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Autore: Belieber_Jasmine_98_94    25/06/2015    2 recensioni
Alesha, una ragazza di 17 anni, piomberà nella vita del grande e famoso Justin Bieber, suo padre.
Tratto dal primo capitolo:
-Wilson dove mi manderà?.- Chiese col tono di voce più preoccupato che potesse avere.
-Mi dispiace...so che hai sempre voluto evitarlo, ma dobbiamo, tuo padre deve prendere le sue responsabilità.-
-No, no, giuro che non mi drogherò più, non ruberò più nulla, me ne starò buona ma non mandarmi da Bieber, ti prego.-
**.
Tratto dal capitolo 24:
-Mmh..- Si alzò, facendo cadere lo sguardo sul polso rotto.-Sei bellissima, sono preoccupato, quanti ragazzi proveranno a portarti via da me?- L'attirò verso di sé, appoggiando la fronte contro la sua.
Sorrise.-Nessuno mi porterà via da te.-
-Davvero?-
-Sì.-
-Promettimelo.- Avvolse le braccia attorno al suo corpo, annusando il suo profumo.
-Te lo prometto, ti voglio bene.-
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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I'm the daughter of Justin Bieber.

'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

10/01/2014

-Justiiin!- Urlò Alesha facendo irruzzione nel suo studio.-Oggi esco con Jaxon!- Il padre alzò gli occhi al cielo, smettendo di scrivere al computer.

-Ci sei uscita anche ieri e l'altro ieri.- Le ricordò prendendola in braccio sino a portarla sulle sue ginocchia.-Non vedo dove sia il problema.-

-Oggi mi porta a cenare fuori.- Spiegò nascondendo il viso nell'incavo del suo collo. -Mi serve un vestito elegante, ma semplice.- Disse prima di fargli un grande sorriso.

-Andiamo a fare shopping!-

Il ragazzo impallidì, scuotendo la testa.-Non ci pensare neanche, ho da fare. Hai già alcuni vestiti, vai a prendere quelli.-

-Non vanno bene! Sono tutti troppo lunghi!- Mise il broncio, grattandosi nervosamente la pancia. Indossava solamente la parte sopra del pigiama, avendo perso i pantaloni a letto, mentre dormiva.

-Okay, verrò a fare shopping con te, ma dove sono finiti i tuoi pantaloni?- Aggrottò la fronte accarezzandole distrattamente le cosce nude.

-Non lo so, credo di averli persi quando dormivo. Andiamo?-

-Sì, va a trovarli, mettili a posto e poi vestiti che usciamo.- Ordinò strofinando il naso contro il suo. Per tutta risposta glielo morse, scappando nella sua stanza poco dopo.

-La stronza..- Borbottò massaggiandoselo.

-Poi prendo questo, questo e questo.- Disse buttando all'interno del carrello vari abiti.

-Alesha qui potrebbero vederci, andiamo in altri negozi.- Si lamentò Justin guardandosi attorno.

-Non posso permettermi quei vestiti Justin! Costano troppo e questi sono bellissimi.-

Continuarono a camminare tra i vestiti, beccandosi varie occhiatacce dai commessi orientali.

-Ti ho già detto che te li pago io, dai usciamo da qui. Ci guardano pure male!-

-Perchè ti continui a lamentare,per questo.- Si fermò di fronte al camerino, afferrando quattro vestiti a caso.-Tu rimani fuori, io provo questi.-

-Perchè non li provi tutti assieme?-

-Posso entrare con soltanto 4 capi alla volta.- Spiegò iniziando a cambiarsi.-Allora? Come mi sta?- Chiese uscendo per farsi vedere. Il vestitino che indossava era semplice, con uno scollo non profondo e riempito di fiori colorati.

-E' corto.- Commentò e la stessa cosa accadde con tutti gli altri.

-Sei di una crudeltà assurda! Non ti parlo più.- Alesha incrociò le braccia al petto, camminando a passo svelto verso l'uscita del negozio.

-Ma che ho fatto adesso!?- Gridò lui prendendole il polso a pochi centimetri dalla porta.-Non è colpa mia se sono troppo corti.-

-Non sono corti!-

-Sì invece, arrivano a malapena a metà coscia.-

-Corto è quando arriva appena sotto il sedere.-

-E allora va bene, compra quelli che ti sono piaciuti di più, poi ti ci porto io in un negozio più bello.-

-Justin, io non voglio spendere più di 100 dollari.- Disse tornando indietro a prendere tre di quelli che le stavano meglio.-Questi insieme fanno 60 dollari.-

-Dio santo tesoro, ho detto che te li pago io!-

-No, non voglio farmeli pagare da te. Oh, mi sono dimenticata di dirti che stavo cercando un lavoro e ne ho trovati due fantastici-

-Lavoro? Perchè non me ne hai parlato? Dove l'hai cercato e quando? Di che cosa si tratta? Perchè due?-

-Uno barista, la notte, l'altro modella. Sai, dicono che sono bellissima e che ho un corpo favoloso.- Spiegò vantandosi.

-Ma...-

-Justin! Devo pagare.- Lo zittì, visto che era arrivato il loro turno in cassa. -Modella? Sai com'è il loro lavoro almeno!? Ti diranno cosa mangiare e cosa no..-

Alesha continuò ad ignorarlo, fino al ritorno in auto.-Justin! Smettila, non ti sto ascoltando e non mi interessa quello che stai dicendo.- Disse infilando le buste nel bagagliaglio.-Voglio anche combattere.-

-Combattere!?- Ripetè sgranando gli occhi.-In che senso combattere?-

-Nel senso che voglio combattere, lo faccio da sempre, sopratutto illegalmente.- Spiegò prendendo il suo posto in auto.

Justin salì al posto del guidatore, sbattendo la portiera.-Combattere illegalmente? Non puoi farlo, è illegale!-

Alzò gli occhi al cielo, allacciandosi la cintura.-Ma dai.-

-Non puoi fare cose illegali, non quando sei tornata ad esse mia figlia Alesha, se proprio insisti....al massimo ti faccio partecipare a incontri di boxe, legali-

-Ma si pagano! In quelli illegali sono loro che ti pagano.-

-Non mi interessa, non parteciperai ad incontri illegali, il discorso è chiuso.-

-Sei un antipatico.- Sussurrò Alesha incrociando le braccia al petto.-Avevi detto che mi avresti preso il gelato.- Dopo ore di shopping sfrenato, avevano deciso di fermarsi un attimo seduti su una panchina, accanto ad una gelateria.

Suo padre sorrise, avvolgendole il braccio attorno alle spalle.-C'è troppa gente, ci riconosceranno.- Le sussurrò all'orecchio, mordicchiandogli il lobo scherzosamente.

-Stai fermo! Schifoso, c'è la tua saliva ora.- Si lamentò pulendosi.

-Guarda un po' qui che succhiotto che ti ha fatto mio fratello.- Cambiò discorso spostandole i capelli da un lato, per averne una visuale completa.

-Non è colpa mia, mi sono dimenticata di coprirlo col fondotinta.- Disse passandosi le dita tra i capelli.-Io ho fame! Non abbiamo pranzato.-

-Sei tu che hai voluto fare shopping tutto il giorno, ora andiamo a casa.-

-No! Non ho ancora trovato il vestito giusto. Andiamo a mangiare fuori e poi ricomiciamo.-

Justin emise un lungo lamento, affondando il viso tra i suoi capelli.-Ti prego dimmi che stai scherzando.-

-E' tutta colpa tua, non fai altro che dire ''E' carino'' o ''Ti sta bene'' oppure che è troppo corto.-

-Non ne so niente! La prossima volta portati qualche altra tua amica.- Disse aspirando il forte profumo dei suoi capelli, non sapeva di aver colpito il suo punto debole.

Lei non aveva amiche.

-Ma io non ho amiche...- Mormorò tristemente, giocando con la mano destra del genitore.

-Puoi fartene di nuove a scuola tesoro, ricorda che non sei sola.- Detto questo le baciò la fronte, accarezzandole i capelli.-Dai, andiamo a pranzare.-

-Sono in ritardo! Sono in ritardo! Sono in ritardo!- Continuò ad urlare Alesha accocciandosi i capelli.

-Non sei in ritardo, hai già fatto tutto e ti mancano ancora venti minuti.- Disse Justin, sdriato comodo sul suo letto.-Non è vero! Non ho fatto tutto, devo ancora passare il rossetto, il profumo, mangiare e le scarpe...-

Lui la ignorò, coprendosi il viso con un cuscino.-Okay, okay, hai ragione tu.-

-Ecco, ho finito, adesso accompagnami a fare uno spuntino.-

-Ma che spuntino? Devi andare a cenare Alesha.- La sgridò togliendo il cuscino dal viso.

-Sì, ma dovrò mangiare poco, per non fare brutta figura e lo sai come sono, dai vieni!- Sbottò tirandolo per la mano giù dal letto.

'Dio, quanta forza in quelle esili braccia'. Pensò lui -Che palle..-

-Alesha, no, non fare così, ti prego, per favore.- Justin, nel panico più totale, cercò di calmare la figlia, che piangeva con insistenza.

-Arriverà, vedrai che arriverà.- Continuò a ripeterle osservando il viso sporco di trucco, rigato dalle lacrime.-Non dirlo!- Sbottò picchiandolo sul petto.

-Okay, va bene, non arriverà..-

-Non dire neanche questo!- Urlò aumentando i singhiozzi.

-Va bene, scusa, scusa.- Avvolse le braccia attorno al suo corpo scosso dai singhiozzi, provando a capire il perchè di quella reazione.

Insomma, per mezz'ora di ritardo da parte di Jaxon....beh, non di certo una cosa normale, ma non c'era nemmeno il bisogno di farla così tragica.

-Proviamo a richiamarlo?-

-No!-

-Alesha! Non c'è bisogno di urlare così tanto, fai un bel respiro e vedi di calmarti!- Stavolta urlò lui, sfilandole il telefono di mano.-Ora lo chiami e gli chiedi dov'è.-

-No, io non parlo, capirebbe che ci sono rimasta male e non voglio, parlaci tu.-

-Va bene, fammi chiamare.- Sospirò, alzandosi e facendola sedere accanto a lui sul divano.-Rimani qui e datti una sciacquata alla faccia, torno subito.-

-Non voglio darmi una sciacquata, voglio Jaxon!- Rispose coprendosi il volto con un cuscino posto sul divano.-Smettila, stai esagerando tesoro, non è l'unico ragazzo al mondo.-

-Lo so, ma mi piaceva tanto, ora non gli parlo più!-

-Pronto? No, mi sembra ovvio che io non sia Lesha. Jay, sono Justin, dove diavolo sei!?-

-Digli che sono arrabbiata!-

Justin la ignorò, chiudendosi in cucina.-Jaxon hai dato buca ad Alesha, l'ha presa malissimo!-

''Lo so, lo so e non sai quanto mi dispiace, adoro quella ragazza, solo che ho avuto da fare.''

-E ne hai ancora per molto? Sei ancora in tempo, se le parlo...-

Venne subito interrotto.''No, proprio non ci riesco, mi farò perdonare tu dammi una mano, inventati una scusa credibile. Ci sentiamo domani!''

''Io cosa? Non ci penare nemmeno...-''

Aveva già riagganciato.

-Allora viene?- Chiese immediatamente, appena lo vide riapparire in cucina.

-No, allora, lui, cioè, la nonna non lo ha lasciato uscire perchè non aveva finito di fare i compiti.- Chiuse gli occhi, consapevole del fatto che era una storiella pessima.

-Ed è una scusa per te?-

Justin sospirò, non riuscendo a recarle altro dolore .

Quei grandi occhi verdi colmi di lacrime lo stavano pregando di mentire.

-Sì, sai, nonna Pattie è molto esigente riguardo all'istruzione di Jaxon...- Borbottò sedendosi di nuovo accanto a lei.-Non piangere più però, va bene?- Mormorò levandole alcune ciocche dal viso.

Alesha annuì, tirando su col naso.-Allora vado in discoteca, vuoi venire?-

-Cosa? Discoteca? Ma non puoi sei minorenne...-

-Non fa niente, so come entrarci, vieni o no?- Chiese alzandosi per tornare in camera e rifare il trucco.

-No, Alesha, facciamo una cosa..- Propose mettendosi di fronte.-Ti ci porto io a cena, questo vestito ti sta troppo bene per essere portato in una discoteca.- In realtà il vestito non era niente di che, se non un top bianco e una gonna lunga nera, con uno spacco laterale, che mostrava tutta la gamba destra.

-Andiamo a mangiare fuori?- Chiese spalancando gli occhi.-Mi comprerai dei fiori, aprirai la porta così posso passare prima io e alla fine mi darai un bacio sulle labbra davanti alla porta di casa?-

-Farò tutto quello che vuoi principessa, mi basta che tu sia felice.-


 

  
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