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Autore: Irene Adler    14/01/2009    3 recensioni
Winry prenderà una decisione difficile: Abbandonerà la sua vita, la sua casa e il suo mondo per ritrovare loro…lui.
Fra intrighi, rivolte e guerre in un mondo ridotto allo stremo dal primo conflitto mondiale, sulla carta concluso, ma ancora in atto, si dipana la vicenda di tre ragazzi che, se il destino vorrà, si incontreranno ancora una volta…
[Ambientazione post film] [Attenzione, presenza di diversi alter!] [EdWin...]
Genere: Introspettivo, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Un pò tutti, Winry Rockbell
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Cap 2 wait for me

Capitolo 2

Malinconia: Monaco di Baviera 1923

 

 

Era tarda notte.

L’intera casa era avvolta da un silenzio tombale, rotto solamente dai respiri lenti e regolari dei suoi abitanti.

Alphonse Elric se ne rimaneva immobile con le coperte tirate fino al mento, gli occhi socchiusi e impastati di sonno. Si rigirò su un lato, affondando il viso nel cuscino ma dopo pochi minuti si alzò, sedendosi sul bordo del letto, incapace di riaddormentarsi.

 Erano due giorni che riusciva a dormire solo per poche ore a notte e i segni della sua stanchezza si potevano vedere nelle occhiaie scure sotto i suoi occhi grigioverde e il pallore del suo volto.

I suoi pensieri furono interrotti da un gemito soffocato proveniente dalla stanza affianco, che lo fece rizzare subito in piedi.

Indossò rapidamente le ciabatte e uscì dalla sua stanza, mentre un nuovo gemito, più acuto, lo allarmava ancora di più. Attraversò quel breve tratto di corridoio che lo separava dalla camera attigua e aprì la porta.

“Nii-san!”

Il suo fratellone era steso sul letto, il viso sudato e deformato da una smorfia, le mani, sia quella artificiale che quella di carne, serrate in una stretta convulsa sulle coperte chiare.

Il minore degli Elric si precipitò immediatamente al suo capezzale, inginocchiandosi precipitosamente di fianco al letto e cominciando a scuotere il fratello, che sembrava ancora fra le braccia di morfeo, in preda di un incubo dovuto al dolore che da due giorni non gli dava tregua.

Le mani del ragazzino si serrarono con più forza sulle spalle del fratello maggiore che, a quella stretta, cominciò a dibattersi nel sonno.

“Svegliati, nii-san!”

“ Rivoglio mio fratello…ridagli il suo corpo, ridaglielo!”gemette l’altro.

Edward tentò di divincolarsi dalla presa del fratellino, che si stava preoccupando sempre più..

“Nii-san è solo un sogno, svegliati!”

“Alphonse, che sta succedendo?!”

Noah era comparsa sul ciglio della porta e guardava preoccupata entrambi gli Elric; evidentemente aveva sentito le voci dalla camera attigua in cui lei dormiva ed era accorsa immediatamente.

“Noah, chiama un dottore, presto!”

La ragazza scomparve immediatamente oltre la porta; Alphonse ne sentì i passi frettolosi scendere le scale per raggiungere l’unico telefono della casa funzionante, che si trovava nel negozio di fiori della signora Glacier al piano sottostante. Si trovò a maledire mentalmente quel trabiccolo di apparecchio telefonico che avevano nella loro casa e che non dava cenni di vita da almeno due settimane.

“Nh! N-non...”

“Nii-san, calmati!”

Edward ormai si agitava sempre di più e a stento Alphonse riusciva a bloccarlo.

 “Win…Winry...n-non...”

“Fratellone, svegliati!”

Dopo l’ennesimo, supplichevole richiamo del fratello minore, Ed riaprì gli occhi di scatto, respirando a grandi boccate.

I suoi occhi ambrati si soffermarono sul viso del ragazzino al suo fianco, tentando di metterlo a fuoco.

“A-Al?”sussurrò infine.

Con il respiro affannoso si guardò intorno, come per accertarsi di non trovarsi ancora nell'incubo che poco prima viveva, mentre con un braccio si detergeva un rivolo di sudore freddo che gli scendeva per la tempia.

Il minore si chinò su di lui, allentando un po’ la presa sulle sue spalle.

“Si, nii-san. Sono io…”gli rispose "Stavi parlando nel sonno, stavi...."

-Stavi rivivendo il giorno della trasmutazione della mamma, vero? E stavi chiamando Winry...-

Il suo viso si corrugò, assumendo un cipiglio apprensivo e malinconico.

-Fratellone...non riesci a darti pace, non è vero?-

“Al…il dolore alla gamba…“gemette sconnessamente il maggiore, ignaro dei pensieri del fratello minore, stringendo una mano attorno all’attaccatura dell’automail.

“Cerca di resistere, Noah è andata a chiamare un medico. Sarà qui presto, vedrai!”lo rassicurò l'altro.

“Al! Io non voglio un medico!” mormorò Ed a denti stretti, sorpreso da un’altra fitta di dolore lancinante alla giuntura della protesi d'acciaio.

“E invece si, nii-san! Dopo due giorni in questo stato lo chiamo eccome un medico, che tu voglia o meno!”replicò Al, sbuffando spazientito.

Era stanco ma non gli importava, tuttavia la cocciutaggine del fratello, in quel momento, lo indisponeva parecchio.

Edward rinunciò momentaneamente a replicare non appena vide la sua espressione e abbozzò un sorriso tirato, socchiuse gli occhi e fissò il viso del fratellino.

“Al, sei pallido…”sbottò.

Alphonse si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e lo guardò dritto negli occhi.

 “Ti preoccupi sempre troppo…”continuò il maggiore.

“Mi preoccupo quando devo, stupido fratellone!”replicò l'altro sbuffando.

Furono interrotti da Noah, che entrò nella camera avvisandoli che presto sarebbe arrivato un medico.

Per dieci minuti buoni aspettarono il suo arrivo, mentre un Edward dolorante e quanto mai contrariato continuava a ripetere, fra un gemito e l’altro, che no: lui non aveva affatto bisogno di un dottore, ne in quel momento, ne mai.

Dopo l’ennesima replica del fratello minore il campanello squillò al piano di sotto e Noah andò ad aprire alla porta, mentre Edward la supplicava di non farlo.

"Noah, ferma! Il dolore mi stà già passando, lo giuro! Lascia perdere il medico! Noah! Mi hai sentito?!"

“Ti comporti come un bambino nii-san!”

Il biondo ex alchimista decise di giocarsi l’ultima carta e fissò con una faccia da cane bastonato il fratello.

“Alphonse, ti prego…non permettere ad uno sconosciuto di mettere le mani addosso al tuo adorato fratello maggiore. Ti prego!”

“Nii-san!”

Una nuova fitta di dolore impedì ad Edward di continuare la sua penosa sceneggiata.

“Abbiamo un paziente reticente a quanto pare…”

Edward con uno scatto d'ira s'alzò a sedere tenendosi la gamba dolorante e sbraitò contro la persona che era appena apparsa oltre il ciglio della porta.

“Si faccia gli affaracci suo--!”

La voce di Edward morì in gola non appena i suoi occhi si posarono sulla persona che era appena entrata, Alphonse seguì il suo sguardo e non appena vide anch'egli si trattenne da passarsi una mano sugli occhi per massaggiarsi le tempie pulsanti.

-No! Non adesso!-gemette mentalmente il minore degli Elric, mentre Noah lo fissava dubbiosa.

La ragazza apparsa sulla porta alle spalle della giovane gitana portava i capelli biondi, lunghi, legati in una coda alta, una frangetta a solleticare gli occhi nascosti da un paio di occhiali da vista.

La giovane fissò Edward per qualche istante, togliendosi gli occhiali e guardandolo con sguardo professionale che ai due fratelli provocò un deja vu .

Era l’esatta copia di una meccanica di loro conoscenza, eppure i suoi occhi erano di un caldo e profondo nocciola e i capelli avevano una tonalità leggermente più scura dalla Winry di loro conoscienza.

“Winry…” boccheggiò per un istante Ed, reso non del tutto lucido dal dolore.

Si limitò solo a quel bisbiglio confuso, ma Al notò l'improvvisa tensione dei muscoli delle sue braccia, quasi come se lui si stesse trattenendo dall'allungare un braccio nella sua direzione per poterla toccare.

“Ci conosciamo?” domandò la giovane, avvicinandosi e posando a terra la sua pesante borsa da lavoro.

Ed fece una smorfia alla vista di quei caldi occhi nocciola che si posavano su di lui: con tutta probabilità avrebbe tanto voluto fossero cerulei, limpidi e profondi come il mare.

“No, no e solo che…lei assomiglia ad una nostra conoscente”precisò Al frettolosamente per togliere d'impiccio il fratello.

“Capisco…”replicò di rimando la dottoressa.

"E' insolito...anch'io mi chiamo Winry, Winry Roughbert per la precisione" continuò per fare conversazione, sorridendo senza perdere l'aria estremamente professionale che fino a quel momento aveva avuto.

"Potrei forse essere una parente della vostra conoscente...voi siete di qui o siete di passaggio?"

Al  sorrise cortesemente.

"Siamo a Monaco da poco tempo,  fino a poco fà abbiamo viaggiato. E' la prima volta che capitiamo da queste parti così la Winry di nostra conoscenza...non penso che lei possa conoscerla..."

"Capisco...." disse lei per poi tornare immediatamente seria.

Si avvicinò ad Edward, che si era di colpo rabbuiato appena resosi conto che quella non era la sua amica d’infanzia, fissandolo intensamente.

"Bene signor...Elric?"

Ed annuì.

"Vediamo di dare un'occhiata a questa protesi..."

La dottoressa invitò Alphonse e Noah ad uscire dalla stanza per poter controllare l’automail di Ed con calma e i due si accomodarono nel corridoio.

Dovettero passare poco più di venti minuti prima che la porta della camera di Edward si aprisse per far uscire la giovane donna. Alphonse, che fino a quel momento era rimasto appoggiato al muro davanti alla camera del fratello, le si avvicinò.

“Allora, come sta?”

Lei gli dedicò un sorriso di circostanza sistemandosi una ciocca di capelli biondo scuro dietro l'orecchio.

“Il dolore era causato da un nervo mal collegato alla protesi, l’ho messo a posto e ora sta decisamente meglio, anche se sarebbe meglio evitare di sforzare eccessivamente l’arto per almeno i prossimi quattro-cinque giorni”

Alphonse annuì con decisione.

"Ora è a posto, ma la parte interessata potrebbe infiammarsi se si sottoponesse a sforzi..."

“Non si preoccupi, lo terrò d’occhio io”replicò Al.

La dottoressa infilò nella borsa un paio di guanti medici, per poi prendere un piccolo blocchetto di fogli e una penna.

“Ancora una cosa: se dovesse ripresentarsi un po’ di dolore potete somministrargli uno di questi anti dolorifici leggeri che dovrebbero calmare il tutto in un’ora circa. Purtroppo non potrò venire nuovamente a controllare le sue condizioni, sarò impegnata da domani al fronte, per curare i feriti”

La ragazza porse al minore degli Elric una ricetta per il farmaco strappandola dal suo taqquino.

Dopo ciò Al la riaccompagnò fino alla porta, la ringraziò per l’ennesima volta e poi chiuse l’uscio alle sue spalle.

“Allora è tutto a posto…”

Al annuì tranquillamente in direzione di Noah, seduta sulla poltrona del piccolo salotto dell’abitazione.

“Si, tutto a posto. Puoi andare a dormire tranquilla ora” le disse il piccolo Elric per poi augurarle la buona notte.

Percorse automaticamente il piccolo corridoio e si fermò davanti la porta della camera del fratello, per poi entrare.

Lo trovò seduto sul bordo del letto, intento a fissare assente il paesaggio fuori dalla finestra.

“Nii-san…”

Il maggiore abbassò lo sguardo a terra, intrecciando le dita metalliche con quelle di carne davanti al viso. Sembrava voler stare per i fatti suoi, ma Al non se la sentiva di lasciarlo solo con i suoi pensieri, nonostante sapesse di non poter far nulla per lui.

Si avvicinò al letto e vi si sedette sopra, avvertendo le molle del materasso cigolare al peso supplementare che dovevano reggere.

“Stai bene?”

-No, che non sta bene- si rispose da solo, fissando gli occhi ambrati del fratello; il suo viso si era fatto cupo e sembrava dimostrare molti più anni di quanti ne avesse realmente.

Edward gli rivolse una lunga occhiata, per poi gettarsi all’indietro, fra le candide coperte del suo letto.

“E’ così…”

La voce del maggiore si soffocò da sola, mentre il suo proprietario fissava il soffitto chiaro della stanza, le braccia incrociate dietro la nuca.

“Nii-san…?”

“E’ così simile… ”sussurrò impercettibilmente il maggiore dei due.

Alphonse sapeva cosa, o per meglio dire chi, era la causa della malinconia del fratello, ma ancora più frustrante era sapere che non poteva fare nulla per placare quei sentimenti.

Lui poteva donargli solo il suo amore, quello fraterno che li legava indissolubilmente da una vita, mentre al suo fratellone mancava qualcosa di ben diverso: l’amore della donna che amava, di quella persona che mai più avrebbe rivisto se non nei sogni.

“Fratellone…”

Voleva solo parlare Alphonse, voleva solamente che lui si sfogasse, essergli di un qualche appoggio e, in cuor suo, voleva sapere se Ed provasse i suoi medesimi sentimenti, perché, nonostante provasse solo semplice amicizia nei confronti di Winry, sentiva a volte un vuoto spaventoso all’altezza dello stomaco, un senso di smarrimento e nostalgia al solo ricordo di lei e delle persone che si trovavano oltre il portale, nel mondo in cui erano nati e cresciuti.

“…fratellone, io…”

Il viso di Edward si rabbuiò.

“Lasciami solo”

Il silenzio scese fra i due, pesante e palpabile, tuttavia Al non si mosse di un millimetro. Il piccolo Elric ammise a se stesso che non solo desiderava che il fratello si confidasse con lui, ma che desiderava lui stesso confidarsi, parlare al suo fratellone di ciò che provava e lo tormentava. Naturalmente entrambi si comprendevano perfettamente con un'occhiata, ma Al in quel momento sentiva il bisogno di poter liberare quelle parole e sentire il Ed fare altrettanto.

“Certe volte…penso…penso a casa nostra”cominciò prendendo coraggio.

“Mi capita spesso di pensare al colonnello e la signorina Hawkeye…e alla zia Pinako, Den e... aWinry”

“E’ inutile pensarci”

Edward ora lo fissava, una rassegnazione mascherata da decisione nelle iridi dorate.

“Facendo così non facciamo altro che soffrire, inutilmente.”si fermò per un breve istante, per poi riprendere “Ora questo è il nostro mondo e, che ci piaccia o meno, non potremmo mai più tornare indietro”

“Anch’io lo so…solo…non faccio che pensare che avrebbe potuto esserci un’alternativa a tutto questo”

Il maggiore gli posò una mano sulla spalla.

“Tutto ciò l’abbiamo fatto per salvare il nostro mondo; abbiamo il compito di chiudere quel portale al più presto e quando lo sarà Amestris sarà in salvo definitivamente; mai più nessuno potrà tentare un'invasione”

-Sei così determinato fratellone...eppure lo sento...sento che anche tu provi lo stesso che provo io. Perchè non vuoi parlarmene?Sono forse io ad essere troppo debole da averne il bisogno?-

Sorrise Ed, mentre l’altro si alzava in piedi per dirigersi verso la porta; una volta sul ciglio si fermò.

“Nii-san…”

L’altro gli dedicò un’ultima sfuggevole occhiata.

“Io non mi pento di averti seguito e non lo farò mai. Stare in questo o nell'altro mondo…”

Ed guardò il suo fratellino, mentre questi voltava il capo verso di lui.

“…per me ha importanza solo se posso esserti affianco”terminò con estrema sincerità. 

Era vero, ad Al quello che premeva di più era poter stare con Ed. Lui era l'unico parente che gli era rimasto, era il suo prezioso nii-san e lo amava con tutto se stesso; eppure anche gli altri legami della sua vita erano importanti ed Alphonse Elric si era reso conto di non potersi aggrappare solamente ad Ed per poter vivere; proprio quando aveva compreso ciò aveva tagliato i ponti con il suo vecchio mondo, con Sheska, la zia Pinako, Il colonnello Mustang, il tenente Hawkeye, Winry e tutti coloro ai quali si era affezzionato: si sentiva sperduto da un certo punto di vista benchè sapesse non essere solo in quel nuovo mondo.

Edward gli sorrise.

"Andrà tutto bene Al. Riusciremo a costruire la nostra vita: qui, insieme, te lo prometto"

Il maggiore degli Elric si fermò ad osservare il viso roseo e sorridente del fratello. Si ritrovò a pensare che tutti quegli anni di sacrifici e dolore non contavano più se paragonati a quello spettacolo: Alphonse in grado di parlare con voce viva e umana, l’Alphonse capace di sorridere, piangere e dormire, l’Alphonse sentimentale che, nelle giornate di pioggia, tornava a casa bagnato fradicio con un gattino sotto la giacca e che gli supplicava di tenerlo per almeno una notte. Aveva ritrovato il suo adorato fratello e ciò per lui contava più di qualsiasi altra cosa, nonostante sentisse la mancanza del suo vecchio mondo non si pentiva della sua decisione. In cuor suo sapeva che sarebbe sopravvissuto alla mancanza dell'affetto della zia Pinako, a quel sentimento che preferiva lasciare senza nome che provava per Winry, alla competizione fra lui e Mustang, ai rimproveri non troppo bruschi e agli utili consigli del tenente Hawkeye, ma era certo che non sarebbe riuscito a vivere senza Alphose. Quando si era trovato davati ad una decisione aveva scelto il male minore ed in questo modo era riuscito anche ad assucurare la pace al mondo in cui era nato e cresciuto e alle persone che, come Winry, meritavano la serenità che lui aveva offerto loro con quella scelta; aveva la coscienza apposto, ma continuava a sentirsi inquieto nonostante tutto.

Sorrise e Al lo vide, vide quel sorriso un po’ malinconico che caratterizzava il suo fratellone da quando aveva abbandonato Amestris.

Avrebbe voluto parlargli ancora, ma desistette per un motivo a lui stesso sconosciuto.

“Grazie Ed”disse in un sossurro.

Il maggiore fece un piccolo cenno col capo, sospirando impercettibilmente.

“Buona notte, nii-san”disse Al uscendo dalla camera.

“Notte, fratellino…”


























Note finali: Ecco qui il secondo capitolo! Vi è piaciuto? Ho ritardato la pubblicazione per allungare un pò la storia e mettere qualche descrizione in più, come mi è stato consigliato...devo dire di esserne soddisfatta^^ Ringrazio Annie Black (Ecco qua cosa combinano nel mentre i due Elric^^Spero proprio che questa fan fic soddisfi le tue aspettative; farò del mio meglio perchè sia così^^), WinryRockbellTheQueen (che nome lungo xD Anch'io ammetto di essere in astinenza da EdWinry, quindi scrivere questa fanfic per me è un qualcosa di terapeutico^_^ Grazie e continua a seguirmi!) , Aer_alchemist (Grazie per il commento; effettivamente ho notato che non è scritta al meglio e perciò sto cercando di risolvere il problema sistemando e riscrivendo alcuni punti. Ti ringrazio per avermelo fatto notare, vedrò di migliorare per rendere migliore la mia fan fic!) e Leli 1441 ( *Logorata dai sensi di colpa* Azz mi hai beccata! Quella royai da terminare è lì in attesa di essere completata, ma purtroppo l'ispirazione ha levato le tende e non accenna a tornare. Appena mi torna prometto di finirla come si deve, nel mentre comunque ho preparato una sorpresuccia in questa fic....^_^)
Mi raccomando, recensite!

A presto,
Irene Adler

 

  
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