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Autore: asimpleunknownwriter    25/06/2015    0 recensioni
Appena diciottenne, ultima settimana di scuola, penultimo anno delle superiori. Nadyah vive una vita monotona e senza un apparente speranza di miglioramento. Ma lei non vuole perdere le speranze, cerca sempre, anche se spesso senza risultato, quell'1% di probabilità di un cambiamento. E se proprio quel 1% arrivasse inaspettatamente? E se quella minima parte potesse sconvolgere la sua vita?
Genere: Avventura, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“Doveva mangiare di più a colazione..ecco, adesso aveva fame e non era neanche arrivata a scuola.  -Ahia!- Quello non era un crampo per la fame, il sistema nervoso aveva appena dato un “pizzico allo stomaco”. Possibile che dovesse avere mal di pancia tutte le mattine prima di andare a scuola? Lo faceva cinque giorni su sette da ormai quindici anni.. quindici? Diciotto meno tre? Si, si fa quindici.. -Nadyah dai, fai il liceo scientifico e neanche sai quanto fa diciotto meno tre? Ma certo che lo so, è solo il nervosismo! Nervosismo, nervosismo, sei sempre nervosa, pure quando parli da sola nella tua testa.- Meno male, non faceva troppo caldo, stava indossando dei pantaloni neri lunghi ed era giugno. Ancora una settimana e sarebbero iniziate le vacanze. Estate..niente compiti..niente persone… si perché tanto nessuno l’avrebbe chiamata, nessuno l’avrebbe voluta con se neanche per un pomeriggio tra amici. Che cosa aveva fatto a quella classe? In realtà qualcuno c’era. Ecco adesso si stava sentendo in colpa per non aver considerato Carlotta. Non è che non l’aveva considerata, era solo che voleva appartenere al gruppo grande della classe..il gruppo unito in cui tutti parlavano con tutti.. Loro due erano isolate. Carlotta diceva che gli altri non si meritavano la loro amicizia.. forse era solo più intelligente di Nadya.. lei non  riusciva a detestare le persone. I due anni di disperazione e sofferenza persi dietro a Daniele non le erano bastati. Per due anni si era innamorata ed era stata la cosa peggiore che avesse potuto fare. Innamorata poi..dai, era solo una cotta..molto lunga, duratura e sofferta.. ma solo una cotta. E poi era normale, lui aveva i sui stessi gusti in fatto di musica, era un genio, intuitivo e simpatico..solo che a volte non utilizzava la sua intelligenza in modo ragionevole.. Era proprio uno stronzo.. No, no, non è vero, non era mica colpa sua se lui non mi ricambiava! E poi neanche era detto… Ma si invece! Non ti si filava proprio, gli parlavi e lui rispondeva a monosillabi, non ti guardava in faccia, smettila di illuderti!”
Tutto questo monologo interiore da pazzoide occupò i venti minuti di camminata che Nadyah intraprendeva per arrivare a scuola. Erano le 7:45, perfetto, avevano appena aperto i cancelli per entrare nell’edificio. Nessuno entrava mai prima, rimanevano tutti fuori a parlare, ma lei avrebbe sfruttato l’occasione per salire i tre piani di scale per arrivare alla sua classe. Non faceva più sport ormai da quattro anni e quelle scale la uccidevano. Inoltre faticava il triplo in presenza di altre persone: se dietro di lei erano presenti altri individui avrebbero notato il suo enorme di dietro.. in realtà non era tanto enorme lui quanto il bacino..in ogni caso non la faceva sembrare agile e la consapevolezza di un potenziale osservatore la metteva in imbarazzo, la faceva arrossire e di conseguenza sudare..e non le piaceva sudare, quindi arrossiva ulteriormente. Tutte queste attività all’interno del suo corpo le avrebbero fatto consumare ossigeno necessario invece per fare le scale. Non si sarebbe dovuta preoccupare di tutto questo, lo sapeva benissimo, ma a volte i pensieri le sfuggivano di controllo.
Una volta entrata nella classe ancora vuota Nadyah poggiò lo zaino su proprio banco, il primo banco: ovviamente non era riuscita ad ottenere l’ultimo banco e non aveva neanche il carisma necessario per pretenderlo. Uscì dalla classe e iniziò a vagare per i corridoi. Non riusciva a perdere le speranze, a smettere di sognare, usciva dalla classe per evitare di perdersi un eventuale incontro con qualcuno, una nuova conoscenza. Piano piano le classi iniziavano a riempirsi. La prima persona ad entrare nella sua classe fu Roberto. Ragazzo timido, magrolino e di bassa statura, capelli e occhi color miele. Nadyah le pensava di stargli simpatica, ma lui non le si era mai avvicinato. D’altronde lo capiva, essendo suo amico si sarebbe inamicato il resto della classe. Purtroppo le persone in massa funzionano così a volte. Tutti sono preoccupati di come apparire, di rimanere nel gruppo. Per farlo sembra quasi necessario prendere di mira qualcuno. Un nemico comune evita contrasti interni. Ma perché quel nemico era proprio lei? Ok, non era il massimo della bellezza, non parlava molto e per capirla ci si metteva un po’ dato che non esponeva subito il suo carattere… inoltre forse era un po’ strana..
-Ei Nadyah, ma che è? Sei sorda oggi?- Disse Carlotta risvegliandola dai suoi pensieri.
-Oi scusa, ciao, come stai?- Carlotta si era fidanzata da poco con un ragazzo conosciuto ad una festa. Nadyah non sapeva bene quale festa e non lo aveva ancora mai visto, ma l’amica sembrava contenta della propria conquista. Aveva iniziato a truccarsi di più. Prima metteva solo raramente il mascara. D’altronde lei aveva sempre avuto un viso meraviglioso anche senza trucco. Nadyah non capiva proprio perché gli altri la isolassero, era anche bella..
-Io sto bene! Oggi pomeriggio ci vediamo, tu come stai invece?-
-Io… - Oh no..adesso entrava in gioco la sua testardaggine a dover dire la verità. Ogni volta che le facevano questa domanda Nadyah cadeva in una veloce analisi della sua vita, controllava per un momento il settore salute, poi quello famiglia ecc..
-…Io… sto. – E finiva sempre con l’omettere.
-Buongiorno ragazzi, se volete sedervi magari iniziamo.-
-Ma prof è l’ultima settimana-
-E che vuol dire! Per piacere Nicola, fammi fare il mio lavoro-
La professoressa di matematica e fisica, la Conti, nell’ultimo periodo sembra molto nervosa, forse era la preparazione agli esami della quinta. Era una donna sui 40 anni, madre di due figli maschi, molto stressata, gli studenti spesso si approfittavano della sua disponibilità.
Il ritratto della professoressa che stava dipingendo Nadyah nella sua testa fu interrotto dall’arrivo di un individuo mai visto prima.
-Oh, tu devi essere Nick McDean, il ragazzo nuovo- Disse la professoressa cercando di non far notare al nuovo arrivato la sua stanchezza dovuta alle continue interruzioni presenti in ogni sua lezione.
-Un nuovo compagno di classe? Ma è l’ultima settimana di scuola! Che senso ha?- Carlotta iniziò a borbottare tra se e se un discorso sul funzionamento della scuola italiana mentre cercava inutilmente di allisciarsi una ciocca ribelle dei suoi capelli neri come la pece. Si era anche fatta la piastra per vedersi con il ragazzo.. Era bellissima anche liscia, ma secondo Nadyah con i ricci era imbattibile. Lei invece aveva i capelli lisci come spaghetti, lunghissimi e castani. Li voleva tagliare ormai da quattro anni, ma “il popolo protestava”. Né Carlotta, né i genitori volevano. Oh..si era persa di nuovo nei suo pensieri..
-Si, io sono Nick McDean, lieto di conoscere tutti quanti.- Biondo, occhi verdi chiari, alto, magro, sembrava un personaggio incantato..e a quanto pare tutte le altre ragazze se ne erano accorte dati i loro occhi sempre più interessati e i loro sorrisetti maliziosi.
-Per il momento ti puoi mettere lì, è l’unico banco libero, casomai dopo la ricreazione qualcuno si metterà vicino a te..poi dall’anno prossimo per i posti..non so, deciderete voi oppure farete a cambio durante l’anno..deciderà il coordinatore.
-Ma certo, faremo a rotazione!- Esclamò Rebecca. Rebecca, bellissima, bionda, alta, anche lei aveva dei capelli lunghissimi, occhi azzurri, fisico atletico e allo stesso tempo dotato delle giuste forme. Tutti i ragazzi della classe probabilmente avevano almeno una volta fatto un pensierino su di lei. Inoltre il suo carattere la aiutava molto, con i ragazzi era molto amichevole, non era facile, ma li sapeva adescare. Era popolare in tutta la scuola, non una delle più popolari, ma era comunque molto seguita. Anche Valeria, Alessia e Francesca erano molto popolari. Erano tutte amiche, ogni tanto litigavano aspramente, ma poi tutto si sistemava. Nonostante loro fossero state determinanti per l’isolamento di Nadyah, lei continuava a trovarle simpatiche. Erano intelligenti e le trovava tutte molto carine. Loro la ricambiavano con sorrisi finti normalmente. Era capitato a volte che loro si confidassero singolarmente con lei, ma nessuno avrebbe dovuto saperlo..ne sarebbe andata di mezzo la loro reputazione.
Dopo due ore interminabili di matematica in cui Nadyah cercò inutilmente di prendere appunti finendo sempre con il disegnare, finalmente iniziò la ricreazione.

-Quindi hai detto di avere origini Irlandesi giusto?-
-Si, mia madre è di un piccolo paesino sul mare vicino Dublino-
-Come mai ti hanno fatto venire qui l’ultima settimana di scuola?-
-Diciamo che.. tutti hanno pensato che sarebbe stato meglio così. Tu sei Nadyah giusto?-
Mentre praticamente tutta la classe si trovava attorno a lui e tutti lo bombardavano di domande lui aveva ben deciso di distogliere l’attenzione da se puntandola su Nadyah.
-Si, piacere di conoscerti.- Come diavolo conosceva il suo nome?!  La professoressa non aveva fatto l’appello.. oh ma certo, sicuramente aveva guardato l’elenco della classe. Ma come aveva capito che era proprio lei Nadyah? Beh.. con un nome così assurdo poteva esserci solo lei in quella classe. Non si sa per quale assurda ragione i suoi genitori ,entrambi italiani da tre generazioni, avessero scelto quel nome scritto in quel modo, con tutte quelle “h” e quelle “y”.
-Piacere mio- Rispose l’altro con tono calmo.
-Quale era la scuola in cui stavi prima?- Michele fece tornare l’attenzione su Nick. Michele era il migliore amico di Daniele, stavano sempre insieme, erano compagni di banco. Nadyah non aveva mai notato quanto i suoi occhi fossero grandi, d’altronde non veniva spesso colpita dagli occhi azzurri come i suoi. E in realtà cercava ormai di non guardare più verso il loro banco per evitare ricadute sentimentali.
Lei e Carlotta fuggirono dalla classe per spendere gli ultimi minuti della ricreazione in un luogo meno confortevole. O meglio, Carlotta fuggì in bagno per rispondere ad una chiamata del ragazzo e Nadyah iniziò a vagare nuovamente nella scuola. Rimanere in classe la soffocava. Non aveva senso girovagare senza meta, non sarebbe successo niente come al solito, lo sapeva..ma c’era sempre quell’1% di probabilità. Che cosa insopportabile l’incertezza.
 
 
 
Nota dell'autrice

 Non so se questa si può definire una nota, ma volevo solo salutarvi. Questa storia è un esperimento, non ho mai pubblicato vere e proprie storie di narrativa, spero di non annoiare, ma so che lo svolgimento della storia inizialmente potrebbe essere abbastanza lento. Ogni personaggio è inventato e le loro descrizioni non fanno riferimento diretto a persone reali. 
Ciaooo
 
   
 
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