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Autore: Altair4    27/06/2015    1 recensioni
Due personaggi di questa storia vivono nella mia mente da tempo immemorabile, forse da dieci anni. Finalmente sono riuscita a metterli nero su bianco e ne sono estremamente felice! E’ stato difficile assegnare le caratteristiche giuste a tutto il racconto perché secondo me è un mosaico, infatti dal capitolo 23 diventerà un GIALLO! l’unico filo conduttore di tutti i suoi tasselli è la ricerca da parte della protagonista principale (mezza umana e mezza aliena) di se stessa. Senza Nome (anche detta I.113) è sospesa tra due mondi e non sa a quale appartiene veramente e soprattutto non sa quale sarà il suo destino. Ho cominciato dalle sue origini ma c’è un intero mondo parallelo, il mio mondo immaginario, da scoprire…
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Senza Nome come tutti i mercoledì doveva andare in laboratorio per i soliti esami di routine, avrebbe avuto cinque
 
minuti di tempo per poter parlare con il soldato di guardia all’entrata, tutti gli altri giorni non aveva scuse per passare
 
di lì. Si fermò davanti alla porta, si fece coraggio e parlò al ragazzo che stava impettito davanti a lei.
 
            -Buongiorno-
            -Buongiorno…-
            -Come ti chiami?-
            -Mi chiamo Petrov,  Alexei Petrov…e tu?-
            -Mi chiamano Senza Nome…altrimenti ho un codice I.113-
            -Ti hanno dato un numero come nome?-
            -Sono un esperimento, I sta per ibrido-
            -Ibrido di cosa?-
            -E’ top secret non posso rivelartelo…-
            -Capisco…allora ho sentito parlare di te, dicono che sei fortissima, hai fatto del male a Rook…-
            -Anche lui picchia duro, mi ha menato per anni, adesso però sono io la più forte, non immaginavo quanto, non volevo spezzargli la gamba. Ti assicuro che lui è molto più violento di me, ho il dubbio che picchi la moglie ed i figli se ce l’ha-
            -E tu come lo sai?-
            -Perché non ha mai avuto problemi a pestarmi, come se lo facesse normalmente con i deboli e gli indifesi…ero molto giovane quando ha cominciato ad allenarmi e non mi ha mai fatto sconti-
 
            -Tu non sei indifesa…so che sei un’arma, dicono cose strane sul tuo conto, lui dice che ha paura di te, una volta ha giurato che ti sei ricoperta di metallo e gli hai lanciato i capelli come se fossero stati proiettili…-
 
            -Anche quello era fuori controllo, non sapevo di poterlo fare, riesco a malapena a riassorbire il metallo, mi ci vuole una vita, mentre il Dottorando dice che un giorno lo farò in pochi secondi…comunque se fossi così pericolosa non mi lascerebbero girare così per la base, non trovi?-
 
            -Se lo dici tu…-
            -Tu mi vedi come un pericolo?-
            -Non mi sento molto a mio agio in tua presenza, lo ammetto…-
            -E’ per quello che dice Rook?-
            -Non ti conosco…lui sì…-
 
Senza Nome realizzò che difficilmente sarebbe piaciuta ad Alexei, ma il giorno dopo l’avrebbero operata, si sentiva
 
un po’ come la condannata al patibolo, poteva anche non sopravvivere, sapeva che alcuni degli altri ibridi erano morti
 
sotto i ferri, allora si fece coraggio.
 
            -Quindi non mi vedi come una ragazza, sono un’arma letale per te?-
            -Non avevamo mai parlato prima…-
            -Adesso stiamo parlando, la signorina Rott mi segue quasi tutte le mattine e mi fa lezione, ti assicuro che non le ho mai fatto del male, anzi sono molto affezionata a lei…a parte quando si lamenta degli uomini…-
 
            -Credo che Rook abbia esagerato, non sembri così pericolosa-
            -E come mi trovi?-
            -Cosa vuoi dire?-
            -Non importa lascia perdere, domani mi opereranno…-
            -Perché ti operano?-
            -Devono infilarmi l’ennesimo chip nel cervello…altro preferirei non dirlo…-
            -Sei un robot?-
            -No…sono in carne ed ossa come te…e per il metallo…non dovresti sapere che mi ricopro di metallo…Rook doveva mantenere il segreto…-
            -Bè…gira la voce che non sei umana…-
            -Sì che lo sono, anche io sono una ragazza e quando mi raperanno a zero ti sembrerò ancora più brutta-
 
Senza Nome abbassò lo sguardo e lasciò scappare una lacrima come una normale e giovane ragazza triste, Alexei si intenerì, con gentilezza le sollevò il mento con un dito.
 
            -Non potresti mai diventare brutta, è impossibile-
            -Dici sul serio?-
            -Sì, sei molto carina, quanto misteriosa, lo pensa anche Rook, anche se non ti posso riportare le cose volgari che ha detto su di te, hai fatto bene a difenderti, credo che tu abbia ragione, è un violento-
 
Alexei le asciugò la lacrima, era molto dolce, in quel momento, davanti a sé vedeva una bella fanciulla infelice, non una macchina da guerra pericolosa.
 
            -Anche tu sei molto carino…-
Senza Nome arrossì, nemmeno ci credeva che aveva avuto il coraggio di parlargli e dirgli cosa pensava veramente, il cuore le batteva così forte che sembrava volesse uscire dal petto.
 
            -Ti ringrazio, non me lo aspettavo-
Alexei appoggiò la sua mano destra alla nuca, era un po’ in imbarazzo, ma sorrideva.
            -L’operazione è per domani, potrei anche non sopravvivere, volevo dirtelo da tempo…-
            -Mi hai spiazzato, sei molto coraggiosa, anche io ti avevo notato, è impossibile non farlo…ma pensavo che non ti saresti mai interessata ad un soldato semplice come me…-
 
            -E perché? Non capisco cosa vuoi dire…e poi visto che ormai mi sono sbottonata e non ho più nulla da perdere…volevo chiederti se puoi inventarmi un nome, nessuno vuole darmelo o mi chiamano I.113 o Senza Nome-
 
            -Ok, ma ho bisogno di pensarci… è una grossa responsabilità…-
            -Dopo che avrò fatto gli esami ripasserò di qui, spero che potrai dirmelo…-
La porta si aprì, l’occhialuto e smilzo Dottorando si affacciò.
            -Allora I.113 vieni o no? Non abbiamo tutto il pomeriggio-
            -Arrivo….-
 
Quando il Dottorando sparì dietro la porta lei sorrise ad Alexei ed entrò contenta.
            -Bene, allora facciamo il prelievo, poi il solito elettrocardiogramma e l’elettroencefalogramma, poi vorrei che provassi a produrre il Proteallo e vedere quanto velocemente lo riassorbi…non usare i capelli come proiettili come hai fatto con Rook, so che non li controlli, per ora!-
 
            -Stai tranquillo…-
Senza Nome non lo sopportava, era molto sgradevole e la guardava come un maniaco, aveva l’impressione che se lo avessero lasciato fare l’avrebbe dissezionata senza anestesia.
 
            -Bene i soliti quaranta battiti al minuto, hai un cuore molto potente. Anche le tue onde cerebrali sembrano
 
 molto regolari, credo che sia il motivo per cui sei sopravvissuta a tutti gli altri prima di te, se la mente non è lucida è
 
difficile andare avanti. Infatti nessuno di loro poteva aggirarsi per la base come lasciano fare a te, però dovrai passare
 
la seduta con il Dottore comunque, vuole sempre vederti prima dell’operazione, credo che abbia sviluppato un certo
 
attaccamento nei tuoi confronti, sono l’unico che ti vede per quello che sei-
 
            -Vale a dire?- Chiese la ragazza con tono annoiato.
 
            -Sei un pericolo, un’arma da guerra potentissima…infatti vorrei che entrassi nella stanza con vetri
 
antiproiettili prima di produrre il Proteallo…che nome ridicolo “Proteallo” è solo una proteina aliena che ha la
 
consistenza del metallo…l’avrei chiamata in altro modo se mi dessero un po’ di quell’importanza che mi spetta!-
 
Senza Nome entrò nella stanza di cui aveva parlato il Dottorando, detestava produrre il Proteallo, si sentiva sempre
 
stanca dopo, senza contare che ancora non era abituata e dopo aveva la pelle tutta arrossata e dolorante. Si concentrò
 
e cominciò a traspirare dai pori una sorta di metallo liquido che la ricoprì completamente dalla punta dei capelli fino
 
alla punta dei piedi. Indossava dei leggings ed una T-shirt attillata, che furono anch’essi ricoperti di Proteallo,
 
sembrava un robot luccicante dai lineamenti umani, solo gli occhi cerulei erano i suoi originari.
 
            -Bene Senza Nome, devi imparare a muoverti anche così, lo so che non è facile, ma devi farlo-
 
Senza Nome cominciò ad eseguire un kata del Karate, quel metallo alieno le dava molto fastidio ma meno dell’ultima
 
volta, la situazione migliorava sempre di più, sapeva che era come un’armatura ed avrebbe potuto proteggerla da
 
laser, armi bianche e proiettili di piccolo calibro. Proprio in quel momento realizzò che era davvero un’arma, ma per
 
quale guerra non lo sapeva. Aveva capito di trovarsi in Sudafrica e che scienziati, soldati e tutti gli occupanti di quella
 
base militare venivano un po’ da tutto il mondo, anche se gli americani avevano speso molti soldi nel progetto come
 
del resto i russi ed i cinesi. Se sopravviveva all’ultima operazione avrebbe dovuto fare un’esibizione davanti ai
 
rappresentati degli stati che partecipavano al progetto, doveva assolutamente far fare bella figura a tutti gli scienziati
 
coinvolti, visto che era sopravvissuta solo lei su 113 esperimenti, doveva lasciarli senza fiato.
 
            -Molto Bene I.113 adesso concentrati e riassorbi il Proteallo, è molto importante che impari a controllare questa funzione, anche se dopo l’operazione riuscirai meglio anche in questo-
 
            -Potrei sapere a cos’altro serve aprirmi la testa di nuovo? Visto che è molto pericoloso?-
            -Non avrai più le convulsioni così di frequente, e poi man mano avrai ancora più controllo sui tuoi poteri alieni. Non è stato facile modificare il tuo genoma e la tua parte umana non sopporta bene i tuoi geni alieni e viceversa-
            -Mi piace pensare che mio padre fosse umano e mia madre un aliena che si amavano, che essere concepita in provetta. Ma chi sono questi alieni? Sono nella base?-
            -Sai che non posso dirtelo, nemmeno se lo sapessi…-
            -Non lo sai?-
            -No, non sono abbastanza importante per loro! Vorrei tanto vedere cosa avrebbero fatto senza di me! A quest’ora tu saresti morta!-
            -Mi piace pensare che sono una vera guerriera e che se sono viva lo devo solo a me stessa, anche se mi avete reso la vita impossibile!-
            -Cosa ne sai di com’è la vita di una ragazza normale! Credimi non è migliore della tua, tu sei importantissima e forse vivrai più di una donna comune, diventerai invincibile. Loro non mi ascoltano, ma un giorno se vorrai potrai andartene di qui senza chiederci il permesso!-
            -Perché me lo dici?
            -Credimi quando ne sarai capace te ne accorgerai da sola-
            -Se avrò le convulsioni dovrò sempre tornare da voi e chiedervi aiuto-
            -…sì hai ragione…diciamo di sì…allora concentrati…-
            -C’è qualcos’altro che vorresti dirmi?-
            -No…era uno sfogo…secondo me dovresti essere più controllata…il Dottore è troppo permissivo con te…ti considera una figlia, ti sta viziando…allora questo metallo?-
 
Senza Nome chiuse gli occhi, cercò di rilassarsi, il Proteallo cominciò a farsi liquido e piano piano ad essere riassorbito dalla pelle, era in quel passaggio che sentiva più dolore doveva velocizzarlo, un giorno non avrebbe sentito più nulla.
 
            -Brava così, continua! Ma bene! Ci hai messo dieci secondi meno dell’ultima volta! Complimenti!-
            -Quando mi fai i complimenti sembri meno antipatico!-
            -Tu impegnati sempre ed io ti farò i complimenti che meriti. Appena te la senti vai dal Dottore, ti aspetta-
Senza Nome andò a sedersi su una sedia del laboratorio ed aprì il barattolo per l’unguento per la pelle arrossata.
            -Se vuoi puoi svestirti, ti darò una mano a passarlo per tutto il corpo-
Disse malizioso lo scienziato.
            -Nemmeno se mi punti una pistola alla tempia! Si può sapere perché mi avete fatto femmina? Credo che sarà sempre di più un problema…-
            -Non preoccuparti d’ora in avanti nessuno potrà mai farti fare qualcosa che non vuoi…-
            -Sì ma non hai risposto alla domanda, non era meglio se fossi nata uomo? Avrei avuto più rispetto da parte vostra e forse sarei ancora più forte-
 
            -E’ il cromosoma X la chiave, tutti i maschi morivano giovanissimi, come se non tollerassero i geni alieni. La X ha più geni della Y, per semplificare è come se compensasse i geni alieni. Ti assicuro che avrebbero tutti preferito che tu fossi un uomo, ma in realtà ti dà un vantaggio in più!-
            -E quale sarebbe?-
            -Nessuno si aspetterebbe mai da te tutta quella forza e quello che sai fare, hai l’effetto sorpresa dalla tua, sei un cavallo di Troia…-
            -Fermo lì…non fare battute misogine ok? La tua spiegazione non mi tira su il morale, da quello che ho appreso dai libri e dalla TV anche fuori di qui le donne non se la passano bene…essere più forte non mi protegge dalle vostre battute cattive e dai vostri sguardi lascivi!-
 
            -Va bene, va bene scusami, vai adesso che il Dottore ti aspetta-
Senza Nome uscì arrabbiata dal laboratorio, Alexei era ancora lì.
 
            -Hai deciso il nome?-
            -Non ancora, ma te lo farò sapere in qualche modo prima dell’operazione, te lo prometto-
Sì avvicinò e la baciò su una guancia, Senza Nome non se lo aspettava, ma avrebbe potuto benissimo scansarlo rapidamente ed atterrarlo, non lo fece.
            -Ci vedremo dopo l’operazione…ho sentito che sei una combattente…-
Alexei aveva origliato, le strizzò l’occhio, Senza Nome gli sorrise e si avviò alla sua seduta di psicoterapia toccandosi la guancia.
            -Buongiorno, come ti senti oggi?-
            -Buongiorno Dottore, sto bene, anche le analisi di routine sono come al solito-
            -Bene! Allora… sei preoccupata per l’operazione?-
            -Un po’, so che molti non sono sopravvissuti…-
            -Nessuno degli ibridi…scusami…nessuno dei tuoi compagni sono mai arrivati a sedici anni, è molto bassa la probabilità che adesso tu muoia, sei diventata molto resistente, non devi preoccuparti-
            -Se lo dice lei Dottore, allora le credo-
            -Sai che ti controllano a vista, di cosa parlavi con il soldato semplice Petrov?-
Senza Nome arrossì e abbassò lo sguardo, ma lo rialzò subito.
            -Mi piace…gli ho chiesto di scegliere un nome vero per me, visto che nessuno di voi osa darmelo!-
            -E che nome ti ha dato?-
            -Non lo sa ancora…non gli veniva sul momento…-
            -Cosa pensi di lui?-
            -E’molto carino ed è stato dolcissimo con me…-
            -Pensi di essere interessata a lui?-
            -Cosa succederà, gli cambierete il turno? Mi impedirete di vederlo? Non c’è problema lo conosco appena!-
            -No, niente di tutto questo, resterà tra me e te, è normale che tu abbia sviluppato interesse per un ragazzo, anzi ne sono felice, perché vuol dire che stai crescendo sana-
            -Vi prego non fatemi lottare con lui in allenamento…non voglio fargli del male-
            -Stai tranquilla è troppo giovane, da ora in poi dovrai affrontare soldati molto più maturi e preparati di Rook-
            -Parlando di Rook…il sottotenente, mi ha detto che mi toglierà la mia innocenza, che significa?-
 
Il Dottore aggiustò la sua postura perplesso, purtroppo aveva capito benissimo il significato di quelle parole, ma non sapeva come spiegarlo alla giovane di fronte a lui.
            -Significa che non si allenerà mai più con te e subirà una bella punizione!-
            -Non sono più una bambina, voglio sapere cosa intendeva! La prego, lo so che lo sa, anche io capisco quando mi nasconde qualcosa!-
 
L’ibrido 113 aveva un’intelligenza sopra la norma ed un’empatia che preoccupava il Dottore più di ogni altra cosa.
            -Voleva dire che se ne avrà occasione, si approfitterà di te…-
            -Cioè mi metterà le mani addosso…cioè…-
            -Sì, sa che non hai mai avuto rapporti con nessuno, adesso però sei una donna, giovane ma sempre donna, lo sapevo che sarebbe successo prima o poi. Combatterai solo con militari equilibrati, che hanno passato dei test psicologici-
 
            -Me lo ha detto il Dottorando che volevate un uomo, ma che non era possibile…-
            -A volte Steven parla troppo…-
            -Mi ha detto però che ho una marcia in più perché sembro una patetica e dolce ragazza indifesa…bè in altri termini ma il significato era quello…-
 
            -Su questo concordo, quando ti saranno spiegate le tue mansioni capirai che è un vantaggio-
            -Perché non me ne parla ora?-
            -Dobbiamo ancora essere sicuri di quello che potrai fare, poi ti sarà spiegato dettagliatamente, la stessa operazione è cruciale-
            -Tornando ad Alexei, è sicuro che non mi impediranno di vederlo?-
            -Sono sicuro, anzi farò in modo che tu possa frequentarlo!-
            -Dice sul serio?-
            -Sì, è giusto che tu cresca anche dal punto di vista della tua sessualità-
            -E questo cosa significa? Che potrò avere un vero appuntamento?-
            -Farò del mio meglio, però anche il soldato Petrov dovrà essere d’accordo, non trovi?-
            -Sì certo…per cui potrebbe anche dire di no…-
            -Non dirà di no, sono sicuro-
 
Il Dottore era preoccupato, questa situazione poteva sfuggirgli di mano, ma era indispensabile che la ragazza fosse
 
sempre sincera con lui, era conscio come il Dottorando che un giorno lei sarebbe stata in grado di andarsene di lì
 
senza il minimo sforzo e quindi doveva in qualche modo mantenere un legame forte con lei, non concederle tutto ma
 
nemmeno essere troppo severo, inoltre era giusto che imparasse cosa significa una relazione anche per il suo futuro.
 
            -Vorrei farti l’ultima domanda, poi sarai libera-
            -L’ascolto…riguarda Alexei?-
            -No, riguarda il Dottorando…come si è comportato oggi?-
            -Insomma…voleva cospargermi con l’unguento tutto il corpo quel maniaco!-
            -Tranquilla se vuole continuare a lavorare sul progetto non succederà più, hai la mia parola!-
 
Senza Nome lasciò lo studio del Dottore con animo sereno, era meno spaventata per l’operazione ed era felicissima
 
perchè avrebbe potuto rivedere Alexei, non le sembrava vero, forse avrebbe potuto frequentarlo. Appena entrata nella
 
sua stanza si accorse di un biglietto sotto la porta.
 
            “Ci ho pensato molto bene, ho deciso di chiamarti come una cara amica del passato: Aliya. E’ un nome russo di origini arabe significa “Cielo”. Adesso per me sei Aliya, temo però che dovremo tenerlo solo per noi. Ci vedremo presto, appena ti sarai rimessa dall’operazione. Un bacio Alexei”
 
Senza Nome non ci poteva credere, strinse al petto quel biglietto come se fosse la cosa più bella che avesse mai
 
posseduto, oltre il bellissimo nome, era troppo eccitata per studiare, fece un salto mortale e cadde sul letto.
 
            -La signorina Rott mi perdonerà se stasera non studio trigonometria!- Disse a voce alta, ma un qualcosa dentro
 
di lei la fece mutare di animo, era stato troppo facile per essere vero, non poteva credere che una cosa così bella
 
potesse accadere a lei, tornò subito seria e per non pensare troppo all’accaduto si mise a studiare.
 
Intanto nello studio del Dottore.
            -Allora Petrov le hai lasciato il biglietto?-
            -Sì signore!-
            -Hai visto che ti avrebbe notato prima o poi?-
            -Sì signore, ma se non fosse venuta a lei parlarmi, mi sarei fatto avanti io!-
            -Come vedi è tosta e ricordati non è una stupida, le dirò che sappiamo del tuo biglietto, ma che sono riuscito a darle un po’ di privacy-
            -Non temete signore eseguirò i vostri ordini alla lettera-
            -Bene. Ma dimmi sinceramente, ti piace l’ibrido?
            -Sono sincero…un po’ mi spaventa ma è molto bella, non sarà un sacrificio darle attenzioni, non si preoccupi!-
            -Ricordati che è una missione e che non dovrai affezionarti! E’ nostra proprietà, non potrà mai avere una storia sentimentale, tanto meno una famiglia sua-
            -Non si preoccupi ho una fidanzata e sono legato a lei con promessa di matrimonio-
            -Ti disturba tradire la tua fidanzata?-
            -No signore e poi sono ordini, un vero soldato rispetta sempre gli ordini!-
            -Molto bene, ne va anche della tua carriera…- il Dottore voleva chiarire quanto fosse determinante il compito del giovane e doveva comprendere bene le conseguenze se avesse fallito o se si fosse rifiutato.
            -Ti raccomando di usare molto tatto con l’ibrido, dopo l’operazione non sarà facile avvicinarla, la psicologia femminile è molto difficile, si sentirà brutta senza capelli, quindi fatti vedere interessato ma lasciale i suoi spazi-
            -Sì, signore-
            -Adesso vai-
 
Il giovane lasciò la stanza. La piccola Aliya era caduta in un tranello ben congegnato e controllato, il Dottore avrebbe
 
preferito non darle nessun dolore, ma purtroppo era necessario per il processo di apprendimento, l’avrebbe aiutata a
 
maturare ed una delusione l’avrebbe resa restia alla ricerca di relazioni stabili. Senza Nome avrebbe in futuro
 
“donato” i suoi ovuli alla scienza, non poteva avere un vera relazione e una famiglia sua, lei era un esperimento,
 
un’arma potente.
 
P.S. Ciao a tutti!
Quindi il Protello è una proteina aliena che una volta soldificata ha la consistenza del metallo. Man mano scopriremo cosa sa fare Senza Nome o meglio Aliya, finalmente un nome ce l’ha, anche se l’hanno incastrata bene bene. Inoltre abbiamo scoperto dove siamo e cioè in Sudafrica, se volete immaginare Aliya come una giovane Charlize Theron (attrice sudafricana) diciamo con forme un po’ più pronunciate fate pure :-P
 
Grazie a voi lettori silenziosi che mi seguite, la storia evolverà man mano che Aliya maturerà e si renderà conto delle sue potenzialità.
Spero recensirete…
Un grazie particolare va a La Krypteia che mi ha fatto la prima recensione! Vi adoro ragazzi ^-^
Altair
 
   
 
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