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Autore: Fenrir_23    05/07/2015    4 recensioni
Sono trascorsi nove anni dalla fine della serie, Sesshomaru è scomparso ...
“Rin ...” Sesshomaru puntò i suoi occhi sulla ragazza che aveva davanti. Incredibile come gli umani cambiassero in fretta: quando l'aveva vista l'ultima volta, lei aveva sedici anni e ancora le fattezze di una ragazzina, ma ora i lineamenti che ricordava avevano lasciato il posto a quelli di una giovane donna.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Padrone, posso farvi una domanda?”
Jaken fissò Sesshomaru con i suoi occhi giallognoli e tondi. Lui non si degnò di rispondere, continuando a fissare l’erba alta mossa dal vento di quel prato in cui aveva scelto di fermarsi. Era un periodo di riposo e riflessione per il demone. Il suo corpo stava recuperando molte energie, ma necessitava ancora di un po’ di tempo per ritornare nel pieno delle forze.
Sesshomaru ripensò a quei maledetti cinque anni trascorsi nel limbo in cui si era rifugiato dopo la battaglia con l’Orso, per riprendersi dalle ferite mortali che il suo nemico gli aveva inferto; una volta ricongiunte le due parti tagliate del suo corpo, si era risvegliato nell’oblio. Un oblio in cui si era smarrito e aveva vagato per molto tempo, incapace di ritrovare la strada per uscirne.
Con una smorfia, il demone ricacciò indietro quei pensieri sgradevoli.
“Cosa devi chiedermi, Jaken?”
“Ecco, io mi domandavo …”
Il piccolo demone abbassò lo sguardo.
“Rin tornerà a viaggiare con noi ora che è adulta?”
Jaken capì di aver osato troppo dal modo in cui lo sguardo di Sesshomaru si puntò su di lui. Le labbra del demone cane leggermente tese, ad esprimere fastidio, lo fecero rabbrividire.
“Perdonatemi!”
Si prostrò a terra in un inchino senza ritegno.
“Il vostro umile servitore non aveva intenzione di essere così insolente e pettegolo!”
“Andrò da Bokuseno ...”
Sesshomaru mormorò quelle parole al vento, parlando da solo, poi fissò Jaken con la coda dell’occhio.“In quanto a Rin…”
In quei giorni, aveva riflettuto molto su di lei.
La consapevolezza di desiderarla come propria compagna l’aveva colto impreparato, eppure non era nel suo carattere privarsi di qualcosa solo per stupidi principi morali: Rin sarebbe diventata sua, il resto non era importante. Non era tipo da temere i cambiamenti, lui era un essere che agiva seguendo il proprio istinto ed era deciso a farlo anche in quell’occasione. Non gli interessava particolarmente trovare una spiegazione logica al perché di quei sentimenti verso un’umana ... nel corso della sua lunga vita, aveva imparato ad agire senza porsi troppe domande inutili.
Si alzò silenzioso, mentre i lunghi capelli, seguendo il vento, fluttuavano armoniosamente nell’aria, dietro di lui.
“Andiamo, Jaken.”
 
 
 
Inuyasha si stava cimentando in una serie di fendenti solo simulati, con Tessaiga, a pochi metri da casa, quando Sesshomaru atterrò sull’erba verde, ancora bagnata dopo la pioggia della notte trascorsa.
Il mezzo demone aveva già fiutato l’odore di suo fratello da tempo, ma sapere in anticipo del suo arrivo non era servito a renderlo meno indisposto nei suoi confronti.
I due si lanciarono un’occhiata poco amichevole.
“Stupido Inuyasha, come ti permetti di rivolgere uno sguardo simile al mio padr-“
Il blaterare di Jaken s’interruppe quando Sesshomaru lo calpestò, avvicinandosi al fratellastro.
“Dov’è Rin?” Chiese, solamente.
Era di pessimo umore, e sapeva che in quei casi era meglio conversare con Inuyasha il minimo indispensabile. S’incamminò verso l’ingresso della casa umana, deciso ad incontrare la persona che cercava, ma un piccolo essere dagli occhi curiosi gli bloccò il passaggio.
Sesshomaru gli rivolse uno sguardo di sufficienza e, poco incline a maniere gentili, finì per farlo cadere scansandolo in malo modo. Che essere debole …
Inushiro picchiò una ginocchiata a terra, lamentandosi sonoramente.
“Oh, Sesshomaru!”
Inuyasha afferrò il fratellastro per il collo del Kimono, ringhiandogli contro: non poteva sopportare che lui trattasse in quel modo Inushiro.
“Mollami.”
 Sesshomaru inclinò le labbra in un’espressione infastidita.
“Fossi in te, darei ascolto al mio nobile padrone, stupido di un mez-“
Un calcio ben assestato da parte di Inuyasha mise a tacere definitivamente il piccolo demone verde.
“Bastardo!” Il mezzo cane tornò a guardare suo fratello.”Se non fosse stato per me saresti già crepato, ricordatelo bene!”
Sapeva che quello era il miglior modo per dare il via ad una lite furibonda ma, in fondo, era quello che voleva. Aveva salvato Sesshomaru solo per Rin, non certo per se stesso, e vedere l’ingratitudine che lui gli stava dimostrando gli faceva decisamente salire il sangue al cervello.
Schivò per un soffio gli artigli velenosi del demone, con una capriola all’indietro.
Gli occhi del fratello più grande si colorarono di rosso.
“Stolto mezzo demone, taci!”
Il suo viso si deformò, mentre veniva avvolto da una sfera luminosa, che guizzò verso l’alto per espandersi in quella che era la sua vera forma.
Sesshomaru balzò in avanti, spalancando le fauci. Quel bastardo di suo fratello, gli aveva fatto salire il sangue al cervello. L’avrebbe divorato.
 
“Sesshomaru Sama!”
 
Il demone puntò le possenti zampe anteriori a terra per frenarsi, quando riconobbe quella voce. Dall’alto della sua forma di cane, si trovò a fissare Rin. Era così piccola e fragile al suo confronto, eppure non lo temeva. Anche trasformato così, lei continuava a guardarlo con quei grandi occhi pieni d’affetto … percepì la mano di Rin che si poggiava ad una delle sue zampe, immergendosi nel pelo bianco e folto e abbassò la testa, facendo leva verso l’alto per sollevare la ragazza e farla scivolare sulla propria schiena.
Lei, disorientata da quel gesto, non poté far altro che aggrapparsi al demone, mentre lui spiccava il volo con un balzo.
“Se ne sono andati …” Commentò Kagome mentre prendeva Inushiro in braccio, per poi fissare il cielo.
 
 
 
 
 
Sesshomaru galoppava oltre le nuvole; Poteva percepire il calore di Rin, aggrappata con forza al suo soffice mantello bianco.
Quando il demone sbuffò, una nuvola di vapore uscì dalla sua bocca.
Rin … desiderava stare con lei, sentire il suo odore buono, percepire il contatto caldo del suo corpo. La lasciò scivolare nel vuoto mentre lui tornava alla sua forma di sempre, e nel posarsi a terra, la afferrò con le braccia forti, evitando che cadesse.
Si concesse di guardarla per un attimo, poi la posò e le diede le spalle.
 Il profumo dei ciliegi in fiore che vivevano su quella collina era forte e piacevole … Rin si avvicinò a Sesshomaru di qualche passo. Era confusa e non sapeva bene che cosa fare. Sapeva che se avesse chiesto a lui spiegazioni sul perché si trovavano lì, non ne avrebbe avute e, comunque, non le importava. Voleva solo stargli vicina.
Ripensò al bacio della sera prima … e seguendo senza freni le proprie emozioni, finì per abbracciarlo, cingendogli la schiena forte con le braccia.
Sospirò. Era bello, stare in quel modo; poterlo stringere con tutte le forze che aveva senza la paura di essere respinta, la rendeva felice.
Percepì il movimento della schiena del demone che si girava verso di lei, e si staccò per guardarlo. Non si erano ancora detti nulla, ma non ne avevano bisogno. Rin si alzò appena sulle punte dei piedi, mentre Sesshomaru inclinava il viso verso il basso. Le loro fronti si sfiorarono per qualche istante, poi le labbra del demone cane si posarono lentamente su quelle di Rin.
“Perché sorridi?” Le domandò lui, scostandosi di poco.
“Perché vi voglio bene!” Il sorriso di lei si fece più marcato, mentre lo baciava ancora in un gesto veloce, per tornare a guardarlo negli occhi. Quegli occhi affilati così diversi dai suoi che, nonostante l’aspetto giovane, nascondevano già secoli d’esistenza. Lei a confronto era nulla …
Nascose il viso affondandolo contro il petto del demone. D’improvviso si sentiva così strana e triste … aveva paura. Paura di essere piccola e insignificante al suo confronto.
“Rin, voglio andare da Bokuseno …”
Le parole di Sesshomaru le arrivarono dopo un tempo indefinito, appena sussurrate. Lei lo guardò negli occhi, con quello sguardo al quale lui non poteva negare nulla.
“Anche io … voglio venire con voi …”
Il demone sospirò. Andava bene così in fondo, ci avrebbe pensato lui a proteggerla. Rin era sua … e la voleva accanto a sé.
“Allora è deciso ...”
 
 
 
“Jaken, io penso che ti converrebbe attendere qui il ritorno di Sesshomaru.”
Il piccolo demone verde si soffiò il naso in una delle maniche del vecchio Kimono marrone, mentre Kagome continuava a parlare in sottofondo e Inuyasha, da un angolo del soggiorno, lo guardava con compassione mista a disgusto.
“Non capisco cos’ha il mio padrone in questo periodo!”
Continuò Jaken, piagnucolando.
“Seppur di modi non gentili, Sesshomaru Sama non mi ha mai trascurato fino a questo punto!”
Kagome, quasi dispiaciuta, gli porse un panno con cui asciugarsi le lacrime.
“Il mio sommo padrone cerca sempre di evitarmi!”
La sacerdotessa si mise a sedere alla parte opposta del tavolino in legno.
“Proprio per questo dovresti rinunciare a seguirlo.” Provò a spiegargli. “ Penso solo che abbia bisogno di stare … da solo.”
Jaken prese a fissare un punto imprecisato con sguardo rassegnato, tanto che Kagome pensò di averlo finalmente convinto.
“ … ma io non so cosa fare senza Sesshomaru – Sama!”
 
 
 
 
Rin non ricordava bene come, ma aveva finito per trovarsi sdraiata all’ombra di un ciliegio accanto a Sesshomaru. Lui non parlava molto, tuttavia aveva i suoi modi per farsi capire: si era seduto sotto quell’albero e, semplicemente, l’aveva guardata con quel suo modo di fare, senza dire nulla.
La ragazza respirò Il profumo selvatico e marcato ma buono del demone, osservandolo ad occhi socchiusi mentre le sfiorava le guance con gli artigli affilati senza graffiarla; lui si soffermava a guardarla, ogni tanto la baciava. Era premuroso.
E Rin gli si faceva sempre più vicina. Avrebbe avuto voglia di piangere per sfogare tutto quel mare di emozioni forti che le riempiva il cuore. Era una sensazione bella, ma quasi opprimente.
“Stai bene, Rin?”
Sesshomaru sembrò turbato quando lei iniziò a piangere sommessamente contro il suo petto. Le sollevò il viso passandole una mano sotto il mento per costringerla a guardarlo, e leccò via le lacrime salate che le stavano scendendo lungo il viso, percorrendo le guance. Eseguì quel gesto con lentezza quasi snervante, facendo arrossire Rin.
Odiava vederla così. Fina da piccola lei era stata una bambina e poi una ragazza forte, poco incline a piangere senza un motivo … proprio per quello era preoccupato.
 “Che cosa ti prende, dimmelo.”
La sua domanda suonò come un ordine, anche se l’aveva posta con tutta la gentilezza di cui era capace.
Rin avrebbe voluto rispondergli, ma si sentiva troppo confusa. Era felice, non ne aveva dubbi … ma aveva anche paura, perché sapeva e aveva compreso ciò che comportava l’amore fra due esseri così diversi, un demone e un essere umano. Si trovò a pensare che la sua vita di umana era troppo corta, per avere davvero un significato importante in quella di Sesshomaru.
Forse, ora che era adulta, per lui era solo un’umana frivola con cui intrattenersi in mancanza di altro.
Che dubbi stupidi che si stava facendo venire … pensò, mentre percepiva l’erba soffice a contatto con il tessuto che le copriva la schiena, e scivolava verso il basso. Il corpo di Sesshomaru sopra il suo, le sue spalle forti, le impedirono di vedere il cielo che si stava tingendo dei colori del tramonto.
Poi il mondo si fece bianco, del colore dei capelli del demone, e dorato come i suoi occhi.
“Sesshomaru Sama  io vi …”
Le labbra calde di lui non le lasciarono il tempo di parlare.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Pardon, pardon, ho avuto un mese davvero pesante e anche i prossimi non saranno da meno! Mi spiace se ho aggiornato così in ritardo, con un capitolo un po’ corto tra l’altro… ma spero che il contenuto abbia rimediato all’attesa XD … grazie a chi lascerà un commento :)
   
 
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