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Autore: Cleia    24/06/2015    4 recensioni
Gli Avengers sono considerati indistruttibili, potentissimi, in grado di sconfiggere chiunque minacci la pace sulla Terra... ma se tutta la loro forza non bastasse? Se questa volta avessero bisogno di un aiuto contro una vecchia minaccia? Magari un intervento divino, o meglio, semidivino...
Genere: Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Grazie ai suoi incredibili e costosissimi mezzi (un jet privato e la sua armatura migliore) Stark riuscì a guidare il resto della compagnia fino al punto indicato da Jarvis in meno di un ora, atterrando in un campo pieno di cactus e rocce, ancora abbastanza lontano da qualsiasi città o via di comunicazione. A quanto pare i forestieri non si erano mossi di molto… ma perché non vedeva nessuno? Attivò la vista ad infrarossi mentre gli altri cinque scendevano dal velivolo, ognuno di loro armato e incalzamagliato per bene. Stark riuscì a fare appena mezzo giro su se stesso prima di rilevare qualcosa proprio in mezzo a un gruppo di massi alti si e no tre metri di altezza. Sembrava che ci fossero delle forme di vita là in mezzo. Si bloccò sul posto, sorridendo appena, e indicò il punto esatto agli altri, che presero subito posizione il più lentamente possibile.
Dato che nessuno dei nuovi arrivati sembrava volersi mostrare fece lui la prima mossa e si diresse lentamente verso la roccia più vicina.
-Sappiamo che siete là dietro; che ne dite di uscire e fare conoscenza? Non vi attaccheremo se non vi dimostrerete una minaccia- frase abbastanza inutile dato che ovviamente costituivano una minaccia.
Attesero qualche secondo nel silenzio più assoluto prima che successe una cosa stranissima: in un attimo tutti i cactus presenti nella zona esplosero contemporaneamente, colpendo tutti e sette con getti fortissimi di acqua,neanche fossero stati degli idranti. Allo stesso tempo dei proiettili luminosi (venuti da non si sa bene dove) li investì in pieno. Tony Stark non si fece praticamente nulla, essendo ancora coperto dall’armatura, ma abbassando lo sguardo vide ciò che lo aveva appena colpito e si bloccò fulminato: era sicurissimo che quelli ai suoi piedi fossero dei veri e propri diamanti. Ma la parte bella arrivò quando una mini-tempesta si abbatté su di loro… così, dal nulla. Rogers cercava di riparare se stesso e gli altri con il suo scudo volante, Banner si stava decisamente incavolando e gli altri attaccavano, ciascuno con le proprie armi, in una direzione diversa. Lui, appena riscossosi dai suoi pensieri, sparò un colpo deciso verso il punto dove dovevano trovarsi i nemici. Pietre e schegge volarono da tutte le parti… e oltre a quelle saltarono fuori dei tipi molto diversi da come se li immaginavano. Nella sua lunga (ma non troppo) vita ne aveva viste di tutti i colori, tanto che ci si poteva girare almeno tre film (senza poi contare le avventure passate insieme a quei bambocci che stavano combattendo con lui in quel momento) ma finora uno spettacolo del genere non se lo sarebbe mai aspettato: non tanto la furia degli elementi impazziti, non tanto il fatto che uno di loro stava letteralmente volando a terra senza indossare nessun tipo di armatura, non tanto la presenza di un orso enorme nel bel mezzo del deserto… ma era mai possibile che quelli che vedeva fossero ragazzi? Si era aspettato di tutto mentre venivano in New Mexico, di qualsiasi razza e potere… ma si era sempre immaginato che i probabili nemici fossero uomini (o donne) belli che fatti!
L’entrata in scena dei nuovi antagonisti creò una reazione molto simile alla sua anche al resto del gruppo. Persino Hulk smise di urlare come un pazzo e osservò con i suoi occhietti quelle esili figure uscite allo scoperto. La pioggia di pietre e acqua si era arrestata, così come la tempesta in arrivo pochi secondi prima. I sette vendicatori osservavano stupiti quelli che a prima vista sembravano dei semplici ragazzi di strada tra i 13 e i 18 anni circa, ma un rapido conto gli fece capire che qualcosa non andava: erano in cinque, più quello strano orso di cui non c’era traccia nelle immagini satellitari. Prima ancora che potessero aprire bocca l’animale in questione cominciò a rimpicciolirsi e si mise su due zampe… che presto divennero piedi. Un sesto ragazzo prese forma vicino ai suoi compagni… e l’ultima comparve dal nulla proprio vicino a lui, in mano teneva un cappello da baseball. I vendicatori in quel momento dovevano avere un aria piuttosto ebete mentre fissavano i quattro giovani e le tre ragazze. Nessuno di loro sembrava pericoloso, non avevano neanche un arma. Come avevano fatto, allora, ad aggredirli in quel modo?
Un maschio (capelli neri, occhi verdi, aspetto da comune mortale) si fece avanti per primo.
accennò a un sorriso, che gli morì sulle labbra vedendo l’ aspetto decisamente poco mortale di Hulk e di Ironman… e gli sguardi sospettosi di tutti gli altri.
Gli venne in soccorso la ragazza bionda comparsa dal nulla (Stark non poté fare a meno di notare che era molto carina):
-Avevate detto che non avreste attaccato se non lo avessimo fatto noi… ci spiace di aver agito di impulso, ma vi possiamo assicurare che non vi faremo del male ora che abbiamo capito che siete voi quelli cercavamo-
Di seguito parlò un ragazzino non più grande di 15 anni, con l’aria da folletto, che si rivolse al nuovo gruppo con aria confusa:
-A proposito, potete dirci chi siete di preciso? L’Oracolo non ha chiarito molto bene questa parte…-  Stark si riscosse a quelle parole
-Chi siamo noi?! Chi siete voi piuttosto! E come diavolo avete fatto a materializzarvi in mezzo al deserto?-
-Calma Tony- intervenne Thor –andiamoci piano- poi si volse verso la banda di teppisti e al ragazzino in particolare
-Non volevamo spaventarvi, ma vi siete dimostrati molto imprudenti. Comunque sia, io sono Thor, figlio di Odino, padre degli dei e re di Asgard- i ragazzi apparvero confusi e Stark non poteva dargli torto: che razza di presentazione era? I ragazzi si guardarono tra di loro, poi un altro teppistello (biondo, stavolta) si rivolse verso il dio con sguardo serio
-Abbiamo più cose in comune di quanto pensassi: io sono Jason Grace, figlio di Giove, dio del cielo e padre degli dei anch’egli-
-E io sono Tony, figlio di John Lennon, il dio della musica- ribatté Stark alzando gli occhi al cielo e sparando il nome del primo personaggio famoso che gli era venuto in mente.
-Ora che ci siamo presentati che ne dite di dire i vostri veri nomi?- Il biondino lo guardò piuttosto offeso
-Ti ripeto che il mio nome è Jason Grace, ed è vero come il fatto che tu sei ricoperto di latta da capo a piedi- Prima che l’altro potesse rispondere in qualsiasi modo intervenne Natasha Romanoff  a calmare la situazione; aveva ancora la pistola in mano ma l’aveva abbassata verso terra.
-Tony, credo che stiano dicendo la verità, capisco quando una persona mente e poi hai visto tu stesso come hanno attaccato- dietro di lei Bruce Banner stava tornando se stesso, cosa che sembrò tranquillizzare i giovani amici. Clint sembrava diffidente ma abbassò anche lui l’arco.
-Dovete spiegarci tante cose, ragazzi… e soprattutto chiarire le vostre discendenze, dato che non ho capito bene le origini della vostra stirpe- disse Thor. Il tipo di prima con l’aria furbetta (che aveva iniziato a giocare con degli ingranaggi tirati fuori dalla cinta) chiarì senza scomporsi:
 -Se volete ci mettiamo tutti in cerchio a raccontarci i nostri nomi e le nostre avventure; oppure potete chiamarci semplicemente “i sette della profezia”-  
   
 
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