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Autore: Will P    16/01/2009    5 recensioni
"[…] È Joe, che lo nota solo dopo aver mollato la chitarra ad uno dei tecnici; sul suo volto si apre un sorriso pigro mentre lo guarda con occhi lucidi da dietro le palpebre pesanti, e appena inizia a camminare lentamente nella sua direzione, sempre sorridendo, con gli occhi sempre più brillanti, Andy nota qualcosa di insolito. Non fa in tempo a domandarsi cosa, però, che si ritrova Joe addosso, il sorrisetto imperturbabile dritto contro la sua faccia, ed è strano, perché mezzo secondo fa era dall’altra parte della stanza, come…?
Joe lo bacia."
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Andrew Hurley, Joe Trohman, Patrick Stump, Peter Wentz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IV

IV. To drinks at the club, to the bar, to hotel stairs

 

Il metodo di Pete per risolvere le cose è sempre lo stesso vecchio, collaudato sistema.

« Non vi state divertendo? » chioccia Pete affettuosamente.

L’espressione di Joe la dice lunga. Sbircia verso Andy, e un po’ si consola a vedere che, dalla sua faccia, sono perfettamente d’accordo. Non che questo serva a nulla, ma fa piacere sapere che non sono definitivamente incompatibili.

Patrick è l’unico che sembra si stia divertendo, ma solo perché è sbronzo come una cucuzza e sta ridacchiando con la faccia premuta contro il petto di Pete, mentre Pete gli fa scivolare un braccio attorno alle spalle disinvolto come Bob Bryar davanti ad un obiettivo.

Forse tutta questa sceneggiata è solo un modo per concupire Patrick, come buona parte delle cose che fa Pete.

Di certo, andare tutti al bar a “divertirsi! Vi farà bene, musi lunghi!” non ha alcuna utilità tangibile nel grande piano di riconciliazione della band. I metodi di Pete fanno pena.

Andy ne è sicuro. Già da quando il bassista aveva fatto irruzione nella sua stanza urlando che era troppo depresso e un po’ d’aria era quello che ci voleva - minacciando di portarlo via in spalla se si fosse rifiutato, e la cosa era tristemente credibile - era chiaro che sarebbe stato un disastro. Andy non era in vena, non era mai stato in vena dei bar di Pete, e soprattutto quella sera voleva solo stare chiuso in camera a leggere fumetti e nascondersi sotto le coperte e magari chiamare a casa e lamentarsi in maniera criptica con sua madre. Poi al bar aveva visto Patrick al tavolo e, di fianco a lui, Joe, e a quel punto la parola “disastro” era lampeggiata davanti ai suoi occhi come un’insegna di Las Vegas.

E infatti lo è, è terribile assistere ai tentativi di rimorchio di Pete mentre Joe alla sua destra sta zitto e ogni tanto lo guarda di sottecchi convinto di non farsi notare. Non si sente a suo agio. C’era stato un tempo in cui poteva dormire nella stessa cuccetta insieme a Joe senza problemi, ma per quanto possa amareggiarsi ormai non è più così, e più che fargli bene l’atmosfera gli sta solamente annodando la gola.

Perciò quando le loro ginocchia cozzano per puro caso sotto il tavolo troppo piccolo Andy schizza via, bofonchiando qualcosa sul conto e degli impegni.

Joe sbatte la testa sul tavolo e lo guarda allontanarsi.

 

Joseph Trohman non ha toccato un goccio per tutta la sera.

Non solo non ha visto una stilla d’alcol ma ha ordinato dell’acqua, non ha fatto battute sulla cameriera che ci ha provato con Pete, e non ha nemmeno alzato la testa quando hanno messo su una loro canzone.

Joseph Trohman non ha staccato gli occhi dalla schiena di Andrew Hurley per tutta la sera.

È piuttosto patetico. Sa di esserlo, eppure non ce la fa a non guardare Andy, seduto al bancone a centellinare una Red Bull, la maniera in cui le spalle gli si muovono sotto la maglia mentre beve o il colore dei suoi capelli nella luce del locale, che li fa sembrare quasi rossi. Come parla, come gesticola, come ride coprendosi il viso con una mano quando la barista fa una battuta… patetico. E assolutamente perso per quello stupido batterista.

Così perso che non nota subito che qualcun altro ha messo gli occhi sullo stupido batterista, ma sarebbe impossibile non notarlo quando un ragazzino biondastro con delle ridicole ciocche verdi e uno stupido piercing al labbro si siede accanto ad Andy e gli fa un sorriso smagliante. Scene kid. Piccolo malintenzionato che non è altro, se crede che basti così poco a fare colpo su Andr-

Andy ride, Joe spalanca la bocca e il tipo avvicina di più lo sgabello a quello di Andy. Gli dice qualcosa e vede Andy scuotere la testa, poi annuire a qualcos’altro ed ecco che il ragazzino gli sta offrendo da bere e stanno chiacchierando.

Joe è sconvolto, ed in vena omicida.

Ma non può fare niente. Servirebbe solo a peggiorare le cose tra loro due, che già fanno schifo, ed Andy è capace di rifiutare delle avances da solo (ha rifiutato le sue, no?). Perciò ignora Pete e Patrick che tubano e non fa nulla quando il biondino striscia subdolamente più vicino ad Andy, o quando ridendo gli mette una mano sul ginocchio, o quando gli si avvicina per sussurrargli qualcosa all’orecchio.

No, non fa una piega.

« Salve. »

…almeno da sobrio dovrebbe avere più controllo sul proprio corpo, porco cane.

Il ragazzino alza gli occhi e quasi gli escono dalle orbite, in un misero tentativo di far finta di non aver riconosciuto una persona famosa per sembrare più figo. Joe vorrebbe fargli notare che è un tentativo perso in partenza, ma c’è Andy che si sta voltando lentamente e neanche la bambina dell’Esorcista gli aveva fatto più paura in una scena simile. « Cosa? »

« Dobbiamo andare per, uh, Patrick » improvvisa. « Non si sente bene. »

Andy lo fissa con espressione vuota, la bocca stretta in una linea inespressiva e le lenti opache per colpa delle luci. Joe vorrebbe togliergli gli occhiali, perché gli piacciono gli occhi di Andy e gli piace guardarli, anche quando sta per essere ucciso. « Andate. »

« Pete vuole pure noi. »

« Non riesco a immaginare Pete che ci chiama per portare Patrick in camera. »

« Io- » il biondino ammutolisce appena gli altri due scattano a guardarlo, come se fossero sorpresi e anche un pochino irritati di trovarlo lì. « Se avete un impegno io posso andare… »

« No Dan » dice Andy, guardando Joe. « Non c’è nessun- »

« Grazie » lo interrompe caldamente Joe. Dan - mai sentito nome più brutto, davvero - si alza lentamente con aria perplessa. Ha una maglia del PETA. Ecco come ha fatto ad attaccare discorso, il piccolo stalker; Joe ha uno slancio d’odio più forte dei precedenti.

« Joe… »

« Su, che ci stano aspettando » ignora Andy e gli mette un braccio attorno alle spalle. Lo sente irrigidirsi ma ignora anche il suo Sguardo della Morte mentre lo pilota giù dallo sgabello e verso l’uscita, sventolando una mano dietro di sé. « È stato un piacere, Dave! »

Mentre escono dal bar e camminano in direzione dell’hotel, proprio davanti al locale, Joe non sa bene cosa aspettarsi. Si rende solo vagamente conto della portata del disastro cui ha dato il via, e non ha idea di quando Andy esploderà. Sa solo che non si è ancora tolto il suo braccio dalle spalle e… non è male camminare così. Non sarebbe male poterlo fare di nuovo, quando non staranno aspettando il momento giusto per saltarsi alla gola.

È solo dopo che hanno superato la sfarzosissima hall dell’albergo e fatto un cenno al tipo della reception, ai piedi delle scale deserte, che Andy lo spinge via.

 

« Sei diventato definitivamente scemo?! »

Non ci può credere. Non… non ci può semplicemente credere che Joe sia così coglione da avergli fatto la scenata del fidanzato geloso, davanti ad un ragazzino che non avrebbe toccato nemmeno sotto minaccia, tirando in ballo Patrick e la band. Questa non se l’aspettava, ed è definitivamente troppo.

Non ha voglia di stare a sentire le stronzate - le cattiverie - con cui se ne uscirà Joe questa volta perciò lo supera, fregandosene se nel processo lo urta o lo butta giù o gli fa male, perché non ha tempo da sprecare a guardarsi indietro.

« Fermo- cazzo, vuoi starmi a sentire?! »

No, no, centomila volte no. Non quando sei un’idiota simile, Trohman, no finché non ti renderai conto che non esisti solo tu al mondo e che ci sono anche altre persone che ferisci come se niente fosse.

Continua a salire le scale imperterrito, testa bassa e pugni chiusi.

« Brutto stronzo, ci pensi mai a come possono sentirsi gli altri? »

Andy si blocca. È fermo in cima alle scale, perfettamente immobile, stagliato come una statua contro le luci del corridoio, una statua messa nel peggiore dei punti e pronta a cadere e sbriciolarsi da un momento all’altro. Joe inizia a salire lentamente ma la voce senza intonazione di Andy lo fa fermare: « Qual è il tuo problema? »

« Cosa? »

« Il tuo problema » Andy si volta e oh, era mille volte meglio prima, quand’era di spalle e non poteva inchiodarlo al suolo col suo sguardo furente. « Il fottuto problema che hai con me, Trohman. »

« Io non ho nessun problema con te » fa qualche gradino senza distogliere gli occhi dai suoi, scuri forse per l’angolazione delle luci, forse per quello che nascondono. « Hurley » aggiunge a denti stretti.

« Allora smettila! » scatta, afferrando il corrimano e stringendo finché non perde sensibilità alle dita. « Smettila di girarmi attorno e di darmi il tormento! »

« Io?! » apre e chiude la bocca un paio di volte. Deve sembrare relativamente idiota, ma ha tante di quelle cose da rinfacciare ad Andy che non sa nemmeno da dove cominciare, e così gli scappa la più recente: « Tu- quel coso biondo voleva portarti a letto e io ti giro intorno?! »

Che è precisamente quello che aveva fatto, ma Andy sembra troppo preso dal ribattere qualsiasi cosa dica a prescindere per rendersi conto di aver ragione o chissà cos’altro. « Questi se non ti dispiace sono affari miei. »

« Sono affari miei, idiota! »

 

Ops. Joe sente di avere di suo una faccia abbastanza orripilata, ma l’espressione di Andy - oh, l’espressione di Andy è tutt’un altro livello, con gli occhi a palla e la bocca aperta in perfetta O di shock. È che l’immagine di Andy a letto con quel tipo, a letto con un ragazzo - a letto con chiunque - è abbastanza brutta da fargli venire la nausea. Nausea che gli sta salendo comunque visto che si è sputtanato mirabilmente e Andy sembra sull’orlo del colpo apoplettico.

« Come- » S’inceppa. È una cosa abbastanza inquietante, vederlo alle prese con un’indignazione tale da fargli perdere il filo del discorso, ma è decisamente più inquietante quando inizia a scendere verso Joe con calma glaciale. Si ferma un gradino più in alto di dove si trova Joe, così sono alla stessa altezza e può guardarlo dritto negli occhi senza pietà. « Cos’hai detto? »

Joe non dice nulla, non sa che dire, non si ricorda più come si parla. Sono settimane che non è così vicino ad Andy, abbastanza da sentire il suo calore come un braciere addosso e da potergli contare le ciglia, se solo non si fosse scordato anche come si conta.

« Non permetterti mai più di dire qualcosa del genere. Non osare. Non sei la mia cazzo di ragazza. »

In retrospettiva, Joe non sa cosa lo fa muovere, se il tono di Andy o la scintilla che attraversa i suoi occhi o l’assurdità della frase. Sta di fatto che appena Andy finisce di parlare gli artiglia la maglia, mormora: « Vaffanculo » e l’imprecazione si perde nell’impatto delle loro bocche, che non è un bacio quanto un cozzare di denti e nasi e frustrazione.

E poi viene sbattuto contro il muro. L’impatto gli mozza il respiro ma tiene ancora stretto il collo della t-shirt di Andy, e non ha nessuna intenzione di lasciarlo andare, nemmeno mentre Andy lo tiene fermo con una forza che chi mangia così poca carne non dovrebbe avere. Non lo lascia andare nemmeno quando Andy lo spinge di nuovo contro la parete, senza tante cerimonie, tenendolo per la giacca.

Non l’ha mai visto in questo stato e la cosa più folle è che è contento, perché finalmente ha una reazione.

« Tu sei… » gli ringhia Andy, gli occhi dardeggianti e la bocca arrossata che Joe non riesce a smettere di fissare « uno schifoso drogato, e io non sono la tua valvola di sfogo. »

« Non hai capito un cazzo » e se lo tira ancora addosso e lo bacia, e gli infila la lingua in bocca con l’intenzione di continuare a baciarlo finché non capirà, finché non sentirà che la sua bocca non sa né di alcol né di erba ma di Joe. Ha intenzione di andare avanti finché la bocca di Andy non saprà di Joe, e affanculo l’ossigeno e il casino che stanno facendo e tutta la gente che potrebbe beccarli.

Si staccano col fiato corto, ed il loro respiro spezzato è l’unica cosa che rimbomba nel silenzio, benché Joe sia convinto che il suo cuore che batte all’impazzata si senta benissimo fino in Alaska. Appoggia la fronte su quella di Andy, che ancora lo tiene al muro anche se la sua presa si è fatta debole, e lo guarda da sotto in su con un mezzo sorriso dal retrogusto amaro. « Che schifo il sapore del drogato, mh? »

« Sei un coglione » sussurra Andy. Poi scoppia a ridere.

Joe non ha tempo di concedersi il mezzo minuto (o mezz’ora) di sorpresa che gli spetta che Andy sta già piegando la testa di lato, ancora ridendo, e gli ha messo le mani sulla vita e se lo sta tirando addosso, incurante della posizione di precario equilibrio in cui sono e delle scale che sono tante e piene di spigoli e non aspettano altro che la loro caduta.

Non che a Joe importi di meno, sia chiaro. Non quando finalmente Andy è tra le sue braccia, e ride e lo bacia e lo tiene stretto come se fosse l’unica cosa in grado di proteggerlo da un destino di gradini assetati di sangue.

(Cosa che - per la cronaca - Joe non è. Ma Andy non smette di baciarlo nemmeno dopo essersi beccato uno spigolo di marmo nella gamba, quindi va tutto bene.)

 

 

 

Pete si sente abbastanza l’uomo più felice del mondo: ha la testa beatamente vuota di pensieri e piena invece di zucchero filato e coniglietti e alcol, e un Patrick Martin Stump aggrappato alla spalla che non fa altro che ridacchiare quando lui gli toglie il cappello e gli scompiglia i capelli in maniera impossibile.

Camera camera camera, gli serve una camera per essere l’uomo più felice del mondo. Con un letto! La DecayDance per un letto! O se proprio per le chiavi di una camera (con un letto).

Non ha la minima idea di dove sia la chiave della sua stanza perciò cerca quella di Patrick, perché Patrick è previdente e soffice e per una volta non lo prende a sberle se per frugargli nelle tasche palpeggia un po’ più del dovuto.

La chiave! La DecayDance è salva. Manderà un sms a Ryro per festeggiare ma, tipo, più tardi. Dopo che avrà trovato la camera ed il letto e spupazzato il Patrick Martin Stump di cui sopra, soffice e ridacchiante in tutta la sua ubriacante perfezione, o perfetta ubriacatura.

Oh, ecco il loro piano. Ci mette solo qualche minuto (dodici, secondo l’orologio di Patrick) a trovare la stanza, qualche altro minuto per beccare la toppa e poi finalmente subito dentro! E poi subito fuori!, perché la camera ha effettivamente un letto che però è pieno di Andy e Joe e nessun vestito, e ommioddio fortuna che ha coperto gli occhi di Patrick in tempo o il suo piccolo morbido cantante sarebbe rimasto traumatizzato a vita.

« Non vi preoccupate, Patrick non ha visto nulla! Io un po’ ho visto - e dopo vorrei che mi spiegaste cos’è quella cosa che state facendo, tra parentesi - ma sono contento che abbiate fatto pace! Ora me ne vado, fate come se non vi avessi interrotto! » e fugge via, trascinandosi dietro Patrick.

« Porc- PETE! LA PORTA! »

 

 

 

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Titolo rimaneggiato da XO.

Heh. Non potevo chiudere in maniera seria, ovviamente. Ma sono stranamente soddisfatta del capitolo! Circa. Oh be’, non ho sentito il bisogno di riscriverlo da capo come gli altri tre, è un miglioramento? Il litigio ha quasi senso, perciò urrà!

Ho postato in anticipo perché non potevo lasciare che Da si suicidasse ù_ù

 

Blaise: Bb, i tuoi commenti non sono deliranti più del solito! Sappi che Pete&Patrick come Cip e Ciop (che sono, tipo, la più grande coppia di fatto dei cartoni animati) hanno reso la mia vita migliore. Thanx dear, per tutto *hugs*

Christine: L’onoVe è mio di poterti citare a destra et a manca, anche se poi tu non te lo ricordi. Ti amo lo stesso :* Patrick non-alcolista non si spiega, perché sennò sarebbe da santificare all’istante. *manda <3 random*

Sophy: Le minacce funzionano xD Cita tutto, fai pure *gongola* Oh, OT3! Contenta di averlo descritto xD Non morire con l’ultimo capitolo, ‘kay? *torna a spupazzare Andy* *e poi Sophy*

Da: Vedi? Sono sadica e perversa e mi diverto a farti cadere dalla sedia a farti finire i sinonimi, ma poi non ce la faccio ad ignorare una richiesta così importanteh. Eeh, il cuore spezzato. Certe volte quando lancio certe cose così non sono convinta, ma vedere che l’effetto arriva è bello xD Non morire per il tedesco, non ti merita! *fa aria*

Sweetcurry: Già solo il fatto che hai avuto voglia di leggerla sul cellulare mi riempie di gioia, really ** Poi dopo mi dici che sono IC (per modo di dire) et cetera e il mio ego sfarfalla. Non mi fa bene XD Trohley è il mio OTP, mi fa piacere sapere che riesco a fargli giustizia (anche se metà delle volte non mi sembra proprio) :3 Thanx <3

 

Omg la storia è finita \°°/ Sono shockata quanto voi soprattutto per aver tagliato le zozzerie, sappiatelo. Ringraziamenti random a tutta la gente che ho tormentato con la storia, al forum (sempre) e, uhm… non so che dire. Vi amo?

Will

   
 
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