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Autore: _Fedra_    03/07/2015    6 recensioni
Giurereste mai che le ragazze che abitano al piano di sopra siano in realtà due spietate cacciatrici di demoni?
Con l'arrivo di Claire e Teresa in uno squallido appartamento alla periferia di Roma, la Città Eterna si trasforma in un teatro gotico in cui nulla è più come sembra e anche il più candido angelo di pietra può trasformarsi in un mostro assetato di sangue.
Riuscirà il giovane Raki a sopravvivere in questa nuova realtà?
DAL CAPITOLO 1:
Un'ombra scura si allungò sulle gradinate della Facoltà di Lettere e Filosofia, salendo lentamente le scale che conducevano all'ingresso.
Claire osservò compiaciuta gli sguardi dei presenti che si spostavano per lasciarla passare.
Sui loro volti poteva leggere le espressioni più diverse: stupore, curiosità, invidia, timore.
Le sembrava di poter fiutare la paura nascosta dietro quelle maschere malcelate, come se in fondo il loro istinto animale gli stesse suggerendo che ciò che temevano di più al mondo si trovava proprio davanti ai loro occhi.
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Claire, Priscilla, Raki, Teresa
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Occhi d'argento'
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Venticinque.
Ofelia dell’Onda II
 
 
*

 

 

 

 

Raki crollò in ginocchio sull’erba chiazzata di sangue, la spada ancora stretta tra le mani.
Il dolore era tale che quasi non ci faceva più caso.
Non un solo centimetro del suo corpo era stato risparmiato dalle profonde ferite infertegli dalla lama di Ofelia.
I suoi abiti ormai cadevano a brandelli e ogni respiro era diventato una tortura insopportabile, accompagnato da nuovo sangue che schizzava nel prato tutto intorno.
Nonostante ciò, il ragazzo trovò la forza di mordersi la lingua, ingoiando un gemito.
 
La cosa non sfuggì alla sua aguzzina.
“Ma come mi diverte, questo ragazzo!”, commentò rivolta a Claire. “Guarda anche tu: è completamente ricoperto di ferite, eppure dalla sua bocca non esce nemmeno un lamento. Sta facendo di tutto per non distrarti e permetterti così di riattaccare in tempo entrambe le gambe. Com’è patetico, sacrificarsi in questo modo per qualcun altro! Di’ un po’, sei stata tu a insegnargli tutto questo? Che pessima insegnante!”.
Ofelia accompagnò le ultime parole con un violento fendente, che colpì Raki proprio in mezzo alla schiena.
Questa volta, trattenere un rantolo fu impossibile.
Reggendo con entrambe le mani la gamba destra, che si stava saldando lentamente al ginocchio, Claire voltò il capo di scatto.
I suoi occhi si gonfiarono d’orrore.
“MALEDETTA!”, gemette, il moncone percorso da un fremito.
 
“SILENZIO!”, la interruppe Ofelia con un gesto della mano. “Se perderai la concentrazione, ti sarà impossibile riattaccare le gambe in tempo e questo ragazzo morirà inutilmente. Ti conviene concentrarti, tesoro. Sei un tipo che tende a distrarsi facilmente e questo è una gravissima mancanza per una guerriera”.
La Claymore mollò l’ennesimo fendente alla schiena di Raki, che crollò a faccia in giù sull’erba, paralizzato dal dolore.
A quella vista, Claire lanciò un ringhio, affondando le dita nella gamba fin quasi a farla sanguinare.
“Quante storie, per un umano!”, sbuffò Ofelia, visibilmente compiaciuta. “Sai, piuttosto dovresti ringraziarmi. In fondo, la mia è una lezione di tecnica e di vita, senza chiederti nulla in cambio. Se lo faccio, è solo per il tuo bene, ma evidentemente una ragazzina viziata come te è troppo ingrata per ascoltarmi”.
Nonostante fosse arrivato al limite, Raki trovò la forza di alzare la testa e fissare la sua aguzzina con odio.
“Non hai alcun diritto di parlarle così!”, ringhiò, seppure debolmente.
In tutta risposta, Ofelia lo centrò con un violento calcio sui denti, facendogli uscire uno spruzzo di sangue dalla bocca.
“Chi sei tu, per osare rivolgerti in questo modo a una guerriera? Tua madre non ti ha insegnato l’educazione?”.
A quella spietata provocazione, gli occhi di Raki si riempirono di furia omicida, ma il suo corpo da umano si rifiutava di combattere ancora, martoriato e dissanguato com’era.
La guerriera prese a spostare lo sguardo ora sul ragazzo esanime, ora su Claire disperata.
I suoi occhi d’argento brillavano di una gioia perversa, folle, come quella di un bambino che si diverte a bruciare le formiche con la lente di ingrandimento.
“Che situazione divertente!”, esclamò di colpo con la sua voce acuta, infantile. “La cosa mi mette in difficoltà: chi dovrei uccidere per primo, per arrecare più dolore possibile?”.
 
“Maledetta!”, ringhiò ancora Claire, che stava visibilmente perdendo il controllo. “Non lo sai che uccidere un umano è contro la nostra legge? Vuoi forse farti uccidere?.
In tutta risposta, Ofelia scoppiò in una risata sprezzante.
“Quanto sei sciocca!”, esclamò. “Davvero prendi sul serio il regolamento dell’Organizzazione? Per forza sei così scarsa. In fondo, per non finire decapitati basta semplicemente non dirlo a nessuno ed eliminare i testimoni. Possibile che non ci avevi pensato?”.
Claire stava davvero per avventarsi contro quella pazza nonostante avesse una gamba sola, quando un improvviso fruscio attirò la loro attenzione.
Una ragazzina dai lunghi capelli scuri era appena apparsa da dietro lo scheletro di un muro in costruzione, i lunghi capelli neri mossi dal vento su cui il sole morente disegnava mille sfumature color rosso sangue.
Sembrava molto spaventata.
“Che ci fate qui, in un posto isolato come questo?”, domandò.
 
*
 
Qualcuno si degnò di rispondere alla terza chiamata consecutiva.
“Salve, dolcezza”.
Dall’altro capo del ricevitore, Teresa si morse il labbro con stizza.
Era Louvre.
Doveva immaginarlo.
 
“Lo sai che il furto è un reato?”, disse la guerriera in tono minaccioso.
“Suvvia, non è il caso di scaldarsi tanto per un telefono quando l’Organizzazione ti ha dotata di poteri ben più sviluppati. Pensavo che quell’aggeggio avrebbe avuto la sua utilità, ma temo che invece stia solo compromettendo la tua innata perspicacia. È un vero peccato che tu trascorra più tempo su Facebook che a dare la caccia agli yoma…”, commentò Louvre in tono pacato.
Pur non vedendolo, Teresa riusciva a immaginare perfettamente il sorriso di puro compiacimento stirato sulle sue labbra sottili.
“Inventatene un’altra, Louvre”, ruggì. “Lei dov’è?”.
Silenzio.
“Tana”, proseguì Teresa, sapendo che non sarebbe riuscita a cavare nulla da quel pezzo di merda. “Mi hai fregato il cellulare per impedirmi di mettermi in contatto con lei mentre ero a caccia, vero?”, ruggì.
“Sono decenni che vivete insieme e di certo cacciare sempre in due non aiuterà quella ragazzina a diventare abbastanza matura da poter uccidere un Risvegliato senza problemi. È ora che Claire cresca, che impari a cavarsela da sola. Anche a costo di correre dei rischi. In fondo, se vuole la sua vendetta, non ha altra scelta”.
“Sappi che conosco Claire molto meglio di te e posso dirti con certezza che non è ancora pronta a cavarsela da sola! Deve lavorarci su, ha bisogno di altro allenamento!”.
“E quanto vuoi attendere ancora, prima di considerarla pronta? Un anno? Un secolo? Lo sai che, ogni secondo che passa, la fame di Priscilla e dei suoi alleati aumenta. È questo che vuoi? Sacrificare decine di vite umane solo per salvare qualcuno il cui destino non è di tua competenza? Lo sai bene, Teresa: non sei tu a decidere. L’Organizzazione ti affida la missione e tu obbedisci senza fiatare. Chiaro?”.
 
Teresa trasse un profondo respiro, cercando a stento di trattenersi.
Non doveva perdere il controllo, non quando sapeva che la situazione era molto più grave di quanto la voce calma di Louvre volesse dare a vedere.
“Stai dicendo che Claire verrà affidata a un’altra guerriera?”, osò domandare dopo aver tratto un lungo respiro.
Di nuovo silenzio.
Teresa era sicura che in quel momento Louvre stessa assaporando quel repentino cambio di tono da parte sua, improvvisamente così pacato.
La cosa non fece che aumentare la sua furia.
“Non è nulla di definitivo”, rispose l’uomo nero dopo un po’. “Vediamo se, affiancandola a un’altra guerriera, Claire farà dei progressi”.
Teresa si morse nuovamente il labbro.
“Posso sapere almeno chi è questa guerriera?”, domandò, la voce ridotta a un ringhio sordo.
Altra pausa di silenzio teatrale, in cui Louvre si prese apposta altro tempo prima di rispondere, a lentezza snervante:
“La numero 4…”.
“…OFELIA!”.
 
*
 
“VATTENE VIA!”, gridò Raki, facendo appello alle ultime forze rimaste. “Scappa! Salvati! È una pazza, potrebbe ucciderti!”.
La ragazzina gli lanciò un’occhiata perplessa con i suoi grandi occhi tondi.
“Perché dovrei scappare?”, domandò, avanzando di un passo verso di loro. “Credi forse che io abbia paura? No, siete voi a dover avere paura di ME!”.
La sua voce fioca era improvvisamente diventata cupa e profonda, inumana, mentre il suo corpo si allungava a vista d’occhio verso l’alto, dissolvendosi in mille tentacoli che si piantarono saldamente a terra.
 
Claire lanciò un grido di sorpresa, mentre la testa del Risvegliato torreggiava su di loro a sei metri dal suolo, simile a una maschera mostruosa ricoperta da una spessa pelle grigia.
Ofelia levò la spada d’istinto, pronta a colpire.
“Ora sì che mi diverto!”, esclamò deliziata.
“Non siete voi guerriere che voglio”, disse il Risvegliato senza degnarla di uno sguardo, le palpebre leggermente abbassate e la voce assente, come se fosse in trance. “Ho fame e quel ragazzo mi sembra particolarmente appetitoso. L’odore del suo sangue mi inebria, nonostante sia prossimo alla morte. Vi prego, permettetemi di porre fine alle sue sofferenze. Prendetelo come un atto di pietà da parte mia e lasciatemi andare”.
 
In tutta risposta, Ofelia afferrò saldamente Raki, circondandolo completamente con le braccia come per fargli da scudo.
“Svelta!”, ordinò rivolta a Claire. “Mi occupo io del ragazzo! Tu sbrigati a riattaccarti quelle gambe, così potremo finalmente attaccare il Risvegliato insieme, come una vera squadra!”.
Incredula per quell’accorata esortazione, Claire si chinò nuovamente sulla gamba mozzata, facendo combaciare le due estremità mentre richiamava a sé lo yoki, quando sul volto dell’altra comparve un sorriso da orecchio a orecchio.
“Stavo scherzando!”, esclamò.
E, con un gesto repentino, scagliò Raki dritto tra le fauci del Risvegliato.
 
*
 
“LEVATEVI DAL CAZZO, PEZZI DI MERDA! Ma non avete una casa? Spero che la piena del Tevere vi sommerga, sottospecie di fogne umane!”, ruggì Teresa, bruciando un semaforo rosso e tagliando la strada a un suv.
Era talmente fuori di sé, che era da considerarsi un miracolo se non si era ancora Risvegliata all’interno della sua stessa auto, con i Rammstein sparati a tutto volume.
Tutto le sembrava completamente irreale, come quando si era svegliata per la prima volta nei panni di un mezzo-demone.
Era come percorrere a rotta di collo un brutto sogno: la separazione da Claire, le minacce dell’Organizzazione, Priscilla, Ofelia…
 
Non riusciva a credere che le avessero giocato una puttanata simile.
Era chiaro che l’Organizzazione sapeva del mancato Risveglio di Claire.
Un’anomalia che andava subito rimossa.
Per questo stavano cercando solo una scusa per eliminarla.
E, per riuscirci, dovevano essere sicuri che si trovasse lontana da Teresa, sola e vulnerabile.
Possibilmente a fianco di una guerriera sadica e squilibrata al pari di Priscilla, che avrebbe provveduto a farle perdere il controllo definitivamente e ucciderla.
Un lavoro decisamente pulito, complimenti.
Al solo pensiero, Teresa prese a tempestare il volante di pugni.
“Maledetto…MALEDETTO!”.
 
In quel preciso istante, il furgoncino davanti a lei si fermò di colpo, piantandosi in mezzo all’incrocio e bloccando entrambe le corsie.
Quello era veramente troppo, per i suoi nervi a fior di pelle.
“Ma guarda che gli umani sono incredibili!”, ruggì, attaccandosi al clacson. “Ehi, tu! Hai voluto la Multijet? Adesso…VOLA!”.
Visto che il tizio a bordo del furgoncino non si decideva a passare, Teresa esplose.
Con uno straziante strappo di frizione e un violento colpo di acceleratore, la guerriera lo superò a tutta velocità, tranciandogli di netto lo specchietto retrovisore e rischiando di fare un frontale con le macchine che arrivavano dal senso opposto.
“Fuori dalle palle, pezzi di niente! Tornate a casa vostra! Via! Possiate andarvi a schiantare da qualche parte, maledette teste di cazzo!”, continuava a gridare Teresa, gli occhi che ardevano nell’oscurità come due tizzoni ardenti mentre il volto le si riempiva di vene a vista d’occhio.
 
Devo calmarmi o non sarò di nessun aiuto a Claire, le diceva in quel mentre una vocina nella testa, tenendo a bada il suo yoki.
In quel mentre, lo stereo prese a intonare a peggiore canzone dei Rammstein che potesse capitare.
Ohne dich, senza di te.
Subito le tornò in mente l’Austria, il loro chalet in riva al lago, le lunghe passeggiate, la calma, il silenzio, la felicità.
Tutto si fondeva in quel vortice di fari e automobili al disotto di quei palazzi alti come fortezze di cemento armato.
Il pugno di Teresa si abbatté con violenza sullo stereo, a tal punto da fargli cambiare prudentemente canzone.
Subito, le note di un pezzo di salsa invasero l’abitacolo.
Nonostante fosse incazzata nera, la musica che defluiva inesorabilmente nei suoi timpani ebbe l’effetto calmante desiderato.
Le dita di Teresa presero a tamburellare distrattamente il volante, mentre il suo volto tornava normale.
Così va meglio, pensò con un sospiro. Devo ricordarmi di usarla mentre do una lezione a quella maledetta numero 4, non appena riesco a metterle le mani addosso…
 
L’oscurità e il traffico erano tali, che per poco la Claymore non investì il vigile che le aveva appena fatto segno di fermarsi.
“No, no, NO!”, esclamò esasperata, sul punto di mettersi a piangere sul serio.
Il poliziotto, un uomo panciuto dall’aria di chi ha voglia di trovarsi da tutt’altra parte, si appoggiò al finestrino dell’auto.
“Patente e libretto, signorina”, disse in tono annoiato.
“Ecco qua”, borbottò Teresa, schiaffandogli tutto in mano.
L’agente prese a controllare i documenti alla luce dei lampioni.
“Con calma, mi raccomando!”, sbottò la guerriera dopo un po’.
“Eh, signorina, sto facendo il mio lavor…!”.
ROAR!
Teresa era già ripartita sgommando, dritta verso il Raccordo, le narici dilatate nella speranza di captare anche solo una flebile traccia dell’odore di Claire.
Sperava solo di non essere arrivata troppo tardi.
 
*
 
Raki urlò di terrore, tentando inutilmente di divincolarsi dai tentacoli che lo tenevano immobilizzato, avvicinandolo sempre di più alla bocca spalancata del Risvegliato.
L’odore di carne putrida lo colpì con una tale violenza che per poco il ragazzo non perse i sensi.
Era finita.
Sarebbe morto in maniera orrenda, da perdente.
Non sarebbe mai riuscito a proteggere Claire.
 
“MALEDETTA!”, ruggì la Claymore, facendo per levarsi in piedi, ma Ofelia le si avventò addosso con violenza, schiacciandole la testa contro il suolo.
“Non capisci? Hai perso. Quel ragazzo non aveva speranza sin dall’inizio ed è solo un bene che finisca divorato e dopo toccherà a te. In fondo, hai appena dimostrato di essere completamente inutile. Che se ne fa l’Organizzazione di una guerriera così? Per quanto mi riguarda, posso sconfiggere benissimo quel Risvegliato da sola”, disse in tono mellifluo.
BANG!
Un’esplosione di luce azzurra accecò Ofelia, scagliandola a terra.
Quando si riebbe dal colpo, il corpo di Claire era sparito.
La guerriera scoppiò in una risata sguaiata.
“Ma davvero sei così stupida?”, gridò. “Che cosa credevi di risolvere, Risvegliandoti e diventando una di loro?”.
Ci fu un sibilo, poi calò il silenzio.
Un attimo dopo, i tentacoli del Risvegliato erano a terra, recisi di netto, mentre Claire si trovava in piedi, le gambe saldamente attaccate, la spada ancora macchiata di sangue mentre stringeva Raki tra le braccia.
“Cosa?!?”, gridò Ofelia con gli occhi fuori dalle orbite per l’incredulità. “Non è possibile, ti sei Risvegliata oppure no? Perché sei esattamente come prima? Che razza di mostro sei?!?”.
 
“Raki,”, sussurrò Claire nell’orecchio del ragazzo, il suo sangue che le sporcava il candore della divisa “stringiti forte a me. E non mollare”.
La sua presa era debole, sul punto di cedere.
Non aveva molto tempo.
Per questo, dopo aver richiamato a sé lo yoki, la guerriera si lanciò a tutta velocità nella direzione opposta, sparendo nell’oscurità.




Buonasera a tutti! :)
Passata una bella settimana? Pressati dagli esami o finalmente in vacanza?
Io ho trascorso tutto il pomeriggio a studiare con mio nonno che sentiva Radio Maria a tutto volume * concentrazione, addio *, ma ciò non mi ha impedito di completare e postare quest'ultimo capitolo che, come promesso, è stato un po' più lungo dei precedenti :)
Che ne pensate del piano dell'Organizzazione per sbarazzarsi di Claire? E come pensate che farà a fuggire dalla follia di Ofelia?

Aspettando il prossimo capitolo, corro subito a ringraziare mio marito Xephil, mia sorella Angelika_Morgenstern, le fantastiche joy, SognatriceAocchiAperti e bienchen e il mitico AlanKall per le appassionate e sincere recensioni, insieme a tutti i lettori silenziosi che ogni settimana diventano sempre di più * vi farete mai vivi? ;) *

Il prossimo capitolo tornerà regolarmente il venerdì, in diretta dal Grande Nord! ;)
Per qualsiasi cosa, potete passare a trovarmi sulla mia pagina Facebook: https://www.facebook.com/LeStorieDiFedra 
Passate un buon weekend e, soprattutto, andate al mare anche per me, se potete! XD

Un abbraccio :)

Vostra,
Fedra


 
   
 
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