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Autore: CassandraBlackZone    29/06/2015    3 recensioni
Tutto accade il 29 giugno del 2016, data in cui viene ritrovato il cadavere di Slenderman, leggenda metropolitana reputata da sempre una mera invenzione di Internet. Questa scoperta non può far altro che suscitare una curiosità tale da spingere un gruppo di scienziati a studiare il corpo della Creepypasta; curiosità che portò alla rovina la razza umana. Bastò una sola incisione e un potente virus si diffuse indisturbato in tutto il mondo confondendosi con l'ossigeno. Esso venne denominato CRP. Le conseguenze? Quando una Creepypasta muore, essa rinasce successivamente in un qualsiasi individuo in cui il virus si è ben sviluppato. Pur sapendo la sorte che l'attende, l'umanità è tenuta a proteggersi dai soggetti infetti, i quali sono destinati a seguire il loro istinto di uccidere.
Genere: Azione, Fluff, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Jeff the Killer, Nuovo personaggio, Slenderman
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Il consueto e assordante rumore della sirena notturna avrebbe svegliato da lì a poco l’intera mansione. C’era chi si svegliava carico di energie, pronto ed eccitato per la missione, urlando e correndo per i corridoi, e chi invece, come nel caso di Liu, avrebbe voluto restare a letto a dormire, ma purtroppo per lui, le luci abbaglianti dei fari che colpirono le finestre della sua stanza, lo obbligarono ad alzarsi. Il giovane assassino sbuffò portandosi una mano agli occhi incrostati di stanchezza.
«Che rottura…» preso il coltello sul comodino, lesse il display dell’orologio prima oscurato dalla lama: erano a malapena le tre del mattino. «Ma stiamo scherzando?! Decidono di attaccare ora? Che figli di…»
«Ehi! Belle Addormentate! Vedete di muovervi e alzarvi! Si gioca!» la fastidiosa risata di Toby al di là della porta non aiutò di certo il ragazzo a pensare che quella notte sarebbe stata diversa da tutte le altre. Girare per la foresta, trovare i soldati (o  poachers, come a loro piaceva chiamarli), ucciderli e tornare indietro. Era una routine quotidiana e noiosa, sicché il loro livello era nettamente superiore rispetto ad un insulso gruppetto in tuta mimetica. Perciò, pensava spesso Liu, qual è lo scopo di tanto affanno? Cosa spinge gli uni e gli altri a fare ciò? Istintivamente, il biondo iniziò a ridere lasciando che le sue suture si alzassero al di sopra degli zigomi, ricordandosi quella notte in cui sia la sua vita che quella di suo fratello minore Jeff cambiarono per sempre. «Che stupido che sono. È ovvio il perché…»
«Allora?! Liuuuu!»
«Dacci un taglio! Ora arrivo!»
«Volevo essere solo sicuro. Hai le tue cose?» ridacchiò Toby.
«Fottiti, Toby!»
«Ricordati di convincere l’altra mestruata! Il capo lo vuole. Almeno questa volta.»
Liu si grattò la nuca schioccando la lingua. «Sai bene che non è nelle condizioni di venire con noi!»
«Non dirmi che non siete riusciti di nuovo?» chiese sorpreso Toby.
L’altro sospirò.«Come sempre…»
«Oh… in tal caso… Vieni solo tu! Muoviti!»
Non appena sentì Toby venir trascinato via da Clockwork, Liu si vestì velocemente e, sistemata per ultima la sua sciarpa a righe preferita, si avvicinò al letto posto all’angolo della stanza, dalle lenzuola sudice di sangue e maleodoranti, su cui era adagiato Jeff. «Ehi. Io esco. Vedi di non svegliarti nuovamente nel tardo pomeriggio, ok?»
Nessuna risposta o lamento da parte del ventenne dai capelli corvini, solo un gesto confuso con la mano. Più che sufficiente per Liu.
«Senza troppe storie, al mio ritorno vedi di farti iniettare la Dose, hai capito?»
«Fottiti, Liu. Vattene» rispose aggressivo Jeff.
«A presto. Fratello» onde evitare l’intero repertorio di insulti a suo nome, Liu uscì dalla stanza, senza minimamente sapere che ad aspettarlo fuori c’era Slederman, accompagnato da Masky e Hoodie. L’uomo senza volto, vestito col suo abituale completo nero, si avvicinò al biondo dagli occhi color prato. La sua mastodontica altezza che incuteva paura ogni vittima al suo cospetto prima di ucciderla, era invece per Liu una sorta di figura paterna intenta a rincuorare il proprio figlio.
«Oh, Slenderman.»
«Liu, ragazzo mio. Va tutto bene? C’è qualcosa che ti turba?» nonostante fossero già passati cinque anni dal suo arrivo e quello di Jeff, Liu non era ancora abituato a vedere Masky usato come intermediario da Slenderman. I Proxies erano ancora un mistero per lui.
«Ecco… no, sono solo stanco. Insomma… di solito non attaccano a quest’ora.»
«Non te lo biasimo, figliolo. In effetti è vero. È la prima volta. Che mi dici di Jeff? Sta meglio?»
«Vorrei tanto dirlo, ma… non si è ancora ripreso. Dopotutto lui…»
«Pazienta, gli passerà. Non pensarci. Ora raggiungi gli altri, la tua presenza è richiesta.»
«D’accordo» fatto un leggero inchino, Liu si apprestò a raggiungere l’uscita correndo.
«Notevole. Non trova, signore?» disse Hoodie annuendo. « È qui da soli cinque anni e si è già integrato. Per non parlare del suo CRP, si è diffuso nel suo corpo senza problemi.»
« È un ragazzo sveglio, ma ancora insicuro. È convinto che tutto questo non abbia un senso, quando in realtà ce l’ha» Slenderman ricordava bene il primo giorno in cui i due fratelli arrivarono nella foresta. Mosso dal suo istinto, Liu riuscì a raggiungere la reggia, tenendo sottobraccio il fratello incontrollato. Visibilmente impaurito, arrabbiato e confuso, ma pur sempre consapevole di ciò che sarebbe successo a loro da quel giorno in poi. « È solo questione di tempo.»
«Per quanto riguarda Jeff, avrei qualcosa da ridire…»,continuò Hoodie,«Voglio dire… parliamo del CRP di Jeff.»
«Sono sicuro che anche il CRP di Jeff verrà accettato dal suo sistema immunitario. Bisogna solo aspettare.»
«Poco importa, no? Sa bene che fine hanno fatto i precedenti Jeff a partire dal 2016. Hanno tutti passato la fase di quello attuale e poi sono deceduti. Non sarà una grave perdita.»
«No. Sono sicuro che con la nuova formula della Dose le cose cambieranno.»
«Se lo dice lei. Sa, signore, ho notato che ultimamente è di buon umore»,obbiettò Hoodie,«Non che la cosa mi dispiaccia, ma è… insolito.»
«Insolito, dici? È possibile, Hoodie, ma non fraintendere. Oggi sono così perché è arrivato il momento. Capisci cosa intendo
«Oh, davvero? Caspita, ha ragione. Come vola il tempo. Ora si spiega il suo buon umore. Quindici anni. Pensa che lei sia pronta?»
«Non lo penso. Io lo so. Forza, devo essere pronto per le dieci.»
 
 
Dietro ad ogni albero, intento a confondersi con la natura circostante, c’era sempre un poacher pronto ad attaccare, ma prima che potesse accoltellare o sparare, il suo braccio veniva tagliato di netto o strappato brutalmente da lame, artigli e potenti morsi, senza pietà. Liu, a differenza dei suoi coetanei assetati di sangue, operava in modo diverso: ogni volta che un soldato gli si presentava davanti, puntava ai tendini delle caviglie così da impedirgli di scappare o tagliava i polsi con fenditure abbastanza profondi tali da fargli cadere le armi. Dopo aver passato due anni di duro allenamento, il giovane killer aveva capito che durante quelle notti la morte non era l’unica soluzione e che sarebbe bastato fermare o  rallentare il nemico. Non voleva uccidere. Non più. Non lo riteneva necessario. Fino ad allora la sua condotta non lo aveva mai deluso; fino ad allora, per l’appunto.
Convinto di poter agire allo stesso modo, Liu era pronto a cogliere di sorpresa l’ennesimo poacher, ma inaspettatamente si ritrovò un ascia conficcata nella spalla.
«Ma… come?» mosso dal dolore, Liu indietreggiò senza perder di vista il profilo in posizione d’attacco del soldato.«Merda. È veloce.»
«Che bello. Ho catturato Homicidal Liu» soddisfatta e compiaciuta, una ragazza adolescente uscì dall’ombra e si spostò sotto la luce della luna. A prima vista pareva avere poco più di diciotto anni. «Tornerò con una bella preda.»
«Guarda che ancora non mi hai preso» cercò di scherzare il biondo, tenendosi con una mano la spalla ferita. Il suo unico pensiero, più che fuggire, era fare in modo che la ragazza non si avvicinasse troppo a lui. Qualora Liu avrebbe estratto l’arma, la vita della giovane sarebbe stata in grave pericolo e ciò non lo poteva permettere.
«In quelle condizioni non potrai fare molto. Sei spacciat-…»
«Oh, tu credi?» un’insana risata riecheggiò nell’aria. La rossa iniziò a tremare e lasciar cadere la seconda ascia vicino ai piedi.
«Oh, no... non ora, no!» urlò Liu, riconosciuta la voce.
Disarmata, la ragazza si ritrovò a mezz’aria e ad annaspare in cerca di aria, poiché la sua gola era saldamente stretta da un arto informe, incolore e sproporzionatamente lungo. I suoi occhi erano costretti a rimanere aperti davanti ad una fila di denti seghettati e affilati di un clown dagli occhi di ghiaccio.
«Peek-a-boo, mocciosa!»
«Laughing, fermati! Non farlo!»lo implorò Liu.«Non c’è bisogno di ucciderla! Ti prego!»
«Vedi di non rompere, ragazzino. Lasciami divertire un po’» gli rispose Jack, ridendo e arricciando il suo naso appuntito. Le lacrime rigarono copiosamente le guance della ragazza.«Oggi mi sono annoiato parecchio. Credo… che per una volta cambierò modalità! Ah! Ho trovato» L.J. allungò l’altro braccio per prendere Liu.
«Ehi! Aspet-… che vuoi fare! Ahia!»
«Stai buono, Liuccio. Fra poco non sentirai più dolore.»
«Cosa?! No! Non farlo!» comprese le intenzioni del clown bianco e nero, Liu cercò di liberarsi dalla presa senza risultati: era troppo forte. «Ehi tu! Non stare lì imbambolata! Scappa, maledizione! Scappa!»
La ragazza era come ipnotizzata. Pur sentendo la voce di Liu, l’unica sua risposta era uno sguardo assente, quasi senza vita e di rassegnazione.
« Siete Pronti? Via!» coi l’aiuto dei suoi denti, Jack strappò con forza l’ascia. Liu urlò a pieni polmoni, mentre il suo sangue nero e denso come il catrame schizzò dallo squarcio e bagnò interamente la giovane soldatessa, che, assieme al biondo, iniziò ad urlare di dolore.
«NO!SMETTILA!» implorò Liu.
«Uhhhh guarda come si scioglie! Non è fantastico? Adoro come il nostro sangue infetto reagisce su qualcuno» la risata nauseante di Jack, coprì le richieste d’aiuto di lei soffocate dal suo stesso sangue.
Liu chiuse gli occhi, poiché non voleva assistere a quella morte orribile. Quando le sue sofferenze cessarono, il giovane killer poté riaprirli. Ai piedi del clown, non rimase che una poltiglia nera ribollente.
«Oh, che peccato. È finito in fretta» disse deluso L.J. «Uffa…»
«Tu… non stai bene» disse a denti stretti Liu, furioso.«Ti avevo detto di non farlo! Lei era mia!»
«Oh certo! Era tua perché tu volevi “ucciderla”, ma fammi il piacere! Novellino!»
«Nov-… io non sono un novellino!»
«Come no! Pensi che io non abbia capito il tuo giochetto da quando sei con noi, eh? Pensi che sia così stupido? Giovanotto, io non sono diventata una Creepypasta ieri!» la serietà con cui Jack parlò a Liu, lasciò senza parole quest’ultimo, riuscendo comunque a ribattere. « Io… non voglio ucciderli.»
«E invece devi farlo. Non hai alternative.Tu sei Homicidal Liu, non più Andrew Gaver e…»
«Lo so!» lo fermò Liu prima che potesse continuare. «Lo so» ripeté con più calma.
«Bene. Se hai capito, vedi di compiere il tuo lavoro e io non ti chiamerò più novellino. È un buon affare, non pensi? Prima però, devi farti curare quella brutta ferita.»
 
A tutti i soldati. Ritirata. Ripeto: ritirata! 
 
«Ma sentili. Tempismo perfetto. Battono nuovamente in ritirata. Allora possiamo tornare indietro. Forza.» Liu obbedì e si limitò a star dietro al clown senza proferir parola. Per quanto gli infastidisse il suomodus operandi, Liu non poteva trasgredire un ordine di un CRP più anziano di lui.«Ah, un’altra cosa, Liu. Sai che giorno è oggi?»
«Giorno? È… il 29 giugno. Perché?»
«Per essere più precisi è il 29 giugno del 2066. Buon CRP-Anniversario, Liu.»
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE:
Cosa stia partorendo la mia mente in questi giorni, proprio non lo so… Forse è dovuto al fatto che stia vivendo il momento peggiore della mia vita, ovvero la maturità? Ebbene sì… non ho ancora finito… se tutto va bene finisco il 4 luglio… ma nonostante tutto, la voglia di scrivere non mi ha abbandonato.
Pur avendo iniziato a scrivere Diario di una sopravvissuta, ff dedicata a Jeff the killer, ho voluto iniziare una seconda storia dedicata a un po’ tutte le Creepypasta. Perché ora? Semplicemente ne avevo voglia.
Spero di non avervi annoiato e di non avervi confuso le idee. Più avanti le cose avranno più senso. Credo.
A presto.
 
Cassandra

   
 
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