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Autore: Alice_Leonetta    04/07/2015    8 recensioni
Dal testo:
|| Violetta aprì la porta della sua stanza, seguita da Leon. Era da tanto che non trascorrevano del tempo insieme, e non vedeva l’ora di raccontargli tutto. La mora si sedette sul letto, mentre il ragazzo chiuse la porta, dietro di sè, per poi raggiungere la sua amica, sul letto. Si sdraiò accanto a lei, circondandola con le sue braccia e facendola accoccolare sul suo petto. Leon giocava con i capelli di Violetta, mentre lei guardava il braccialetto di stoffa che aveva al polso lui. Lo sfiorò con un dito, e sorrise. Poi guardò lo stesso, identico, bracciale che aveva anche lei. Non l’aveva affatto dimenticata. Sorrise, al ricordo del giorno che glielo regalò. Quanto tempo era trascorso, eppure.. ora erano lì. Insieme. Niente e nessuno li avrebbe più separati. Era una promessa.||
Ovviamente questa è solo una piccola trama, i capitoli saranno molto più lunghi. E’ una Leonetta, naturalmente. Se vi va, passate a dare un’occhiata, mi farebbe piacere. E se la storia vi piace, lasciate una recensione. Per tutti i chiarimenti, o domande, contattatemi in chat privata. Dedico la storia al gruppo di WhatsApp, che mi fa morire! Baci e alla prossima.
#Alice_Leonetta.
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La festa stava proseguendo alla grande. Tutti si divertivano come pazzi. Dopo le performance delle band, tutti erano eccitati ed emozionati di vederli risalire sul palco. Tutti si divertivano, ma a Violetta era rimasto un dubbio, e voleva chiarirlo. “ANGIE! ANGIE!”. Cercò di farsi notare dalla zia per raggiungerla, e la donna –vedendola-, con grande difficoltà, la raggiunse. “Vilu! Come va? Ti stai divertendo?”. “Tantissimo!” gridò. Il volume della musica era così alto che dovettero gridare per parlare, altrimenti sono riuscivano a sentirsi anche se erano a pochi centimetri di distanza. “E tu?”. “E’ la festa migliore in assoluto! Grazie ancora, Tesoro! Grazie a tutti voi! Mi sento onorata ed amata da tutti!”. Violetta sorrise e le prese le mani. “Infatti è così! Tu sei la professoressa migliore del mondo, e tutti ti vorranno sempre bene!”. Angie si morse le labbra. Tutte quelle attenzioni la stavano mettendo in imbarazzo, ma non le importava… era felice, ed era questo quello che contava. Si abbracciarono, e come se non volessero mai lasciarsi andare, si strinsero forte l’una all’altra. “Era questo che volevi dirmi?” domandò la donna una volta sciolto l’abbraccio. Violetta scosse la testa, diventando improvvisamente seria. “Che cosa succede allora?”. “Volevo chiederti dove sei andata questa mattina con Pablo!”. “CHE!”. “HO DETTO: VOLEVO CHIEDERTI DOVE SEI ANDATA QUESTA MATTINA CON PABLO!”. “Te l’ho detto! Siamo andati a fare una visita!”. “Che genere di visita?”. Ora la musica si era abbassata, Antonio doveva essere salito sul palco per annunciare la band dei ragazzi. “Nulla di grave. Giusto una visita di controllo”. Violetta alzò un sopracciglio, non le credeva affatto. Se doveva essere una visita di controllo, non portava anche Pablo. La donna, notando l’espressione della nipote disse: “Davvero, Vilu. Era una semplice visita”. “Non ti credo”. Angie cacciò fuori l’aria dai polmoni e si passò una mano sulla faccia. Pensò che era davvero arrivato il momento di dire la verità, almeno a sua nipote. Guardandola le ricordava tanto sua sorella; gli occhi, i modi di fare, il carattere… aveva anche lo stesso sorriso. “Ok. Va bene… Tesoro… ecco, devi sapere che io…”, si guardò intorno per essere certa che nessuno le stesse ascoltando, ma a quanto pareva l’attenzione di tutti era concentrata su Antonio che parlava sul palco. “…devi sapere che io… e Pa-ablo… stiamo insieme”. Il mondo le crollò addosso. Aveva sentito bene? Era per caso un’allucinazione? Non poteva essere. Non batté ciglio per qualche secondo, le mani e le gambe che tremavano e il cuore che batteva veloce. Ok, stava bene. Non c’era nulla di male. Angie e Pablo stavano insieme, e allora? Erano una bella coppia, e poi avrebbe dovuto immaginarlo, passavano molto tempo insieme. Ma qual’era il problema? Pablo era una brava persona, e poi lo adorava, andavano molto d’accordo. Ma dopotutto, la sua reazione era pur sempre normale. E’ come avremmo reagito tutti se avessimo scoperto che nostra zia era fidanzata con il nostro insegnate di musica. Ma a lei non creava nessun problema, Pablo le piaceva ed era molto contenta per loro due. “Vilu, Vlilu stai bene?”. Violetta batté un paio di volte le palpebre, per poi annuire leggermente. “Ok, va bene” accennò un sorriso “Sono molto felice per voi due, ve lo meritate”. La donna le sorrise, per poi abbracciarla nuovamente. “Ma… quello che non ho ancora capito che genere di visita siete andati a fare questa mattina”. Sul volto di Angie fece capolino un leggero sorriso per poi scomparire del tutto. Abbassò la testa sui suoi piedi, le luci stroboscopiche che riflettevano sul pavimento. “Ecco… io volevo dirlo sia a te che a tuo padre da circa un mesetto, ma vedi… non ho mai trovato né il coraggio né le parole” iniziò. Il respiro di Violetta diventò affannoso. Cosa significavano quelle parole? Sua zia stava di nuovo male? Sarebbe riuscita a sopportare questa notizia? O sarebbe crollata? L’espressione sul viso di Angie non prometteva nulla di buono, non prometteva affatto nulla buono. “Angie… cosa c’è?”. “Bhè… ero incinta”. Improvvisamente il cuore di Violetta sembrò voler smettere di battere, si paralizzò, gli occhi fuori dalle orbite e sbiancò tutto d’un tratto. Cosa? Angie era incinta? No, non era possibile… come aveva fatto ad non accorgersi di niente durante gli ultimi mesi. “Violetta… stai bene?”. La ragazza non riusciva ancora a credere a quello che le era stato detto. Com’era possibile… Angie incinta. Ciò significava… che avrebbe avuto un cugino. E se Angie non le avesse più voluto bene? E se, con l’arrivo del bambino si sarebbe dimenticata di lei? Poi ricordò le parole di sua zia e disse: “Hai detto… ero?”. Angie annuì tristemente. “Questa mattina avevo una… una semplice ecografia e…” non riusciva a parlare, il dolore le aveva invaso il corpo. Solo in quel momento Violetta capì. “…e quando, quando siamo arrivati, il medico si è accorto che… ho pe-e-erso il ba-a-ambi-i-no”. Cercò di trattenere le lacrime, ma fu inutile. “Oh, Angie…”. Violetta le si lanciò al collo e la strinse forte. “Mi dispiace così tanto, Angie”. La donna si asciugò le lacrime con il dorso della mano, accennando un sorriso. “Tranquilla, Tesoro. Ora vai, sta per cantare Leon”. In quel momento Violetta si sentì tremendamente in colpa, non doveva parlarne, non doveva chiederglielo. Era tutta colpa sua. Entrambe risero, poi la ragazza lasciò un dolce bacio sulla guancia della zia, per poi correre verso le sue amiche. “Oh, eccoti, Vilu! Dov’eri finita?” chiese Bel. “Ero a parlare con Angie”. Le sue amiche la guardarono confuse. “Vi spiego più tardi”. “D’accordo”. “Che mi sono persa?”. “Nulla di che… solo Antonio che continua a ringraziarci per la festa, va avanti da oltre dieci minuti!”. “…ed infine, vorrei dare il bevenuto –di nuovo- alla boy-band della scuola! Un grande applauso, grazie!”. Mentre l’uomo anziano dai capelli bianchi scese dal palco, i sette ragazzi salirono sul palco. Leon, Diego e Federico si sistemarono le chitarre, Andres si accomodò dietro la batteria, e Alex, Maxi e Brodway alle tastiere.
Oh Yeah.
Tu mirar, tu caminar. (Tu caminar).
Todo en ti me hace volar. (Yeah).
Eres muy timida lo se (Yo lo se)
Y me enloquece.
Yeah, tu voz es terciopelo
Cuando me hablas, viajo y toco el cielo.
Pienso en ti por darte un beso,
Dime si tù te sientes asì.
Dime que al verme tu tambien temblas,
Por ti loco estoy bella.
Dime que hacer para que me quieras,
Debo confesar que solo pienso en ti.
Solo pienso en ti.
Solo pienso en ti.
Debo confesar que solo pienso en ti.
“Hanno cambiato canzone all’ultimo momento” fece notare Ludmilla. “Già”.
Debo confesar…
Solo pienso en ti.
Solo pienso en ti, ti, ti.
Tu sonrisa es capaz de illuminar el dia mas gris.
No se lo que hay en ti, pero sin igual, como tu no hay màs.
Yeah, tu voz es terciopelo
Cuando me hablas, viajo y toco el cielo.
Pienso en ti por darte un beso,
Dime si tù te sientes asì.
Dime que al verme tu tambien temblas,
Por ti loco estoy bella.
Dime que hacer para que me quieras,
Debo confesar que solo pienso en ti.
Solo pienso en ti.
Solo pienso en ti.
Debo confesar que solo pienso en ti.
(Solo pien...) solo...
(Debo confesar)
(Debo con...)
Solo pienso en ti.
Solo pienso en ti.
Que al verme tu tambien temblas,
Por ti loco estoy bella.
Dime que hacer para que me quieras,
Debo confesar que solo pienso en ti.
Solo pienso en ti.
Solo pienso en ti.
Solo pienso en ti.
Debo confesar que solo pienso en ti!
La canzone finì con i ragazzi che tenevano in alto le chitarre. Ci furono urla, grida ed applausi da concerto. Antonio salì nuovamente sul palco, battendo le mani. “Che canzone! Ammetto che ne sono rimasto affascinato. Bene… ascolteremo la band femminile tra poco, buon proseguimento”. Non appena i ragazzi scesero dal palco, molte ragazze li guadarono con occhi a cuoricino. “Allora? Vi è piaciuta?” chiese Federico avvolgendo il braccio destro alla vita della sua ragazza. “Perché avete cambiato canzone all’ultimo?”. “Perché questa non l’aveva mai ascoltata nessuno, e poi perché ci piaceva di più” spiegò Leon sorridendo alla sua ragazza e alle amiche. “Bhè, siete stati bravissimi!” esclamò Violetta avvolgendo le braccia attorno al collo del messicano per poi far combaciare le loro labbra. Da parte delle altre coppie si sentì un “Uhhh”, ma poi anche loro li imitarono. “Che ne dite se usciamo un po’?”. Nessuno aveva nulla in contrario, così, passando dalla porta principale, uscirono nel giardino accomodandosi su delle panchine. Leon prese la vita della sua ragazza e la fece sedere sulle sue gambe. “Certo che siamo stati proprio bravi ad organizzare tutto, eh!” esclamò. I suoi amici lo guardarono come per dire ‘spero tu stia scherzando’. “Siamo?” chiese incredulo Diego alzando un sopracciglio e guardando il suo amico. “Hai dimenticato che tu e la signorina ieri non c’eravate, ed abbiamo fatto tutto noi?” continuò indicando tutti gli altri. “Questioni importanti”. “Oh, certo, certo. Rigiratela come vuoi, eh”. Il gruppo rise, per poi cadere in un silenzio tombale, come se tutti stessero pensando alla stessa cosa… forse era così; si sentiva solo la musica rompi-timpani che proveniva da dentro l’edificio. Ma quella che trovò il coraggio di parlare fu Camilla. “Ragazzi…” tutti si voltarono verso di lei, come se avessero già capito, come se l’avessero scelta per dare voce ai loro pensieri. “…voi credete che rimarremo amici una volta finita la scuola?”. “Certo, Camilla! Che domande!” esclamò Maxi. “Stai dicendo che non vuoi più essere nostra amica?” la guardò torva Nata. La rossa rise per poi scuotere la testa. “No, certo che no. Intendevo solo dire che… se ci separassimo? Io non voglio perdervi, a nessuno”. “Camilla, questo non succederà mai” la rassicurò Violetta. “E poi c’è il gruppo!” ricordò Andres. “Esatto! Dobbiamo continuare a scrivere canzoni, a provare e chissà… magari un giorno qualcuno si accorgerà di noi”esultò Francesca. Camilla sorrise ai suoi amici “Vi voglio bene”. “Anche noi, Cami”. Improvvisamente, gli occhi di tutti cominciarono ad essere umidi, quando Maxi batté le mani davanti a sé e tutti si girarono verso di lui. “Che c’è Maxi? Hai acchiappato una mosca?”. Ludmilla fece ridere tutti il gruppo, mentre Maxi le lanciava una linguaccia. “Ah ah ah, non fare la spiritosa, biondina! Niente mosche, ma in compenso…”. “HAI AVUTO UN’IDEA!”. Il ragazzo guardò i suoi amici torvo “Sono così prevedibile?”. E mentre tutti annuirono, continuò “Ad ogni modo… stavo dicendo che ho avuto un’idea”. “Sentiamo…” disse Federico sbracandosi sulla panchina, per poco non facendo cadere la sua ragazza che gli lanciò un’occhiataccia. “E SE CON LE CANZONI CHE ABBIAMO COMPOSTO, GIRASSIMO DEI VIDEO CHE POI CARICHEREMO SU YOUTUBE!? PRIMA O POI QUALCUNO CI NOTERA’ PURE, NO?”. Per un attimo nessuno sapeva cosa dire, si guardarono in faccia l’un l’altro. In effetti non era una cattiva idea, non era affatto una cattiva idea. “Sì, per me è perfetto! Sarà anche molto divertente!” si emozionò Francesca battendo le mani come una ragazzina. “Sì, ragazzi… e poi una volta finita la scuola, avremo qualcosa da fare, invece di dormire tutto il giorno” esultò Nata. “Ehi! Parla per te! Io AMO dormire tutto il giorno” rispose il messicano. “Ragazzi parlo sul serio! Molti gruppi e cantanti internazionali sono diventati famosi in questo modo”. “Io non faccio parte del gruppo, ma l’idea che ha avuto Maxi è molto buona. Avrete modo di farvi conoscere” disse Gery. “Per me non ci sono problemi. Come ha detto Fran, anche se sarà, ci divertiremo molto”. “Sarò io a montare e girare i video, poi creerò una canale su Youtube e li caricherò” propose Maxi. In pochi minuti decisero il loro futuro. “Perfetto! Visto che siamo tutti d’accordo, domani iniziamo a provare ‘Hoy somos mas’, per poi girarlo”. E visto che nessuno aveva nulla in contrario, si accordarono così. “Devo dirvi una cosa…” annunciò improvvisamente Violetta, diventando seria. “Che succede, Vilu?”. “Angie… me lo ha detto poco fa, non ne sapevo nulla neanche io… ecco, lei e… Pablo stanno insieme”. “CHE!”. La ragazza unì le labbra ed annuì guardando il terreno. “Già, è stata la mia stessa reazione”. “Ne sei sicura?” domandò Bel. “Sì, me lo ha detto poco prima che i ragazzi cantassero”. “Ma… da quanto?”. Violetta alzò le spalle “Non saprei, ma dev’essere da qualche tempo perché… che rimanga tra noi eh, a quanto pare, questa mattina sono stati assenti da scuola per andare a fare un’ecografia”. Tutti impallidirono, le bocche leggermente aperte. “A-a-angie è i-incinta?” balbettò incredula Camilla. Violetta scosse la testa “No. Ha quanto pare, ha perso il bambino. Lo hanno scoperto stamattina”. “Oh, Vilu… mi dispiace moltissimo” disse Ludmilla abbracciandola. “Sì, anche a me”. “Perché non te lo ha detto prima?” chiese Diego, ancora molto sconvolto. “Non riusciva a trovare né il coraggio, né le parole. O almeno è quello che mi ha detto prima lei”. Nessuno parlò per un minuto buono, Leon teneva stretta Violetta a sé, ed ogni tanto le lasciava qualche bacio a fior di labbra. “RAGAZZE!” gridò improvvisamente Bel guardando l’orologio. “Tra un minuto tocca a noi! Dobbiamo andare! ORA!”. Le ragazze scattarono in piedi, ed iniziarono a correre dentro l’edificio, con dietro i loro fidanzati. Arrivarono in palestra con il fiatone quando Antonio gli si parò davanti. “Oh, eccovi, signorine. Siete pronte? Ora tocca a voi?”. Senza proferire parola, anche perché non ci riuscivano, annuirono e seguirono l’uomo sul palco. “Buonasera, ancora! E’ arrivato il momento di ascoltare le bellissime voci delle nostre ragazze! Accogliamole con un clamoroso applauso, grazie!”. Le ragazze salirono sul palco, con applausi e grida.
Chicas, amigas de verdad.
Haciedo realidad los suenos y las fantasias.
Con decision y sin dudar, con los pies sobre la tierra.
Hasta el cielo vuelo, oh oh.
Tocando el sol, volando voy
No hay nada que me detenga.
Seré lo que quiero, oh oh oh.
Que importa que piensan de mi,
Yo voy dejando mi huellas.
Hasta el cielo vuelo, oh oh.
Todo està en el corazòn, somos las chicas guerreras.
Conquistando! Luchando voy por lo que quiero.
 No me detiene un ‘No puedo’!
Chicas, amigas de verdad.
Haciendo realidas los suenos y las fantasias.
Chicas, amigas de verdad.
Tenemos el poder, podemos encender nuestra luz.
El destino està afuera, y no puedo esperar.
...
Mi vida es lo que yo soy, una aventura que emipenza.
Hasta el cielo vuelo, oh oh.
El mundo entero por andar, tengo las alas abiertas.
Si es lo que quiero, oh oh.
No busco una explicacion, se que no tengo fronteras.
Hasta el cielo vuelo, oh oh.
Porque nos mueve el corazòn, somos las chicas guerreras.
Avanzando! Luchando voy por lo que quiero.
No me detiene un ‘No puedo’!
Chicas, amigas de verdad.
Haciendo realidas los suenos y las fantasias.
Chicas, amigas de verdad.
Tenemos el poder, podemos encender nuestra luz.
El destino està afuera, el destino està afuera, el destino està afuera...
...
...
Luchando voy por lo que quiero.
No me detiene un ‘No puedo’!
Chicas, amigas de verdad.
Haciendo realidas los suenos y las fantasias.
Chicas, amigas de verdad.
Tenemos el poder, podemos encender nuestra luz.
El destino està afuera, el destino està afuera,
El destino està afuera, y no puedo esperar.
“WOW!” gridò Antonio salendo sul palco. Ci furono urla, grida ed applausi come quelli per i ragazzi. “Che canzoni, ragazzi… che canzoni! Non saprei davvero dire quale sia il gruppo migliore, ma dopotutto… questa non è una competizione. Torneremo con l’ultima canzone tra poco”. Non appena Violetta scese dal palco, si fiondò tra le braccia di Leon, quasi con le lacrime agli occhi. “Ehi, cos’hai?” le sussurrò il messicano alzandole la testa. “Nulla, è solo che questa canzone mi ha fatto ripensare agli anni che ero lontana da voi… da te”. Leon le sorrise dolcemente, per poi abbracciarla. “Vieni qui”. La strinse a sé così forte, che non gli importava se le stava facendo male. Non voleva lasciarla più, la amava così tanto… “Ho un’idea…”. “Quale?”. “Ti va se chiediamo ad Antonio se possiamo cantare la nostra canzone?”. “Io e te?”. “No, io e l’asino che è qui fuori!”. Violetta gli tirò un pugno sul braccio. “Scemo!”. “Dai… ti va, allora?”. “Certo!”. “Andiamo”. Si presero per mano, ed insieme iniziarono a cercare Antonio. Si sentivano così fortunati ed innamorati in quel momento, che anche se l’uomo gli avrebbe risposto di no, sarebbero stati felici e comprensivi. “ANTONIO! ANTONIO!”. L’uomo anziano dai capelli bianchi si guardò intorno, non riuscendo a capire da quale parte giungessero le voci che lo stavano chiamando. “Oh, siete voi! Siete stati meravigliosi! Sono davvero contento di tutti e due”. “Grazie mille, Antonio. Ma, ecco… noi volevamo chiederle se… bhè, vede… noi abbiamo una canzone, cioè io e Violetta ne abbiamo scritta una nostra, e ecco,ci chiedevamo se… bhè…”. Leon Vargas che non riusciva a chiedere se lui e la sua fidanzata potessero cantare una canzone che avevano scritto loro? Giorno da appuntare sul calendario. “…ci chiedevamo se poteva lasciarcela cantare” lo interruppe Violetta vedendolo in difficoltà. “Oh, bhè… non saperi, dovrei prima parlarne con gli altri insegnati. Se mi date due minuti…”. “Certo, certo!”. Antonio sgattaiolò via, verso il corpo docenti che stava chiacchierando beatamente accanto ai tavoli. In quel momento, Leon prese le mani della sua ragazza, poggiò la fronte su quella di Violetta e gli sorrise. “Perché mi guardi così?” domandò la mora. “Perché sono innamorato di te, e ti amo tanto”. Gli zigomi di Violetta si fecero appena più coloriti, per poi rispondere: “Ti amo tanto, anch’io”. Fecero combaciare le loro labbra, e prima che Antonio tornasse, si strinsero forte l’uno all’altra. “Allora? Che hanno detto?”. L’uomo sorrise ad entrambi, indicando con le braccia il palco “Andate a cantare”. “Grazie mille!”. “Che traccia dobbiamo mettere?”. “CINQUE!” gridarono in coro Violetta e Leon, correndo verso il palco. Quando Antonio salì sul palco per annunciarli, i loro amici li guardarono con grande curiosità. “Bene! A quanto pare le canzoni non sono finite… prima di quella finale, abbiamo una coppia volontaria… Vi chiedo di salutare nuovamente, con un grande e caloroso applauso, VIOLETTA E LEON!”. Non appena la traccia partì, urla, gridi ed applausi cessarono.
No me digas lo que piensas, creo que lo sé.
Solo mirame un instante, y lo adivinarè.
Que difìcil fue querernos y dejarnos de querer,
Y al final de este camino encontrarnos otra vez.
En tus ojos no hay secretos, yo lo puedo ver.
Siempre tienes la palabra que me hace sentir bien.
Que difìcil fue querernos y volvernos a querer.
Si el amor es verdadero, TODO PUEDE SUCEDER!
Quedate junto a mi, paso a paso en el camino
Voy a hacerte feliz. Y que el miedo este prohibido.
Abràzame y veràs que eres lo que necesito,
Y no encuentro la manera de decir
Que le das luz a mi vida... desde que te vi.
...
Ahora tomame la mano, no quiero esperar.
Siente el viento en nuestras alas... vamos a volar.
Y que bien se sienta amarte, cuando a mi lado estas.
Y que hermoso es mirarte, y abrazarte una vez màs.
Quedate junto a mi, paso a paso en el camino
Voy a hacerte feliz. Y que el miedo este prohibido.
Abràzame y veràs que eres lo que necesito,
Y no encuentro la manera de decir
Que le das luz a mi vida...
Quedate junto a mi, paso a paso en el camino
Voy a hacerte feliz. Y que el miedo este prohibido.
Abràzame y veràs que eres lo que necesito,
Y no encuentro la manera de decir
Que le das luz a mi vida...
Porque tù eres mi energìa...
Tù le das luz a mi vida... desde que te vi.
Desde que te vi.
Desde que te vi.
Scoppiò un applauso fortissimo, anche perché alla fine ci fu un bacio passionale. Non appena i due scesero dal palco, i loro amici iniziarono a prenderli a pizze. “MA BRAVI! VI TENEVATE NASCOSTA QUESTA CANZONE!” gridò Diego dando un pugno sul braccio al suo amico. “L’abbiamo scritta da poco!” si giustificarono i due ragazzi ridendo. “Siete stai bravissimi!” esultò Camilla. “Eravate davvero… Oh! Non ci sono parole” disse in seguito Francesca, facendo diventare gli occhi a cuoricino. “Ragazzi… siete pronti per la canzone finale?”. Tutti annuirono per poi guardarsi in faccia emozionati. “Gery… ti andrebbe di venir a cantare con noi?” chiese Violetta porgendole la mano. “Cosa? No, no. Io mi vergogno, non so cantare, sono stonata e poi non faccio parte della band”. “Oh, piantala! Ti ho sentita cantare e non sei affatto stonata!” esclamò Ludmilla. “Ma io…”. “Niente ma… andiamo!”. “Ed eccoci arrivati, ragazzi. Spero che vi siate divertiti ed emozionati con le canzoni dei nostri ragazzi. Spero che questa sia stata una festa piacevole per tutti voi. So che l’anno non è finito, ma vorrei comunque ringraziare gli insegnanti… Angie, Pablo, Beto, Gregorio e Jackie, e spero che anch’io, un po’, vi sia rimasto nel cuore. Vorrei ringraziare per l’ennesima e giuro ultima volta, i nostri ragazzi che hanno organizzato questa meravigliosa festa in onore della cara professoressa Angie, che è appena tornata ad insegnare dopo un lungo periodo di guarigione. Bene… ora basta con le chiacchiere. Per questa sera vi sarete stancati di me, lascio il palco ai nostri giovani artisti! Buona fortuna ragazzi!”. Il pubblico li accolse con grande affetto, e non appena partì la base, gli occhi di tutti quelli sul palco cominciarono ad essere lucidi.
Crecimos juntos habìa todo por hacer, (Cresciamo insieme c’è tanto da fare),
Y caminamos, habìa tanto que aprender. (e camminiamo, c’è tanto da apprendere).
Crecimos juntos y sin querer hallé tus manos, (Cresciamo insieme e senza volere prenderò le tue mani),
Fuimos creciendo con cada nota de aquél piano. (siamo cresciuti con ogni nota di quel piano).
Y ahora qué? A dònde iràn los que conocimos? (E adesso? Dove andranno quelli che conosciamo?)
Los que llegamos al final... (quelli con cui siamo arrivati alla fine...)
Voy por nuevos caminos con lo que hemos vivido, (Andrò per nuove strade con quello che abbiamo vissuto),
Magìa y creatividad. (magia e creatività).
Verdad en los corazones, cielos de mil colores... eso quiero recordar. (Verità nei cuori, cieli di mille colori... questo voglio ricordare).
Siempre a mi lado està tu mano. (Sempre al mio lato c’è la tua mano).

Crecimos juntos con un sueno en cada mirada (Cresciamo insieme con un sogno in ogni sguardo)
Cada mirada. (ogni sguardo).
Y caminamos con la pasiòn que nos guiaba (E camminiamo con la passione che ci ha guidati)
Tanta pasiòn. (Tanta passione).
Crecimos juntos y asì pudimos refejarnos (Cresciamo insieme e così possiamo rispecchiarci gli uni negli altri)
Oh oh oh.
Fuimos cambiando, pero siempre nos levantamos (Siamo cambiati, però sempre ci siamo rialzati)
Oh ohhhhh.
Y ahora qué? A dònde iràn los que conocimos? (E adesso? Dove andranno quelli che conosciamo?)
Los que no estan, los que seguimos, (quelli che non ci sono, quelli che abbiamo seguito),
Y los que un dìa volveran... (e quelli che un giorno torneranno...)
Y ahora sé, siempre estaras aquì a mi lado (E adesso so, sarei sempre qui al mio fianco)
Veo la luz que tù me das. (vedo la luce che tu mi dai).
Vou por novos caminhos (Andrò per nuove strade)
With all the things that we’ve been through. (con quello che abbiamo vissuto).
Magia e creatività… la creatività!
Vérité dans le coeur, ciel du mille couleurs… eso quiero recordar. (Verità nei cuori, cieli di mille colori… questo voglio ricordare).
Siempre a mi lado està tu mano, que me ayuda a continuar (Sempre al mio lato c’è la tua mano, che mi aiuta a continuare)
Y juntos ya llegamos al final… ( e insieme siamo arrivati alla fine…)
Al final… (alla fine…).
Like in a song (Come in una canzone)
Qui recommence encore un fois (che ricomincia ancora una volta)
Para dar esperanca a um coracao. (per dare speranza ad un cuore).
No hay final (Non c’è finale)
Se tu sei con me.
Niente da temere.
I won’t be afraid (Non avrò paura)
Nada temeré (Niente da temere).
Voy por nuevos caminos con lo que hemos vivido, (Andrò per nuove strade con quello che abbiamo vissuto),
Magìa y creatividad. (magia e creatività).
La creatividad! (La creatività!)
Verdad en los corazones, cielos de mil colores... eso quiero recordar. (Verità nei cuori, cieli di mille colori... questo voglio ricordare).
Siempre a mi lado està tu mano, que me ayuda a continuar (Sempre al mio lato c’è la tua mano, che mi aiuta a continuare)
Y juntos ya llegamos al final… ( e insieme siamo arrivati alla fine…).
E mentre partivano urla, grida, applausi e fischi, il gruppo s’inchino e sorrise al pubblico. Ma alla fine erano sempre loro, i bambini che giocavano a nascondino nel parco.
 
ANGOLO AUTRICE:
*si alza il sipario e si vede che si soffia il naso*. SALVE! Scusate ma sono un oceano. Non posso credere che questo sia l’ultimo capitolo della storia. Ed è anche la prima che porto a termine, chi lo avrebbe mai detto! Prima di dire altre cose voglio ringraziarvi. Grazie a tutti quella che l’hanno letta, che hanno recensito e che mi hanno inviato tremila messaggi per saperne di più. GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE, E GRAZIE! Sono davvero felice che questa storia abbia coinvolto tantissimi lettori e sono molto orgogliosa. Allora… che pensate di quest’ultimo capitolo? (Wow, che strano effetto. Non avrei mai pensato di dirlo). Vi ha soddisfatti? Dovete sapere che qualche sera fa, forse quella dopo di quando ho pubblicato il penultimo capitolo, avevo quasi finito di scrivere questo e visto che il mio computer è mongospastico me lo ha cancellato. Non potete immaginare quanto ho rosicato in quel momento e quanta rabbia avevo. Ad ogni modo… ho voluto scrivere tutte le canzoni per intero perché mi sembrava giusto e perché volevo ricordarle tutte. Vi piace questa scelta? Poi ho voluto aggiungere anche la traduzione a ‘Crecimos Juntos’ perché è una canzone meravigliosa ed anche se la traduzione non è perfetta mi sembrava giusto scrivere il significato. Bhè, non so più che dire. Vi ringrazio ancora una volta per aver letto quest’ultimo capitolo (sempre più strano). Mi sembra ieri quando ho pubblicato il primo, vi ricordate? Siete curiosi di leggere il sequel? Accadranno molti colpi di scena *faccia malvagia e si strofina le mani*, spero che tutti i lettori di questa storia lo leggeranno altrimenti verrò a cercarvi a casa, promesso. Ahahahah, battuta… ok, no. Vorrei inoltre ringraziare il gruppo di WhatsApp che mi ha aiutata ed appoggiata molto durante questo percorso (?) (SEMBRA CHE HO VINTO L’OSCAR!!). E in particolare la mia Lolaaa! Che te ne pare di questo capitolo? Ora devo andare. Ah! Devo dirvi come si chiamerà il sequel… siete curiosi? Mmm, e se non ve lo dicessi? Scherzo! Allora il sequel di ‘Salvami, Amore mio’ si chiamerà… *rullo di tamburi, si abbassano le luci, tutti con il cuore a mille* ‘Perdonami, Amore mio’!!!!!!!! WOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! Lo so, titolo demente ma non è colpa mia, lo ha scelto Lola… AHAHAHAHAHAHAHHAHA SCHEEEEERZO! AMO QUESTO TITOLO! Bhè, la pubblicherò al più presto perché ho già 3 capitoli pronti, quindi… è arrivato il momento… Bacioni e alla prossima! *scoppia in lacrime mentre saluta*.
#Alice_Leonetta

 
  
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