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Autore: Ellyna_Mel    15/01/2009    5 recensioni
Sorrise. Era arrivato il momento di giocare un po’. Aveva sistemato la sua Bambola su una seggiolina bassa, con un bel vestito nuovo, ed era pronto a servirle del tea caldo. Perché c’era solo una cosa che interessava il Bambino, i giocattoli, e in particolare le sue Bambole. Quelle non erano giochi comuni, le custodiva gelosamente, non le faceva vedere a nessuno, e le teneva nella Dimora fino a che non si rompevano. Perché purtroppo, le Bambole avevano il grande inconveniente di essere molto fragili.
Genere: Dark, Drammatico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matt, Mello, Near
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Salve a tutti!
Bene bene… come avevo già anticipato ad alcune “ colleghe” del TMPCP, ha inizio una nuova fan fiction firmata Elly & Lolly!
“The toys room” è una storia che avrei voluto scrivere già un po di tempo fa… ma purtroppo non ero sicura che sarei riuscita a “metterla in piedi” da sola… e così mi sono rivolta alla mia ormai collaboratrice di fiducia, la Lolly! <3 ( Lolly ti adorooo!!!!) e dalla nostra collaborazione… ecco una nuova storia sulle orme di “R.H” ( che, state tranquilli, aggiorneremo!).
Ma adesso basta…niente spoiler! XD
Buona lettura!







† The Toys Room †



Prologo

C’era una luce fioca in quella stanza. Avrebbe sicuramente potuto essercene di più, ma il Bambino non voleva. Andava benissimo così, le candele facevano l’atmosfera giusta. Gli erano sempre piaciute, le candele.
Sorrise. Era arrivato il momento di giocare un po’. Aveva sistemato la sua Bambola su una seggiolina bassa, con un bel vestito nuovo, ed era pronto a servirle del tea caldo. Perché c’era solo una cosa che interessava il Bambino, i giocattoli, e in particolare le sue Bambole. Quelle non erano giochi comuni, le custodiva gelosamente, non le faceva vedere a nessuno, e le teneva nella Dimora fino a che non si rompevano. Perché purtroppo, le Bambole avevano il grande inconveniente di essere molto fragili.
< Spero sia di tuo gradimento il nuovo vestito che ti ho regalato... Desideri dell'altro tea, Halle-Doll?> sussurrò a voce bassa alla Bambola dai capelli dorati che stava davanti a lui. Era una delle sue bambole preferite, una delle più rare... Aveva veramente faticato per riuscire ad ottenerla, a farla sua. Aveva tanto lottato, ma alla fine si era arresa. Esattamente come tutte le altre.
I biondi capelli le ricadevano sulle spalle, coperte dalla seta nera del vestito nuovo che il Bambino aveva provveduto a donarle.
Le braccia ricadevano sul tavolinetto in legno. Lo sguardo puntato nel vuoto... Dopotutto era solo una Bambola.
Le avvicinò, fissandola con le iridi di carbone, alle labbra la tazza fumante di tea. Era bollente.
Il piccolo poté notare gli occhi di ella tremare, producendo piccole gocce trasparenti che ricaddero giù dalle guance.
La Bambola piangeva.
< Oh oh! Ma cosa fai? Le Bambole non piangono, perché sono finte... Magari sei difettosa...>
Nel pronunciare tali parole fece gocciolare lentamente il liquido bollente sulle labbra di lei. Il tea percorse il candido corpo facendolo arrossare lungo tutto il percorso.
Lievi gemiti misti a dolore. Dolore che ella tentava di celare dietro ad un falso sorriso.
Allora il Bambino si alzò di scatto rivolgendole uno sguardo di puro disprezzo. Era decisamente più basso del suo giocattolo, e vestito buffamente, tutto di bianco. In lui tutto era latteo e irreale, a partire dai riccetti candidi da angelo fino alle punte delle dita delicate e infantili… Ma il suo fisico non gli impedì di strattonarla per la veste nera facendola cadere a terra.
< Devi avere qualche cosa che non va... Ma non preoccuparti, adesso ti aggiusto io, non temere...>
Immobile sul pavimento, osservò il suo padrone allontanarsi per qualche istante, tornando poi con un'altra sua simile trascinata a forza per il colletto.
La lasciò andare facendole ricadere la testa sul pavimento. Anche questa non accennava a muoversi, ma non dava nemmeno il minimo segno di vita come invece, purtroppo, aveva fatto lei.
Vide il suo padrone, questa volta, armeggiare con uno strano oggetto luccicante, tipo una lama.
< Dunque... Questa è Takki-Doll... Era la mia Bambola preferita prima di te, un buon modello, non ci sono dubbi... Non mi ha mai dato problemi lei, a differenza di te, però... Se riuscissi a concentrare le sue funzioni con il tuo corpo magari potrei ricavarne qualcosa di meglio, penso...>
La Bambola seduta non si scompose. Poteva parere immobile, come se non avesse sentito, ma in realtà non era così. Un osservatore attento, un osservatore come il Bambino, avrebbe notato immediatamente che aveva incominciato a tremare. Erano piccoli sussulti quasi impercettibili… Perché se solo la Bambola ne avesse ancora avuto la capacità, avrebbe urlato di terrore…
Il piccolo boia non rimase con le mani in mano. Abbandonata a terra la minuscola tazza in ceramica mal decorata come solo un oggetto giocattolo vecchio di anni poteva essere, piantò il coltello che aveva in mano direttamente nel petto della figura stesa a terra. Una figura che doveva essere morta da tempo.
La Bambola l’aveva capito, anche perché le sue narici riuscivano ancora a percepire debolmente un filo di fetore putrido che fino al momento in cui quel demonio travestito da creatura innocente non aveva portato nella stanza quella cosa non c’era.
Nel frattempo l’altro sembrava scavare facendo uno strano frushfrush inquietante, senza curarsi di niente, ne del sangue nero e denso che gli ricopriva le mani pallide anche a quella fioca luce, ne del modo terribile con cui stava macellando quella cosa… No, lui non provava mai niente. Niente.
Ad un certo punto, ne tirò fuori (e si poteva intuire un ghigno soddisfatto dietro la maschera atona del suo volto coperto di ombra) un organo sanguinolento, una viscera avariata e violacea, che sapeva solo di morte…
La Bambola bionda chiuse gli occhi, aspettando la fine. Voleva che arrivasse in fretta, voleva solo questo. Nessuno avrebbe potuto salvarla, lo sapeva. E quel pazzo non si sarebbe mai fermato. Perché lui era il Bambino, e i bambini non sono consapevoli delle azioni che compiono…

Quando il Bambino ebbe finito la sostituzione dei circuiti della bambola bionda, si occupò dell’altra, anch’essa nelle medesime condizioni… Come poco prima, la riprese per il colletto del vestito trascinandola via, ormai inutilizzabile.
Tornò allora da Halle-Doll, la sua prediletta con un sorriso tra il sadico ed il pazzo stampato sulle labbra.
< Come ti senti ora, Halle-Doll? Va meglio, vero? Non sono stato bravo?>
La bambola non mosse un muscolo. Gli occhi vitrei serrati.
< …>
La smosse un pochino per vedere se riprendeva le proprie funzioni, ma nulla…
< Oh! Si è rotta!> constatò infine notando distrattamente di non essersi ricordato di ricucire la stoffa, e che questa era macchiata di uno strano e denso liquido…
Piccolo errore di distrazione, poteva accadere ogni tanto, dopotutto… Anche se gli dispiaceva un po’ per la sua Halle-Doll, lei gli piaceva tanto!
Forse era l’ora di concedersi un riposino, giusto il tempo per pensare a come ottenere un nuovo giocattolo che sostituisse quello ormai rotto. Uno che era bello uguale.
Il Bambino si allontanò lentamente. Le impronte dei suoi piccoli piedi stampate sul parquet erano di un rosso acceso.
  
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