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Autore: Destyno    01/07/2015    2 recensioni
Jonah Cousland è sereno: nonostante non veda la sua nobile famiglia che nel giorno del suo compleanno, ama la sua pacifica vita nella Torre del Circolo dei Magi, sulle sponde del lago Calenhad.
Ma il tempo è infine giunto: Jonah deve abbandonare il confortante stato di apprendista mago, per passare il Tormento.
Ciò che nessuno sa è che Jonah è un Maleficar: in segreto ha studiato la magia proibita del sangue, deciso ad usarla per il bene comune.
Reclutato da Duncan per i Custodi Grigi, Jonah dovrà assumere un ruolo che non ha mai desiderato, e organizzare un esercito per far fronte ai pericoli che minacciano la sua patria.
Tempi oscuri minacciano il Ferelden: il Flagello sta arrivando, ma Jonah è sicuro di riuscire a fermarlo… e di riuscire ad uccidere l’arle Howe.
[OOC per precauzione]
[Primo capitolo corto, sorry]
[fanfiction su Origins]
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Alistair Therin, Custode, Morrigan, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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DUE
 
«Ma guarda. Sembra che siate vivo, dopotutto»
Jonah si alzò dal letto con aria confusa e un mal di testa lancinante. Era ancora nell’Oblio oppure era tornato nel mondo dei vivi? L’ultima cosa che ricordava era quell’apprendista, Topo, che si rivelava essere un demone, e poi… nulla.
Volse lo sguardo a destra, senza alzarsi dal letto. La sua vista era ancora appannata dal sonno ma… quello era mica Jowan?
«Mi è stato detto di portarvi dal Primo Incantatore Irving non appena vi foste svegliato. Ce la fate ad alzarvi?»
Il mago annuì debolmente, alzandosi in piedi, salvo poi rimettersi subito seduto sulle lenzuola del letto.
«Come non detto, non ce la faccio» rise brevemente il neo-mago, guardando il suo compagno di stanza negli occhi.
Jowan aveva un viso piuttosto anonimo: mossi capelli neri, occhi dello stesso colore, altezza e corporatura perfettamente nella media. Era un bravo ragazzo, abbastanza studioso e simpatico quando voleva. L’unico suo difetto era la paranoia, a detta di metà del Circolo.
«Sapete cosa doveva dirmi Irving, per caso?» chiese il Cousland, piuttosto curioso. Cosa poteva mai volere il Primo Incantatore da lui?
«Non ne ho idea. Forse delle congratulazioni. Ho sentito che avete superato il vostro Tormento in maniera a dir poco eccellente» ipotizzò l’altro.
Poi si guardò attorno, come a controllare che nessuno li stesse ascoltando.
«Sentite… non è che mi direste in cosa consiste il Tormento? So che è vietato, ma noi siamo amici… giusto?» chiese, a bassa voce.
Jonah si mosse sul letto, a disagio. «Sapete che è vietato, Jowan… tutto quello che posso dirvi è che si svolge nell’Oblio.»
L’apprendista lo guardò.
«… capisco. Adesso, ce la fate a camminare?»
 
***
 
«Mi avete fatto chiamare, Primo Incantatore?» fece educatamente il mago, affacciandosi sullo studio del capo del Circolo.
«Sì, figliolo. Entrate, prego» lo invitò il mago più anziano.
Lo studio di Irving era molto semplice, anche se la stanza era molto ampia: su tutti le pareti, ad eccezione di quella all’ingresso, erano coperte da librerie traboccanti di libri. Un tappeto di stoffa rossa, abbastanza anonimo, ospitava una scrivania piena di fogli e incartamenti. Accanto alla scrivania, una pila di grossi tomi di magia si reggeva precariamente in equilibrio.
Lo studio era occupato da tre persone: la prima, ovviamente, era quella dell’incantatore.
Irving aveva un’aria paterna: aveva una folta barba grigia, e in testa ancora tutti i capelli. Occhi vivaci e intelligenti, ed era ancora in forze, nonostante i numerosi anni che aveva passato nel mondo, testimoniati da numerose rughe.
Il secondo era invece il comandante dei templari, Greagoir. Severo e maestoso, nella sua lucente armatura da templare, Greagoir aveva occhi duri e sospettosi, come se dovesse ritrovarsi ad uccidere abomini da un momento all’altro. I corti capelli grigio scuro e la corta barba che gli ornava il mento completavano il quadro.
Il terzo uomo, invece, era un completo sconosciuto per Jonah: portava un’armatura di cuoio borchiata, aveva la pelle scura e capelli ancor più scuri. Notò un piccolo orecchino al lobo sinistro, ma non aveva nulla di femminile: emanava un’aria autoritaria e al contempo benevola. Alla cintura indossava un pugnale, e una spada legata dietro la schiena.
Un guerriero, forse? Jonah non seppe rispondersi, ma c’era qualcosa, in quell’uomo, che lo inquietava. Un’aura, se così si poteva chiamare, scura, quasi corrotta. Qualunque cosa fosse, proveniva dal suo sangue, e Jonah sapeva – oh, eccome se lo sapeva – che nel sangue si nasconde una grande e potente magia.
 
«Adesso basta! I Custodi non hanno già preteso abbastanza dal Circolo?!» sbraitò il templare all’indirizzo dello sconosciuto.
Irving rise senza allegria.
«Da quando vi sentite così in sintonia con i maghi, Greagoir?»
«Signori, vi prego» intervenne l’uomo sconosciuto, con voce calma «Abbiamo un ospite.
Aveva una voce profonda e autoritaria, eppure gentile. Forse comandava delle truppe in battaglia per il re, ma allora perché si trovava lì?
 
Il comandante dei templari squadrò Jonah con sospetto, poi fece un leggero inchino agli altri due adulti nella stanza e uscì dallo studio.
Irving non parve dargli tanto peso, rivolgendo al neo mago del Circolo un caldo sorriso.
«Jonah, vi porgo le mie congratulazioni per il vostro successo. Il vostro filatterio è stato appena  prelevato dal magazzino della torre e inviato alla capitale Denerim»
«Forse volevate dire il mio guinzaglio» replicò, velenoso.
 Era stato fortunato che Greagoir non fosse nella stanza. Lui non amava esattamente i maghi troppo inclini alla libertà.
«Perdonatemi se vi interrompo, ma cos’è precisamente un filatterio?» chiese lo sconosciuto.
Irving aprì la bocca per rispondere, ma Jonah lo precedette: «Ogni volta che un mago viene inviato alla Torre, i templari prelevano un campione del suo sangue. In tal modo, anche se il mago dovesse fuggire, i templari lo scoverebbero» e si trattenne dall’aggiungere “e lo ucciderebbero”.
«Capisco» lo ringraziò l’uomo.
«Oh, perdonatemi, non vi ho ancora presentati. Jonah, lui è Duncan, il capo dei Custodi Grigi del Ferelden. Duncan, lui è-»
«Ho capito chi è» tagliò corto l’uomo.
Un Custode Grigio, dunque. Jonah immaginò che fosse lì per reclutare altri membri, sia nei suoi ranghi che nell’esercito del re, per combattere contro la Prole Oscura al limitare delle Selve.
 
Ma rimaneva una domanda: perché diamine il Primo Incantatore glielo aveva presentato?
 
«Jonah, sareste così gentile da accompagnare Duncan nelle sue stanze?»
Il mago arrossì. Si era distratto e non aveva sentito una parola del dialogo avvenuto tra i due uomini. Acconsentì immediatamente, in parte anche incuriosito da quella bizzarra e inusuale richiesta.
Duncan si rivelò un uomo abbastanza affabile e alla mano: gli chiese cosa sapeva del Flagello, della Prole Oscura e dei Custodi Grigi. Sulle prime due sapeva ben poco, ma aveva sempre ammirato la figura dei Custodi Grigi, e in particolare aveva sempre amato le leggende su di loro.
In compenso, Jonah fu abbastanza impudente da chiedere cosa il Custode ne pensasse della magia del sangue.
«La Chiesa dice che la magia del sangue è malvagia a priori» esitò il mago «Ma io non sono d’accordo. La magia è esattamente come una spada: può essere usata per difendere come per uccidere, e penso lo stesso della magia del sangue»
«Ovviamente,» aggiunse poi «se un Maleficarum usasse la magia del sangue per fare del male a qualcuno, deve essere punito»
Duncan rimase in silenzio per un istante, poi annuì.
«Sono d’accordo con voi, Jonah, anche se le vostre parole si avvicinano molto all’eresia»
Jonah si morse il labbro.
«Non preoccupatevi. Credo anche io che i maghi abbiano bisogno di più libertà»
Il mago si rilassò «Oh, bene. Posso farle un’altra domanda?»
Il Custode annuì.
«È vero che fuori gli elfi vivono confinati in quartieri a parte, e vengono maltrattati dagli umani?»
Duncan annuì di nuovo.
«Purtroppo sì. Come mai me lo chiedete?»
«È solo che… è strano. Qui non si fanno differenze tra umani ed elfi, perché fuori sì?»
«Molti umani» iniziò il Custode «credono che gli elfi siano inferiori. Suppongo che nemmeno loro stessi possano spiegare il perché: si tratta di un pregiudizio antichissimo, risalente alla Sacra Marcia delle Valli. Conoscete la storia, immagino»
Jonah annuì, ponendo fine alla conversazione.
 
Senza quasi accorgersene, era arrivato davanti alla porta delle camere riservate agli ospiti: con una parola di saluto, il Cousland si congedò da quell’uomo, portando con sé l’atroce dubbio che il comandante dei Custodi Grigi fosse lì per reclutarlo tra i suoi ranghi.
 
***
 
«Sapete, Jowan, a volte mi inquietate» sussurrò il mago dai capelli rossi, seguendo l’apprendista che, appena fuori dalla camera di Duncan, aveva bisbigliato qualcosa riguardo ad una ragazza ed un piano.
Ovviamente Jonah non ci aveva capito nulla, ma l’aveva seguito lo stesso, nonostante lo trovasse estremamente sospetto.
In poco tempo, i due si ritrovarono nella cappella della Torre, di fronte ad una ragazza dai corti capelli castani ed un sorriso dolce.
Indossava una tunica bianca e arancio, tipica dei membri della Chiesa.
Jonah ci mise un istante a fare due più due.
«Jowan, non ditemi che è lei la ragazza di cui mi parlavate!»
L’apprendista annuì, e il Cousland si morse il labbro nervosamente.
«Jowan, è un’iniziata! È proibito!»
«Già, proprio come è proibito rendersi complici nell’insabbiamento di una relazione segreta tra un templare ed una maga» ironizzò l’apprendista.
«Comunque, mi chiamo Lily» li interruppe la ragazza, con tono basso e gentile.
«Bene. Benissimo. Ora, si può sapere perché mi avete portato qui?»
Nemmeno Jonah sapeva perché era così scontroso. Forse era solo preoccupato per Jowan, o per se stesso.
«Dovete aiutarci a fuggire dalla Torre»
«Voi siete pazzo» esclamò Jonah «non prenderò parte in una simile follia!»
«Se non scappiamo, Jowan verrà sottoposto al Rito della Calma» si intromise l’iniziata, e per la prima volta Jonah vide un barlume di paura negli occhi dei due innamorati clandestini.
«Il Rito della Calma?»
«Sì, avete presente? Quella simpatica alternativa al Tormento, che trancia ogni legame del mago con l’Oblio, distruggendo ogni tuo sogno, emozione e talento magico» fece Jowan, sarcastico.
«Perché dovrebbero sottoporvi al Rito della Calma, Jowan? Non capisco»
«Perché gira voce che ci sia un mago del sangue, nella Torre! E i templari sospettano di me
 
Jonah sbiancò.
 
Conosceva bene quella voce.
Perché lui stesso ne era protagonista.
 
«Ne avete le prove, Lily? Prove certe?»
La donna annuì: «Ho visto delle carte, dove Irving dava la sua approvazione per eseguire il Rito su Jowan. Non posso sbagliarmi, quello era il suo nome, ne sono certa.»
 
«D’accordo. Vi aiuterò a fuggire.»
 
***
 
«È davvero un peccato che il mio filatterio non sia più qui» sussurrò Jonah, fissando con desiderio gli scaffali di quella piccola e umida stanza, che traboccavano di fiale rosse.
«Come mai? Vorreste scappare anche voi?» chiese Lily, sempre con quel tono gentile.
«Ovviamente. Siamo costantemente sorvegliati dai templari, non si può fare un passo senza che ti squadrino con sospetto. E alcuni di loro sono così arroganti…»
Nel frattempo, Jowan si era allontanato, cercando il suo filatterio in mezzo a tutti gli altri, senza curarsi più di tanto dei compagni che aveva lasciato indietro.
«Ditemi la verità, Lily: voi amate davvero Jowan?»
L’iniziata arrossì violentemente, ma rispose immediatamente, senza incertezza nella voce.
«Certo. Più della mia stessa vita.»
«E lo amereste anche se fosse un mago del sangue?» la incalzò il membro del Circolo.
La ragazza rabbrividì e abbassò lo sguardo.
«Io… non lo so. Forse»
Jonah fissò la schiena dell’apprendista, e aprì la bocca per replicare, ma il trattenuto urlo di trionfo di Jowan lo interruppe.
«Eccolo! L’ho trovato!» bisbigliò, quasi per farsi perdonare dell’urlo strozzato emesso prima. In mano, trionfante, stringeva una piccola ampolla di vetro, colma di un liquido rosso cremisi.
«Una cosa così fragile… un’unica fiala di vetro, che si frappone tra me e la libertà…» sussurrò, fissando quasi ipnotizzato il sangue.
Poi la fiala scivolò tra le sue dita, e cadde a terra, distruggendosi e spargendo il liquido rosso sul pavimento.
Jonah si torturò le mani, nervoso.
«Facciamo in fretta! Potrebbe esserci un incantesimo di allarme!»
Quasi correndo, trascinò i suoi compagni di sventura verso l’uscita dei sotterranei della Torre del Circolo.
 
***
 
Erano appena usciti dai sotterranei quando si ritrovarono di fronte due templari, il Primo Incantatore Irving e il comandante Greagoir.
«Merda» imprecò sottovoce Jonah.
«Mi avete deluso, Jonah. Avreste potuto informarmi, e non l’avete fatto» fece il Primo Incantatore, con uno sguardo amareggiato che colpì Jonah più di quanto avesse dato a vedere.
«Voi! Lily! Non credevo che un’iniziata della Chiesa potesse mai essere in combutta con un mago del sangue!» sbraitò il comandante, per poi fare un cenno agli altri due templari.
«Prendetela! E che sia trasferita ad Aeonar il prima possibile!» ordinò, mentre i due soldati della Chiesa si avvicinavano minacciosi alla ragazza.
«Aeonar? La prigione dei maghi? No! Vi prego, no!»
Un lampo di terrore passò negli occhi di Jowan, che con uno scatto si lanciò davanti alla sua amata, estraendo un pugnale.
«NO! Non vi permetterò mai di toccarla!»
A quel punto, Jonah si sarebbe aspettato  che Jowan si lanciasse con il pugnale contro i due guerrieri, invece fece qualcos’altro.
Con un movimento fulmineo, si tagliò il polso, facendo fuoriuscire del sangue, lo stesso sangue che ora sporcava il pavimento della sala dei filatteri.
 
In un orribile istante, la verità trapassò il cervello di Jonah.
Oh no. Non anche tu, Jowan. pregò, ma la sua intuizione era giusta.
Dalle mani dell’apprendista esplose dell’energia color cremisi, che si diresse immediatamente, famelica, verso coloro che gli sbarravano la strada.
I due templari caddero a terra come marionette a cui erano stati tagliati i fili. Il comandante Greagoir fece la stessa fine subito dopo, seguito a ruota da Irving, che resistette abbastanza da lanciare un’occhiata carica di stupore e terrore a Jowan.
Quest’ultimo rimase lì, in piedi, ansante. Il taglio sanguinava ancora, ma lui pareva non farci caso. Si voltò verso Lily, con in viso un’espressione dispiaciuta.
Lei si ritrasse istintivamente.
«Per lo spirito del Creatore, Jowan! Li hai uccisi!» strillò la ragazza, spaventata.
«No, Lily, no! Sono solo svenuti!» replicò immediatamente il mago, ed era sincero. Jonah stesso se ne accertò, accostandosi ad uno dei templari e tastandogli il collo.
«Jowan, quella è magia del sangue! È magia proibita!» strillò nuovamente la ragazza, indietreggiando ancora di più verso l’angolo della stanza.
«Non la userò mai più Lily, lo giuro!  Rinuncerò a tutta la magia, ma scappiamo, e in fretta! I templari non resteranno svenuti a lungo!» disse l’uomo, disperato.
L’iniziata rivolse un’occhiata sbilenca a Jonah, ricordando ciò che aveva detto nei sotterranei. Allora la ragazza prese un respiro profondo e, assieme ad esso, la sua decisione.
«Giura che non userai più la magia del sangue, Jowan. Giuralo sul Creatore e sulla sua sposa Andraste. Giuralo sull’amore che provi per me» disse lei in un soffio.
«Oh Lily! Lo giuro, lo giuro, lo giuro! Non userò mai più la magia del sangue, mai più
«Fate in fretta.» mormorò il Cousland, intromettendosi nella conversazione.
«I templari non resteranno svenuti ancora a lungo. Io vi coprirò la fuga, e farò finta di essere svenuto assieme agli altri. Ma ora andate
Jowan si voltò a guardarlo, con uno sguardo a metà tra l’allibito e l’adorante.
«Amico mio…»
Jonah gli sorrise debolmente, mentre le implicazioni di ciò che era appena accaduto gli turbinavano nella mente.
«Sarai sempre uno dei miei migliori amici, Jowan.» sorrise calmo, anche se dentro di sé non era affatto calmo.
Aveva appena scoperto che il suo migliore amico nel Circolo era un mago del sangue.
 
Esattamente come me.
 
Salve a tutti!
Beh, dai, questo capitolo è abbastanza “forte”, no? Ho anche aggiunto del mio nella decisione di Lily (la versione originale, con lei che si rifiutava brutalmente di seguirlo, non mi è mai piaciuta molto >_>)
Ed è sicuramente più lungo del primo XD
Non ho granché da dire, se non ringraziare Risa Lily (coincidenze? :O) Seredhiel (fa' che io l'abbia scritto bene, ti prego), Relie Diadamat, Himenoshirotsuki e Juliet Leben per aver recensito!
Ovviamente, i ringraziamenti ci sono anche per quelli che leggono e basta – anche se le recensioni fanno sempre piacere XD (non vi sto obbligando a recensire, assolutamente no *nasconde ascia bipenne dietro la schiena*)
Con affetto,
Destyno.
   
 
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