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Autore: kikka_67    27/06/2015    1 recensioni
Mi chiamo Rachel, sono una fotografa, una freelance se volete, quella che volgarmente viene anche indicata con un nome antipatico e obsoleto, sono una paparazzo. E’ da due giorni che “inseguo” discretamente la moglie bionda di un ricco magnate della finanza. Sembrerebbe la solita storia, una bella donna annoiata con un ricco marito molto occupato che intreccia una relazione clandestina con un uomo disponibile a …colmare le mancanze del suo illustre consorte. Fin lì tutto chiaro, una storia trita e ritrita nella sezione del gossip di un qualsiasi giornale, se non fosse che quell’uomo incauto che subisce il fascino datato della donna è un calciatore molto famoso, sulla cui vita sentimentale non si ha notizia alcuna….. finora....
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Dopo una meravigliosa dormita ristoratrice mi sono  vestita in tempo record ansiosa di passeggiare vicino al lago.  La casa è immersa nel silenzio e la luce dell’alba illumina appena le stanze.  Scendo le scale senza le scarpe per evitare di  far rumore, ma  quando arrivo in cucina trovo un bel disastro ad aspettarmi.
Nella notte i vermi avevano trovato una via d’uscita dal contenitore dove  erano rinchiusi  e si erano sparsi su tutto il bancone della cucina e  alcuni allegramente banchettavano sul cesto della frutta. Dopo aver ripulito tutto e rinchiuso i fuggitivi vivi dentro una bustina, mi sono concessa una bella tazza di tea e una fetta della meravigliosa torta che ho trovato sul tavolo.

- Buongiorno… c’è un po’ di caffè anche per me? – chiede una vocetta assonnata.
- Buongiorno a te. Dormito bene? – non ha una bella cera, sembra reduce da una serata insonne.
- No, non proprio.  E tu? –  risponde sbadigliando,   sedendosi davanti a me.
- Benissimo grazie, questa mattina ero decisa a passeggiare vicino al lago ma, una colonia di vermi mi ha bloccata qui. – gli spiego indicando una bustina vicino al lavandino.
- Me ne ero dimenticato! Li hai catturati tu? –  sobbalza sorpreso cercando in giro qualche  segno del loro passaggio.
- Certo! Io andavo a pesca con mio padre e non svengo davanti ad un paio di vermetti. –
- Non ci credo… sai pescare?! – esclama felicissimo balzando in piedi.
- C-certo .. ma perché? –
- Andiamo! –

 

E così, sotto il sole pallido delle otto del mattino,  siamo in mezzo al lago sopra una barchetta  a due remi, io a prua e Tony a poppa. Nel frattempo che aspettiamo che anche i pesci si sveglino, ci siamo divisi un panino e della frutta. L’aria è meravigliosamente fresca e gli unici rumori che sento me li regala la natura che si risveglia  intorno a me. Che pace!
Uno strattone improvviso mi fa balzare  in piedi  per trattenere la mia canna, la barchetta oscilla pericolosamente, mi sono dimenticata  di essere sopra un guscio  di noce in mezzo ad un lago molto profondo. Anche Tony balza in piedi con uno strano luccichio  ferino nello sguardo.


- Per la miseria ha abboccato! – esclama Tony incredulo strappandomi di mano la canna.
- Ma cosa fai?! Ridammela!! .- sbraito cercando di riprenderla.
- Stai ferma!! Sei impazzita? Vuoi far ribaltare la barca?! –
- Ridammi subito la mia canna! Il pesce è mio!! Sono perfettamente in …. –

 

Nel momento in cui ho tentato di riprendermi la canna, Tony  si è sbilanciato per  dare  l’ultimo strattone per catturare il pesce  e inesorabilmente siamo finiti tutti e due in acqua. Risalgo in superficie infuriata, sputacchiando, pronta ad  urlargli contro, ma la sua faccia è talmente ridicola che inizio a ridere sguaiatamente. Per fortuna Tony è un uomo abbastanza sportivo e senza indugio si unisce alla mia risata.
 Quando usciamo dall’acqua però  in un attimo  la sua espressione cambia. Si è  girato verso di me per aiutarmi a risalire la sponda  ma i suoi occhi hanno indugiato forse un momento  di troppo sui miei vestiti bagnati. Se non  avessi visto il suo disagio  e  apprezzato il suo debole tentativo di trovare un qualsiasi  argomento  in grado di porre fine alla tensione sensuale che si era venuta a creare tra noi, forse, mi sarei adeguata al suo atteggiamento, ma l’ho visto.
Ho riconosciuto il desiderio nel suo sguardo e nei suoi gesti ansiosi  un riflesso del  suo turbamento.   Un attimo dopo  ero tra le sue braccia, non riuscivo a pensare a null’altro che a lui e alla sua bocca che si muoveva tenera sulla mia. Con mani malferme   sono riuscita a trovare  un varco tra i lembi della sua camicia bagnata,  la sua pelle che è meravigliosamente liscia,  sentirlo gemere mi fa perdere la testa. Mi stringo più forte a lui e mi abbandono alle sue carezze.

- Rachel… potrei chiedere ai vicini di chiudere  le  tende mentre ti spoglio ma non sarebbe una cosa facilmente realizzabile… - mormora baciandomi lievemente il viso.
- Voglio fare l'amore con te. E non potrei rinunciare a te neanche se lo volessi…..-
- E io non voglio che tu desista….. è da tanto che ti aspetto… - ammetto sorridendo.

 


Ci siamo incamminati verso casa mano nella mano.  Egoisticamente in quel frangente non c’era nulla di più importante di noi  insieme. Eppure  una parte di me era a disagio,  quella parte  che credeva fermamente nell’amicizia.  Con Sandy ho condiviso gioie e piccoli dolori, nottate sotto le stelle e vacanze spensierate.  Ho asciugato le sue lacrime quando era disperata e lei ha colmato  con tanto affetto i miei momenti bui.  Le voglio bene come ad una sorella.  Ma purtroppo ci  siamo innamorate dello stesso uomo.  Cosa farebbe lei al mio posto? Rinuncerebbe all’amore per salvare la nostra amicizia? 
Mi volto a guardare Tony e  poi le nostre  mani giunte, vale la pena  perdere un’amica per amarlo ? E in un attimo tutti i momenti passati insieme si affollano davanti ai miei occhi e si,  mi dico convinta, vale la pena  combattere per lui. Ma tenterò  anche di  difendere l’amicizia che mi lega a  Sandy. Se è una vera amica verrà scossa dai miei stessi scrupoli e quando avrà parlato anche con  Tony,  forse accetterà con animo più sereno la situazione. Ho detto forse, perché  la conosco  e so perfettamente che non la prenderà bene. 


   Seduto  davanti alla porta d’ingresso troviamo un vecchietto che scorgendoci,  accenna ad un saluto. Ecco un segno del destino, non posso fare l’amore con lui,  senza aver prima parlato  con Sandy, devo dirglielo, devo parlarle. E cosa dirle esattamente che mi lascia confusa e spiazzata. Sono attratta da Tony,  non solo da ciò che è,  il capitano più bello e sexy della storia dello sport,  mi piace perché si è mostrato  disponibile con i bimbi,  perché mi ha preparato la cena più volte  durante il mio infortunio, perché si lascia battere a scacchi e non si lamenta mai, perché abbiamo molte cose in comune e perché …… è lui. Mi sono stancata di mentire anche a me stessa, lo voglio vicino  e lo voglio solo per me.


- Oh salve Tony, la macchina è in ordine. Può partire quando vuole. – esclama ilare.
- Grazie Will. Buona serata.  – mormora piano  stringendogli la mano.
- Anche a voi. E’ stato  un piacere conoscerla signorina. – mormora cordiale.
- Ehm…. grazie. Buonasera. –

 

 


Mentre Will si allontana, mi volto a fissare il viso di Rachel, il suo sguardo è perso nel nulla  e l’espressione del suo  viso è seria,  preoccupata. La sento trasalire quando le prendo la mano e con riluttanza alza gli occhi per incontrare i miei. Non ha bisogno di spiegarmi cosa la rende così indecisa e cauta, da una parte sono felice che sia  una persona corretta, se lo è con gli amici, lo  sarà anche  con me. Se dessi retta al mio istinto, la porterei di sopra e l’amerei fino a farle dimenticare  i suoi scrupoli. Ma per una volta, forse per la prima volta da tanto tempo  non voglio essere la causa del  dolore altrui,   voglio rispettare i suoi sentimenti.

- Sbaglio a pensare che vuoi tornare a casa e parlare  con Sandy? – le chiedo accarezzandole una guancia.
- No, non sbagli.  Scusami. Devo parlare con lei.  –

 


L’ho lasciata davanti a casa  e salutata con un semplice abbraccio, le ho promesso che avrei aspettato una sua chiamata. Le voglio dare il tempo di parlare con la sua amica di realizzare bene il cambiamento radicale che la reciproca attrazione avrebbe recato  al nostro rapporto e forse ho bisogno di riflettere  anche io. Dopo Vanessa non ho più avuto una relazione stabile,  perdere la donna che pensavo divenisse la compagna della mia vita mi ha reso più insensibile, lo ammetto. Non cercavo né assicuravo particolari attenzioni né impegni. Volevo dimenticare. Divertirmi e null’altro. Ho avuto parecchie donne e ultimamente ero nauseato  della  vita che conducevo.
 Con Rachel mi è parso semplice e soprattutto spontaneo smettere  di esibire la maschera da bastardo pallone gonfiato esaltato di me stesso che mostravo in pubblico,  con lei era stato anche facile trattenere gli istinti puramente fisici perché sapevo  che  lei non era pronta. Le ho promesso che non sarei andato a cercarla… ma nulla m’impediva di fissare le sue finestre  per tentare di scorgerla. 

 


§§

 

Sono due giorni che non la vedo, due dannatissimi giorni che non mi chiama. E da due lunghi giorni che passo tutto il mio tempo davanti alla  finestra per controllare  la sua. Adesso basta!  Mentre busso alla sua porta la mia rabbia cresce e una miriade di parole dure m’ affollano la  mente. Non mi farò prendere in giro da una ragazzina!


- Ma si può sapere che cosa ti prende?? Vuoi buttarmi giù la porta? – sbraita infuriata senza degnarsi di salutare.  Se avessi colto sul suo viso un semplice cenno di tenerezza  mi sarei calmato, ma il suo atteggiamento  scostante mi fa uscire fuori dalla grazia divina.
- Faccio quello che voglio!  Dove sei stata? Sono due giorni che aspetto una dannatissima chiamata. Due giorni a spiare le tue finestre come un’idiota!!  Si può sapere che sta succedendo?  -  urlo avvicinandomi minaccioso.
- Sono appena rientrata  e ……. Ma perché mi sto giustificando? Ti avrei chiamato quando lo avrei ritenuto  più opportuno.  Io non sono una bambolotta a cui puoi ordinare cosa fare!! Ti chiamo se mi va di farlo! Chiaro?! –
- Chiaro!! Chiarissimo!! Perfetto!! Allora ci sentiamo… quando  lo riterrai opportuno e  ci vedremo se io lo riterrò necessario!! -  sibilo furioso prima di girarmi ed uscire da quell’appartamento sbattendo la porta.


§§

 

Sono un’idiota!

 

 Sono due settimane che me lo ripeto. Non avrei dovuto alzare la voce e aggredirla in quel modo. Non mi ha più chiamato e per una settimana non ho più visto neanche la sua auto, sembrava  che si fosse trasferita in un altro appartamento, in un’altra città. Poi all’improvviso è tornata, ha aperto tutte le finestre, ha fatto pulizie e  questa sera ha  organizzato  un party, lo so perché ho spiato finora tutti i suoi movimenti  così attentamente che potrebbe tranquillamente denunciarmi per violazione della  sua privacy.
    
La festa è  finita abbastanza presto e   tutti i suoi amici ormai sono  andati via, quando  l’ho vista scendere  in cortile con qualcuno che la teneva per mano, non ho esitato e mi sono precipitato  in cortile per  fingere di essere rientrato “casualmente” proprio  in quel momento.   L’ho vista sorridere dolcemente  e ricambiare un abbraccio affettuoso  mentre salutava il suo amico e ho visto il suo sorriso morire quando ha incrociato gli occhi con i miei.

- Ciao… - non posso lasciarla andare via senza provare a parlarle.
- Ciao. –
- Come stai? – chiedo avanzando di un paio di passi verso di lei.  Che fantasia O’Toole, tu si che  ci sai fare con le parole….  Dannazione!
- S-sto bene.  Scusami, sono stanca. Buon…. –
- Chi era quello? – chiedo senza riuscire a frenarmi.
- Non ricominciare con quel tono! Non hai nessun diritto di chiedere proprio un bel niente! Vedo che due settimane di calma non ti sono servite a nulla! –
- Rachel che cosa vuoi da me?! – sbraito esasperato.
- Se non l’hai capito finora è inutile che continuiamo a parlare! – sussurra mestamente  allontanandosi.

 


§§

 


Dopo tutto questo tempo ancora non mi crede! Ha preferito mantenere l’atteggiamento dell’uomo indignato e ferito  ma non ha compreso che quello di cui ho bisogno è solo la sua fiducia. Forse a causa dell’esperienza traumatica  che ha vissuto  con la sua ex fidanzata è  diventato così sospettoso ed  io lo capisco. Ma se  vogliamo che la nostra relazione funzioni, deve imparare a fidarsi di me. E Dio solo sa quanta fatica mi costa non correre da lui e buttarmi tra le sue braccia.


 Il confronto con Sandy è  stato traumatico,  ho chiesto a Tony di  lasciarmi il tempo necessario per parlarle con calma,  volevo spiegarle  che amavo il mio vicino di casa da tempo ma che in nessun caso mi sarei intromessa tra loro, ma  alcune volte succede di innamorarsi della persona giusta nel momento sbagliato. Ma Sandy non ha voluto ascoltarmi, mi ha accusata di aver tramato dietro le sue spalle per portarle via l'uomo, mi ha accusata di essere una persona falsa, un'amica indegna. Ma quello che più di tutto mi ha ferita è stata l’accusa  di essere sempre stata un’amica invidiosa della sua vita, un’amica  gelosa di lei. Forse ha ragione Sandy, mi sono ingannata per troppo tempo noi non eravamo amiche, forse non lo siamo mai state.

Avevo bisogno di stare da sola per riflettere e senza  indugiare  ho preso la macchina e sono andata dai miei. Ho pianto, urlato e parlato, parlato fino allo sfinimento.  Sono rimasta da loro per  una settimana e quando mi sono sentita pronta sono tornata a casa anche per affrontare finalmente i miei sentimenti per Tony,   lo amavo già  da tanto ma  non volevo ammetterlo   per paura di  far soffrire Sandy e Tony  e di soffrire io stessa, ma ho fallito miseramente, ho perso la mia migliore amica perché ci siamo innamorate dello stesso uomo.

 


Non ero riuscita  a  rilassarmi, neanche dopo un lungo bagno profumato.  Entro in camera nuda  senza accendere la luce e  mi avvicino alla finestra sperando e temendo di vedere l’ombra di Tony stagliarsi in una delle sue. E lui è lì, immobile, sembra aspettare.
La mia mano,  armata di una sua volontà,   si tende verso l’interruttore  e  preme il tasto.  Sono  perfettamente  cosciente  che adesso lui può vedermi.  Dopo qualche minuto spengo la luce.   Con la mente completamente  vuota  raggiungo ed apro  la porta,   insensatamente la lascio socchiusa e torno in camera ad aspettare.

I minuti passano lentamente e quando sento la serratura scattare inizio a tremare. Adagio   un’ombra si avvicina al mio  letto e per un attimo mi sfiora il dubbio atroce  che non sia Tony  a muoversi  nel buio accanto a me,  ma uno sconosciuto che finirà per aggredirmi. Invece sono delle mani delicate ad accarezzarmi e delle labbra dolcissime a sfiorarmi la pelle, un gemito dolente mi sfugge quando finalmente  i nostri corpi si toccano per la prima volta.
 Lo accolgo dentro di me con un sospiro  pago e in fondo al cuore sono felice di aver rischiato.  Tony si muove appena, vuole prolungare al massimo questo nostro primo contatto.  I  nostri gesti si susseguono decisi e teneri al contempo, le nostre mani vagano sul corpo dell’altro per conoscere,  accarezzando e invadendo ogni recondito dolce segreto  e le nostre labbra si cercano per cogliere il respiro dell’altro  e con esso  un brandello dell’essenza più intima  di quella parte dell’ anima che innalza il desiderio. I nostri sospiri e gemiti scandiscono   il  ritmo  di questa nostra  preziosa  danza  sensuale che ci lascia esausti e avvinti da potenti ondate di piacere.
 
  
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