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Autore: fedetojen    02/07/2015    1 recensioni
Cosa può succedere in un normale liceo? Con la comparsa di questo misterioso ragazzo dagli occhi di ghiaccio, dal nome Dylan Sprayberry, Alyssa inizierà ad avere dei sospetti a riguardo
Spero vi abbia incuriosito :)
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Dylan O'Brien, Dylan Sprayberry, Tyler Posey, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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YOUR SCENT IS LIKE HELL

 
2. Io sono…
 

Appena finii di mangiare in mensa con Amy, finimmo la giornata seguendo i corsi di matematica e fisica applicata.
Mi diressi in biblioteca per svolgere i compiti di italiano.

Quei maledetti occhi, quello sguardo non se ne andavano dalla mia testa.
Quel sorrisetto, come se fosse riuscito a sentire ciò che ho detto.
Non è possibile, era lontano alcuni metri, e non mi ha nemmeno capito Amy che era a qualche centimetro di distanza, figuriamoci lui.

Scossi la testa, ritornando a leggere ciò che avevo davanti.

"Come mai in biblioteca?" feci un salto per lo spavento, e appena mi voltai trovai quegli occhi che tanto mi seguivano a guardarmi.

Braccia conserte, corpo appoggiato al tavolo e sorrisetto sulle labbra.

"Ma dico, non hai nulla da fare che perseguitarmi?" dissi per poi passare ancora lo sguardo sul mio libro.

"Dalle mie parti le biblioteche servono per altro" disse in tono malizioso. Per poco non rimettevo.

"Disgustoso" dissi schifata.

"Sei qui dentro da quasi due ore" disse più come affermazione che come domanda.

"Qualche problema?" dissi poggiando le mani sul libro e spostando il mio sguardo su di lui.

Mi sorrise ancora, come se io potessi essere abbindolata da quel sorriso, caso mai dai suoi occhi, che sembravano freddi e distanti.

"Be, se una come te se ne sta rintanata in biblioteca un problema ci sarà" disse divertito.

"Vai a giocare con le barbie, pivello" dissi girandomi e continuando a scrivere sul mio quaderno di italiano.

"Pivello eh?" disse in tono divertito. Mi stava davvero stancando, odio chi mi infastidisce mentre studio o faccio i compiti.

"Senti" dissi in tono poco amichevole voltandomi ancora verso di lui, di questo passo mi sarebbe venuto il torcicollo.

"Non ho nessuna voglia di averti intorno a me, né sentirti parlare perché mi infastidiscono le persone che non mi fanno lavorare in santa pace. Ora, se non ti dispiace puoi anche sparire" dissi in tono autoritario.

Sospirai e ritornai sui miei libri, pensando di esser riuscita a persuaderlo in qualche maniera.
E invece no, si staccò dal tavolo, prese la sedia che era difronte a me, e si sedette osservandomi.

Alzai gli occhi al cielo e dovetti resistere alla tentazione di buttargli un libro in testa, essendo in una biblioteca era vietato usare la violenza con i libri, anche perché mi sarebbe dispiaciuto per il libro non per lui. Continuava a fissarmi, con il volto sulle sue braccia e i suoi occhi puntati su di me.

Le grandi mani, unite sul tavolo che quasi toccavano il mio libro.
Di colpo senza pensarci due volte, chiusi con forza i libri, facendo voltare tutti i presenti per il rumore, mi alzai e me ne andai con i libri in braccio.

"Sei molto attaccata ai tuoi libri?" mi chiese seguendomi.

Visto che parlare non serve a niente, l'unica opzione era l'indifferenza.

"Adesso non mi parli, eh?" disse divertito.

Rimisi i libri nell'armadietto e lo chiusi con forza guardandolo poi con sguardo truce.
Mi sorrise ancora più divertito.
Lo sorpassai e mi diressi verso la macchina.

"Lo sai che è maleducazione non parlare a qualcuno più grande di te?" mi disse continuando a seguirmi.

Levai l'allarme alla macchina e mi sentii tirare dal braccio.
Mi voltai a guardarlo contrariata.

"Io detesto quando qualcuno non mi presta attenzione quando parlo" mi disse a denti stretti.

"Chiamasi: manie di protagonismo" dissi cercando di sopprimere il mio divertimento.

"È divertente per te?" disse urtato dalla mia reazione.

Subito strinse la presa sul braccio, facendomi mugugnare per il dolore.

"Mi fai male" dissi guardando verso la sua mano.

Le sue nocche erano diventate bianche per quanto stava stringendo il mio braccio esile.
Portò il suo sguardo sulla sua mano e subito mollò la presa.

Mi guardò intensamente prima di allontanarsi e sparire. Entrai in macchina e andai dritta a casa.
Non salutai nemmeno i miei e mi diressi in camera per continuare italiano.

Il pensiero del suo sguardo dopo aver realizzato il come mi stesse stringendo la mano, mi dette da pensare.
Era quasi dispiaciuto per quello che aveva fatto involontariamente.
Ma forse ho solo visto male, e mi sto inventando tutto.

Erano le sette e avevo il cervello fuori uso.
Avevo bisogno di aria. Presi la macchina e mi diressi verso la foresta vicino casa mia.

I telegiornali avevano avvisato di stare attenti perché c'erano stati degli avvistamenti di lupi nelle foreste.
Ma a me sembrava più una bufala, dato che non si sentiva parlare di lupi da quasi 3 anni.

Spensi la macchina, scesi e misi l'allarme.
Stare in mezzo alla natura mi metteva di buon umore e mi faceva ritornare le energie.

Forse era quell'aria fresca e quella natura incontaminata a farmi stare bene, a farmi vivere davvero.

Il vialetto della foresta calò nel buio dopo il mio arrivo, e il silenzio regnava. Un ululo, la pelle d'oca e i pensieri iniziarono.
E se i telegiornali avevano ragione? Se i lupi c'erano davvero? No, impossibile, l'avrò immaginato.

Un altro ululo, più vicino questa volta. Rimasi immobile appena davanti a me ci fu un lupo nero.
Non era possibile, i lupi non possono essere reali. Mi sto immaginando tutto.
Il lupo iniziò ad avvicinarsi correndo, non riuscivo a muovermi così chiusi gli occhi e aspettai che il lupo facesse il suo dovere.

Un ruggito però mi fece riaprire gli occhi, davanti a me una sagoma, con le braccia aperte.
Lunghi artigli alle mani, le orecchie erano a punta. Il lupo appena lo vide fece retromarcia e scomparve.

Impaurita, la sagoma si voltò lentamente, occhi dorati mi guardavano, mentre i denti affilati si mostravano.
Dallo sguardo riconobbi Dylan.

"So che hai paura ma non sono pericoloso" mi disse avvicinandosi.

Non so come, ma riuscii a muovermi e iniziai ad allontanarmi.

"Alyssa, ascoltami! Non ti faccio del male" disse spuntando dal nulla davanti a me.

Mi bloccai guardandolo stupita nei suoi occhi chiari.
Era ritornato alla normalità.

"Sono tuo amico" mi disse avvicinandosi.

"Non avvicinarti" dissi posando una mano sul suo petto.

Rimasi sorpresa notando il suo calore rispetto al mio corpo quasi freddo data la temperatura.
Rimanemmo qualche minuto a guardarci con sguardi pieni di domande.
Ritirai lentamente la mano, sorpresa da quel calore che avvolse la mia mano.

"So che hai tante domande, ma non ti farò del male" ripeté ancora.

"Non mi farai male. Oggi cosa hai fatto?" dissi cercando di prendere il controllo del mio corpo. S'irrigidì e serrò la mascella.

"E no, non ho domande perché non voglio nemmeno sapere cosa diavolo sei!" dissi con voce rotta.

Corsi via, e ritornando in macchina ritornai a casa, chiudendomi in camera.
Mi buttai sul letto, rivivendo quell'immagine miliardi di volte. I suoi occhi, i suoi artigli, i suoi denti.
Che diavoleria è mai questa?

Non volevo pensarci e cercai di dormire.
 
**********************
 
"Alyssa!" mi richiamò Amy.

"Oggi sei su un altro pianeta" disse preoccupata fissandomi.

"Non preoccuparti" dissi sorridendole.

"Eccome se mi preoccupo! Matematica l'hai completamente ignorata, eppure è la tua materia preferita!" disse sbattendo i pugni sul banco.

Risi, perché a volte le sue reazioni mi mettono di buon umore.
Appena vidi entrare Dylan in classe, mi alzai e presi la cartella.

"Io vado" dissi sbrigativa verso Amy, che non ebbe il tempo di farmi domande, visto che ero già fuori la classe.

"Alyssa, dobbiamo parlare" mi disse Dylan seguendomi.

"Non ho nulla da dirti" dissi in tono secco.

"Dobbiamo" disse marcando la parola e fermandomi prendendomi da un braccio.

Obbligandomi a fermare la mia corsa, si guardò intorno, aprì la porta della classe di biologia ed entrando ci chiuse dentro a chiave.

"Io sono-"

"Non voglio saperlo" dissi fermandolo in tempo.

"Non voglio entrare nella tua vita, quello che sei è un tuo problema, non mio" dissi subito.

Per quanto volessi far vedere che non m'importasse affatto, stavo morendo dalla voglia di sapere di più.

"Non mentirmi, posso capirlo dal battito del tuo cuore" mi disse in tono serio avvicinandosi.

"Non sto mentendo" dissi, ma la mia voce mi tradì.

"Smettila, per me sei come un libro aperto. Stai morendo dalla voglia di conoscere, di sapere come mai un ragazzo come me ha un segreto così grande"

"Per niente" dissi con disinvoltura.

"Smettila" continuò a dirmi divertito, mentre continuava ad avvicinarsi.

Pochi secondi e i suoi occhi cambiarono colore, diventando dorati. Lo guardai sorpresa, mentre con un sorriso mi guardò.

"Ti piacciono vero?" mi chiese sfiorandomi la mano.

Annuii debolmente, catturata dal colore dei suoi occhi. Intrecciò con delicatezza disarmante la mano alla mia.

"Sono un licantropo" mi disse poi in un soffio. Strinsi la sua mano per la sorpresa.


ANGOLO-SCRITTRICE:Salve genteee spero il capitolo vi piaccia :D ovviamente saranno presenti anche altri personaggi di teen wolf, ma non vi dirò chi muhahaha. Spero vi sia piaciuto il capitolo e aspetto vostre recensioni :)

Dylan

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