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Autore: bicorn    29/06/2015    6 recensioni
Alla fine il suo rapporto con Sam era sempre stato un susseguirsi di step, che si susseguivano tra di loro in maniera inevitabile e scontata.
Migliori amici, coppia, fidanzati e ora il matrimonio. A volte pensava a quanto si sarebbe dovuta sentire diversa, a quanto avrebbe dovuto bruciare d’amore per lui ogni volta che questo puntava i suoi occhi verdi nei suoi, pensava che avrebbe dovuto bruciare di passione ogni volta che facevano l’amore e pensava che avrebbe dovuto bruciare di gelosia quando le sue amiche facevano le stupide oche con lui.
Le sarebbe dovuto mancare il fiato. Ma non era così.
Ogni volta che era con Sam, provava solo un grandissimo affetto per lui. E le bastava, almeno così credeva.
Fino a quel giorno.
//FF interamente basata sul film "Imagine me and you." Per grandi linee seguirà la storia del film.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Noah Puckerman/Puck, Sam Evans, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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No, non mi sono dimenticara della ff. Non potrei mai.
Inizialmente avevo intenzione di dividere il capitolo in due parti, ma ho preferito postare un capitolo lungo piuttosto che metterne uno piccolo per poi farvi aspettare una settimana per un altro capitolo ulteriormente piccolo.
Come vedrete, una scena l'ho totalmente cambiata, ed è una cosa che vorrei fare spesso. D'altronde, la ff risulterebbe abbastanza pallosa se tutte le scene fossero uguali a quelle del film, no?
E ho inserito Finn come personaggio perche beh, anche se dice una sola battuta, ho sempre voluto inserirlo in una delle mie ff. :)
Lo so, mi sto dilungando troppo (come sempre hahaha) vi lascio alla lettura, e ovviamente fatemi sapere cosa ne pensate.
P.S. Probabilmente non c'entrerà assolutamente nulla (o forse si), ma comunque #LoveWins ancora una volta, e sarà sempre così.
 



Caffè.

Quello di cui Santana aveva bisogno quella mattina era un gran tazzone di caffè nero e bollente se voleva riuscire a superare quell'ennesima giornata di lavoro.

La verità è che Santana odiava il suo lavoro. Cioè, amava i fiori, sin da quando era bambina.

Ma in un lavoro come il suo, dove aveva a che fare ogni giorno con imbecilli che non capivano nulla di fiori e che si recavano da lei come se fosse il genio della lampada dai tre desideri da esaudire..un lavoro come quello era snervante. Bisognava avere tanta pazienza per avere a che fare con tutte quelle persone tutti i giorni, e Santana di pazienza non ne aveva affatto. Soprattutto quel giorno.

Poggiò la testa sul bancone e socchiuse gli occhi. Aveva un disperato bisogno di un sonnellino (la notte scorsa non era riuscita a chiudere occhio, e non riusciva a spiegarsi il perché.)

E poi non avrebbe fatto del male a nessuno se avesse chiuso gli occhi solo per cinque minuti..

“Buongiorno!” Ecco, appunto.

Santana alzò di scatto la testa e si ritrovò davanti l'uomo più strano che avesse mai visto. Era bassissimo, con la pelle scura e qualche residuo di capelli, che probabilmente portava un tempo, ai lati della testa. Le occhiaie che circondavano i suoi occhi erano così scure e marcate che Santana si chiese da quanto quell'uomo non dormisse. Sembrava essere di fretta, e nervoso. Praticamente un toccasana per il suo umore già nerissimo.

“Sono qui perché mi servono dei fiori” Santana alzò un sopracciglio “è la mia ultima possibilità, la prego! Mi dia una mano!”

Santana si alzò borbottando qualcosa sui geni delle lampade e sui desideri e si avvicinò all'uomo.

“Che ne dice di..”

“Cosa sono queste? Rose rosse? Qual è il loro significato?”

Santana si mise le mani in tasca e si appoggiò al bancone. Sarebbe stata una luuuunga giornata.

“Significano amore.”

“Fantastico, le prendo!”

“E fedeltà..”

“Come non detto allora.”

Santana alzò gli occhi al cielo.

“Se è l'ultima occasione devo trovarle qualcosa di spettacolare allora” disse con tono piatto e annoiato.

Impegnata com'era-più che altro esasperata, la ricerca del fiore perfetto andava ormai avanti da 15 minuti- non si rese conto che qualcuno bussò alla porta.

Questo qualcuno si schiarì la gola per attirare la sua attenzione e poi si decise a parlare “Uhm..ciao.”

Santana avrebbe riconosciuto quella voce tra mille.

Si girò di scatto, rischiando di far cadere un vaso di peonie per terra, e puntò i suoi occhi in quelli azzurri di Brittany Pierce-Evans. Solo in quel momento si rese conto quanto le fosse mancata.

“Oddio, ciao!” Santana finalmente sorrise, il primo sorriso della giornata, e Brittany le sorrise a sua volta arrossendo.

Per qualche secondo rimasero semplicemente così, a guardarsi negli occhi e a sorridersi inebetite senza sapere esattamente cosa dire. Era strano. Ma piacevole.

“Io ero venuta per..ringraziarti? Credo..cioè..” Brittany ruppe il silenzio e iniziò a balbettare frasi sconnesse tra loro, facendo allargare ancora di più il sorriso di Santana.

“E' stato un vero piacere.”

Brittany arrossì di nuovo. Ma non distolse lo sguardo.

Rimasero ancora in silenzio per un po', poi l'omino di poco prima, che adesso era fuori al negozio, bussò sulla vetrina per attirare la loro attenzione- Santana si era completamente dimenticata della sua esistenza. Se non addirittura, si era dimenticata dell'esistenza di tutto il mondo circostante.-

“Quali sono i tuoi fiori preferiti?” Domandò a Brittany come se nulla fosse.

Lei gli sorrise e rispose senza pensarci nemmeno per un secondo “sono i gigli.”

Lui sembrò pensarci un attimo poi tornò alla sua ricerca.

Santana, ormai esasperata dall'uomo, dalla giornata, e dal suo lavoro, prese il primo fiore che le capitò sotto mano “che ne dice di questo? L'uccello del paradiso?”

L'uomo la guardò scettico “Illustrami.”

“Il vero nome è Strelitzia Reginae, dal nome della consorte del re Giorno terzo..” Santana iniziò a spiegare significato e origine del fiore con gli occhi che le brillavano, mentre Brittany la guardava con occhi e bocca spalancata. Avrebbe potuto ascoltarla per ore. Ma a quanto pare l'uomo non era della stessa idea.

“Si, ok, smetti di parlare” e detto questo tornò alla sua ricerca.

Brittany, che era rimasta ancora con la bocca aperta, tornò in se e senza giri di parole le chiese “vieni a cena con me.”

Santana assunse l'espressione più buffa che Brittany avesse mai visto e sarebbe scoppiata a ridere se non fosse per-l'inspiegabile- nervosismo che cresceva in lei.

“Cioè, non con me..voglio dire, da me, da noi..insomma” balbettò ancora una volta.

Santana le sorrise dolcemente. “Mi piacerebbe.”

“Sul serio? Voglio dire, fantastico! Ti scrivo l'indirizzo..”

Dopo che le ragazze si erano accordate sul luogo e sul giorno, stavano per salutarsi, quando tornò l'omino-che diavolo ci faceva ancora lì?!- con in mano un piccolo cactus dalla forma piuttosto ambigua.

“Eccolo! Il fiore della mia ultima chance! Grazie, augurami buona fortuna” le lasciò i soldi e andò via ancora prima che Santana potesse rispondere.

 

-

Brittany attraversò il pianerottolo di casa sorridendo e salutando chiunque incrociasse la sua strada, guadagnandosi più di uno sguardo sconcertato. Insomma, era vero che Brittany Pierce era conosciuta per essere sempre stata quella gentile e carina con tutti (e questa era una delle prime cose che Sam aveva amato di lei), ma quel giorno era particolarmente gentile e carina, e se avesse continuato a sorridere in quel modo, le sarebbe sicuramente caduta la mascella. Non sapeva neanche perché si sentiva in quel modo. A dire il vero, non si sentiva in quel modo da tanto tempo (osrebbe addirittura dire che in tutta la sua vita non si era mai sentita così.)

Scartò immediatamente l'idea che il suo umore dipendesse dalla visita che aveva fatto quella mattina alla latina (dopo aver conosciuto Santana, si era resa conto di quanto le latine fossero dannatamente eccitanti carine.)

Inserì la chiave nella toppa della porta ed entrò urlando “Amoreeeee, sono a casa!”

Niente. La casa era immersa nel silenzio più assoluto.

Attraversò l'ingresso e la cucina per poi appoggiarsi allo stipite della porta del salone e osservare la scena che le si presentava davanti. Sam, Puck e Finn (i due storici migliori amici del marito) erano spaparanzati sul divano e avevano gli occhi incollati alla tv.

“Andiamo..andiamo..” Sam strinse il telecomando che teneva tra le mani e si sporse in avanti per seguire meglio la partita di calcio.

“Passa quella dannata palla!” Sbraitò Puck alzandosi in piedi.

Brittany si schiarì la gola. Niente. Nessuno la degnò di uno sguardo.

“Scusate?! Disturbo per caso?”

Sam si girò-finalmente-verso di lei e scattò in piedi per correre ad abbracciarla “scusami amore, non ti avevamo proprio sentito.”

Brittany sorrise e gli diede un bacio sul naso “a quanto pare sei l'unico ad averlo fatto.”

“Già..” Sam si girò a guardare la tv “sai, è una partita importante e..”

“Non preoccuparti, mi metterò in un angolino del divano e non disturberò.”

Sam le sorrise e le lasciò un bacio sulle labbra “sei la moglie migliore del mondo!”


Un'ora più tardi Brittany cominciava a stancarsi. La partita sembrava non finire più e il marito non si decideva a degnarla di attenzioni. E per di più non riusciva a togliersi dalla testa il sorriso di una certa moretta che ormai invadeva i suoi pensieri dal giorno del suo matrimonio.

Si aggrappò al braccio di Sam e poggiò la testa sulla sua spalla “Sammyyy...”

“Mhmh..” sguardo ancora incollato alla tv.

“Sai..oggi sono stata dalla fiorista..”

“Dalla fiorista?”

“Si, sammy” Brittany sbuffò, come se fosse scocciata del fatto che Sam non si ricordasse dell'esistenza di Santana “Santana”

“Ma Santana non è la ragazza che ha lasciato in bianco Puck al vostro matrimonio?” Domandò Finn, parlando per la prima volta. Ovviamente senza staccare gli occhi dalla tv.

“Ehi, non mi ha lasciato in bianco! Semplicemente vuole fare la difficile, ma non ha capito che quando Puckzilla trova la sua preda, non le lascia scampo!”

Brittany alzò gli occhi al cielo “dio Puck, sei un'idiota! E pensare che l'ho invitata a cena per te!”

“Che? Per me?”

Sam si girò finalmente a guardarla “cucino io, se ti va..”

“NO!” Esclamarono Puck e Brittany in coro, provocando la risata di Finn.

“Brutti ingrati..” borbottò Sam imbronciato, riportando lo sguardo sulla tv.

Brittany incastrò la testa nell'incavo del collo del marito ed inspirò il suo odore. Stranamente, e soprattutto per la prima volta, non era quello l'odore che voleva sentire.

“Sai, è strano..”

“Cosa?” Domandò distrattamente Sam, senza ascoltarla realmente.

“Al suo negozio, stamattina..è che..” chiuse gli occhi ed inspirò nuovamente, delusa di non trovare ancora quell'odore “ti è mai capitato di conoscere qualcuno e sentire che farete subito amicizia?” Brittany aveva ormai lo sguardo perso nel vuoto, con il corpo lì ma con la mente da tutt'altra parte.

“Mhmh..” Sam annuì col capo “si amore, capisco..”

“E' come se fosse scattato una specie di click” continuò Brittany, senza prestare più attenzione al marito.

Poi alzò il capo di scatto, come colta da un'improvvisa illuminazione “tu credi nelle anime gemelle, Sam?”

Sam si voltò a guardarla stranito e Brittany puntò i suoi occhi azzurri in quelli del marito. Perché non sentiva più nulla?

(Aveva mai sentito qualcosa?)

Brittany scosse la testa, come per scacciare tutti quegli assurdi pensieri e Sam annuì con lo sguardo ancora confuso, per poi riportare l'attenzione sulla partita.

Lei amava Sam, era sempre stato così, sin dai tempi del liceo.

E allora cos'era quella straziante ma allo stesso tempo piacevole sensazione che avvertiva alla bocca dello stomaco ogni volta che anche solo pensava a Santana?

“PASSA QUELLA DANNATA PALLA!” Sbraitò nuovamente Puck, alzandosi di scatto e facendo rovesciare a terra la ciotola colma di pop corn che si trovava di fronte al tavolino della tv.

  
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