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Autore: catto    26/06/2015    1 recensioni
La storia narra le vicende di una ragazza di nome misaki ayuzawa, una ragazza dai capelli bianchi, fredda e totalmente disinteressata all'amore a causa di una maledizione. Ma l'incontro con un ragazzo cambierà tutto a partire dalle emozioni che lei aveva soffocato per non far del male a chi amava.
È la mia prima storia all'inizio può sembrare noiosa ma migliora ve lo garantisco. Accetto critiche e consigli.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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~~-La voglio incontrare.- dichiarò la bianca. Shizuko non seppe bene come rispondere alla sua affermazione e cercò di spiegargli che di solito era l’ombra che andava da lei e non il contrario. –Non so dove si trova.-         -Vorrà dire che me la cercherò da sola. Grazie per il tuo finto aiuto Shizuko.- detto questo la bianca se ne andò.

Sapeva che sarebbe andato lui da lei, faceva sempre cosi. Lo aveva chiesto a Shizuko per cercare di carpire delle informazioni, ad esempio se avesse preso una casa, o se le aveva parlato di un piano specifico ma non le aveva detto nulla.
Uscì prima da scuola e decise di andare al solito bar con le poltrone rosse e i  sufflè buonissimi, non aveva fretta di incontrarlo. Appena ebbe finito di mangiare andò a fare una passeggiata in giro per la città fermandosi in libreria e in qualche altro negozio. Dopo aver vagato per la città, si avviò verso il luogo in cui avrebbe incontrato l’ombra: il parco.
Dopo poco più di un’ora che si trovava in quel  luogo, un’ombra comparve dietro di lei. -Misaki, mi chiedevo quando avresti deciso di incontrarmi. Aspettavo questo momento con ansia.- continuò  l’ombra spuntando fuori. –Sei stato veramente lento. Volevi farmi invecchiare qui? Per farmi convincere di incontrarmi con te hai dovuto lanciarmi contro un banco e farmi un taglio innocuo su di una spalla e osi anche solo farmi aspettare?! Prima  facevi di peggio. Ti sei per caso addolcito eh tigrotto? La  tua melensaggine mi disgusta.- Dichiarò ad alta voce  -Mamma mia misa_chan sempre gentile eh? Come fai a dirmi queste cose, non vedi che bel pezzo di figo che sono- concluse l’ombra togliendosi la giacca, gli occhiali e il cappello nero, svelando i capelli biondi, gli occhi marroni e  il solito viso dell’uomo più egocentrico e noioso del mondo: Tora Igarashi. –Figo?  Quanta tracotanza, a me in realtà fai soltanto pena. Comunque sia ho deciso di incontrarti solamente per dirti che devi sparire dalla mia vita e stare lontano sia me, sia i miei amici. Finalmente sono riuscita a dimenticare il passato o perlomeno a passarci sopra come se non esistesse più. Mi sono stancata di averti  in mezzo ai piedi. - continuò acida la bianca. –Oooooh misa_chan lo sai benissimo che il tuo segreto, o per meglio dire la tua maledizione, esiste ancora, non può svanire nel nulla e divenire soltanto una cosa “passata” ed io devo controllare la situazione. Lo sai perfettamente che ti perseguiterà all’infinto a meno che tu non decida di ritornare a vivere con me o di non far entrare l’amore nella tua vita. Tu non puoi avere amici.  Ti ricordi il ragazzo dell’ultima volta? Ehehhe sei un mostro puoi fare soltanto del male alle persone. Puoi dire tutto quello che ti pare su di me, io ti ho soltanto educato e resa più forte perché  ti amo.  Mi ha fatto piacere rivedere la mia bellissima gatta, ma ora, purtroppo, devo andare.- detto questo sparì come era comparso. Lasciando Misaki lì, da sola con le lacrime agli occhi sforzandosi di non piangere.

Dopo aver parlato con il tigrotto si ricordò di aver dimenticato di prendere la sua giacca e si chiese per quale motivo se ne era accorta solo in quel momento. Mentre correva verso la scuola, piangeva, ma per sua fortuna la pioggia mischiata con i suoi capelli nascondeva le lacrime. Continuava a ripetersi di smetterla e che se qualcuno l’avesse vista, sarebbe morta dalla vergogna. ’Di chi credi che sia la colpa se sono un mostro?’ urlava la sua mente. Era abituata tenersi tutto dentro ma, forse,  questa volta il discorso con Tora l’aveva sconvolta più del dovuto. Mentre pensava a tutte queste cose, smise  di lacrimare, ma a causa della pioggia che scendeva incessante e forte, al posto degli occhi lacrimavano i capelli.  –Misaki ma cosa diamine stai facendo sotto la pioggia?- domandò Usui che l’aveva inseguita e l’aveva afferrata per il polso cercando di bloccare la sua corsa sfrenata. Appena sentì il calore della mano del biondo lei si girò di scatto. –Cos.. ma tu hai pianto? Misaki stai bene?- Usui continuò a riempirla di domande abbracciandola e lei continuò a nascondere il volto arrossato dal pianto tra i capelli. –Ma cosa stavi facendo sotto alla pioggia? Sembra che tu ti sia fatta la doccia vestita, sei zuppa! - -S-stavo andando a scuola a riprendere la mia giacca… io l’ho dimenticata lì.- continuò farfugliando con il volto basso. Nonostante il volto fosse coperto, Usui  poté  intravedere un sorriso, se vogliamo definire un sorriso un ghigno. –Ah in realtà ce  l’ho io. Quando sono arrivato a scuola stava lì, e alcuni nostri compagni di classe mi hanno detto che eri già uscita. Quindi l’ho presa io.- dato che lei non rispondeva, lui si tolse la giacca e gliela mise addosso. –Così prenderai freddo. Che ne dici di venire a casa mia così ti riscaldi. Ehi Misaki? Misaki mi senti?- lei continuava a non rispondergli, alla fine  il biondo appoggiò la sua mano sulla fronte di lei notando senza stupore che era bollente. –Va bene, lo prenderò come un si- detto questo le mise un braccio sotto le ginocchia uno dietrola schiena, la prese in braccio e la portò a casa sua.

Usui la teneva forte a se, stringendola come se fosse la cosa più delicata del mondo. Misaki poteva sentire il suo cuore battere attraverso la stoffa, non sentiva solo il cuore ma anche i suoi muscoli. Non era abituata a essere portata in braccio, ma non si sentiva per niente a disagio anzi si sentiva rilassata. Era un emozione particolare, non aveva mai provato un emozione del genere. Di solito quando lui la toccava lei lo scacciava subito, cercava in ogni modo di evitare i contatti con la gente. Il paesaggio intorno a lei continuava a cambiare, il sole stava tramontando. Era una visione spettacolare, così bella che le tolse il fiato e fece  si che si aggrappò di più a lui. Mentre continuava a pensare a com’era possibile che si sentisse così, si addormentò tra le sue braccia.

-Buongiorno Misaki. Dormito bene?- -Mmmm buongiorno Usui. Che ore sono?- chiese stroppicciandosi gli occhi assonnata. –Sono le 23:30..- -Oddio l’ultimo treno…- urlò Misaki tirandosi su velocemente cosa che le causò un grande giramento di testa. Passato il giramento si guardò intorno.  Si trovava veramente a casa di Usui, non c’erano molti mobili, anzi era quasi vuota. Mentre guardava la stanza vide, in modo decente, Usui. Non indossava  la maglietta e portava gli occhiali. Gli occhi di Misaki si soffermarono su quel corpo divino. –La smetti di spogliarmi con gli occhi?- ironizzò Usui. Cosa che fece imbarazzare ancora di più la bianca che  si girò per non fargli notare il rossore che le colorava le guance. ‘ma che diamine mi sta succedendo?’ continuava a chiedersi e con Tora in giro non poteva di certo mettersi a capire il perché le sue emozioni nascoste erano riaffiorate così all’improvviso. Intanto Usui si era avvicinato a lei e le sussurrò nell’orecchio: -c’è qualcosa che vuoi dirmi Misaki?-  ‘eeeeeeeeeh? Troppo vicino’. Adesso dire che era rossa sarebbe stato un eufemismo. –No, tranquillo va tutto bene. Solo allontanati un po’- lo pregò Misaki coprendosi definitivamente le mani con la faccia. –ma davvero?- chiese lui stupito leccandole l’orecchio in cui gli aveva sussurrato la domanda.  Aveva scoperto un suo punto debole, realizzando di volerne scoprire sempre di più–Waaaa io dovrei andare un attimo al bagno.- farfugliò  e scappò nell’altra stanza.
 
Entrata in bagno, aveva paura di guardarsi allo specchio. Alla fine quando si decise di farlo notò due cose: prima cosa, non era rossa, era bordeaux ed il motivo non lo capiva neanche lei. Seconda cosa, indossava solo una camicia, che tra l’altro non era la sua. ‘Possibile che abbia anche solo osato… avrà visto tutte le cicatrici?’. Dopo vari dubbi sul chiedergli che fine avessero fatto i suoi vestiti concluse che era inutile continuare a tormentarsi in quel modo. Uscì dal bagno ed andò di nuovo da lui.
-Usui, senti  lo so che è una domanda strana ma..mi hai cambiata tu per caso?- chiese lei, prima guardandosi i piedi per poi spostare lo sguardo sul suo.
-Ma sei matta? Ti sei cambiata tu quando siamo arrivati, io ti ho soltanto asciugato i capelli.- ribatté Usui basito dalla domanda che le aveva appena fatto la bianca. ‘ok, meno male’. –Solo cheti volevo chiedere una cosa: Misaki mentre ti asciugavo i capelli ho notato che hai una cicatrice dietro alla spalla, come tela sei procurata?- Misaki rimase in silenzio per un po’, per trovare le parole adatte. –Se ti raccontassi una storia, abbastanza particolare, rideresti di me?-chiese imbarazzata ma seria -Non potrei mai ridere di te.- Detto questo Misaki iniziò a raccontare forse di lui si poteva fidare...




 

   
 
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