unica altra fic), si svolge tre anni dopo i fatti narrati in quest'ultima. Per ottenere la tua vendetta, cosa sei disposto a scarificare? Per lei, tutto non sarebbe stato abbastanza. [Aggiornata ogni 24 ore circa].
Genere: Dark, Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cyborg, Raven, Robin, Starfire, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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A.N: Salve a tutti, innanzitutto. Dato che non sono molto bravo con gli AN, e non ho nemmeno molto da dire, in verità, sarò conciso: come ho già spiegato nella descrizione, questo è il seguito diretto della mia altra storia, Twisted. Pertanto vi consiglio vivamente di andare a leggere quella per prima, altrimenti troverete questa di non poca difficile comprensione. Detto ciò, vi auguro buona lettura e vi ringrazio nuovamente per aver cliccato su questo link. Diamo inizio alle danze ora, vi va?

 

Opera I: Resurrezione e Conoscenza.


*cough cough*
Stephanie riusciva a malapena a respirare. Ogni maledetto lambo di carne le doleva da impazzire. Cercò di alzarsi, non riuscendosi. Provò a sdraiarsi supina, riuscendoci a malapena. Iniziò a ansimare violentemente.
“Dannazione.”
Si penti di averlo detto. Iniziò a tossire violentemente, sputando sangue.
“Non adesso… non adesso che sono uscita…” sussurrò Stephanie, stringendo i denti.
Il dolore… era veramente troppo forte…
Stephanie chiuse gli occhi un’istante, distrutta. Era arrivata fino a quel punto, non poteva mollare ora! Ma non ce la faceva…
Stephanie sentiva la sua coscienza allontanarsi sempre più. Senza che lei potesse farci nulla, i suoi sensi lentamente si spensero, lasciando il sonno ad accoglierla.

 
[(----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------)]

 
Raven stava sorridendo. Come mai prima. Era finalmente felice. Aveva lui, era tutto quello che poteva desiderare. Aveva distrutto la scocciatrice; ridacchiò un poco al pensiero di quale tortura stessero ora riservando i Guardiani a Neo-Slade.
Accanto a lei, Robin era silente. Era così da quando Stephanie era scomparsa. Non parlava; faceva quello che gli veniva detto di fare e basta. Nulla più, e nulla meno. Ma a lei bastava.
Dopo gli eventi al molo, secondo gli archivi, erano scomparsi. In realtà, Raven se n’era semplicemente andata. Con Robin al seguito. Adesso erano entrambi in una vecchia magione abbandonata, molto in linea coi gusti di Raven.  
E i Titans?
Andati. Scomparsi dalla loro vita. Chissà se in questo momento li stavano ancora cercando… chissà.
“Magari si saranno arresi” pensò Raven. Stavano per gettare la spugna anche con Robin, cosa avrebbe potuto spingerli ad alzare il culo e cercarli solo perché un altro membro se n’era andato? Nulla, ecco cosa.
Ma tanto meglio così. Lei era felice ora, e quel branco d’inetti non avrebbe più rovinato la sua vita. Adesso era tutto perfetto.
Nel frattempo Robin continuava a fissare l’ignoto, immerso nel silenzio che da sempre lo contraddistingueva. Sguardo serio ed espressione truce, come sempre.
Raven gli si avvicinò, abbracciandolo. Lui non si mosse di un muscolo.
“Ehi, Robin… come stai?”
Silenzio.
“Giusto… è tutto perfetto, vero? Adesso non abbiamo più nulla che ci ostacoli. Possiamo finalmente vivere felici assieme, no?”
Ancora silenzio.
“Si, lo so che ho ragione,” fece lei “ma dimmi una cosa… secondo te ci staranno cercando in questo momento?”
Silenzio. Stavolta Robin scosse leggermente la testa.
“Giusto… se non si sono mossi per te, non lo faranno di certo per noi, no? Ricorda, Robin, io sono l’unica che fin ora abbia veramente tenuto a te… l’unica e sola... perciò per te devo esistere solo io. Solo io. Capito?” fece lei, sorridendo.
Robin non rispose. Annuì leggermente.
Raven sorrise. Un sorriso sempre più largo, fino a che non divenne una vera e propria risata, che riecheggiò in tutta la magione.
Eh sì.
Adesso… era felice.


 
[(----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------)]

 
Stephanie aprì lentamente gli occhi. Un piacevole tepore l’accolse, in contrasto col freddo in cui si era addormentata. Si alzò di scatto, spaventata, e subito si pentì di averlo fatto. Una fitta di dolore la fece ritornare alla realtà, facendola cadere subito sul letto.
“Dove mi trovo?” pensò subito, guardandosi attorno. Le pareti erano completamente bianche, e nell’intera stanza erano presenti solo un letto, un comodino ed una piccola finestra sbarrata. Più che una stanza, sembrava una prigione.
Stephanie provò a massaggiarsi la testa. Non ci arrivò; la sua mano era fissata alla sbarra del letto con delle manette. Belle robuste, c’era d’aggiungere.
“Ok, questa è una prigione.” Si disse Stephanie, sconsolata. Evadere ora come ora era impossibile per lei.
Il filo dei suoi pensieri fu interrotto dal rumore dei passi in lontananza. Stephanie si fece attenta.
La porta si aprì, rivelando la figura imponente di Cyborg.
“Ben svegliata.”
“Chi non muore si rivede.” Fece lei, sprezzante. Una fitta al fianco le mozzò il fiato in gola alla fine della frase.
“Non credo che questo sia il momento giusto per fare i presuntuosi, sai?” disse Cyborg, con leggero sorrisetto da vincitore stampato in faccia. Stephanie lo ignorò semplicemente.
“Come mi avete *cough cough* trovato?”
“E’ stato facile. Creare un portale da Athrias fin qui, attraversarlo e sperare di passare inosservata… ci hai preso per degli idioti?”
“Già” fece Beast Boy, appena entrato. “Noi non siamo degli idioti!”
“Solo tu lo sei” fece Cyborg, di rimando.
“Oh, sta zitto, Cyborg!”
“Smettetela, tutti e due!” intervenne Starfire.
Stephanie entrò nella discussione: “Oh, non preoccupatevi, per me siete tutti, degli idioti.”
“… lasciamo perdere” fece Cyborg.
“Piuttosto, che ti è successo?” chiese costernata Starfire. “Sei ridotta malissimo…”
Stephanie sentì dei brividi lungo la schiena. Non voleva nemmeno pensare a quello che le avevano fatto. Le avevano tolto tutto. La dignità, la gioia, la voglia di vivere… tutto. Ma quel che era peggio… è che ogni volta veniva curata. Ogni volta soffriva, moriva e resuscitava. E così, all’infinito, per mesi. E mesi.
"Non... non sono obbligata a dirlo. Le domande le faccio io. Avete trovato Raven? Robin?" Alla pronuncia di quel ultimo nome le facce dei TT si scurirono immediatamente, in contrasto col bagliore negli occhi di Neo.
"Beh? Dove sono?"
"Non lo sappiamo" intervenne calmo Cyborg. "Abbiamo smesso di cercarli tempo fa. E poi, diccelo tu dov’è Raven! Sei tu l’ultima che l’ha vista!"
All'udire quelle parole, Neo scattò in avanti verso Cyborg, e se lui era ancora in piedi lo doveva solo al dolore ed alla catena che stava tenendo Neo ferma.
"Voi... inetti! Branco di stupidi ragazzini montati! Chi pensate mi ci abbia mandato ad Azriath, eh? Secondo voi ero lì in gita di piacere?  Ah, perché non vi ho ucciso subito quando potevo!"
Il pugno arrivò veloce, a sorpresa, e fu amplificato dalle ferite di un passato doloroso. Neo si ammutolì immediatamente.
"Cosa credi, che non ci abbiamo provato? Non so cosa tu creda, ma sei stata via per ben tre anni! Non hanno voluto farsi trovare, e noi ne rispettiamo le volontà. È l'unica cosa che possiamo fare..." disse Beast Boy, la cui serietà era sicuramente innaturale.
"Tsk. Provarci... Avete fatto esattamente il suo gioco! Branco d'incapaci! Quanto tempo pensate passerà prima che l'oscurità di Raven inizi ad espandersi attorno a lei? Quanto prima che la sua ossessione l'amplifichi e la renda sanguinaria?! Folli! Gli avete dato esattamente quello di cui aveva bisogno: tempo!"
La stanza ricadde nel silenzio.
"Ma... noi-"
"Silenzio, Starfire." La interruppe Cyborg. "Lascia fare a me."
"Bene. Giudicando da come parli, tutto questo sarebbe dovuto essere un giochetto per noi. Dimmi: e tu? Come pensi di poterli trovare? D'impedire tutto questo? Huh? Non sono sicuro di come tu sia finita ad Azriath, ma di sicuro non era una vacanza. Non sei nemmeno una sfida per loro due! Noi tutti non lo siamo!" Cyborg disse, a basso tono.
"Voi forse. Io lo sono. Ringraziate che sono ancora debole, altrimenti vi ritrovereste col collo spezzato a quest'ora. E non basta una mera manetta a fermarmi."
"Vorrei ricordarti che ci sei finita tu a combattere coi Guardiani per mano di Raven. Se ti ha battuto, cosa le può impedire di rifarlo?" Disse Starfire, col suo solito tono allegro, totalmente fuori luogo.
"Non devo certo dirlo a voi. Voi invertebrati senza cervello... sparite dalla mia vista, ora." Disse Neo, spezzando con un gioco di polso la manetta.
"Devo riposare."
"Stupida montata." Sussurrò Cyborg, uscendo assieme agli altri e chiudendo la porta della cella.
Chiudendo una maledizione che non sarebbe tardata ad arrivare.

  
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