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Autore: formerly_known_as_A    03/07/2015    3 recensioni
Momo ha finalmente un appuntamento con Sousuke, ma è nervoso, in ritardo e pensa di non aver capito il vero senso di quel pomeriggio insieme.
C'è da dire che il suo senpai non è sempre molto chiaro...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Momotarou Mikoshiba, Sosuke Yamazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Settembre-Dicembre'
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Note dell'autrice


Scrivo questa storia da dicembre, DICEMBRE, ma eccola, finalmente ed è la terza e ultima della serie Settembre-Dicembre.

È ambientata subito dopo la precedente A peach by any otter name, quindi nei dintorni di Capodanno. Sono sicura che tutti vorranno leggere una storia sulla neve e il freddo a luglio.




Non va bene.

Momo affretta una corsa già piuttosto stancante, i polmoni che chiedono pietà e le gambe di burro.

Non ha quasi chiuso occhio e, se dovesse incrociare lo sguardo con il suo riflesso in una delle vetrine natalizie che sta oltrepassando a tutta velocità, probabilmente si spaventerebbe per le occhiaie scure che lo testimoniano.

Ma non ha tempo per farlo, perché, dopo essersi addormentato soltanto alle tre del mattino, non ha sentito né la prima, né la seconda sveglia e solo la pazienza di sua madre è riuscita a tirarlo giù dal letto in tempo per prendere il treno.

Treno che però si è bloccato dieci minuti in piena campagna a causa della neve caduta durante la notte, finendo per accumulare venti minuti di ritardo.

Anche adesso la neve gli dà fastidio. Gli entra nel naso, tanto per cominciare. E ogni falcata che lo separa dall’obiettivo è un potenziare incidente mortale.

Vede Sousuke da lontano. Torreggia sulle coppie a passeggio con la sua altezza, la testa bassa. Mentre si avvicina si rende conto che sta guardando il telefono e accelera.

Scivola sui ciottoli della piazza gelata ed evita per un soffio un palo della luce, riuscendo a fermarsi solo quando colpisce con le ginocchia la pietra fredda della fontana.

Sousuke alza la testa dal telefono per guardare chi si sia schiantato accanto a lui e ha un sussulto nel riconoscerlo.

Credevo te ne fossi già andato.”

La voce del ragazzo sembra sollevata e per un momento Momo resta a guardarlo, confuso. Poi si illumina, il dolore pulsante alle gambe sostituito dal sollievo di vederlo ancora lì.

Ah! il mio treno era in ritardo!” esclama, lanciando in avanti le braccia in un tentativo di offrirgli il sacchetto con dentro il suo regalo di Natale. “Buon Natale, Sousuke.”

Sousuke arretra di un passo, ancora confuso, poi prende il sacchetto tra le mani e lo apre per guardare dentro. Guarda soltanto per un lunghissimo momento, tanto che Momo comincia a chiedersi se sia stata poi una grande idea, la sua.

È nervoso, nonostante tutto. Ha paura di sbagliare qualcosa perché questa è la sua grande occasione e l’aspetta da mesi. Anche arrivare in ritardo l’ha mandato nel panico, anche se non è del tutto propria, la colpa.

Non è troppo tardi per il ristorante, vero?” chiede, lanciando un'occhiata all'orologio della piazza. Le undici e mezza. Tardi. Ma non troppo. Almeno così spera.

Dovremo rinunciare alla passeggiata senza meta, temo.” ribatte Sousuke, con un mezzo sorriso.

Lo fa ridere, il corpo che finalmente si rilassa, una tensione di cui non era del tutto consapevole che lo abbandona. Non c'è niente da fare per il rossore che gli ha invaso le guance, ma almeno per quello può accusare il freddo.

Cerca in Sousuke un nervosismo simile al proprio, qualcosa che lo faccia sentire meno stupido, perché l'idea di essere l'unico a sentire quella voragine di imbarazzo in mezzo al petto per tutto il giorno può farlo sentire solo in questo modo, stupido.

Ha chiesto a Sousuke di condividere quella giornata insieme, ma non ha idea di quanto e se Sousuke abbia capito di quell'invito.

Per Momo è un passo enorme e forse lo realizza pienamente solo così, a un metro scarso da quello che dovrebbe essere soltanto il suo compagno di squadra, il suo amico.

È stato un passo enorme anche ammettere a se stesso di avere una cotta per un ragazzo, spropositata la paura di disgustarlo, di aver interpretato male sguardi e parole e di non avere nessuna possibilità con lui.

Non sa nemmeno quante volte Ai abbia dovuto spingerlo a non annullare tutto, assicurandogli che mai Sousuke l'avrebbe disprezzato perché gli piace.

Sente i palmi sudati, nei guanti e ritira la testa nelle spalle per cercare riparo dietro alla sciarpa.

Non ha nulla da farsi prestare, oggi, è arrivato preparato. Già se ne pente, tanto la sensazione di essere completamente imbacuccato lo fa sentire soffocare. Nessun profumo rassicurante, se non l'ammorbidente che usa sua madre.

Il ristorante è da questa parte.” spezza finalmente il silenzio Sousuke, distogliendolo dai suoi pensieri.

Ha le mani infilate nel giaccone, le spalle abbastanza rigide da farsi male, ma Momo non ha il tempo di chiedergli nulla, mentre lo segue in silenzio, alla ricerca di qualcosa di veramente intelligente da dire.

Non si ricorda di essere mai stato ad un appuntamento. Non uno vero, con il ristorante e... qualsiasi cosa abbia deciso di fare Sousuke dopo, probabilmente una passeggiata per occupare il pomeriggio e non la battaglia di palle di neve che Momo avrebbe proposto senza una briciola di vergogna, in altre circostanze.

È difficile farsi venire in mente qualcosa, quando i pensieri sembrano tutti girare intorno all'occasione di quest'uscita. A nulla sembra essere servito cercare di porsi degli obiettivi, come cercare un regalo di compleanno per Aiichirou, Momo non riesce a smettere di pensare al fatto che vorrebbe che quello fosse un appuntamento tra persone che si piacciono.

Fidanzati? Forse sta correndo troppo per questo.

Non ho scelto il giorno migliore, speriamo non nevichi ancora.”

È strano che sia Sousuke a rompere quei silenzi, ma Momo si ficca le mani in tasca e gli è accanto in due falciate, sollevato dall'argomento semplice. Guarda il cielo bianco, dubbioso, il respiro che forma nuvole di condensa. Un cielo del genere può solo preannunciare altra neve.

Non sarebbe male. Potrebbero rifugiarsi in un hotel e per caso quell'hotel potrebbe avere solo una matrimoniale, ad esempio. Sarebbe un momento perfetto per confessargli i propri sentimenti, anche se si trasformerebbe in un disastro se Sousuke lo rifiutasse e lo mettesse a dormire sul balcone.

Fa un verso strozzato, scuotendo la testa e sperando che il ragazzo non lo senta.

Da quando ha cominciato a vederlo come qualcuno di desiderabile -peggio di una ragazza, solo lui è riuscito a confonderlo e fargli impazzire il cuore in quel modo, rovesciando ogni sua sicurezza- non ha smesso di fantasticare.

Vuole sapere che effetto fa tenerlo per mano e sentire il suo pollice che accarezza appena il dorso della propria. Vuole sapere cosa di prova ad essere abbracciati spesso, senza un vero motivo, come a volte vede Rin e Ai abbracciarsi, un gesto fatto apparentemente senza pensare, per stare semplicemente vicini. Vorrebbe sparire in un abbraccio stretto, essere colto di sorpresa e restare con la schiena contro il petto di Sousuke, a confondere il battito del cuore con il proprio. Dormire così dev'essere rassicurante.

Sì, Momotarou è completamente perso. Ed è spaventoso. Ed è bellissimo.

Hai i soldi per una stanza?” chiede, cercando di suonare il più naturale possibile. Rilassato. Un respiro per volta, non tutti insieme.

Posso dormire in stazione, se i treni restano bloccati.”

La risposta lo fa imbronciare e stringe gli occhi fino a farli diventare fessure.

Il dottor Shimaki non apprezzerebbe.” commenta, buttando le labbra all'infuori. Del chirurgo di Sousuke se ne frega, ovviamente, è l'eventualità di vedere i propri sogni infrangersi in questo modo che lo innervosisce un po'. Questo e il fatto che dormire su una panchina non farebbe per niente bene alla spalla di Sousuke e di quello gli importa.

Il ragazzo volta la testa verso di lui e, per un momento, Momo pensa di aver toccato un argomento tabù, tanto il suo sguardo è torvo. Hanno parlato spesso della sua futura operazione, ma il contesto non riesce a farlo calmare e Momo ha insolitamente paura che tutto vada storto.

Sarà il nostro segreto, allora.” risponde Sousuke, facendogli l'occhiolino.

Momo è fortunato che si volti quasi subito per aprire la porta del ristorante, perché ha la sensazione di essere diventato una pozzanghera di neve sciolta, da quanto si sente avvampare.


L'interno del ristorante è meno tipico di quanto si aspettasse. Il ristorante italiano in un cui l'ha portato Sei quando si è trasferito a Tokyo, per esempio, era un tripudio di foto in bianco e nero, reti da pesca, pizze di plastica e buffi personaggi vestiti di bianco.

Questo invece è essenziale, con un paio di foto di paesaggi e arredamenti blu scuro. Sembra quasi un posto di lusso e Momo fa fatica a restare seduto composto, sentendosi di troppo.

Pensa di mandare un messaggio al fratello, chiedergli di venirlo a prendere o almeno dargli una botta sulla testa e farlo tornare quello di sempre, ma sbloccando lo schermo del cellulare vi trova due messaggi di Sousuke.


Sono in ritardo, il treno è fermo chissà dove. Scusami.


Sei già andato via? Mi dispiace. Se sei ancora in zona ti offro un dolce e una cioccolata calda.


Momo alza lo sguardo, arrossendo. Dimentica di mandare il messaggio a Seijurou il cuore che batte all’impazzata senza che possa fare nulla per tranquillizzarlo.

Si dice che è normale che abbia cercato di rimediare in quel modo, che il viaggio non è esattamente breve e che tornare indietro subito sarebbe stata una vera seccatura.

Ma non riesce a smettere di sorridere mentre osserva il profilo di Sousuke, intento a guardare fuori dalla finestra e sente un calore insistente farsi largo dalla bocca dello stomaco fino alla punta delle dita. Non è il riscaldamento del ristorante, quello.

Non apri il tuo regalo?” sussurra, perché vorrebbe dire altro, ma non riesce a smettere di sorridere, il cervello in panne.

Sousuke torna a guardarlo, fa un sorriso tirato e poi allunga le dita verso il pacchettino.

Il modo in cui sembra cercare di non strappare la carta, delicato nonostante il regalo quasi sparisca tra le sue mani, lo intenerisce e lo imbarazza allo stesso tempo. Vorrebbe gridargli di strappare tutto e farla finita, ma, allo stesso tempo, quella cura gli scalda il cuore.

Aaah, strappa tutto!” cede infine, scoppiando a ridere subito dopo per il tono che riconosce nella propria voce. Sembra quasi esasperato, ma non può farci niente.

Sousuke lo guarda storto e finisce di scartare il portachiavi. Appena lo vede tra le sue mani Momo se ne pente. È troppo piccolo, troppo stupido e banale. Sousuke gli ha offerto un pranzo al ristorante, insomma!

La lontra è sempre la stessa, quella di peluche morbido, una conchiglia rosa sulla pancia e l'occhio chiuso in un occhiolino che l'ha convinto a comprarla... solo che ora sembra una stupidaggine.

È una lontra!” annuncia, come se non fosse evidente. Avvampa, boccheggia e riesce a riprendere abbastanza fiato da correggersi. “Voglio dire, per quando saremo lontani! Così ti ricorderai di me!”

La cameriera lo interrompe prima che possa fuggire gridando e, se non altro, porta con sé un piatto di spaghetti che sembra fatto apposta per annegarvi la propria disperazione.

Sousuke aspetta che la ragazza sia lontana per rispondere al suo buon appetito stridulo e posare la lontra nella propria scatola. Sembra mettere molta cura nel lasciare parte del musetto appena fuori da essa e Momo un po' si calma, giusto il tempo per avvampare e sentire una stretta allo stomaco.

È difficile dimenticarti.”

È fortunato che abbia appena passato due minuti ad arrotolare la pasta intorno alla forchetta come se si fosse dimenticato come fare, perché se avesse già iniziato a mangiare, quella frase sarebbe stata la sua morte.

È perché sono troppo rumoroso?” domanda, sottovoce, trattenendo la forchetta per puro miracolo.

Vorrebbe scherzare e ridere. Vorrebbe essere più simile al normale e rumoroso Momo che gli piace essere, ma non ci riesce. Il suo è un continuo mutare di sensazioni tra il calore dell'imbarazzo e il gelo dell'ansia che lo attanaglia, la paura di dire qualcosa di male e farlo scappare via.

Ha paura di sperare, Momo, paura di mettere troppo cuore in quell'amore e rimanere deluso, ferito. È confuso dall'atteggiamento di Sousuke, persino dal proprio, a volte, quando si sente irrimediabilmente attratto da lui e potrebbe fare un elenco infinito delle ragioni per cui quel sentimento è giusto e sbagliato allo stesso tempo.

Sousuke scuote la testa, punzecchiando un raviolo. Non alza lo sguardo, ma Momo nota il suo rossore e si chiede se anche lui sia in imbarazzo o abbia paura. Saperlo sarebbe un sollievo.

Sei particolare. Luminoso. Non credo di riuscire a dimenticarti molto presto.” Risponde, finalmente, avvicinando alle labbra il bicchiere d'acqua e bevendo un sorso.

Non ho intenzione di farlo.” aggiunge, tornando al povero raviolo. Ma sorride. Un sorriso un po' storto, qualcosa che non raggiunge i suoi occhi.

Ci sentiremo!” sbotta Momo, colmando un vuoto. Allunga un braccio per afferrargli un polso, farsi guardare. “Verrò a trovarti! E anche Ai-senpai!” aggiunge, nel tentativo di non suonare disperato.

Tenta di rassicurarsi, in qualche modo, soffocando l’imbarazzo in una forchettata di spaghetti.

Non è un brutto imbarazzo, però, quello. È di quelli che sente come un tepore in mezzo al petto, quell’imbarazzo particolare che sente solo con Sousuke.

Non so ancora cosa farò. Potrei… seguire Rin. Anche se non è per nuotare, forse mi farebbe bene ricominciare da qualche parte, prendermi un anno per pensare a cosa voglio davvero. Fin’ora non ho mai veramente pensato ad un’alternativa.” sussurra il senpai ed è più di quanto sia riuscito a tirargli fuori fino a questo momento.

Ed è un’altra illusione che crolla, questa.

Non vuole restare solo, non vuole essere lasciato indietro. Eppure dovrebbe accettare che tutti loro andranno avanti, in un modo o nell’altro, perché è stato lui a dire che quell’anno insieme sarebbe stato solo l’inizio, una rassicurazione che non riesce a far funzionare con se stesso.

Allora dovrai darmi tu qualcosa che mi ricordi che ci sei stato.” ribatte, un piccolo sorriso sulle labbra, prima di tornare agli spaghetti.


Quando escono dal ristorante, ha ripreso a nevicare.

Il passaggio dal tepore del locale al gelo lo fa rabbrividire e Momo si abbraccia, tentando di scaldarsi.

Spero che la prossima tappa sia un posto chiuso!” si lamenta, cercando di soffiare via un fiocco di neve dalla punta del naso.

Sousuke ridacchia e gli sfrega la mano al centro della schiena, cercando di riportarlo ad una temperatura normale. Di sicuro si sente avvampare, così.

Sei senza sangue.” commenta, prima di lasciare che la stessa mano si posi sulla sua guancia. Ovviamente è caldissimo e Momo vorrebbe dirgli un sacco di parolacce, ma ammutolisce, lo sguardo fermo sul suo compagno di squadra.

Sousuke lo sta guardando a propria volta e se c'è un buon momento per morire è proprio questo, tra i polmoni che collassano e il cuore che lo saluta. Aspetta che si ricordi di chi sia, di cosa stiano facendo insieme e perché non dovrebbe essere così tenero, ma il ragazzo sorride, sempre un po' di sbieco e Momo chiude gli occhi per apprezzare quel calore necessario, quel contatto che vorrebbe protrarre a lungo.

Ma è estremamente rapido a fargli una linguaccia appena Sousuke si allontana, sfrecciando in avanti per non buttarglisi addosso e usarlo come stufa per tutta la giornata.

Sei tu quello che non è normale! Sta nevicando!” borbotta, imbronciandosi.

Sousuke ridacchia, lo raggiunge e lo spinge appena con un fianco. Momo lo spinge a propria volta e non riesce a trattenere un sorriso.

Il prossimo posto non è molto lontano, resisti.”

Dove andiamo?” chiede, nuovamente incuriosito, ma Sousuke fa finta di ignorarlo e lui reagisce gonfiando le guance.

Sei ridicolo!” esclama il ragazzo, guardandolo. Di nuovo, gli posa le mani sul viso per sgonfiargli le guance, il contatto che lo ammutolisce, costringendolo a fermarsi per non ondeggiare troppo sul marciapiede.

È solo che... è troppo naturale. Momo è abituato ad essere quello che cerca il contatto fisico maggiore, quello che si appende al braccio sano di Sousuke per lamentarsi di qualcosa, quello che tira per mano Aiichirou nei corridoi, quello che punzecchia il fianco di Rin per attirare la sua attenzione anche e soprattutto mentre stanno già parlando insieme.

Anche ora, mentre hanno ripreso a camminare fianco a fianco, vorrebbe prendergli la mano e farsi scaldare un poco, creare il contatto che tanto disperatamente cerca.

Gli piace il contatto fisico. Gli piace tenere per mano, abbracciare, stringere. Soprattutto con le persone a cui vuole più bene, non si fa sicuramente problemi a cercare di invadere il più possibile il loro spazio vitale.

Ma da parte di Sousuke è strano, come qualcosa che si è tanto cercato e arriva all'improvviso e sembra un sogno, qualcosa di impossibile.

La vetrina di un negozio di peluche attira la sua attenzione e si ferma lì, ricordandosi di avere ancora un regalo da fare, seppur non esattamente di Natale.

Non hai passato l'età per queste cose?” chiede Sousuke, meritandosi una nuova spinta con il gomito.

Non è per me! È per Ai senpai!” protesta, come se questo potesse giustificare qualcosa. E in effetti non può essere l'unico a conoscenza della sua collezione di mucche di peluche, no?

Oh, sì, in effetti ha più senso.” commenta invece Sousuke, non senza una punta di ironia. Momo lo guarda male, poi si imbroncia e borbotta qualcosa sull'essere pessimi senpai che non si curano degli interessi dei loro kohai, prima di tornare a scrutare la vetrina in cerca di qualcosa di adatto.

Tra poco è il suo compleanno e volevo regalargli uno squalo enorme!” spiega comunque, indicandogli la dimensione dello squalo allargando le braccia il più possibile. “Ma nessuno di quelli che ho visto fin'ora mi piace. Sono tutti con la faccia scema o costano tantissimo!” si lamenta, appiccicando il naso alla vetrina.

Uno squalo?”

Davvero Sousuke è stato risparmiato anche dalla passione smisurata di Aiichirou per gli squali? E non ha mai dovuto affrontare uno dei suoi monologhi su quanto siano carini?

A Momo non spiacciono quei momenti. Gli piace vederlo così entusiasta e gli piace poterlo prendere un po' in giro per la somiglianza tra gli squali e un certo capitano della squadra di nuoto.

Credo che gli mancherà tantissimo.” sussurra, appannando il vetro. Si allontana per pulirlo con la manica e lanciare un'occhiata all'altro ragazzo.

Io faccio davvero il tifo per loro, ma per quanto può durare, se non si vedono quasi mai?” chiede e allunga d'istinto una mano verso Sousuke, afferrandolo per il polsino del cappotto.

E per quanto poteva durare, in due stanze diverse dopo averne condivisa una per un anno?”

Non è la stessa cosa. Possono uscire da quella stanza e vedersi e fare finta di aver dimenticato qualcosa in piscina... Quando Rin sarà in Australia, Ai sarà da solo. Non ci saranno corridoi tra di loro, ma chilometri e chilometri di mare. Non è spaventoso?” domanda, lo sguardo fisso sulle dita che stringono quella minuscola parte di Sousuke.

Non lo so. Non ci ho mai pensato. Non posso dire che non mi interessi, perché non voglio immaginare in che stato sarebbe Rin, se dovesse finire. Probabilmente si chiuderebbe in camera e non metterebbe più in ordine e ci sarebbero piogge di fuoco in tutto il Giappone...” spiega Sousuke, ruotando delicatamente il polso. Solleva l'indice fino a sfiorare il palmo di Momo e lo lascia lì, a fargli formicolare la pelle.

Conoscendo entrambi si saranno sicuramente posti la questione e probabilmente hanno finito con il dedurre che sono anime gemelle legate dal destino e che nulla può separarli. Sì, Rin potrebbe aver detto una cosa del genere.”

Momo ridacchia, nonostante quell'unico dito sul suo palmo -la punta soltanto, ancora peggio- non riesca a non mandarlo in agitazione.

Sì, vede benissimo il loro romantico capitano dire qualcosa del genere. In modo molto più esagerato, anche, tirando in ballo destino, stelle, leggende e gruppi sanguigni.

A te non mette ansia?”

Che cosa, Rin? Quando comincia a borbottare per la minima cosa fuori posto sì, parecchio.”

No, dico... Rin, Ai... Sembrano avere già tutto programmato. Quello che faranno all'università, il loro futuro lavoro... Scommetto che hanno persino programmato quando sposarsi e i nomi per i bambini!” si lamenta Momo, sbuffando. Lascia andare il suo polsino per gesticolare e se ne pente immediatamente.

Sprofonda con la faccia nella sciarpa, facendo una nuova nuvola irritata di condensa.

Fa un po' paura sentirli parlare di futuro, io non so nemmeno decidere cosa voglio mangiare a colazione domani mattina, sembra tutto così buono, sul menù!” ammette, ridacchiando di se stesso.

Hai ancora tempo. Non sei esattamente la persona più matura che conosca, è normale che ancora tu non abbia deciso.”

Momo sa di doversi sentire offeso per quel commento, ma non fa altro che spingerlo appena con il gomito e ammettere silenziosamente che, in effetti, non ha tutti i torti.

Sousuke ricambia la piccola spinta, puntando l’indice sulla sua guancia. “Ti ricordo che nemmeno io ho ancora deciso.”

Sì, ma...”

Non si tratta soltanto di Rin e Aiichirou.

Riguarda tutti loro, le amicizie che Momo non vuole perdere, quella cotta mostruosa che non vuole uccidere sul nascere. Ma soprattutto loro quattro, l'equilibrio che sono riusciti a raggiungere, nonostante siano profondamente diversi. Sono i loro momenti, tra liti buffe e condivisioni un po' più profonde, che non vuole perdere.

La migliore squadra che potesse formarsi.

Non voglio restare solo.”

Sousuke gli preme l'indice sulla fronte, sbuffando.

Parli come se non dovessimo mai più rivederci. E non sei nemmeno il tipo da restare senza amici per troppo tempo, ne avrai altri. In quanto a quei due...”

Non gli lascia il tempo per finire, però, perché Momo ha uno scatto all'indietro, allontanandosi da quel contatto.

Non voglio altri amici!” sbotta, le sopracciglia aggrottate tra sorpresa e rabbia. “Manca così poco al tuo diploma e a quello di Rin senpai e mi sembra di aver perso tempo! Tutto il tempo che avrei potuto passare con voi e conoscervi e creare nuovi ricordi e...”

È il turno di Sousuke di zittirlo, posandogli l'indice sulle labbra. Scuote la testa, l'espressione più seria, come se avesse appena capito che per Momo quella è una questione fondamentale.

Momo, non scompariremo dalla faccia della terra, dopo il diploma.”

Ok, ma...”

La pressione sulle sue labbra si fa più insistente e Momo può soltanto sbuffare.

Cosa c'è di tanto strano nell'aver paura di perderli? Sì, non è come se non dovessero vedersi mai più ed è vero che Ai sarà sempre in contatto con Rin e Sousuke, ma, insomma...

Davvero vorrai avere a che fare con me, in futuro?” domanda, spostando le dita che lo censurano. “Davvero Rin senpai vorrà sentirmi, quando si allenerà per le olimpiadi? Sono... sono solo al primo anno, magari per voi sono un bambino e magari pensi davvero che io possa sostituirti o possa solo ammirare Rin senpai, ma...!”

Non sa nemmeno come spiegarlo a parole. È solo che sono così importanti, loro tre, per lui, così essenziali, che davvero fa fatica ad immaginare che le loro strade possano dividersi per mai più incontrarsi. È quello di cui ha paura, ma solo perché sono diventati una certezza, una presenza sicura.

Vieni, stai congelando.” è l'unica risposta di Sousuke, mentre lo afferra per la mano e lo trascina nel negozio.

Momo si rende conto di quanto avesse freddo solo quando passa accanto ad una stufetta e si ferma ad allungarvi le mani, irrigidite e doloranti.

Tutt'intorno, il disordine regna sovrano e quello che poteva vedersi nella vetrina non era nulla, in confronto alla quantità di peluche e giocattoli accatastati sugli scaffali. Ha il tempo di rimanere a bocca aperta, prima di essere trascinato fino all'angolo degli animali marini.

Woah! Hanno il peluche di quel pesce bruttissimo che Ai senpai adora!” esclama, indicando un pesce lanterna.

Come possano davvero esserci peluche di quell'essere terrificante e moltissimi altri di cui non sa il nome è un mistero, di cui Momo però smette di curarsi nel vedere il più enorme e perfetto peluche di squalo che abbia mai visto.

È alto quanto Rin-senpai!” si meraviglia, gli occhi che si illuminano come quelli di un bambino la mattina di Natale. Probabilmente esagera con le proporzioni, ma è il più grande peluche che abbia mai visto.

Non ha smesso di fare versi di sorpresa quando grida nel vedere una piccola remora attaccata alla pancia dello squalo.

Soucchi! È Ai senpai!” esclama, indicandola furiosamente. Sousuke guarda il peluche, poi ridacchia. “Quella devi regalarla a Rin.” afferma, staccando delicatamente la remora e notando la striscia di velcro che tiene i due uniti.

Come fanno a stare a testa in giù tutto il tempo?” domanda, notando la forma del pesce.

Ah! Ma non sono a testa in giù!” lo corregge Momo, allungando la mano verso il muso dello squalo. “Ai senpai dice che la parte superiore della loro testa è piatta, così si attaccano meglio!”

Lo squalo è morbidissimo, perfetto per abbracciarlo prima di dormire! Già immagina la felicità del suo senpai, ma quella sfuma in Momo quando lancia un'occhiata al cartellino del prezzo.

Non c'è niente di più piccolo, con la remora?” domanda, sconsolato.

Non può permettersi uno squalo di peluche da 3500 yen, anche se è il regalo di compleanno per uno dei suoi migliori amici.

Anche Sousuke guarda il prezzo e storce il naso, ma sembra intercettare la sua delusione, perché gli posa tra le braccia un piccolo delfino e sorride.

Puoi sempre regalargli un Nanase da picchiare nei momenti di sconforto. Verrei alla Samezuka ad aiutarlo di tanto in tanto.” spiega e Momo non è del tutto sicuro che non sia serio, in quel proposito.

Però scoppia a ridere, posando il delfini su una pila di suoi simili e prendendo uno squalo rosa dall'espressione stupida.

Momo!”

Si guarda intorno, perché Sousuke sembra essere sparito e lo trova dietro uno scaffale, un peluche di uno squalo balena in braccio. Non è molto grande, ma sembra morbido quanto l'altro e Momo per un momento si imbroncia, perché non è possibile che quando gli serve qualcosa...

Guarda!” esclama di nuovo Sousuke, assumendo un'espressione allo stesso tempo stupita e tranquilla, a bocca aperta... di fatto imitando quella del peluche.

Momo ride di nuovo, allungando le mani per strizzare le guance del peluche. È adorabile.

È bellissimo! Non credevo esistessero!” si stupisce, accarezzandolo sulla testa.

E io?” chiede Sousuke, prendendolo alla sprovvista. Ha ripreso la sua espressione normale, ma sembra in qualche modo in attesa e Momo si sente avvampare, ma è tanto serio che finisce per accarezzargli i capelli con gli stessi gesti fatti al peluche. Glielo prende dalle mani, ben intenzionato a vedere il prezzo e rinunciare definitivamente all'idea di averlo.

Non ha il tempo di guardare il cartellino, però, perché Sousuke si riprende lo squalo balena e lo tiene in alto, dove non può raggiungerlo.

No. Prendi Rin e Ai e portali alla cassa, facciamo a metà. E questo è il tuo regalo di Natale.”

Momo ammutolisce, cercando di pensare contemporaneamente a per quanti anni dovrà lavorare per ripagargli il favore e a come farà, visto che il suo cuore ha deciso di battere completamente a caso e probabilmente morirà da un momento all'altro.

Da qualche parte un timido pensiero si fa largo in lui e sembra farsi coraggio all'improvviso per gridargli che deve accettare quel regalo anche a costo di andare in autocombustione.

No, Soucchi...” cerca di protestare, sentendosi immensamente in colpa perché vorrebbe sorridere e abbracciarlo e saltellare per il negozio.

Afferra lo squalo e la remora, perché fare un regalo insieme a lui non è un problema, ma cerca di trattenerlo dal comprare lo squalo balena, ben conscio di avergli comprato soltanto un peluche grosso come il suo palmo e non meritare niente di più.

Sousuke, non c'è bisogno...” protesta, anche se la volontà di fermarlo è ormai soffocata dal sorriso che sente di dover far esplodere da un momento all'altro. “Il regalo di Ai senpai è ok, ma...”

Non c'è bisogno, ma voglio farlo.” lo zittisce Sousuke e Momo finalmente sorride, cercando rifugio dietro lo squalo.


Quando escono dal negozio, la neve scende più fitta di prima e Momo non sa se essere arrabbiato o felice. La sua mente riesce solo ad elaborare che ha qualcosa con cui dormire per il resto della sua vita da liceale -e anche dopo, se dev'essere sincero- qualcosa che gli ricordi Sousuke e lui stesso gli ha regalato.

Ha le guance rosse e non è soltanto colpa del freddo. Tiene stretta la maniglia del sacchetto, facendolo dondolare appena, gli occhi bassi sul marciapiede innevato. Mai come ora è essenziale non cadere.

Grazie.” mormora, dopo un po' che cammina senza sapere dove stia andando di preciso.

Dovremmo andare verso la stazione e controllare i treni.” risponde Sousuke, costringendolo a guardarlo, da quanto il suo tono di voce è atipico. Gli sembra insicuro, quasi tremante.

Il senpai ha le orecchie rosse, questo lo nota anche se è qualche passo davanti a lui. Sorride, intenerito.

Se non ci sono treni possiamo sempre dormire alla Samezuka!” esclama, affrettando il passo per raggiungerlo. Lo afferra di nuovo per il polsino, come se intorno a loro ci fosse un mare di gente e temesse di perderlo e Momo sobbalza quando Sousuke sposta il braccio, negandogli quel contatto.

Lo stomaco sembra crollargli nella pancia, la delusione e la paura di aver fatto qualcosa di sbagliato che lo mandano nel panico, ma dura solo un secondo, perché il senpai gli afferra la mano e intreccia le dita con le sue.

Momo controlla che la strada sia deserta, gli occhi grandi come piattini, realizzando nello stesso istante che gli importa poco di essere visto. Potrebbe esserci la folla di cui aveva paura, che comunque approfitterebbe di quel momento per sfregare la guancia sul suo braccio, con un sospiro soddisfatto.

Una pallina a forma di pesca.”

Eh?” chiede il ragazzo, confuso, aprendo gli occhi ma non spostandosi troppo dalla sua spalla.

Sousuke sembra far fatica a voltarsi ed emergere dal colletto del cappotto, ma lo fa comunque, dopo un sospiro rumoroso.

Per Natale ti avevo comprato una pallina profumata alla pesca. A forma di pesca. Rosa.” ammette il senpai, stringendogli meglio la mano. “Sia Ai che Rin mi hanno rimproverato dicendomi che non sei una vera lontra, quando gliel'ho detto... Ma prima ho capito.”

Sembra parlare più per se stesso che per Momo, ma il ragazzo ridacchia lo stesso, perché una pallina a forma di pesca sarebbe stato un regalo divertentissimo.

Non lo sono, ma non mi sarebbe dispiaciuta.” ammette, posando la tempia sul suo braccio.

Stanno camminando verso la stazione, ma la strada è quasi deserta e sente di poterselo permettere. O forse, ancora, gli importa sempre meno che qualcuno li veda, tanto è felice di potersi concedere un gesto del genere senza essere allontanato.

Non è questo il punto. Ho avuto molte idee, prima di quella, ma ognuna...” la voce di Sousuke si fa sottile, come se non potesse andare avanti e Momo lo guarda dal basso, notando come il rossore ora sia diffuso sulle guance e il naso.

Qualunque cosa mi venisse in mente era qualcosa da... fidanzato.”

Non è che non se lo aspettasse.

No, Momo ci ha sperato. Così tanto che, passata quella fase in cui si sarebbe sfondato la testa contro il primo muro perché gli piaceva un ragazzo, ha cominciato a tendersi quando restava solo con Sousuke.

Non è così scemo. Ha notato indizi, piccoli gesti, il suo compagno di stanza insinua cose da mesi, sostenendo che si siano girando troppo intorno.

Ma Momo non è mai andato oltre la speranza. Non c'è mai stata una vera possibilità e giusto dieci minuti prima si è convinto che avrebbe vissuto il resto della sua cotta insieme ad un peluche che gli ricordava Sousuke.

Fidanzato.” ripete, ma non è sicuro di sentirsi davvero. Ha la gola e la bocca secche e tenta di deglutire per poter esprimere tutto ciò che gli sta passando per la testa in questo momento.

Ma non sa nemmeno cosa. È tutto confuso, gioia e paura immobilizzano il suo cervello, la prudenza che lo tira indietro e gli dice di non riporre troppe speranze in una frase così semplice.

Ma è devastante.

Il cuore gli fa male, tanto gli sembra gonfio di sentimenti. Sente che potrebbe esplodere anche lui, se non dicesse anche solo una minima percentuale di quello che sente.

Eppure è difficile. Sente che si sta aggrappando alla mano che Sousuke ancora stringe, quasi annaspando nel tentativo di trattenerla, anche se lui non sta facendo nulla per portarla via.

Da quando mi hai portato Momopyon io...”

Anche Sousuke sembra in difficoltà e Momo riesce soltanto a stringergli la mano di rimando, anche se sta sudando e non è molto piacevole.

...mi sono chiesto se ti piacessi. Perché è assurdo, no? Ma tu mi piaci. Anche se hai una passione per gli animali brutti e sei troppo agitato e a volte mi fai venire mal di testa e ti piacciono le ragazze, io...” Sousuke gli da le spalle, ora, la mano libera che copre il suo viso. Sbuffa, scuote la testa e quando torna a guardarlo ha un'espressione quasi furiosa.

È frustrante! Mi sono detto che non ti sarei mai piaciuto, che sarebbe bastato far passare quest'anno e poi sparire, ma poi... Poi all'improvviso era già dicembre e ho capito. Non voglio perdere quest'occasione. Tu... Tu mi confondi così tanto, però non posso non dirtelo. E non voglio che finisca con il diploma, non voglio dimenticarti o lasciarti indietro e nemmeno...”

A questo punto, Momo non ce la fa. Non riesce ad aprire bocca per rispondergli qualcosa che abbia un senso, non riesce a dirgli che anche a lui piace, che vuole vederlo ancora anche lui, dopo il liceo, che non vuole essere lasciato indietro.

Avanza di un passo e gli butta il braccio libero intorno al collo per abbassarlo al proprio livello e spingerglisi contro. Chiude gli occhi, si lascia guidare dall'istinto e calcola male le distanze, creando un impatto di denti che è più un incidente ferroviario che un bacio.

Scatta all'indietro, coprendosi il volto in un misto di dolore e umiliazione e rannicchiandosi per terra, l'imbarazzo che gli colora le guance, una vocina nella testa che gli consiglia di nascondersi in un cumulo di neve e aspettare la primavera.

Mi dispiace! Era orribile!” sbotta, cercando febbrilmente con lo sguardo una vanga o qualcosa di simile.

Sente la neve scricchiolare ben prima di trovarsi faccia a faccia con Sousuke e per un momento pensa a come la scena possa presentarsi ad un passante. Due ragazzi rannicchiati e in procinto di andare in autocombustione nella neve fresca.

Non è così che i baci istintivi funzionano, negli anime!

Un po'.” ammette Sousuke e Momo allungherebbe un braccio per spingerlo nella neve, se non fosse concentrato sulla sua espressione. Ha un sorriso sulle labbra che ha visto raramente, qualcosa di delicato, ma che sembra essere fatto apposta per stare sul suo viso.

Non minaccia di tornare ad essere una smorfia triste, quel sorriso, seppur spontaneo, naturale.

È l'espressione che Momo vuole vedergli addosso per sempre.

Sei così... bello.” gli sfugge, mentre gli sfiora una guancia con la punta delle dita. “Davvero non si vede? Non si vede quanto mi piaci?”

Gli sembra così improbabile, perché sente il modo in cui lo guarda, sente il batticuore quando sono insieme, da soli e teme che anche lui se ne accorga, che lo prenda in giro.

Hai chiamato la bestia Pyunsuke.” mormora Sousuke, ridacchiando. “Ma non potevo esserne sicuro.”

Hai chiamato il tuo cervo volante Momopyon.” ribatte Momo, come realizzando l'esatto peso di quel nome, all'improvviso. Era ovvio. Eppure fino a questo momento ha provato ad ignorarlo, a reputarlo impossibile.

Hai chiamato Pyunsuke il cervo volante che volevi regalare a Gou!” sbotta improvvisamente il senpai, ridendo di gusto.

Momo avvampa, sconcertato, boccheggiando un paio di volte prima di scattare in piedi e gesticolare nel tentativo di giustificarsi. “Non è colpa mia! Volevo fosse virile e bello e mi sei venuto in mente tu!” esclama, di fatto peggiorando la situazione.

Decide di nascondersi nella sciarpa e borbottare, camminando velocemente fino all'entrata della stazione, ma viene bloccato da un paio di braccia intorno alla vita.

Momo.”

Sei virile e bello. Contento? Sono gay per te. Spero tu sia un minimo soddisfatto perché...!” sbotta, aggrottando le sopracciglia.

Dovremmo rifarlo.”

Eh?”

Alza la testa, appoggiandosi contro il suo petto, ma è costretto a chiudere gli occhi perché è davvero troppo. Gli gira la testa.

Un altro appuntamento. Altri appuntamenti.”

...ah.”

Probabilmente perderà i sensi da lì a poco, ma cerca di guardarlo di nuovo e finisce per arrendersi, arrossendo per quell’abbraccio troppo pubblico.

Anche se manca poco al tuo diploma?”

Che succede se rovinano tutto? Che succede se un giorno Sousuke si arrabbia e smette di parlargli? Che ne sarebbe della loro amicizia?

Se possono farcela Ai e Rin, perché noi non dovremmo?”

Momo infila le dita negli spazi tra sé e le sue braccia, allentando la presa, il respiro intrappolato nel petto, una sensazione calda che si diffonde dal suo centro esatto nel resto del corpo, anche con la neve che ancora cade tutt’intorno a loro.

Quante volte si è ritrovato a chiedersi se anche lui avesse diritto a qualcosa del genere, un amore fatto di piccoli e grandi gesti, destinato a non vacillare nemmeno con la testardaggine di uno o dell’altro? Quante volte li ha invidiati?

Forse non sono la coppia perfetta, ma sono davanti ai suoi occhi ogni giorno. Sperare di avere anche solo in minima parte un rapporto del genere con qualcuno…

Dici… Dici che possiamo?” domanda, stupefatto, occhi negli occhi con Sousuke, la sua presa nuovamente salda intorno a lui. Non vuole rinunciarvi tanto presto. “Possiamo davvero vivere lontani e sentirci ogni giorno e non perderci?”

Possiamo.”

Non c’è dubbio, in quella frase, nessuna precisazione sul fatto che è un tentativo soltanto e se non funzionasse sarebbe solo un insignificante fallimento.

C’è sicurezza nella voce di Sousuke e Momo si accorge che è tutto quello di cui ha bisogno, che forse potrebbero durare due settimane, ma che sanno entrambi di potercela fare.

Posso baciarti?” chiede, un sorriso enorme sul viso arrossato.

Sousuke picchia appena le loro fronti una contro l’altra e ridacchia.

Se non rischio di nuovo gli incisivi, perché no?”

Momo sbuffa e s’imbroncia, ma non ha tempo di protestare e spingerlo via.

Il secondo bacio è decisamente migliore del primo. È lento, un contatto di labbra che si protrae per il giusto tempo. Momo ride quando i denti di Sousuke si stringono appena sul suo labbro inferiore, perché il brivido che gli causano è abbastanza forte da scuoterlo e si appoggia alla sua spalla con la tempia, in un abbraccio in cui non si era accorto di essere finito.

Non un bacio da film, ma decisamente meglio del primo incidente ferroviario.

Dovremmo farlo di nuovo.” sussurra, con gli occhi socchiusi, perso in un tepore che non pensava possibile, in una giornata del genere.

Sousuke scoppia a ridere e lo fa dondolare appena, stringendolo ancora.

Dobbiamo.”




   
 
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