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Autore: galvanix    03/07/2015    3 recensioni
Un'oscura presenza rischierà di mettere in serio pericolo la vita della piccola Bra, soltanto per vendicarsi del Principe dei Saiyan.
Riuscirà Vegeta a proteggere sua figlia?
A volte l'angoscia e la paura possono essere cattive consigliere...
“Ti conviene tornare a casa in fretta Vegeta, altrimenti tua figlia rimarrà davvero male del tuo comportamento, soprattutto nel giorno del suo compleanno” concluse il saiyan voltando le spalle all’amico per andarsene.
Goku riuscì a fare soltanto due passi bloccandosi alla rivelazione dell’altro:
“Ho una strana sensazione Kakaroth, riguardo Bra e non mi piace per niente” disse Vegeta con tono angosciato.
“Di cosa stai parlando, Vegeta?” chiese seriamente Goku.
“Ho come l’impressione che qualcosa stia per accadere…”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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                                 CAPITOLO SESTO
                                   Un Amico Fidato

               



Era trascorso un mese da quando tutti avevano lasciato la Terra e Arcadia non vedeva l’ora di rimettere piede nel suo pianeta, soprattutto per dare una lezione alla figlia di Vegeta.
La piccola, da quando aveva ricevuto quel ceffone, non si era più ribellata ed era addirittura caduta in un totale mutismo insolito per un carattere vivace ed allegro come il suo.
Probabilmente trovarsi in una situazione completamente estranea a lei, la faceva sentire sola, impaurita e triste per non parlare dei modi rudi e freddi che la strega assumeva in sua presenza.
Da allora Arcadia non l’aveva più toccata, ma soltanto perché sapeva, che una volta giunta su Arlia, avrebbe avuto una dura lezione.
Intanto, l’unico a preoccuparsi veramente di tale situazione era Nemesis.
Lui era davvero in ansia, non solo per il piano che la strega aveva in mente di attuare, ma soprattutto per la bimba.
Era deperita molto da quando erano partiti, infatti mangiava pochissimo e dormiva soltanto quando non riusciva più a tenere gli occhi aperti.
Il colore del viso era piuttosto pallido e si poteva ancora notare il livido violaceo che la donna le aveva procurato sulla guancia sinistra tempo prima.
Spesso l’aveva trovata a piangere silenziosamente per non farsi sentire, probabilmente, dalla strega e per questo lui si odiava perché comprendeva di non essere in grado di confortarla o di far cambiare idea alla donna.
Mentre rifletteva sul da farsi, si accorse che la bimba era rannicchiata a terra accanto alla parete come succedeva ormai da un mese.
In quel momento Arcadia si trovava nella sua stanza per riposarsi un po’, così lui approfittò dell’assenza della strega per avvicinarsi a Bra.
L’uomo si sedette accanto a lei e dolcemente le sussurrò:

“Ehi, piccola hai fame? Vuoi ti prepari qualcosa da mangiare?”

La bambina non rispose e si rannicchiò maggiormente su se stessa stringendo tra le mani la collana che il padre le aveva regalato.
Nemesis si accorse soltanto in quel momento di tale oggetto e vedendolo gli sembrava alquanto familiare, ma decise di sorvolare su tale scoperta e si concentrò di nuovo sulla piccola domandandole con tono tranquillo:

“Devi tenere molto a quella collana per custodirla così gelosamente, non è vero?”
Bra, finalmente, lo guardò e dall’espressione del suo viso percepì una sorta di sicurezza che la spinse a confidarsi con lui:
“Si, questa collana me l’ha regalata il mio papà per il giorno del mio compleanno. E’ bella, vero?”
“Molto e poi devo ammettere che ti dona tantissimo” rispose l’uomo per rallegrarla.
Bra, ricevendo un simile complimento, sorrise all’istante per poi aggiungere:
“Grazie, è tutto merito del mio papà, anche se…” la piccola, ad un tratto divenne triste, malinconica e vedendola cambiare umore improvvisamente, Nemesis le chiese preoccupato:
“Cosa c’è che non va?
“Papà mi aveva detto che questo ciondolo mi avrebbe sempre protetta, ma forse si è sbagliato perché non è successo… può darsi si sia rotto” concluse lei dispiaciuta.
L’uomo incuriosito da tale risposta le chiese:
“Se vuoi posso dargli un’occhiata, così vediamo se ha qualche problema”.
“Ma tu non me lo ruberai, vero? chiese titubante la piccola.
“Puoi fidarti di me” replicò lui con tono rassicurante.
“Va bene, ma mi prometti che non dirai niente a quella cattivona di questa collana? Non voglio che me la prenda”.
“Rimarrà un nostro segreto, te lo prometto”.

Bra, percependo la sincerità di Nemesis, le porse la sua collana e lui la studiò minuziosamente per cercare di ricordare dove l’avesse vista.
All’improvviso ebbe come una sorta di flash back e ricordò perfettamente dove aveva intravisto quel ciondolo.
Gli venne subito in mente anche la persona che all’epoca lo indossava…Arcadia…
Rimase, per un istante, interdetto perché non credeva a ciò che aveva appena scorto.
Inizialmente pensava di sbagliarsi, ma più guardava quell’oggetto e più acquisiva sicurezza.
Ad un tratto, non accorgendosi che la piccola lo fissava, sussurrò:

“Non è possibile”.
“Cosa non è possibile?” domandò lei curiosa.
L’uomo cercò di riprendersi senza far trapelare troppo e velocemente rispose:
“No, niente non preoccuparti. Stavo solo pensando che è troppo bello per essere vero, non ti pare?”
“Si, hai ragione. Il mio papà non poteva scegliere regalo più bello” rispose sorridendo la bambina facendo tirare un sospiro di sollievo a Nemesis per non essersi fatto scoprire.
Quest’ultimo, prima di dire qualsiasi cosa, voleva essere convinto di ciò che aveva visto e soprattutto verificare le sue ipotesi.
Una volta restituito il ciondolo a Bra, quest’ultima le chiese con tono dolcissimo:
“Tu non sei come lei”.
“Cosa?” domandò l’uomo perplesso.
“Tu sei buono e gentile con me, non come Arcadia. Perché ce l’ha tanto con me?”
L’uomo, intenerito da quanto detto dalla bimba, le accarezzò i capelli e le disse:
“Ti ringrazio piccola, ma devi sapere che Arcadia ha sofferto molto in passato e ha qualche conto in sospeso con tuo padre, per questo si comporta in questo modo.
Tuttavia non giustifica il suo comportamento con te”.
“Ma io cosa centro?” chiese lei perplessa.
“Niente, tu non centri niente” rispose l’uomo con tono triste.
La bambina, con un gesto inaspettato, abbracciò Nemesis lasciandolo stupito e gli confidò:
“Tu sei mio amico, vero?”
“Si, se lo vorrai” rispose lui abbracciandola.
“Sai, tu sei bello come il mio papà, anche se a lui non lo supera nessuno” concluse lei con tono deciso.
Nemesis, alla battuta della piccola, arrossì, ma poi aggiunse:
“Grazie, però sono un po’ più vecchio del tuo papà”.
“No, secondo me tu sei persino più giovane”.
“L’apparenza inganna, Bra. Sono i miei poteri che mi hanno reso più giovane. Il mio aspetto non sarebbe proprio questo”.
“Non fa niente, a me tu piaci così” replicò lei con tono dolce.
“Sei una bambina speciale Bra, non dimenticarlo mai” concluse lui con un sorriso tenendola ancora tra le braccia.
Purtroppo il loro abbraccio non passò inosservato all’occhio attento e arrabbiato della perfida strega.
   
Nemesis                                    



Intanto, nella navicella della Capsule Corporation, tutti fremevano perché sapevano che mancava ormai poco all’atterraggio sul pianeta Arlia.
Bulma, non stava più nella pelle.
Dopo un mese passato senza vedere la propria figlia era stato davvero una tortura per non parlare di Trunks che nelle ultime settimane era diventato piuttosto taciturno e irascibile.
Probabilmente anche lui era molto preoccupato per la sua sorellina.
Invece il Principe dei Saiyan riusciva sempre a mantenere il suo solito estenuante controllo, almeno in apparenza perché dentro di sé covava una rabbia che presto sarebbe esplosa.
Si sentiva in colpa per non essere riuscito a proteggere sua figlia e questo lo avrebbe perennemente fatto sentire responsabile, soprattutto se le fosse accaduto qualcosa.
Principalmente non riusciva a capire perché il ciondolo regalato alla figlia non l’avesse protetta a dovere.
Era sicuro della sua autenticità e del fatto che fosse magico, tuttavia ciò rimaneva un mistero.
Nel frattempo tutti i presenti si trovavano nella sala di controllo ognuno perso nei propri pensieri.
Persino Goku sembrava davvero rapito dai suoi stessi ragionamenti e Vegeta, notando questo particolare silenzio da parte dell’amico, gli suggerì con tono sarcastico:

“Ehi Kakaroth, smettila di arrovellarti il cervello altrimenti rischi di farlo esplodere”.
“Forse hai ragione Vegeta, ma stavo pensando ad una cosa…” replicò Goku con la sua solita aria ingenua.
“E sarebbe?”
“Ancora non ho capito il motivo per cui non vuoi che usi il  teletrasporto per giungere nell’altra navicella” disse il più giovane con tono riflessivo. *
“Kakaroth te lo ripeto per l’ultima volta.
Sarebbe troppo pericoloso usare il teletrasporto perché ci troviamo nello spazio aperto e siamo in continuo movimento.
Percepire le aure in queste condizioni è troppo complicato, basterebbe una minima distrazione a decretare la fine di tutto…” asserì con tono molto serio il più anziano.
“E… c’è dell’altro, non è vero Vegeta? Ti conosco troppo bene ed orgoglioso come sei non ti basterà riportare a casa Bra sana e salva. Mi sbaglio?” aggiunse convinto Goku.
“Mi conosci davvero bene, non c’è che dire Kakaroth”.
“Cosa hai intenzione di fare?”
“Riprendermi mia figlia e farla pagare a quella strega una volta per tutte. Non avrebbe senso andare senza sfidarla perché sono convinto che ritornerebbe malgrado tutto.
Ha oltrepassato il limite rapendo Bra e ora assaggerà la mia ira, te lo posso provare.
Non può passarla liscia e presto capirà che la mia famiglia non si tocca” concluse il più anziano con tono rabbioso.
“Non posso darti torto anche se ti consiglio di mantenere il controllo. Non sai come potrebbe agire quella strega” gli suggerì serio Goku.
“Non posso farti promesse. Lei ha osato toccare mia figlia e di questo ne sono certo. Una simile azione non rimarrà impunita, te lo posso assicurare”.
“Cosa ha fatto a mia figlia?” s’intromise preoccupata la scienziata che aveva sentito ogni cosa.
Lei, non ricevendo nessuna risposta, si avvicinò al compagno e strattonandolo per un braccio gli chiese urlando:
“Vegeta, dimmi la verità. Cosa le ha fatto?”
“Cosa vuoi che ne sappia, donna. Io ne so quanto te” rispose seccato il saiyan.
“Allora come puoi essere certo di una cosa simile?”
Non ricevendo risposta la scienziata si mise a riflettere e alla fine arrivò alla sua giusta conclusione, sussurrando angosciata:
“Tu percepisci la sua aura, è così? Perché non me lo hai detto?”
“Non avrebbe avuto senso farti preoccupare ulteriormente, non ti pare?”
“Avresti dovuto dirmelo comunque” replicò lei con occhi lucidi.
“Per vederti poi in questo stato?”
Bulma rimase a guardarlo per un breve momento ed infine si allontanò per poi raggiungere un oblò della navicella a scrutare la volta celeste.
Vegeta la osservò con la coda dell’occhio finché non fu distratto dalle parole del figlio maggiore che gli chiese deluso:
“Potevi dircelo, papà”
“A quale scopo, eh Trunks?” rispose innervosito il padre.
“Allo scopo di renderci partecipi dei tuoi pensieri.
Vuoi sempre affrontare tutto da solo, ma è possibile che tu non riesca a capire che io e la mamma siamo abbastanza forti da poterlo sopportare? Cos’è non ci reputi all’altezza?” proferì il giovane furioso.

Vegeta guardò il ragazzo e comprese che le sue parole erano soprattutto frutto della rabbia e preoccupazione che si portava dietro ormai da settimane.
Il saiyan conosceva bene il proprio figlio innanzitutto perché Trunks aveva ereditato il suo stesso carattere taciturno e riservato per non parlare del lato umano preso da Bulma.
Preferiva tenersi per sé i suoi pensieri, proprio come lui, e questo lo portava poi ad esplodere specialmente in situazioni delicate come quella che stavano vivendo.
Vegeta sapeva che quanto detto dal figlio fosse vero.
Lui tendeva sempre a tenersi tutto dentro perché non era abituato e rendere partecipe qualcun altro dei suoi pensieri e questo era sempre stato motivo di litigio specialmente con la sua compagna.
Nonostante abitasse sulla Terra ormai da tempo, Vegeta non riusciva ancora a confidarsi come avrebbe voluto e forse non ci sarebbe mai riuscito.
Il saiyan si voltò completamente verso Trunks e notando la delusione nei suoi occhi decise di intervenire per evitare discussioni che in quel momento non sarebbero servite a nulla, se non a complicare ulteriormente l’intera faccenda.
Si avvicinò a lui appoggiandogli le mani sulle sue spalle e con tono deciso, ma allo stesso tempo rassicurante gli disse:

“Trunks, ascoltami attentamente perché non te lo ripeterò.
Io non ho mai pensato che tu e tua madre non foste all’altezza della situazione, anzi semmai il contrario.
Io volevo solo evitare di impensierirvi ulteriormente, ma credo di aver sbagliato comunque a non rendervi partecipi di ciò che accadeva.
Io so che voi siete forti, ma lo siete abbastanza da sopportare anche la sofferenza di Bra e sapere, in questo momento, di non poterla aiutare?”
“Si, papà io posso sopportarlo” rispose serio il giovane.
“Bene e tu Bulma? Pensi di farcela?”
“Sarei pronta a sfidare l’inferno per lei” replicò con tono fermo la donna.
“È quello che volevo sentire perché è proprio l’inferno che ci aspetta” concluse risoluto il saiyan.
“Ehi Vegeta, ti ricordi che ci siamo anch’io e i miei figli vero?”
Il principe si voltò verso Goku e rispose con tono sarcastico:
“Come posso dimenticarmi di un rompiscatole come te, eh Kakaroth?”
“Io dicevo tanto per dire” replicò ingenuamente il più giovane,  poi Goku accorgendosi che Vegeta volesse, un momento, stare da solo con la compagna propose agli altri:
“Ehi ragazzi, che ne dite di preparare qualcosa da mangiare? Io ho una fame!”
“Ci penso io papà, altrimenti tu farai saltare l’intera navicella” rispose prontamente Gohan.
Trunks guardò un istante suo padre ed esclamò:
“Grazie papà per la tua fiducia” e detto questo seguì gli altri.
Il saiyan, una volta solo con la compagna, si avvicinò a lei e l’abbracciò da dietro, ma prima che potesse parlare fu anticipato da Bulma che con tono dolce gli sussurrò:
“Ti prego Vegeta non aggiungere altro, non c’è bisogno.
Sei stato chiaro e ho compreso le tue ragioni, ma ti prego non nascondermi più nulla…per favore”.
L’uomo la fece voltare verso di lui e le disse:
“Va bene, ti giuro che ti informerò su ogni cambiamento che noterò su Bra, ma tu promettimi che non cederai perché nel momento in cui me ne dovessi accorgere non ci metterò molto a cambiare idea.
Dovessi venir meno anche alla mia promessa. Siamo intesi?” replicò lui duramente.
La scienziata fece un cenno affermativo con il capo e poi gli chiese dolcemente:
“Ora puoi abbracciarmi?”
Il saiyan non se lo fece ripetere due volte e la strinse forte al suo petto sperando di aver preso la decisione giusta.
Sapeva che la sua donna era molto forte, ma questa volta poteva non bastare.

Intanto, nell’altra navicella, la piccola Bra si era addormentata tra le braccia di Nemesis, così l’uomo decise di adagiarla sul letto in modo da farla stare più comoda.
La coprì con cura con le coperte e le accarezzò dolcemente i capelli per poi sussurrarle:
“Non temere piccolina, vedrai che quest’incubo finirà presto”.
Dopo questa frase si recò verso la porta ed uscì, ma ad attenderlo c’era proprio la strega che prontamente e con tono rabbioso, disse:
“Ti avevo detto di stare lontano da quella mocciosa, ma sembra che tu non riesca a capirmi, non è vero Nemesis?”
“È solo una bambina perché non dovrei aiutarla? È terrorizzata” disse lui angosciato.
“È proprio questo il punto. Lei deve avere paura altrimenti ci metterà i piedi in testa ed io alla fine sarei costretta a ricorrere alle maniere forti”.
“Ma lo hai già fatto” replicò l’uomo con tono basso, ma deciso.
“Mi aveva fatto arrabbiare” si giustificò la donna.
“Ha soltanto sei anni e lei non ti conosce.
L’hai rapita ed è normale che abbia reagito disobbedendoti” aggiunse lui cercando di spiegarsi.
“Nemesis, non mi servono i tuoi chiarimenti a riguardo.
Ci vogliono le maniere forti per farsi rispettare e mi sembra che la mocciosa l’abbia capito visto che non ha osato più ribellarsi” terminò lei ghignando.
“Lei non ti rispetta, ma al contrario…ti odia” replicò con delusione l’uomo.
Arcadia rimase come colpita da quelle parole, ma il suo carattere freddo e duro non le permise di rifletterci troppo e subito dopo rispose con tono autorevole:
“Non metterti anche tu contro di me Nemesis, non ti conviene”.
“In realtà stai facendo tutto da sola” proferì lui in modo fin troppo calmo che fece irritare maggiormente la strega.
L’uomo fece per andarsene, ma la donna lo bloccò riferendogli con tono rabbioso:
“Perché mi stai voltando le spalle, Nemesis? Eri d’accordo anche tu prima che intraprendessimo questa missione. Perché ora hai cambiato idea?”
“I patti erano altri Arcadia. Tu volevi vendicarti soltanto del Principe dei Saiyan, ma hai preferito mettere in mezzo una bambina indifesa. Hai peggiorato soltanto le cose comportandoti in questo modo.
Vegeta, ora, sarà furioso e sai di cosa è capace quando si arrabbia”.
“Io non ho paura di lui” obiettò lei con tono fiero.
“Invece dovresti averne… è cambiato dall’ultima volta che lo hai visto e con lui anche la sua forza.
La tua magia potrebbe non bastare” aggiunse Nemesis serio.
“Non riuscirai a fami cambiare idea” ribatté lei determinata.
“Lo so, ma lascia che ti dica una cosa.
Non c’è affetto più grande di una figlia per un padre e tu hai osato portaglielo via…con questo penso di averti già detto tutto” concluse lui avvisandola.
Ne frattempo, mentre i due discutevano animatamente, il pianeta Arlia si stava lentamente avvicinando…
 


 

 

                                                                                                                                              CONTINUA…
          




*Ringrazio Ssjgod per i suoi preziosi suggerimenti! :)

 

 


ANGOLO DELL’AUTRICE

Ciao a tutti e scusate per il ritardo, ma ho avuto alcuni imprevisti e non ho potuto postare prima…
Da come avrete letto le cose stanno cominciando a cambiare e sembra che la piccola Bra abbia trovato un fidato amico.
Chissà se le cose cambieranno…
Mi auguro vi sia piaciuto questo capitolo e spero di aggiornare più velocemente!
GRAZIE a tutti voi che mi seguite! 
Un Abbraccio.

GALVANIX

  
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