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Autore: Melian1312    02/07/2015    1 recensioni
"Miei Valar! Aredhel, presto vieni qui!"
Spronai il cavallo e lo raggiunsi. Elros era inginocchiato accanto ad un... un Megacero enorme che sembrava voler proteggere qualcosa tra o vicino alle sue zampe. Mi avvicinai ancora e il mio cuore perse un colpo: a terra giaceva il corpo di Thranduil.
Guardandomi intorno notai che nella radura c'erano altri corpi, questa volta di orchi. Elros mi guardò con aria preoccupata: l'elfo non si muoveva.
Feci segno alla guardia di spostarsi per permettermi di dare un'occhiata. Il Re giaceva privo di sensi ed era pallido, molto pallido, TROPPO pallido, sembrava morto.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Radagast, Thranduil, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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L'elfo annuì e si mise di fianco alla testiera del letto, poi con un breve cenno del capo mi disse che era pronto.

Non avendo un divaricatore per estrarre frecce fui costretta ad usare uno dei pugnali che portavo con me.

Dopo venti lunghissimi minuti in cui sia io che Elros ci eravamo dati da fare, chi per togliere la freccia e chi per tenere il Re fermo, la punta era stata estratta.

Procedetti allora con la pulizia della ferita: presi un panno caldo e lo immersi nell'acqua in cui poco prima avevo messo la vulnararia e lo appoggiai il più delicatamente possibile sulla spalla di Thranduil.

Appena entrò in contatto con la pelle il sovrano lancio' un grido e si divincolò; persino Elros fece fatica a tenerlo giù, sdraiato sul letto, tanto che si mosse violentemente.

Ogni volta che ripetevo l'operazione si levava un grido da un elfo e sbuffi di fatica dall'altro.

Fasciai poi le varie ferite, dopo averle cosparse di Athelas, con le poche bende trovate nella casa.

Guardai di nuovo il Re: era tutto sudato, evidentemente era sfinito.Lasciai riposare il Re e uscii dalla casa per controllare che i cavalli e il Megacero fossero al sicuro e all'asciutto nella stalla.

Intanto che Elros si dava da fare per cucinare qualcosa tornai poi nella stanza da letto. Era davvero piccola, al centro c'era il letto con adagiato sopra il corpo addormentato dell'elfo. Di fianco alla testiera del letto c'era un tavolino con una candela sopra che illuminava la stanza.

Dall'altra parte della camera c'erano un paio di sedie poste accanto ad una finestrella che dava sul bosco circostante.

Mi avvicinai lentamente al letto e osservai la figura distesa. Aveva la testa reclinata da un lato e i suoi lunghi capelli d'oro pallido gli incorniciavano il viso, quasi come fossero un'aura angelica.

Aveva le labbra lievemente imbronciate dal sonno e la fronte corrugata, come se neanche nel riposare trovasse sollievo per il dolore delle ferite.

Il viso era pallido e sotto gli occhi aveva delle occhiaie ben marcate.

Il petto era seminascosto dalle coperte ed era ricoperto da un leggero velo di sudore causato dalla febbre.

Valar, se era bello!

Distogliendomi da questi pensieri totalmente inappropriati mi diedi da fare: gli tolsi il panno bagnato ormai caldo dalla fronte, lo immersi di nuovo nella bacinella d'acqua fredda e glielo riposi sulla fronte

A quel contatto un breve sospiro sfuggì dalle labbra dell'elfo e la sua fronte si distese.

Anche io, forse per un riflesso involontario, sorrisi nell'ombra della stanza.

Sentii Elros chiamarmi per la cena e mi diressi verso la cucina.

"Quando pensi che potremo riportarlo a palazzo?" chiese lui.

"Di preciso non lo so, come minimo vorrei che si rimettesse in piedi..."

"Va bene - disse sorridendo, poi aggiunse con sguardo furbetto - allora, che ne pensi?"

"Di cosa?"

"Del Re, di che altro sennò?

Sai, sei stata un bel po' nell'altra stanza.... così pensavo..." concluse lasciando cadere le parole nel vuoto, rivolgendomi uno sguardo divertito.

"Ma... come ti permetti, mascalzone che non sei altro!" dissi io, a metà tra l'essere divertita e arrabbiata.

Elros scoppiò a ridere, divertito dalla mia reazione e io feci lo stesso.

"Sarà meglio riposare; domani dovremo organizzarci: penso che staremo qui per un po'."

"Già... Visto che io sono un cavaliere e tu sei una donna ti cederò il divanetto vicino al fuoco; io dormirò per terra."

"Ma grazie, milord." dissi prendendolo in giro e facendo un finto inchino.


**Thranduil's PoV Flashback **

 

Stavo cavalcando verso Imladris, dovevo incontrare Elrond per riferirgli gli spostamenti degli orchi a Dol Guldur e per partecipare al Bianconsiglio riguardante l'antica fortezza in rovina.

Stranamente avevo seguito il corso del fiume Selva, invece che tagliare per la foresta e, anche se era la strada più lunga, ero soddisfatto di quella scelta.

Il Bosco era tranquillo, il cielo era terso; anche se all'orizzonte iniziavano a condensarsi nuvoloni neri, ma ciò non era un problema, avrei sicuramente fatto in tempo a raggiungere le caverne oltre l'Anduin prima che si scatenasse la tempesta.

Circa un'ora dopo, più o meno al tramonto, sentii un ululato nella foresta, non molto distante da me.

Spronai il mio Megacero, Heloth, e accellerai l'andatura, se fosse stato un solo orco avrei combattuto, ma contro un branco intero composto anche da mannari sarebbe stato come firmare la propria condanna a morte.

Poco dopo sentii una freccia fischiare in aria e conficcarsi in un albero a poca distanza da me.

"Prendetelo! Non ci deve scappare!" urlò una voce grottesca.

Partii al galoppo in mezza agli alberi. Mi voltai e vidi dietro di me un branco di circa una ventina di orchi, con i loro relativi mannari che mi inseguivano.

Non potevo combatterli, ma se fossi riuscito ad addentrarmi nel Bosco a sufficienza avrei potuto seminarli.

Purtroppo ero arrivato ai margini della foresta; non potevo continuare in campo aperto, avrebbe significato essere catturato.

Chinai allora la testa sul collo del Megacero e lo incitai:

"Nora lim, Heloth, nora lim na fri Ered Mithrin! (Corri, Heloth, corri verso le Montagne Grigie!)"

Sapevo che anche lui era stanco, ma dovevamo seminarli il prima possibile.

Rientrando nella foresta sentii quello che doveva essere il capo degli orchi gridare ai suoi sottoposti:

"Scoccate le frecce! Prendete quel dannato Sindar, vivo o morto!"

Sentivo gli archi degli orchi scoccare i dardi ed essi si conficcavano negli alberi ai miei fianchi.

Poco dopo sentii un dolore acuto al braccio e mi sbilanciai in avanti sul collo di Heloth: una delle loro frecce mi aveva colpito.

Strinsi la presa sull'incollatura dell'animale per evitare di cadere, ma il suolo del bosco era accidentato e ciò rendeva più difficile restare bilanciati.

Fu un attimo: un mannaro che non avevo visto mi si parò davanti, Heloth si girò bruscamente e caddi a terra.

Ma non mi sarei arreso così facilmente.

Presi la mia spada e ne uccisi due in un colpo solo, ma le cose non si stavano mettendo bene per me: la vista iniziava a diventare sfocata e anche i suoni mi arrivavano attutiti, come fossi stato in acqua.

Non riuscivo più a muovermi con l'agilità tipica della mia Razza e questo non andava per niente bene.

Vidi il loro capo smontare dal suo mannaro grigio scuro e puntare l'arco contro di me; in condizioni normali sarei riuscito a schivarla con facilità, ma il veleno con cui probabilmente la freccia era stata impregnata stava facendo effetto ed essa mi colpì alla spalla.

Con un paio di fendenti riuscii ad uccidere altri tre orchi, ma uno di loro spezzò la freccia conficcata nella mia spalla, strappandomi un urlo di dolore.

Mi cedettero le gambe e caddi a terra, spezzando così anche l'altra freccia. Provai ad alzarmi, ma era inutile: ero troppo debole.

Udii l'orco estrarre la spada dal fodero ed avvicinarsi a me.

Mi aspettavo che mi tagliasse la testa, invece si limitò a ferirmi la schiena.

"Spero proprio che i ragni apprezzino il pasto. Sai, elfo, avrei di gran lunga preferito portarti a Dol Guldur e cavarti quei bei occhioni blu dal tuo bel faccino, ma penso che ti divertirai di più così. Dopotutto essere mangiati vivi dai ragni o morire agonizzante nella propria foresta è un bel modo di morire!" disse con la sua voce animalesca.

Sentii i suoi passi allontanarsi, seguito dagli altri.

Provai un'ultima volta a rialzarmi, ma non servìa nulla.

Appena fece buio iniziò a piovere, sentivo freddo, non so se perché avevo perso molto sangue o se perché pioveva.

Prima di perdere conoscenza mi sembro' quasi di sentire delle voci e degli zoccoli venire nella mia direzione.

Poi ci fu solo buio.



Ciao a tutti!
Eccomi qui con un nuovo capitolo, che spero vi piccia.
Volevo ringraziarvi per le tante visualizzazioni, mi ha davvero fatto piacere!
Che cosa succederà secondo voi nel prossimo capitolo?
A presto!
   
 
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