Serie TV > Arrow
Segui la storia  |       
Autore: Lights    06/07/2015    7 recensioni
Proiettili di ghiaccio si può considerare il seguito di Metodo Scientifico, ma può essere seguita anche senza aver letto la precedente storia. Un nuovo gruppo, una nuova dinamica, un cattivo invisibile che miete il panico in diverse città, e ora è approdato anche a Starling City.
Oliver si dovrà confrontare con il nuovo cattivo ma non sarà solo, al suo fianco ha una nuova squadra, e poi c'è lei: Felicity Smoak, ma sarà come prima? Scopriamolo insieme. Buona lettura, Lights.
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Felicity Smoak, Oliver Queen, Roy Harper
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Proiettili di Ghiaccio

 

- 26 -

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Era passata poco più di una settimana da quando Cindy aveva lasciato Gotham e villa Wayne. Dopo quello scossone la vita del gruppo aveva ripreso a scorrere velocemente e ognuno di loro aveva contribuito al meglio delle proprie capacità per mettere a punto il piano per fermare il terribile progetto dei proiettili di ghiaccio.

Felicity si accostò a Luke che era intento a osservare un pallino sul monitor e ogni tanto sorseggiava whisky da una bottiglia rubata dalla fornita cantina Wayne.

- Non dovresti bere, - Iniziò Felicity, cauta, afferrando la bottiglia e portandola lontano da lui. Luke non le badò minimamente e continuò come se nulla fosse.

Felicity si sedette poco distante e puntò gli occhi sulla schiena dell'uomo, pensierosa. Il comportamento di Luke dalla scomparsa di Cindy era stato fin troppo anomalo, calmo, disinteressato. Non si aspettava di certo una reazione forte, ma neanche quella totale indifferenza.

Sospirò e andò contro i suoi principi. C'è qualcosa che non ci dice, pensò e si collegò mentalmente al computer di Luke invadendo la sua privacy. Tutto le fu subito chiaro.

Si alzò e gli si avvicinò con calma. Rimase al suo fianco per qualche secondo, ma quando Luke fece per portarsi il bicchiere alla bocca, lo bloccò con la mano.

- Tu stai tenendo sotto controllo Cindy, non è così?

Luke ghignò divertito - Non credevo che l'avresti fatto, eppure hai ceduto al lato oscuro di Black Queen.

- Mi vuoi spiegare? - Tagliò corto Felicity.

L'uomo si girò con la sedia, mettendo per un attimo da parte il computer. Incrociò le braccia al petto e con un cenno della mano la invitò a sedersi.

- Pensi che sia uno sprovveduto? - Felicity gli regalò un'occhiataccia. - Con la vita che facciamo, non posso permettermi il lusso di perdere di vista la ragazzina. Lo ammetto, non è sempre stato facile in passato, perciò sono dovuto ricorrere a un trucchetto. Hai presente il braccialetto che porta Cindy al polso? - Luke le lanciò uno sguardo eloquente.

- Hai installato un gps. - Affermò Felicity, tra il sorpreso e il compiaciuto.

- Esatto, proprio per evitare di ritrovarmi in situazioni come queste. Quella testa calda non è nuova alle fughe, in passato mi ha fatto passare dei brutti momenti e da quando ha incrociato Roy e Arrow sulla sua strada, ho deciso che era giunto il tempo di tenerla al sicuro.

Felicity lasciò scivolare lo sguardo sul volto stanco di Luke. Era da un paio di giorni che non si faceva la barba e la peluria sul viso gli donava un'aria ancora più trasandata. Chissà da quanto non si fa una bella dormita? Sospirò rassegnata. Anche se Luke non l'aveva ammesso apertamente, Felicity aveva capito benissimo che non era per niente tranquillo a sapere Cindy da sola per strada.

- Che coincidenza, - Iniziò in tono insinuante. - Proprio quando Roy è entrato nella vita di Cindy, hai iniziato a marcare il territorio, davvero curioso. - Precisò sovrappensiero.

Luke a quella insinuazione si sistemò meglio sulla sedia. - Che cosa vuoi dire? Non ci vedo nulla di strano. Roy le ha solo portato una valanga di problemi. - Si giustificò con nonchalance.

Felicity si alzò dalla poltrona, si piegò su di lui appoggiando le mani sui braccioli della sedia e lo guardò dritto negli occhi. - Non faresti prima ad ammettere che ti sei innamorato di lei?

Luke deglutì, preso in contropiede. Con uno slancio del piede, scivolò indietro con la sieda e si voltò a guardare nuovamente il monitor. - Sciocchezze, - biascicò e chiuse il discorso, facendo apparire la videata del progetto al quale stavano lavorando.

Testone, pensò Felicity e si rimise a lavorare al suo fianco.

- Cindy è fortunata ad avere un amico… speciale, come te. - Sorrise prima di tuffarsi nel suo mondo cibernetico.

 

 

- La situazione sembra tranquilla, - Constatò Batman in cima a uno dei grattacieli di Gotham, rivolgendosi ad Arrow. - Da diversi giorni non si vede più quel via vai di camion di merci andare e venire dal laboratorio di Luthor. L'idea che ha avuto Diggle di bloccare le loro spedizioni ha avuto effetto. Possiamo passare al piano B. - Il silenzio calò tra i due. - Perché non me lo dici e basta, senza continuare a rimuginarci sopra, Oliver? - Lo incalzò Bruce, dopo un po'.

Oliver abbassò il cappuccio e andò a sedersi vicino al pilastro di cemento della porta d'ingresso, e lui poco dopo lo imitò.

- La nuova base operativa a Starling City è quasi terminata.

- Lo so.

- Dobbiamo decidere.

- Abbiamo già preso una decisione. Ne abbiamo parlato e mi pare che eravamo tutti e due d'accordo, non sei più convinto? - Chiese Bruce, lasciando trasparire una punta di ansia.

Oliver inspirò profondamente e si portò le gambe al petto, appoggiandovi sopra le braccia.

- Felicity, - Iniziò piano. - In questi mesi mi sono reso conto quanto sia affezionata a te. Il rapporto che avete instaurato è importante e non voglio che questo cambiamento la metta di fronte a una decisione della quale non sia totalmente convinta.

Bruce rimase in silenzio mentre soppesava i dubbi di Oliver.

- Ami Felicity?

- È la persona più importante della mia vita.

- Ami Felicity? - Oliver si voltò verso Bruce. Si guardarono seri per un lungo istante.

- Sì. - Rispose infine Oliver.

Bruce appoggiò il capo al muro e osservò il cielo buio della notte. - Questo è quello che conta, tutto il resto non ha importanza. Non sottovalutare l'amore che Felicity prova per te. È forte e sincero, e ti posso garantire che nessuno al mondo la terrà lontano da te, neanche quello che c'è tra noi.

Oliver sorrise, si alzò in piedi e con un cenno della mano salutò Bruce prima di saltare giù dal palazzo e rientrare alla base.

Bruce si alzò in piedi e scosse la testa. Rivolse lo sguardo lontano e per un attimo si soffermò sull'algida figura che lo stava osservando in cima al palazzo poco distante da lui.

- Cat, - sussurrò piano, e come se lo avesse sentito lei scomparve nel buio della notte.

Dovevo aspettarmelo che non si sarebbe messa da parte, pensò con una punta di soddisfazione.

 

 

- Così stai tenendo d'occhio Cindy, - La voce di Roy alle sue spalle fece sussultare Luke, che era intento a osservare la ragazza da una delle telecamere della città.

Roy afferrò la sedia e si sedette accanto a lui.

- Dov'è? - Chiese senza staccare gli occhi dal monitor.

- Proprio oggi è arrivata a Metropolis.

Il silenzio calò tra i due, che senza rivolgersi neanche uno sguardo continuarono a seguire i movimenti della ragazza sullo schermo.

Hal entrò nella stanza e rimase stupito nel vedere i due seduti uno accanto all'altro in modo pacifico. Curioso si accostò a loro e osservò anche lui per qualche secondo i movimenti della ragazza.

- Ve ne siete accorti che lei sa benissimo di essere seguita? - Chiese palesando in quel modo la sua presenza e cogliendoli di sorpresa.

Entrambi si girarono.

- Che cosa dici? - Chiese Luke.

- Cyborg, la ragazzina ti sta giocando. Guarda. - Indicò il monitor. - Vedi il leggero movimento del capo, non noti niente?

Roy e Luke osservarono meglio.

- Ha lanciato un'occhiata alla telecamera. - Affermò Roy, sorpreso.

- Esatto, - Confermò Hal. - Non notate altro dal suo comportamento?

- Non è mai scomparsa dal raggio delle telecamere. - Realizzò Luke.

- Questo sta a significare...

- Che la ragazzina, mio caro Luke, ti ha messo nel sacco e ti ha rivoltato come un calzino. - Concluse Hal per Roy e picchiettò con la mano sulla spalla dell'amico per consolarlo.

Proprio in quel momento Cindy si voltò e guardò direttamente in camera. Si appoggiò le dita sulla bocca e lanciò un bacio in segno di saluto. Abbassò per un istante il capo e poi ritornò a guardare il video con sguardo deciso.

- Continuo da sola, starò bene. - Disse Hal ad alta voce leggendo il labiale.

Il segnale GPS scomparve, il monitor si oscurò e Cindy si dissolse nel buio della notte di Metropolis.

- No! - Luke si alzò in piedi di scatto, sbattendo i pugni con ferocia sulla scrivania. Digitò una sequenza di comandi ma non ebbero l'effetto sperato. - Maledizione! - Fece volare la tastiera.

Hal gli appoggiò la mano sulla spalla per farlo calmare. - Andrà tutto bene. Ci sarà una motivazione valida alla sua reazione. Ritornerà, non ti preoccupare. Cindy è caparbia e intelligente. Avrà il suo piano che però non comprende né noi, né Roy, né te.

Luke fissò severo Hal, che al contrario gli stava rivolgendo uno sguardo di comprensione.

- Ma vaffanculo! - Tagliò corto e se ne andò dalla sala.

Hal fermò Roy per il braccio. - Diamogli tempo. Primo o poi lo accetterà.

 

 

Oliver si svegliò nel cuore della notte con la sensazione che gli mancasse qualcosa. Ancora ad occhi chiusi, tastò il lato del materasso accanto a lui ma non vi trovò il corpo di Felicity come si aspettava.

Si destò d'un colpo, mettendosi a sedere. Non appena la vista si fu abituata all'oscurità, intravide la figura della donna affacciata alla finestra e totalmente immersa nei suoi pensieri.

Si alzò piano, senza fare rumore la raggiunse. Felicity aveva indossato una sua camicia. I capelli spostati di lato erano infilati all'interno del colletto, lasciando l’altra parte del collo nuda.

- Ehi, - L'abbracciò. - Tutto bene?

- Non lo so, - Rispose Felicity, dopo un attimo e si appoggiò con il capo al suo petto.

- A cosa stavi pensando?

- A Luke e… a Cindy.

Oliver sospirò amaramente. - Brutta storia.

Da quando Cindy era scomparsa, Luke si era rifugiato nel suo mondo ostile. Lui sapeva benissimo cosa stava passando l’amico. Lui stesso aveva provato quella sensazione di smarrimento e preoccupazione per quella scelta che aveva dovuto solamente accettare. Non capire e non cercare una motivazione era stata forse la parte più dura. Prese a dondolare dolcemente insieme a lei.

- Perdonami, - Disse piano Felicity. - In questi giorni mi sembra di essere tornata indietro, solo che ora credo di sapere cosa hai passato per colpa mia. Ogni volta che incontro lo sguardo di Luke, mi domando se per te è stata la stessa cosa, e... - Chiuse gli occhi. - Non volevo farti del male. Volevo darti una vita migliore.

Oliver la strinse più forte a sé. - No, non è stato facile. - Iniziò con un tono più duro di quanto avesse voluto e lei si irrigidì tra le sue braccia. Le baciò la tempia per farla rilassare. - Abbiamo sbagliato entrambi, anch’io ho le mie colpe. Dobbiamo perdonarci e andare avanti. Il passato è passato, non si può né rivivere, né modificare. Per questo c’è il presente. Ti ho di nuovo tra le mie braccia e nella mia vita, questa è l’unica cosa di cui mi importi.

Felicity si girò tra le sue braccia e lo guardò seria.

- Ti amo, signor Queen.

Lui sorrise e si abbassò per baciarla. Felicity gli circondò il collo con le braccia spingendolo di più verso di lei.

- La mia camicia ti dona. - La baciò sul collo. - Sei sexy. - Le mani s’intrufolarono sotto la stoffa, cercando avide la pelle calda della donna. Uno ad uno sbottonò lentamente i bottoni, mentre lei non si perdeva neanche una sua mossa.

Oliver tracciò con l’indice una linea, facendo in quel modo allargare la stoffa, fino a raggiunge il bordo degli slip.

- Che intenzioni hai? - Chiese maliziosa.

- Ora lo vedrai. - Rispose Oliver, divertito, spingendola verso il letto, dove dopo qualche secondo caddero insieme.

Oliver prese a baciarla con una travolgente passione, seminando sul suo corpo una scia di baci infuocati.

Il click della porta lo detestò dal suo intento. Alzò lo sguardo su di lei, sorpreso.

- Non vogliamo essere interrotti sul più bello anche questa volta. - Rispose Felicity alla sua muta domanda. Lo attirò a sé e ripresero a baciarsi perdendosi nel loro ritrovato amore.

 

 

 

Hal entrò nel locale. Si guardò attorno, osservando uno a uno i presenti, che per la maggior parte erano immersi nei loro pensieri e sorseggiavano svogliatamente il loro drink. L'ambiente era poco illuminato ma riuscì lo stesso a individuare la figura dell'uomo nell'angolo più desolato del bancone del bar. Aveva lo sguardo fisso sullo specchio, e meccanicamente si portava alle labbra il bicchiere di scotch. Hal sbuffò silenziosamente. Ormai quella storia durava da più di una settimana. Inizialmente aveva creduto che fosse una reazione più che normale, l'abbandono, o meglio, la scomparsa di Cindy era stata difficile da accettare per tutti, specialmente per lui, ma ora stava diventando un vero problema.

La prima mattina che lo aveva sorpreso ubriaco aveva fatto di tutto per fargli passare la sbornia e rimetterlo in sesto, ma con le notti successive il disagio era aumentato. Aveva iniziato a bere anche di mattina e neanche i rimproveri di Oliver e Bruce avevano sortito alcun effetto.

Quello che era successo la sera precedente aveva attivato il suo campanello d'allarme. Luke e Felicity si trovavano da soli in sala computer per elaborare la fitta rete informatica che circondava l'intero laboratorio Luthor.

- Niente da fare. - Aveva sbuffato Felicity, spazientita. - Chi ha progettato la rete di questo laboratorio sa il fatto suo.

- Cazzo! Stiamo perdendo solo tempo utile! - Era scattato Luke, arrabbiato.

- Luke, - Felicity lo aveva ripreso, severa. - Non serve reagire in questo modo.

Lui si era voltato verso di lei e l’aveva guardata per un interminabile lasso di tempo, con i suoi occhi duri, spenti e annebbiati dall’alcol. Poi si era avvicinato lentamente e l’aveva fronteggiata.

- Non dirmi che cosa devo fare.

- Hai bevuto troppo, è meglio se vai a farti una bella doccia ghiacciata, così ti schiarisci le idee.

All’improvviso Luke l’aveva afferrata per il viso, stringendo forte le dita sulla pelle e avvicinandola al suo. - Non. Dirmi. Che. Cosa. Devo. Fare.

- Cerca di reagire, Cindy… - Ma non aveva fatto in tempo a terminare la frase, che la presa sul volto di Felicity si era fatta ancora più stretta. - Luke, lasciami, così fai male.

- Cos’è? Hai perso la tua aria da maestrina?

- Sei solo ubriaco!

- Non mi giudicare! -  E Luke in collera l’aveva spinta a terra.

- Ma che fai! Sei impazzito? - Hal era entrato proprio in quel momento e prima che l’uomo potesse farle ancora del male si era gettato su di lui bloccandolo.

Assicuratosi che Felicity stesse bene, l’aveva trascinato fuori dal laboratorio e spinto sotto il getto gelato della doccia.

Evidentemente la lezione non gli è servita, pensò contrariato. Inspirò a fondo e lo raggiunse. Si sedette al suo fianco e ordinò una birra, il tutto senza mai rivolgergli la parola. Attese molto, aveva quasi terminato di bere quando finalmente Luke si decise a parlare.

- È tutta colpa mia. - Confessò infine.

- No, ti prego, i sensi di colpa alla Oliver Queen risparmiameli. - Hal gli rivolse un mezzo sorriso prima di bere l’ultimo sorso. - Portamene un’altra. - Disse al barista. - Perché non mi racconti la verità, invece di continuare a rimuginarci sopra?

Luke l’osservò con la coda dell’occhio. Bevette e poi allontanò da sé il bicchiere.

- Vuoi sapere la verità? Sono stato un idiota ad assecondare i suoi piani folli. Cindy ha fatto quello che ha fatto solo per me. Doveva lasciarmi morire, invece di stringere quel patto con quel pazzoide fanatico.

Hal gli batté la mano sulla schiena. - Vai, sfogati, vecchio mio.

- Cindy si sentiva colpevole per quello che era successo. Credeva che le lesioni, che avevo riportato dopo lo scontro con il tipo iniettato di mirakuro, fossero solo affari suoi. Non ha mai capito, che preferirei morire piuttosto di vederle torcere un capello. Mi hanno portato a Metropolis, in un ospedale o laboratorio, ho solo dei vaghi ricordi. Non abbiamo mai saputo dove ci trovassimo esattamente. Ci tenevano al segreto. Il dottore che mi prese in cura disse a Cindy che l’unico modo di salvarmi la vita era trovare quella pianta maledetta. Torno presto, mi disse prima di lasciarmi alle cure degli infermieri. Non so per quanto tempo fummo divisi, a quell’epoca ero spesso sotto anestesia e sedativi. Fatto sta che quando riaprii gli occhi non la trovai al mio fianco come mi aveva promesso. Ci impiegai dei mesi per riprendermi del tutto, ma ormai ero un uomo a metà. Per salvarmi la vita, in attesa del medicinale, mi dovettero amputare il braccio e la gamba. Fu un duro risveglio. - Luke chiuse gli occhi cercando di scacciare da sé quella orribile sensazione. - Quando mi svegliai in piena notte, Cindy era al mio fianco. Mi confessò che aveva scoperto che le industrie Wayne avevano avviato un nuovo progetto, costruire degli arti artificiali per persone rimaste mutilate in guerra, e che quei prototipi mi avrebbero ridato la possibilità di essere ancora un uomo normale. C’era solo un piccolo dettaglio: ci mancavano sia i soldi che i materiali. Non ti preoccupare, mi disse, penso io a te per una volta. Se all’epoca l’avessi saputo, le avrei impedito di farlo, invece per me ha venduto la sua anima al diavolo. In cambio dei soldi e del materiale informatico, Cindy ha dovuto trovare persone che ormai non avevano più niente da perdere dalla vita. E così ha raccattato dei senzatetto e li ha scambiati per me. - Luke si afferrò la testa tra le mani, stringendo i capelli tra le dita. - Non importa che cosa devo fare, se questo ti riporterà a vivere normalmente. Mi disse una notte, dopo essersi svegliata da un incubo: non riusciva più a dormire bene. Alla fine, dopo mille insistenze, riuscii a farmi raccontare la verità su cosa stava combinando e misi subito fine a quello scempio. Raccogliemmo le nostre cose e fuggimmo nella notte, senza lasciare tracce dietro di noi. Per un po’ vivemmo tranquilli. Riuscii a infrangere la rete di protezione dei server delle industrie Wayne e carpire meglio le informazioni dei vari prototipi. In cambio di favori, attraverso i nostri contatti, riuscimmo a creare finalmente le protesi: non erano perfette ma con il tempo ebbi modo di perfezionarle sempre di più, fino a quando non incontrai sulla mia strada lei.

- Black Queen. - Disse Hal, sorridendo compiaciuto.

- Già. Non avrei mai immagino che dietro Black Queen ci fosse una persona così adorabile come Felicity. Quando capì che le mie intenzioni non erano cattive, mi aiutò a impossessarmi di alcuni progetti, altre volte invece mi bloccò. Capii solo parecchio tempo dopo che mi concedeva le informazioni dei prototipi che avevano testato e che funzionavano al cento per cento.

- Tipico di Felicity.

- Quando iniziò a diffondersi la notizia di queste morte accidentali, gli incubi di Cindy ritornarono a popolare le sue notti. A quel punto capimmo che doveva esserci un collegamento tra noi e quelle morti.

- Ritornaste proprio per questo a Starling City?

- Già. Cindy in qualche modo mi convinse che avevamo bisogno dell’aiuto di Arrow, non sapevamo che nella squadra ci fosse anche Roy. É stata molto brava a nascondermi per tutto questo tempo la sua reale intenzione. - Luke bevve l’ultimo sorso. - Il resto della storia lo conosci già. - Scese dallo sgabello, indossò la giacca. - Stammi bene, amico.

- Ehi! - Hal lo bloccò per il braccio. - Dove pensi di andare?

- Non l’hai capito? A Metropolis. Chloe mi ha appena informato che è riuscita a trovare una traccia del laboratorio dove mi hanno tenuto per tanti mesi: il trentatré punto uno. Sono più che sicuro che Cindy è ritornata in quella città con l’unico scopo di distruggerlo.

- Ottimo, ho proprio voglia di sgranchirmi le gambe. - Hal si alzò in piedi anche lui.

- Non posso permetterlo, devi rimanere qui.

- Ci sono già troppi eroi, andiamo a dare una mano a Clark Kent. Senza contare che così ho la scusa giusta per rivedere Lois. - Gli fece l’occhiolino e si avviò verso l’uscita. - Ti muovi?

 

 

 

 

 

Continua...

 

 

 

 

 

 

 

Angoletto di Lights

 

La storia di Luke e Cindy è collegata alla storia su di loro Cappuccetto Rosso, se volete conoscere meglio i dettagli passate di là ;)

 

Novità sulla storia! Il prossimo capitolo sarà l’ultimo. Sto ancora valutando se ci sarà un epilogo, tutto dipenderà dal capitolo 27.

 

Ora ci vuole un abbraccio di gruppo, perché se penso che la prossima settimana questa storia si conclude, mi viene il magone. Vi voglio bene.

 

Stay united!

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Arrow / Vai alla pagina dell'autore: Lights