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Autore: Restart    26/06/2015    1 recensioni
Zayn ha appena trentasei anni quando perde tutto: la fidanzata, il successo, i soldi. 
E la sua cosa più preziosa: la voce. 
Sarà compito di Emily rimetterlo in sesto e farlo sentire nuovamente amato. 
Perché loro si sono amati, si amano e continueranno a farlo per sempre.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Emily ti avevo avvisata dei rischi cardiaci, ma te come al solito non mi dai retta" mi guarda torvo mentre mi rimprovera. E' dall'altra parte del tavolo e cerca di tenere in vita Zayn.

"Gli volevo salvare il culo" ribatto testarda.

"Ed ora io gli devo salvare la vita" le sopracciglia eccessivamente incurvate che lo rendono ancora più misterioso. Uno sguardo che sicuramente non gli si addice. Al suo sguardo celestiale si addice il sorriso, la felicità. Non questo odioso sguardo da rimprovero. Infila la mano nel petto di Zayn e lavora sul suo cuore.

"Aiutami" il suo tono è quasi supplichevole. Mi avvicino al tavolo operatorio e lo aiuto con le suture.

Ho toccato il suo cuore.

Letteralemente

Il suo battito torna normale. Tiro un sospiro di sollievo.

"Se tu mi avessi ascoltato" sussurra Niall guardandomi con i suoi infantili occhioni blu.

"Ti odio" mimo, ma lui non riesce a vedermi, sebbene mi stai fissando.

C'è qualcosa di nuovo nei suoi occhi. Una strana ombra che li nasconde, che li rende oscuri.

Un velo di mostruosità che campeggia nel suo spirito. Ho sempre saputo che Niall avesse un lato oscuro. Ed ho sempre avuto paura di questo.

-

"Chyler!" Apro le braccia in modo che possa abbracciarmi.

"Ti eri dimenticata di andare a prenderla, vero, Emily?" Jesse ha le braccia incrociate e le sopracciglia aggrottate in un cipiglio rabbioso.

"Stavo lavorando" affermo, ed è la verità.

"Emily non è la prima volta che succede io non-."

"Smettila. Me ne ricorderò la prossima volta" taglio corto, chiudendo gli occhi.

"Caroline te ne sei nuovamente dimenticata" Philip stava davanti al portone di casa con le braccia incrociate. Aveva ancora la camicia da lavoro con le maniche rimboccate fino ai gomiti.

"Stavo lavorando" ribatté lei rigida. Teneva la schiena dritta, il mento fiero, lo sguardo duro, puntato contro Philip.

"Ogni volta stavi lavorando. E ogni volta ci deve andare Julia" avevano entrambi un carattere forte, erano entrambi molto testardi.

"Non è colpa mia se lei non lavora" lo stuzzicò Caroline.

"Torna da Jeanne, Caroline. Ci starà la prossima settimana con te" Philip sbatté sonoramente la porta

Emily stava giocando con James. Philip si mise a sedere di fronte a loro. Li guardava con un sorriso stampato in volto e lo sguardo orgoglioso.

-

Caroline Monica Ford penso che non sia stata una grande madre. La vedevo in media cinque minuti al giorno quando lei era ancora sposata con mio padre Philip. Quando poi si separarono un giorno alla settimana. Avevo nove anni e mio fratello otto. Mi affidarono a mio padre, quindi andavo da lei il sabato. La mia giornata con mia madre non era il massimo. Lei, sebbene avesse la giornata libera, andava e veniva continuamente dall'ospedale. Io stavo un po' con Jeanne che però doveva disegnare e un po' con Felicité, la figlia di Jeanne. Era una famiglia strana, la mia. In totale avevo tre madri e due padri. E due fratelli. Quando io tornavo a casa, ero felice. Ero felice di rivedere mio padre, Julia e James. Cenavamo insieme, ridevamo. Eravamo una vera famiglia.

Mio padre è morto quando avevo ventisei anni. Incidente stradale. Stava venendo da Manchester dove abitava, a Londra per la tesi di laurea di mio fratello. James pianse tutto il tempo che parlò il giorno dopo, anche se poi prese il suo fantastico 110 e lode. Penso che quello fu uno dei periodi più bui della mia vita.

Julia dopo qualche settimana tornò a New York dai genitori. Ora sta con architetto spagnolo e hanno adottato un figlio, Philip. Quando mi ha chiamato per dirmelo, ho iniziato a piangere. Philip ha quanto Chyler e qualche volta si sono visti.

Penso che la persona che abbia più sofferto per la morte di mio padre sia stata mia madre. Ha mantenuto il suo cognome da sposata, Ford sebbene fossero iniziate le pratiche del divorzio.

Caroline Monica Ford. Emily Callie Ford. Due persone diverse, ma incredibilmente simili. Ed oggi sono stata quella madre che si era dimenticata di prendere la figlia a scuola, ventisette anni fa.

"Grazie Jesse, sei il migliore" gli sorrido mentre raccolgo lo zaino di Chyler.

"Di niente" sorride . "So che domani è un giorno, ehm, particolare. Se vuoi stare con tua madre e James, la posso tenere io la bambina" si passa la grande mano sulla testa.

"Non ti preoccupare, Jesse. Penso che la porterò con me. Le presenterò suo nonno" abbozzo un piccolo sorriso e lui annuisce silenzioso. 
"Buon weekend, Emily" 
"Anche a te" prendiamo due strade diverse. Prendiamo due vite diverse.
-
"Ma perché hai scelto di aggiustare i cuori?" Chyler prende una patatina e se la infila in bocca, mentre guarda Niall curiosa, con i grandi occhi verdi fissi su di lui. Lui sorride .
"È una bella storia. Quando ero al primo anno di specializzazione, ho operato una persona al cuore, un mio amico, in una baita, con il solo aiuto dello strutturato al telefono. È stato abbastanza inquietante e difficile, ma lui è ancora vivo. È da lì che ho capito che avrei dovuto fare quello. Ne sono contento" sorride a mia figlia e prende anche lui una patatina.
"E chi era quel tuo amico?"
"Harry" lo dice con una note grave nella voce. Mi ricordo quel giorno. Eravamo tutti in quella baita in cima ad una montagna. Io, Niall, Harry, Liam, Louis e Anne. Era il periodo in cui io stavo ancora con Harry. Mentre noi eravamo a fare una passeggiata, Niall e Harry rimasero nella baita e fu orribile. Non oso immaginare quanto possa essere stato difficile per Niall.
-
Cammino per i silenziosi corridoi dell'ospedale. Alle quattro del mattino non c'è mai un gran fermento. Passo a dare un'occhiata ai miei pazienti, lasciandomi Zayn per ultimo. Sembra paradossale che non abbia nessun parente che venga a trovarlo. Dopo una settimana non è venuto nessuno a parte Ellen, quando operai Jo. 
Apro la sua porta delicatamente e noto che è sveglio.
"Buongiorno, hai dormito bene" annuisce.
"Zayn hai le corde vocali nuove di zecca, puoi parlare adesso" sorrido appena e lui non risponde. Rimane a fissarmi con uno sguardo perso. Dopo una manciata di minuti prende il quaderno dal comodino e su una pagina bianca scarabocchia qualcosa. Poi prende qualcosa che aveva infilato tra alcune pagine. Mi fa segno di avvicinarmi e gira il quaderno in modo che io lo possa leggere.
'Emily, mi vuoi sposare?'
Appoggia un anello sulla pagina e sorride.
Ha un bellissimo sorriso.
Lui ha un bellissimo sorriso.
Ha un bellissimo sorriso.
Ha un bellissimo sorriso.
Ha un belliss-

   
 
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